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Le sere di Maggio ce le aspettiamo quiete, dolci, con tutti quegli elementi, dai petali odorosi ai tramonti rossi, che preannunciano la bella stagione e che ti predispongono al meglio. Ma si sa che le sere non sono tutte uguali, nemmeno le giornate, le notti, le settimane o i mesi e che spesso ci troviamo in balia degli eventi che ci coinvolgono, Maggio o Agosto che sia. Quel che a volte non si sa o si dimentica facilmente è che ciò che potrebbe servirti in un preciso momento te lo può regalare l’esatto contrario di quello che pensavi, sempre se sei disposta a raccoglierlo.
Ieri sera, ad esempio, dopo una giornata carica di impegni di varia natura, responsabilità e tensioni, l’unica cosa a cui aspiravo era riposare, dormire riposando. Ma non c’era modo di ottenerlo. Dormire fuori casa, anche se è la casa di tua madre, non ti predispone al massimo del riposo. Se sei lì è per accudire, per controllare che tutto vada bene per lei, per fare compagnia in un momento che è da sola e da sola non può stare. Ma lei è tranquilla, dopo il necessario si addormenta subito e potrei fare lo stesso anche io. Ci provo, infatti e lo spero. Quel lettino, però, non lo riconosco, è comodo, ma ha un odore diverso dal mio letto. Apro il libro che ho portato dietro, penso mi aiuterà. La lampada sul comodino, con quel led, è troppo forte, aggressiva. Leggo tre pagine. Fuori c’è un ventaccio che mi distrae, che crea rumori per me insoliti e fastidiosi e perdo la concentrazione, così chiudo il libro. Niente, non mi va, forse è anche il testo che sto leggendo che fatica a prendermi. La tv nella stanzetta è troppo piccola e non ho voglia di televisione. Accendo il tablet, giro un po’ sul web e nei blog amici. Magari riuscirò a leggere e commentare;: sto trascurando la blogsfera e non mi piace. Leggo alcuni post, lascio qualche commento, ma è sempre il vento a distrarmi. Proprio non lo amo!
Sento una sedia che si muove sul terrazzo, la porta del corridoio che vibra, un sibilo acutissimo sotto la finestra: di sonno nemmeno una traccia. Mi rigiro inquieta tra le lenzuola. Insisto con la blogsfera: questo post è lungo e impegnativo, lo leggerò domani. In questo ci sono troppi link, non mi va di aprirli. Ma che ha scritto??? Boh, forse sono io che non capisco, meglio ripassare. Belle le foto, ma oltre a scrivere “belle” non saprei che aggiungere: troppo banale.Candy Crush? No, mi innervosisce! Basta blog, blogger e tecnologia, non è il momento.
La sedia continua a passeggiare trasportata dal vento e non mi farà chiudere occhio, così decido di alzarmi e uscire fuori per sistemarla. La sferzata di vento che mi accoglie è gelida, o forse è il mio pigiama troppo leggero. Non posso permettermi un’influenza e rientro per cercare qualcosa per coprirmi. Trovo uno scialle lungo e pesante che mia mamma fece ai ferri molti anni fa e che è in attesa di essere riposto nel baule invernale. Torno sul terrazzo ben protetta alla ricerca della sedia e…mi blocco!
Lo spettacolo che si offre ai miei occhi è stupefacente: sono le 23.30 circa e il cielo è di un blu chiaro, quasi elettrico. La luna piena, brillantissima, e il vento di tramontana che ha pulito l’aria dalla sabbia africana, rendono tutto surreale. Ci sono nuvole nere, altre marroni, altre bianche, sparse, accavallate e alternate a grandi spazi aperti di cielo pieni di stelle lontanissime, ma luminose. Chiaro e distinto si vede anche uno dei tanti satelliti che ci controllano e pare strizzarmi l’occhio.
