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Marirò

~ "L'esistenza è uno spazio che ci hanno regalato e che dobbiamo riempire di senso, sempre e comunque"

Marirò

Archivi tag: tecnologia

Arriva Babbo Natale, wiii!

17 martedì Dic 2019

Posted by ili6 in Articoli, Natale, Senza categoria

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Tag

auguri, Babbo Natale, bambini 2.0, Natale, regali, tecnologia, valori, videogiochi, vita da maestra

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In questi giorni mi sento una maestra vecchia e antiquata. Sensazione parecchio bruttina. La colpa è del buon Babbo Natale, sì proprio dell’amato Santa Claus che, si dice, porti i regali ai bambini.

Complice una lettura natalizia con la fatidica domandina: “Cosa desideri che Babbo Natale ti porti a Natale?”, invito i miei alunni a esprimersi con sincerità. Già prevedo le risposte: palloni, magliette dei calciatori, automobiline per i maschietti, bambole, borsette, trucchi per le femminucce. Spero che qualcuno dica un libro,  un CD di buona musica o un bel gioco da tavolo per trascorrere sane ore in famiglia. Sicuramente mi lancerò a disquisire sui regali inutili, sui giochi intelligenti, sulle troppe spese da evitare, ecc…

Inizio coi maschietti e vengo subito messa al tappeto: SWITCH! Nessuna esitazione, quindici bambini su venti desiderano lo Switch. Il punto è che io non so che sia uno Switch:<<Volete una strega? Una witch? O forse volevate dire Swatch, un bell’orologio swatch?>>. Loro ridono: <<Ma no, maestra, uno S.w.i.t.c.h. e poi, se proprio orologio dovrà essere, allora uno watch phone o semmai xaiomi!>>. Ops…: <<Uno xiaiomi, eh, certo, certo…>>, rispondo quasi sottovoce. Loro intanto iniziano a discutere di prezzi, 60, 350 Euro non so per cosa, 700 e passa per altro (sono ammattiti?) e nel frattempo in un pezzetto di carta annoto di nascosto: “Cercare urgentemente su Google xaiomi, watch, switch”.  I bambini leggono nella mia faccia la confusione e mi spiegano del Nintendo e dell’orologio computer.

Perbacco!!!

Preferisco stare in silenzio e passo alle bambine. Anche qui il coro è quasi unanime, per me però più raggiungibile: tablet e telefonino perché non ne possono più di quello vecchio del fratello maggiore, di mammà o dello zio. E mi par giusto: hanno già 8 anni compiuti, eh! Quando una bimba dice che vorrebbe Cicciobello mi si apre il cuore! Poi aggiunge che vuole “Cicciobello Lacrime vere” e mi viene un po’ di magone. Due alunne vorrebbero i Lego. Ahhh sììì, maestra felice! Inizio a dire di quanto mi piaceva costruire coi mattoncini Lego e con le costruzioni di legno e loro mi interrompono subito: <<Noi desideriamo i Lego ps4 tipo Worlds o Ratchet>>.

 Oh!

Le bambine discutono coi compagni di nomi astrusi tipo Wolfenstein, Sniper Elite, Minecraft   sigle, prezzi, combattimenti, grafica, platform 3, 4, 15 D. Non li seguo più, sono persa! Ma dico…, in questi primi mesi di scuola ho già svolto tre corsi di aggiornamento, online e non, sul curriculo didattico, sulle competenze, sulla valutazione. Che ce ne fosse stato uno di aggiornamento sui giocattoli-videogiochi dell’era 2.0!!! Avrei evitato la messa all’angolo! Perché è così che mi sento: all’angolo.

Li lascio parlare tra loro. Già li immagino durante le vacanze natalizie chiusi nelle loro stanzette a farsi ubriacare di luci e suoni violenti, di immagini velocissime, di situazioni competitive e aggressive. Li immagino mentre chiedono di non essere disturbati, presi come saranno a lottare e a tentare di accumulare punteggi. Li immagino a dire no alle semplici proposte dei genitori di uscire, di andare a trovare un parente, di fare una passeggiata. Chiusi in casa, forse con un compagno, a rincitrullire davanti a uno schermo di megapixel.

Così torno a Cicciobello, che va benissimo anche con le lacrime vere o finte e inizio ad apprezzare la risposta di un bimbo che dice che da Babbo Natale vorrebbe tutte le figurine dei calciatori che mancano nel suo album. Chissà quanto gli sta costando tentare di completare quell’album ma sicuramente meglio che stare a sconvolgersi e a caricarsi di violenza e aggressività davanti a uno schermo in solitudine.

Caro Babbo Natale, sii giudizioso nei regali sotto l’albero. Tappati le orecchie, non ascoltarli, nessuno ti rimprovererà perché si sa che sei vecchietto e magari un po’ sordo. Quindi metti nel sacco qualcosa di bello e di buono, di calmo e di sereno, di gioioso e comunitario. Vuoi qualche consiglio, vero? Non so. Sono confusa quanto te. Un viaggio? Un cagnolino? Un corso di pittura? Di nuoto? di sci? Un biglietto per un concerto?

Un dolcetto, un lavoro per le famiglie, degli affetti veri e tanta salute direi che possono bastare e avanzare. Per loro e per tutti noi.

