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Foto presa qui

Va di moda dalle mie parti la raccolta punti in farmacia. Con l’età che avanza e i conseguenti medicinali da assumere bazzico su tre-quattro farmacie vicine (di solito vince la farmacia dove trovo posto auto) e ho accettato le tessere raccogli punti: 1 punto per ogni scontrino = 10 punti e un omaggio della farmacista (al femminile, qua son tutte donne).Sono raccolte punti cartacee, un bollino su un pezzo di carta, le fidelity card le ho allontanate da tempo perché non mi piace il trattamento dei dati personali, la cessione di questi ultimi ad altri brand, lo spam martellante e chissà che altro.

La raccolta punti dei vari esercenti è qualcosa di intrigante per il cliente perché induce a pensare che stai facendo un affare; in realtà si sta creando una sudditanza mentale e sei pronta a fare follie.  Loro, i negozianti, mirano al clientelismo, alla fidelizzazione, noi clienti pensiamo che tanto il regalo è gratuito e, nel caso delle farmacie, i farmaci li devi acquistare lo stesso e quindi tanto vale avere in omaggio un buon prodotto. Siamo infatti convinti che i prodotti da banco che si vendono in farmacia siano di ottima qualità. Spesso è così e io cliente con carta raccogli-bollino metto in moto i neuroni per accaparrarmi l’omaggio prima possibile; mi è capitato di acquistare consapevolmente qualcosa di più caro rispetto al supermercato perché mi mancava un punto o sono entrata in farmacia facendo finta di aver dimenticato un acquisto per avere il secondo scontrino e l’ulteriore punto nella tessera. Oh, certo, doppia fila, ma la saponetta, lo shampoo omaggio …val la pena, dai.

Finchè non scopri il misfatto.

Partiamo dall’assunto che un omaggino, un campioncino regalato ad esempio in profumeria serve a farti conoscere e apprezzare un prodotto che magari poi acquisterai, cosa a me accaduta ogni tanto. Quindi il commerciante DEVE omaggiarti di un qualcosa che VENDE nel suo negozio. E’ logico. Ebbene, per alcuni farmacisti NON sempre lo è. Qualche mese fa, a tessera completata, la farmacista mi consegna tutta radiosa un bagnoschiuma da 1000 ml dicendomi: “Vede che bell’omaggio che ha ricevuto con i punti? Un bel bottiglione!” Resto un attimo perplessa perché mi pare di conoscere quella marca e di non averla mai vista in farmacia. Salgo in auto e mi dirigo dritta in un supermercato perché mi pare, mi pare…eccolo! Il bottiglione è un prodotto venduto nel supermercato più economico della mia zona e costa euro 2.20. Magari sarà profumato, magari lava bene ma mi sento ingannata. Torno in farmacia, restituisco l’omaggio e spiego il perché. La farmacista è perplessa, confusa, mezza vergognata. Insisto: “Mi aspettavo un qualsiasi prodotto da farmacia, che senso ha promuovere qualcosa che lei non vende?”. La farmacista dice che è comunque un buon prodotto e mi propone ben cinque bollini omaggio nella nuova scheda. Rispondo che comprerò quel bagnoschiuma nel supermercato che lo vende e che per me fiducia e serietà valgono ancora parecchio. Saluto e vado via.

Lo so, lo so, ho un brutto carattere, io.