Guardo a sud-est e vedo il mare che luccica, è color argento. Sembra increspato. Ci sono delle lucine che si muovono , forse quelle di una grande nave. Eppure sono lontana dal mare, ma la limpidezza dell’ aria è eccezionale e ti fa vedere anche a grande distanza. Riesco a focalizzare le piste dell’aeroporto e seguo l’atterraggio di un aereo. A questa distanza mi sembra un atterraggio molto lento. Aerei, navi, stelle…che voglia di partire lontano!
Il vento pare calmarsi, o forse mi sono abituata e non sento più freddo: lo scialle di lana mi protegge benissimo. Prendo la sedia, la posiziono al centro del terrazzo, direzione nord-est, dove lo spettacolo è ancora più suggestivo: l’Etna e la nuova eruzione. Il contorno del vulcano è netto, color blu cobalto, qua e là qualche nuvolone e manciate di stelle. Si distinguono bene anche le pinete dei monti più bassi. Sul cratere centrale spicca fulgido il rossore dell’eruzione e la colonna di cenere. Seppur non molto alte, a intervalli regolari, si stagliano nel blu le fontane di lava: giallo, arancione, rosso!
Mi siedo e sto a guardare. Non so per quanto tempo, dieci-venti minuti, ma è il tempo necessario per allentare tensioni e preoccupazioni, per meravigliarmi ancora una volta di ciò che mi circonda, per caricarmi di quel luminoso buio che mi farà dormire bene. Prima, però, passo silenziosa nella stanza di mia mamma, la sento russare lievemente e questo sarà il dolce suono che accompagnerà il mio riposo.
Foto presa qui. Ieri notte non ho pensato a fare foto, ma questa è ciò che più somiglia, per colori e situazioni, alla mia visione.
Quante volte mi sono trovata a “dormire” fuori casa…
quante situazioni ed emozioni simili….
Grazie per questo bellissimo Post che ha risvegliato in me dolcissimi ricordi, legati ad affetti, persone, sensazioni…natura….
Non ho mai visto un vulcano. Penso che ne avrei paura!
Il panorama che descrivi dev’essere stato straordinario…sensazionale!
Grazie Marirò
Buona notte!
Nives
Grazie a te per aver letto.
Vedere un vulcano in eruzione è un’esperienza che almeno una volta nella vita si deve fare. Paura? Si, anche, ma soprattutto fascino! Fascino e attrazione irresistibili.
Notte serena, ciao 🙂
Buona sera, Vostro Onore 🙂
Ci auguriamo che lei stia bene, giudice 🙂
Illustrissima,
la sottoscritta pare stia bene, sempre che non vada cascando qua e là causa faldoni e “udienze” a mitraglia. Ma sopravviverà (si spera) anche per questa fine d’anno scolastico. 🙂
Ciao Marirò. Passo da te un attimo per vedere se anche tu, come me, sei in pausa e invece constato con piacere che stai scrivendo. Ohibò 😦 sei sparita dal mio WP-reader, non è la prima volta che mi capita.
Cercavo la possibilità di iscrivermi al tuo blog via mail così mi arrivano le notifiche dei post, ma non trovo nessuna indicazione. Non importa, vorrà dire che ogni tanto salterello qui per recuperare ciò che mi sono persa. E magari il signor WP decide di farti riapparire nel reader. Semmai provo a togliermi e reiscrivermi.
Torno a leggerti e commentare con calma. Come scrivevo prima, mi sono presa un breve periodo di pausa dal blog per impegni di lavoro, ma torno prestissimo e soprattutto, nel frattempo, non mi perdo la piacevolissima lettura dei blog amici. 🙂
A presto carissima e buona settimana. 🙂
Primula
la notte amplifica tutto e dilata il tempo.
L’immagine conclusiva della tua mamma è meravigliosamente tenera.
Un abbraccio cara Marirò.
Primula
P. S. Ho trovato il modo per iscrivermi via mail.
Ciao Primula,
lieta di leggerti.