BUON NATALE

 

Un luminoso buio

21 sabato Mag 2016

Posted by ili6 in Articoli, Senza categoria, Terra mia

≈ 53 commenti

Tag

blog, blogger, blu, descrizioni, Eruzione, Etna, inquietudine, insonnia, libri, luna piena, Maggio, mamma, meraviglie, nuvole, preoccupazioni, riposo, sere di Maggio, spettacoli della natura, stelle, tecnologia, vento, vita

Le sere di Maggio ce le aspettiamo quiete, dolci, con tutti quegli elementi, dai petali odorosi ai tramonti rossi, che preannunciano la bella stagione e che ti predispongono al meglio. Ma si sa che le sere non sono tutte uguali, nemmeno le giornate, le notti,  le settimane o i mesi e che spesso ci troviamo in balia degli eventi che ci coinvolgono, Maggio o Agosto che sia. Quel che a volte non si sa o si dimentica facilmente è che ciò che potrebbe servirti  in un preciso momento te lo può regalare l’esatto contrario di quello che pensavi, sempre se sei disposta a raccoglierlo.

Ieri sera, ad esempio, dopo una giornata carica di impegni di varia natura, responsabilità e tensioni, l’unica cosa a cui aspiravo era riposare, dormire riposando. Ma non c’era modo di ottenerlo. Dormire fuori casa, anche se è la casa di tua madre, non ti predispone al massimo del riposo. Se sei lì è per accudire, per controllare che tutto vada bene per lei, per fare compagnia in un momento che è da sola e da sola non può stare. Ma lei è tranquilla, dopo il necessario si addormenta subito  e potrei fare lo stesso anche io. Ci provo, infatti e lo spero. Quel lettino, però, non lo riconosco, è comodo, ma ha un odore diverso dal mio letto. Apro il libro che ho portato dietro, penso mi aiuterà. La lampada sul comodino, con quel led, è troppo forte, aggressiva. Leggo tre pagine. Fuori c’è un ventaccio che mi distrae, che crea rumori per me insoliti e fastidiosi e perdo la concentrazione, così chiudo il libro. Niente,  non mi va, forse è anche il testo che sto leggendo che fatica a prendermi. La tv nella stanzetta è troppo piccola e non ho voglia di televisione. Accendo il tablet, giro un po’ sul web e nei blog amici. Magari riuscirò a leggere e commentare;: sto trascurando la blogsfera e non mi piace. Leggo alcuni post, lascio qualche commento, ma è sempre il vento a distrarmi. Proprio non lo amo!

Sento una sedia che si muove sul terrazzo, la porta del corridoio che vibra, un sibilo acutissimo sotto la finestra: di sonno nemmeno una traccia. Mi rigiro inquieta tra le lenzuola. Insisto con la blogsfera: questo post è lungo e impegnativo, lo leggerò domani. In questo ci sono troppi link, non mi va di aprirli. Ma che ha scritto??? Boh, forse sono io che non capisco, meglio ripassare. Belle le foto, ma oltre a scrivere “belle” non saprei che aggiungere: troppo banale.Candy Crush? No, mi innervosisce! Basta blog, blogger e tecnologia, non è il momento.

La sedia continua a passeggiare trasportata dal vento e non mi farà chiudere occhio, così decido di alzarmi e uscire fuori per sistemarla. La sferzata di vento che mi accoglie è gelida, o forse è il mio pigiama troppo leggero. Non posso permettermi un’influenza e rientro per cercare qualcosa per coprirmi. Trovo uno scialle lungo e pesante che mia mamma fece ai ferri molti anni fa e che è in attesa di essere riposto nel baule invernale. Torno sul terrazzo ben protetta alla ricerca della sedia  e…mi blocco!

Lo spettacolo che si offre ai miei occhi è stupefacente: sono le 23.30 circa e il cielo è di un blu chiaro, quasi elettrico. La luna piena, brillantissima, e il vento di tramontana che ha pulito l’aria dalla sabbia africana, rendono tutto surreale. Ci sono nuvole nere, altre marroni, altre bianche, sparse, accavallate e alternate a grandi spazi aperti di cielo pieni di stelle lontanissime, ma luminose. Chiaro e distinto si vede anche uno dei tanti satelliti che ci controllano e pare strizzarmi l’occhio.

Guardo a sud-est e vedo il mare che luccica, è color argento. Sembra increspato.  Ci sono delle lucine che si muovono , forse quelle di una grande nave. Eppure sono lontana dal mare, ma la limpidezza dell’ aria è eccezionale e ti fa vedere anche a grande distanza. Riesco a focalizzare le piste dell’aeroporto e seguo l’atterraggio di un aereo. A questa distanza mi sembra un atterraggio molto lento. Aerei, navi, stelle…che voglia di partire lontano!

Il vento pare calmarsi, o forse mi sono abituata e non sento più freddo: lo scialle di lana mi protegge benissimo. Prendo la sedia, la posiziono al centro del terrazzo, direzione nord-est, dove lo spettacolo è ancora più suggestivo: l’Etna e la nuova eruzione. Il contorno del vulcano è netto, color blu cobalto, qua e là qualche nuvolone e manciate di stelle. Si distinguono bene anche le pinete dei monti più bassi. Sul  cratere centrale spicca fulgido il rossore dell’eruzione e la colonna di cenere. Seppur non molto alte, a intervalli regolari, si stagliano nel blu le fontane di lava: giallo, arancione, rosso!

Mi siedo e sto a guardare. Non so per quanto tempo, dieci-venti minuti, ma è il tempo necessario per allentare tensioni e preoccupazioni, per meravigliarmi ancora una volta di ciò che mi circonda, per caricarmi di quel luminoso buio che mi farà dormire bene. Prima, però,  passo silenziosa nella stanza di mia mamma, la sento russare lievemente e questo sarà il dolce suono che accompagnerà il mio riposo.

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Foto presa qui. Ieri notte non ho pensato a fare foto, ma questa è ciò che più somiglia, per colori e situazioni, alla mia visione.

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