C’è qualche genitore che ricorda le recite natalizie a scuola dei propri figli? Carine, vero? E qualche insegnante?
Ehmmm…
N.a.t.u.r.a.l.m.e.n.t.e a scuola ne stiamo preparando una e anche abbastanza impegnativa; siamo in quinta e mica ci possiamo presentare a mamma, papà, nonni, zii, fratelli, sorelle, vicini di casa con due filastrocche e “Tu scendi dalle stelle”! Nooo….siamo “grandi”, quindi vai con un Natale che sia anche ecologico, interraziale, continentale, culturale, contro la fame nel mondo, contro la guerra nel mondo, contro la mafia del mondo, contro …contro…contro….(contro la salute di ogni maestra!)
La dirigente ha voluto che in questa recita fossero impegnate tutte le quinte del plesso, cioè 150 alunni…coordinamento e organizzazione pazzeschi…ogni classe ha estratto a sorte un Continente da sviluppare nell’ottica del Natale e delle tematiche che dicevo sopra. Lasciamo stare il coordinamento…le battaglie e le gomitate per spazio, tempo e migliore riuscita tra noi maestre di classi diverse sono iniziate sin dal primo giorno…ma a me che va a capitare in una delle mie due classi? L’Asia! In Asia il Natale non si festeggia: avete idea che significa reperire materiale utile ed adeguato al periodo natalizio e a ciò che avrei in mente? Navigo da settimane sul web per una canzoncina natalizia cinese o giapponese (con traduzione) e non parliamo del balletto! Fortuna che c’è Madre Teresa in India e che c’è un pezzetto di Turchia che mi sta salvando, ma sto vedendo davvero cose turche per il copione. Perché noi maestre siamo anche sceneggiatrici, costumiste, registe, tecnici audio e luci, scenografe…
Da una settimana non riusciamo ad aprire libri e quaderni per più di un’ora al giorno e così sarà sino al 22: solo canti, prove di recitazione, di balletti e di sceneggiate: praticamente il caos! Loro, gli alunni, si stanno divertendo da matti perché più la confusione regna e più loro si “adeguano con magnificenza”. Sono già ridotta ad un filo di voce e ormai vado avanti solo a gesti e a potenti fischiettate professionali , nel senso che mi sono munita di un autentico e potentissimo fischietto da arbitro di serie A. E’ tanto potente che si sente anche nei piani alti della scuola e due giorni fa, esasperata, ho fischiato così a lungo che il personale di segreteria ha scambiato il fischio per l’allarme terremoto e si sono precipitati tutti nel cortile!
Ma ste recite per forza si devono fare?? Mica sono scritte nei programmi ministeriali! Vero è che coinvolgono molte educazioni (materie) che altrimenti faremmo poco e male, vero è che rappresentano validi momenti di crescita per gli scolari e vero è anche che i genitori li aspettano, ci tengono e si aspettano anche di vedere sul palco i figli da “assoluti protagonisti”. Lo dico chiaro e tondo: nelle recite scolastiche non esistono comparse! Tutti, tuttiiiiiiiiiii devono avere una parte parlata, cantata e ballata: tuttiiiiiiii, anche se son cinquanta! Altrimenti già sai che saranno dolori….
Il balletto…ti viene la malaugurata idea di inserire qualche passo di danza, un ballettino, un movimentuccio? Tu insegnante sei fritta! Magari la tua intenzione era di creare un momento gradevole, coinvolgendo solo quegli alunni agili, con movenze armoniose e ritmo innato, magari quel gruppetto che già di suo studia danza e ballo…eeenooo,noooo….il balletto piace a tutti e tuuuuttiiiiii devono ballare! Altrimenti i papà che viedeoriprendono? Solo un secondo di recitazione di poesia? Mai, maria! Ma dove li sistemo 50 ballerini? Manco il palco di Sanremo sarebbe sufficiente! E allora si finisce con l’ammucchiamento ritmato e per fare qualche straccio di prova devi continuamente spostare banchi e sedie dall’aula perché hai bisogno di spazio: – Bambini, aiutatemi ma non strisciate le sedie, sollevate i banchi, non fate rumore.
Ziiiiiiiiiiiiitraaaaaaaaaaagriiiiiiiicraaaaaaaaaaa…
booommm (banco che cade)
…e torni a casa stravolta, con quei rumori conficcati nel cervello e la prima cosa che fai è spegnere la tv e il marito che ti urla dietro: C’è il tggggggggggggg, accendi!