Impegni di lavoro e di famiglia mi tengono parecchio lontana dal blog, cosa che mi spiace, ma vedi a che ora mi riduco a leggere qui? Oggi un nonstop dalle 8.00 alle 19.30, con pausa pranzo di 1 h. Insomma, un periodaccio e mi scuso con tutti voi per l’assenza. Dai, prestissimo torneremo insieme ad essere attive e pimpanti anche nei nostri blog! 🙂
E’ capitato anche a me di perdere contatti per i capricci di wp.
Grazie per aver letto e gradito.
Ricambio l’abbraccio, ciao
Che meraviglia cara Marirò Il tuo post e quell’immagine finale così suggestiva. Spesso anche quando mi trovo tra lenzuola amiche vivo la stessa tua irrequietezza che ben hai raccontato.qui. Ed è sempre il vento, il suo lamento che mi tiene sveglia. E così ogni rumore , anche il più banale ingigantisce e fa paura. E come te mi alzo e guardo fuori…Strano no ?Buonanotte cara Marirò , sogni d’oro. Isabella
Ah, che brutta cosa l’irrequietezza notturna quando assale mentre tu vorresti solo riposare.Di solito non mi alzo, conto le pecore, applico esercici di respirazione, però guardare le stelle aiuta sempre. Non è strano.
Dolce notte, Isabella, grazie per aver letto.
Le stelle sono uno spettacolo da guardare, sempre. Baci. Isabella
Io applicherei il “prinicpio di Baglioni”- lo chiamo io cosi’, e’ una idea che miè venuta ora, da una sua canzone: “la mia casa e’ la mia pelle, io mio tetto son le stelle, le coperte sono i sogni miei…”. Cosi’, dovunque mi trovo a dormire, sono sempre dentro di me(il nostro corpo: sacco a pelo dell’anima), e qualunque letto o stanza va bene. Scherzo, Mariro’ 🙂 Ciao. Ho scherzato perché so che e’ difficile, capita anche a me di riposare male in ambienti diversi dal mio solito. Bello il tuo racconto, e bella l’immagine dell’etna in eruzione. Ciao 🙂
Marghian
Baglioni ha sempre ragione! 🙂 🙂 🙂
Succede di riposare male anche a casa propria, ma di solito il nostro ambiente ci aiuta.
L’Etna si è già calmato, meglio così perché coi boati che fanno vibrare tutto mica si sta sereni.
Ciao 🙂
“coi boati che fanno vibrare tutto mica si sta sereni”. Posso immaginarlo, mariro’, anche se noi non abbiamo vulcani (attivi).
Che il nostro ambiente ci aiuti e’ sicuro. Ciao.
complimenti per la descrizione di quel paesaggio notturno che sarà stato uno spettacolo tale da calmare tensioni e riconciliare con il mondo
buona serata!
Quel paesaggio mi è abituale , non sempre funziona da….calmante, ma quella sera fu ideale o forse mi predisposti io perché funzionasse.
Buon fine settimana, ciao e grazie.
Quanta meraviglia cela il mondo che ci circonda. Se ci fermiamo un momento a osservarlo, inevitabilmente, ne finiamo rapiti.
Un sorriso per la settimana.
^___^
Proprio vero.
Spero la tua settimana sia stata magnifica, la mia caotica e impegnativa. Ma adesso è arrivato il weekend! 🙂
Ciao, a presto.
Ahimè, caotica e impegnativa anche la mia. Speriamo bene nel fine settimana.
Un sorriso di passaggio.
^___^
Sei bravissima: ho vissuto con te l’emozione dello spettacolo meraviglioso di un cielo attraversato da lampi di luce e di quella natura così generosa. Il post non è lungo, merita di essere letto perché è scritto divinamente. Sai anch’io quando cambio casa non riesco a trovare i miei riferimenti e ciò che prima era il mio habitat ora non lo è più, è normale: abbiamo la nostra casa, quella che ci siamo cuciti addosso da molto tempo. Buona giornata.
un abbraccio
annamaria
Ciao Annamaria,
Come stai? Solo ora riesco a leggere un po’ qui, periodo intenso di lavoro e altro. Ti ringrazio per il commento lusinghiero. Dici bene: quando perdiamo i punti di riferimento abituali ci sentiamo inquieti.
Felice weekend, a presto, ciao.
(Sospendiamo, per comodità, il voi)
Le pulsioni della notte e il sonno che non viene.
Me le ricordo certe notti, affacciato alla finestra per osservare, prima dell’alba e dopo il tramonto, dopo una notte trascorsa nell’ attesa.
Quell’attesa del ritorno di mio padre, fuori per servizio.
Dalla mia finestra di ragazzo vedevo i riverberi del mare. Sempre muto, calmo. Riverberi ora cangianti dal grigio, fino a degradare all’argento lunare.
Allora, parlo dei miei nove anni, abitavo a Palermo (un anno), quasi in centro. Però, all’orizzonte, riuscivo a scorgere le gru del porto che si stagliavano contro il cielo, in quelle notti dove la luna la faceva da padrona.
Un silenzio magico.
Erano, ancora, vivi la mamma, mio padre e mia sorella.
Di loro ne ho un ricordo speciale.
Un ricordo che mi prende il cuore quando, durante le mie lunghe nottate, ascolto i miei pensieri dandogli la forma … dell’acqua.
Poi abitammo, per due anni, a Catania (papà era ufficiale dell’Arma) – Ognina – sul lungomare, con le sue estati torride, le passeggiate alla Plaia, l’orzata e il latte di mandorla e … le fiamme dell’Etna (se non ricordo male lo chiamavano l’Ettina o ‘a Muntagna, credo).
Piccole luci che spezzavano il silenzio della notte, in un turbine di sinestesie che avevano il profumo della musica.
Oggi, non c’è più quell’emozione lontana.
Non ho più né mamma, né papà, né sorella
Oggi è il silenzio.
Nel fondo, però, a un cassetto rimane quel sapore che mi ha portato a scriverti qui oggi. L’emozione del silenzio e la musicalità della parola, grazie alle tue parole che sanno di bello. Che sanno di buono.
Grazie Marirò
Riprendemmo il voi
Abbiate, mia signora, le nostre cordialità più radiose
Grazie a te, Ninni, per questi ricordi così intimi e delicati, strisce di vita che restano dentro per sempre. Quanti cassettini possediamo! Stanno lì, chiusi con il loro prezioso contenuto, poi improvvisi si aprono, vuoi per un suono, un odore, un’immagine, una data o un semplice scritto come questo mio e tutto torna vivido.
Dici del silenzio, sì, ma quei cassetti contengono tanto suono che sa farci buona compagnia quando il rumore della quotidianità diventa silenzio e la melodia di ciò che è stato sa anche unirsi alle voci dell’oggi, che pur ci sono.
Ricambio le cordialità con simpatia.
Un dondolio di sedia che costringe ad andar fuori e scoprire che mille occhi in un cielo chiaro ti scrutano.mentre la lava disegna linee nuove sulla montagna: molto bello Marirò, quale modo migliore per chiudere una giornata e cancellare ogni fatica?
In effetti se non ci fosse stato quel vento (che non amo) non avrei pensato di uscir fuori a quell’ora tarda.Ma proprio il vento mi ha suggerito cosa fare ed ha spazzato fatiche e pensieri regalandomi quel blu colorato che ha fatto il resto.
Momenti facili, diremmo, che potremmo tutti godere, ma che di rado ci ricordiamo di vivere.
Grazie per il bel commento. Tu, amante della montagna, anche notturna, sai dei benefici che essa può dare.