Nella recita di Natale non possono mancare la grotta, Giuseppe e Maria e gli angeli, giusto? Ci mancherebbe! E allora andiamo ad inventarci una grotta…perché la scuola mai ha pensato di comprare una grotta ed utilizzarla a tempo indeterminato. Eh, no…ci devono pensare le maestre e senza spendere una lira della scuola! (ops…ho scritto -lira- vabbè…nenti ci fa, mi sa…). Così nel tempo ci sono state grotte di cassette di frutta, di carta roccia (ormai detestata da tutte le maestre), di paglia, di scatole di scarpe dipinte …e quest’anno? Il mio genio ieri mattina ha risolto! Tre lunghi attaccapanni da terra, quelli rettangolari con le ruote, che di solito stanno nei corridoi e, sistemati a mo’ di paravento e rivestiti con lenzuola azzurre e tante stelline argentate, daranno (forse) l’idea di grotta…in cielo. Insomma… a scuola si va anche di fantasia, altrimenti il bello ‘ndo sta?!
Risolto il problema-grotta si va agli angeli e a Giuseppe e Maria… tormentone di ogni maestra, perché i musi lunghi e le battutine, se non vere e proprie lamentele e rimostranze, durano fino a Pasqua. In prima classe mi azzardai a dire : rappresenteranno Maria e gli angeli chi ha in casa un manto azzurro e un paio d’ali. Tutta la classe era superfornita! Quindi dalla seconda in poi siamo andati al sorteggio e quest’anno ci sarà un Giuseppe magro magro e bassino e una Maria altissima e formosa: così va la sorte …Gli angeli? Son volati via…niente angeli quest’anno (grideranno allo scandalo?)
Le mamme sono disponibili e collaborative, ma a volte qualche cosa si inceppa: ho chiesto una stella di pannolenci gialla per ogni alunno, fornito modello e campione di stoffa per la sfumatura di colore. Ieri sono arrivate le prime stelle: giallo limone, giallo sabbia, giallo canarino e infine ORO!! Stella dorata e tempestata di paillettes luccicanti e Graziella, mentre me la consegna, dice: -E’ stata brava la mia mamma, vero, maestra? E’ bellissima! “
Che dite, lancio un urlo muto? Ahhhhh…fatemi gli auguri, su, e magari anche per questo Natale i disastri si trasformano in miracoli all’ultimo momento.
E buona Immacolata Concezione a tutti voi.
Io le ricordo tutte! Ero emozionata ogni volta! Che nostalgia !
da noi sono anni che le rappresentazioni teatrali nelle scuole sono rigorosamente laiche…in un paese talmente piccolo che quasi non si vede sulla cartina geografica, è il secondo comune più piccolo d’Italia per estensione territoriale, sono state contate 33 etnie diverse, la dirigente per non “urtare” le diverse sensibilità, si è inimicata l’ “etnia autoctona” e il parroco locale…ma anche questa è diventata tradizione, ormai…ci si rifa con i “lavoretti”..ad ogni gruppetto si trova l’oggettino adatto, ma non è facile..
ciao Fab, siamo colleghe?
(Scusa, chiedo perchè ci conosciamo da poco)
Natale sta arrivando e non ho la più pallida idea di cosa fare quest’anno : da insegnante unica, sola solissima, con 24 bimbetti di 6 anni appena, credo che mi limiterò solo ad un lavoretto e ad una canzoncina per fare gli auguri ai genitori.
La scuola più di altre istituzioni deve adeguarsi al territorio, rispettarlo e tenersi al passo con le novità e le variazioni che via via si presentano. Non è facile, certo, ma resto dell’idea che, pur nel rispetto assoluto e nella massima libertà di adesione o meno, debbano essere soprattutto le altre etnie a rispettare le tradizioni e le usanze del Paese in cui si trovano a vivere.
mi auguro che tu non sia attualmente mia collega 🙂 Sono disoccupata.
Ho studiato economia e commercio, scegliendo la branca politica. Per 21 anni ho lavorato in una ditta privata, diventando addirittura quadro. Poi cambiata compagine sociale, un giorno, ho perso le staffe e sono uscita sbattendo la porta. Ho inviato un telegramma con dimissioni irrevocabili ed immediate…cosa che mi è costata, la decurtazione di una parte considerevole del TFR (per mancato preavviso..chi avrebbe retto ancora 6 mesi??). Ho rispolverato così la miriade di corsi fatti durante gli anni di studi decidendomi a verificare le mie posizioni nelle varie “graduatorie” permanenti. Nella scuola ho lavorato due anni come assistente per l’autonomia e la comunicazione, 17 mesi come assistente amministrativo, e 3 come assistente tecnico..insomma pur di lavorare ho fatto un pò tutto. Ora ..grazie ai tagli, da due anni sono al palo, (non ho mai voluto accettare i cocopro nè mai li accetterò) …aspetto…sperando che si ricordino anche di me :-).