Grazie a te che riesci a stimolate riflessioni che altrimenti volerebbero via, come il vento 😉
Vi racconto di peggio, Mariro’. Un mio fratello(un altro fratello, non quello che tu “conosci” per avertene..scritto) ando’ a dormire per qualche mese in una vecchia casa di un paese in Sardegna dove aveva appena trovato lavoro da panettiere. Gli serivava un alloggio, e accetto’ di vivere in quella casa. Mio fratello ci racconto’ che la casa era…rinomata per “gli spiriti”, molti anni prima successe anche un fatto di sangue, e pare che prendere in affitto quella casa non andasse proprio… a ruba. “E tui drommisi in gussa dommu? Ma maccu sesi?”- “e tu dormi in quella casa? Ma matto sei!”- come parliamo noi sardi 🙂 , anziché “ma sei matto?”, gli dicevano il primo giorno , in qualche bar del paese. Mio fratello tranquillo..”io non mi lasciavo condizionare” ci disse. ..Arriva la prima notte, mio fratello dopo aver cenato si corica. E ad un tratto sente dei rumori di catenaccio (naturalmente era una notte buua e tempestosa- ma davvero.- ). “Inghizzà a timmi’..” (“comiciai ad aver paura..”). Provo’ ad addormentarsi, e stava per riuscirci ma poi di nuovo quel rumore di catene… Come se non bastasse, Mariro’, c’era un uomo strano- era un bevitore, persona sola, che inveiva contro i fulmini “tue, lampu corrudu…” (“tu, fulmine cornuto.”) e si alternavano le invettive dell’uomo ed il rumore delle catene. Lui dormiva al pnano terreno, il rumore arrivava da sopra. “mi seu fattu coraggiu e seu andau a susu. Ma timmia, la’?”(mi sono fatto coraggio, e sono andato di sopra. Ma temevo, eh?). Orbene, mio fratello vide un catenaccio attaccato al portello di una finestra, che mosso dal vento faceva strisciare il catenaccio. Mio fratello esclamo’: “penzà itta vudi deu!” (“pensavo che fosse chissà che cosa io!”. Scese al piano di sotto, si rimise a letto e…. si addormentò! Pazzesco. io l’ho vista quella casa, mannaggia. Lui e sua moglie- anche lei ci aveva dormito, ma qualche settimana dopo..- la chiamavano e la chiamano ancora “sa dommu draculesca-la casa draculesca”. Comunque, dopo qualche mee cambiarono casa- voglio ben vedere…- Ciao.
Marghian,
“c’era un uomo strano- era un bevitore, persona sola, che inveiva contro i fulmini “tue..” Ah, non vi ho specificato che l’uomo era un vicino, mio fratello nella casa era da solo. Dopo una settimana porto’ li’ anche sua moglie (non avevano ancora figli). Immagiante poi, mio fratello che guardando dalla finestra vedeva quell’uomo nel cortile della casa vicina che agitava le braccia, messo in bella evidenza dai lampi che illuminavano la scena. Eppure, riusci’ a dormire- ma dopo che aveva visto di cosa si trattava.-Ciao ciao.
Ah, le serate buie e tempestose…A volte aiuta la stanchezza e si crolla nel sonno anche coi fantasmi i che ballano 🙂
Infatti, Mariro’. Ciao 🙂
un abbraccio a te e alla tua mamma ciao
grazie, buona domenica sera. Ciao
Sere e notti così ci avvicinano all’infinito. Sembra che nulla vada bene, che tutto ci disturbi, poi basta volgere lo sguardo lontano che tutto cambia e si riesce a raggiungere quella pace interiore che ognuno di noi desidera.
Splendida descrizione di una notte insonne finita bene.
La Sicilia è la meta di un viaggio che compirò con amici fra qualche giorno: spero di ritrovare anch’io quegli spettacoli della natura che tu hai descritto così bene.
A presto, Marirò.
Nicola
Mi auguro che il tuo viaggio in Sicilia sia piacevole, interessante e carico di meraviglie. Poi ci farai sapere.