Anche io sono convinta che , pur rispettando le altrui abitudini e le libertà individuali, non si debbano perdere le tradizioni “locali”…ma, a quanto vedo, pur di non avere grane, i dirigenti scelgono le vie più facili.
mannaggia!
ora capisco meglio il titolo del tuo blog…
ma non disperare!
E se hai rinunciato a certe cose significa che eri davvero al limite della sopportazione.
Mamma mia, Marirò, non ci voglio nemmeno pensare!!!!
Povera te!!!!!
Se la gente anche solo lontanamente sapesse cosa c’è dietro una semplice recita di Natale, che lavoro enorme e che mole di energia va impiegata in questo, non credo che farebbero tutte le storie che, poi, in realtà fanno!!!!!
Un bacio cara e buon lavoro…
A presto…
vedo non ti manca il da fare, mi piacerebbe essere bambino e far parte della tua recita penso che come regista sceneggiatice e autrice sei molto brava. ciao maestra buon lavoro ed auguri per la “prima”.buona giornata
grazie a tutti per i commenti
ora, anche se sono già a pezzettini e completamente afona, vi racconto un semplice fatto che mi capitò tempo fa e che mi fece cambiare idea sulle recite a scuola, perchè io ero una delle poche maestre che non le facevano. E sbagliavo.
Eravamo in campagna e si chiacchierava tra donne mentre si sorseggiava un caffè. C’erano delle amiche, tutte mamme di figli liceali e il discorso cadde sulla scuola e loro raccontavano di come ai licei si perdeva ogni rapporto scuola-famiglia che andasse oltre la distaccata informazione sull’andamento dei figli. Cosìi loro ricordi andarono alle scuole elementari e a tutte le recite che i figli facevano in quegli anni: dalla canzoncina più semplice, alla poesiola, all’intervento recitativo vero e proprio. Anche loro ricordavano la confusione e la stanchezza, ma soprattutto ricordavano le emozioni, loro e dei figli, indelebili dopo anni ed anni.
Quindi…forza e coraggio che, in un modo o nell’altro, arriveremo a natale sorridendo. 🙂
Grande verità, ricordo ancora il vestito da fiorellino che ho indossato in prima elementare, le emozioni e il coraggio di mostrarsi sul palco, il ringraziamento finale tutti insieme e gli applausi ricevuti…
Un saluto carissimo 🙂
Concordo con questo tuo commento; nella scuola dell’infanzia dove insegno faremo la recita domani pomeriggio (ultimo giorno prima delle vacanze) e anch’io sono ormai afona e molto stanca, comunque si tiene duro perché è un momento molto bello ed emozionante per tutti e lascia dei dolci ricordi.
Cara Marirò, con dispiacere ti dico che non ho più il tempo per commentare con assiduità i miei blog preferiti…ma ti seguo e ti lascerò un salutino ogni tanto
Mi piace moltissimo leggerti perchè vivo l’esperienza della scuola nel ruolo di mamma preoccupata quasi ansiosa nel trovare tutto quell’occorente che mi è richiesto dalle maestre e che serve ai miei bambini per le recite di Natale, io ne devo seguire tre e tu lo sai!Eh eh eh, in tutto questo marasma mi accorgo poco invece di quei preparativi che coinvolgono le insegnanti. A dire il vero frequento di più la classe della piccola Mariagrazia gli altri due sono quasi blindati perchè essendo alle elementari non posso nè voglio disturbare le lezioni fuori dagli orari consentiti, ebbene le maestre ultimamente sono quasi “sepolte” dai preparativi dalle scenografie in carta, stoffa e non parliamo poi le canzoncine da provare riprovare con tantissimo impegno, come nel tuo caso tutte le classi dei piccolini saranno insieme e si esibiranno nella palestra della scuola. Buon lavoro carissima amica questo sarà il tuo e vostro regalo per noi genitori e questi saranno gli anni e ricordi più belli per i bambini con foto e filmati da conservare negli album di famiglia, dopo tanto impegno e stanchezza come vedi, nulla andrà mai perduto. Un abbraccione.