A presto, ciao
Allora è stata alla fine una nottata medotativa. Io, per scelta, dormo poco e sfrutto la notte per me, solo per me.
Quando tutto è silenzioso intorno, il mio bimbo dorme, i vicini sono dietro alle loro tapparelle chiuse… io approfitto per assecondare i miei sfoghi, le mie passioni, il mio bisogno di solitudine dopo una giornata frenetica tra tanta gente a lasciare sorrisi veri ma pur sempre di circostanza.
Certo che preferisco casa mia, con i suoi odori, le sue comodità, ila sua energia.
Cara Marirò, un salutone a te e alla tua mamma.
L’Etna è uno spettacolo della natura. Ci ricorda che siamo un suo prodotto.
Buona domenica!
Alle 8.00 del mattino ho 24 paia di occhi ad aspettarmi e dovessi dover rinunciare alle mie canoniche sei ore di sonno…
I vulcani sono il respiro di Madre Terra
Buona domenica sera, grazie, ciao.
Certo che ce ne hai messo di tempo per addormentarti!!!
Quasi quasi….occorreva una tripla camomilla 🙂
ciao e …buon riposo
ah, quanto non mi piace la camomilla! Al solo pensiero del suo sapore mi viene il nervoso!
🙂
Quanto ti capisco Mariro’, con mio papa’ e’ la stessa cosa, questa settimana ha avuto la frebbe con la tosse, con l’antibiotico tutto passato ma per due notti non ho dormito bene, ero sempre in ansia, la tua descrizione del paesaggio e’ bellissima, per un momento ho pensato di essere li’ con te, tanti baci dolce amica, e’ cosi’ bello coccolare i nostri genitori, lo facciamo con tanto amore, buona domenica a te e un bacio alla tua cara mamma, ❤
Sono ansie che conosco bene. Spero tuo papà si sia ripreso totalmente. Ogni piccola cosa alla loro età diventa una montagna da scalare insieme.
Buona domenica sera a voi. Grazie, ricambio ❤
E’ vero Mariro’, adesso sta meglio, ancora domani con l’antibiotico poi basta, per fortuna ha tanto appetito, 🙂 un abbraccio, grazie, buona domenica sera a te e buon inizio settimana, ❤
Una visione della natura, nella calma della sera ha un infinito potere rilassante……
Hai descritto meravigliosamente la scena e le tue sensazioni…….
Che sia una meravigliosa notte anche questa…e buona domenica 🙂
Cercavo il relax in altro e ciò che mi serviva in quel momento era attorno a me, a portata di occhi.
Buona domenica sera anche a te, grazie 🙂
Un post magnifico! Introspezione, descrizione della natura… è come se tu mi avessi invitata da tua mamma per vivere insieme a te la variegata gamma delle sensazioni che hai magnificamente descritto.
Chapeau!
Ti ringrazio per il bel commento, cara Alessandra.
🙂
Lo prendo e lo ricambio Smack!
🙂
era nei anni 70 quando ho visto il Etna attivo, ho scarsi ricordi .. mia madre mi trascinava da un evento naturale dal altro.. oggi sarei più disposto vedere tutte queste cose.. cara Marirò abbi un buon weekend Bussi ❤ Pif
Buona domenica sera a voi e serena settimana. Ti so nei traffici di ristrutturazione, quindi pazienza e buon lavoro. 🙂
oggi giorno di riposo 😀 ho dormito tutto il pomeriggio quasi 😉 buona serata Bussi
E’ vero, la natura, quando ci prendiamo il tempo per ammirarla, rilassa sempre 🙂
Peccato non avere mai il tempo per farlo a dovere. Se qualcuno mi avesse vista a quell’ora della notte seduta al centro del terrazzo e con quel freddo…
Buona domenica sera 🙂
oooooh, il fascino del vulcano!
Eh si, difficile non lasciarsi affascinare …