..Buongiorno ti auguro un sereno terzo avvento in famiglia,
con sincera amicizia Rebecca
Maria Rosaria, mi hai fatto morire, ahahah, mamma mia, sei unica, quante recite nel corso degli anni di scuola di Kiara, quanti giorni per i preparativi, io parlo da mamma con una figlia che…”non voleva mai fare nulla di appariscente!!!!”: in questo senso, se cantava voleva stare nascosta, ballare, lasciamo perdere, e pensare che era brava a fare tutte e due le cose ma tu sai meglio di me che i genitori per i figli farebbero qualunque cosa pur di vederli in prima fila, e le foto, la cinepresa, che ricordi che ho e le maestre nelle feste di Natale, Pasqua, festa della mamma ….sono le piu’ operose, instancabili e come dici tu, a che pro tutto questo, si potrebbe fare una cosa piu’ soft, senza perdere tanto tempo ed energia!!!! Un bacione a te e non stancarti!!!!! Con affetto Laura!!!
mooooolto più soft, softissima! 🙂
Marirò questa sera ho trovato tempo per leggere la festosa cronaca della recita della scuola. Tutto come previsto, tanto chiasso, tanti patemi d’amino, ma alla fine che soddisfazione!!!
Un saluto carissimo da un’amica lontana e in difficoltà!! 🙂
Buon lavoro Maria Rosaria!! E’ stressante non lo metto in dubbio, ma credo che poi la soddisfazione ti ripagherà di tutto!! Felice fine settimana e buon avvento!!! : )
Secondo me verrà una roba pazzesca! 😀
Bella e ordinata descrizione del caos. E caspiterina 150 alunni di V, che bello, allora qualcuno che si candida a pagare le nostre pensioni c’è, anche se bisogna aspettare almeno 8 anni prima che comincino a produrre reddito, sempre sperando che oltre alle recite natalizie non gli lasciamo in eredità una torta piena di debiti e materiali di scarto, da dividere equamente. Intanto imparano il risparmio vedendo che per poter fare qualcosa bisogna inventare e riciclare. Ecco un lato buono delle recite natalizie, fare tutto con le proprie forze, dall’uso del corpo a quello di oggetti usati normalmente per fini diversi.
ah. poveri splendidi figlioli!:-)
un bellissimo Natale che sicuramente quando andrai in pensione, in età avanzata, ti ricorderai con nostalgia. In bocca al Lupo, per la recita dei tuoi ragazzi e un Buon Natale a te e a famiglia un bacio a tutti i tuoi alunni. Ciaoooooooo
Marirò arrivo in ritardo, giornate lunghe, difficili, pesanti…
Un abbraccio 🙂
Ps: domani torno…
Leggendo, mi è sembrato di vedere questo magnifico caos. Io mi ci troverei proprio bene. Adoro stare tra i bambini. Pensa, il venerdì sto in oratorio dalle tre del pomeriggio fino alle ore 19,30 e per me è il giorno più bello della settimana..I bambini sono la massima espressione del Natale ed io ti auguro buon lavoro e tante soddisfazioni.
Che bella descrizione! Conosco questo creativo periodo di stress, sia perchè lo ricordo, come mamma di figlia ormai 19enne, ma anche perchè lo sento raccontare da mia sorella, insegnante delle primarie come te, che sarebbe contenta di leggere questo post…anzi, quasi quasi glielo segnalo!
Un bacione e grazie per seguire le mie “traversie” 🙂
so già che Cate concorda in pieno con me
un abbraccio e…attendo sviluppi belli 🙂
Ciao Maria, io ormai ho qusi 48 anni vivo in italia dal 93, noi non abbiamo figli… perciò posso solo parlare della mia infanzia in Austria e Germania, comunque natale sia in Austria e in Germania a scula era sempre bellissimo abbiamo fatto questi piccoli teatri per i genitori, poi il periodo d’avvento era sempre un incanto da me…. non so se posso dire (senza offendere i miei) ma natale era l’unico periodo del anno in cui sentivo sempre il vero amore… ti auguro una serena serata con amicizia Rebecca
Austria e Germania…lì è molto sentito il Natale. Ogni volta che mi capita di andare (raramente, purtroppo) resto sempre incantata davanti a tutti quei negozi esclusivamente natalizi e sempre aperti anche se è ferragosto.
..dai su…quando alla fine della recita ti siederai….son certa che si, tirerai un bel sospiro di sollievo…ma sarai anche tanto tanto contenta dell’ottimo risultato!!!
..io come genitore ricordo che impazzii a trovere un tutù rosa a manica lunga…
Poi all’inizio della recita…ho pianto fino alla fine, non solo per mia primcipessa anche per tutte le altre principessine!!!
i bambini…eh, che meravigliose , discole creature!
bacio e in bocca al lupo…
(chissà che bel firmamento luccicante!)
mi è capitato durante le recite di vedere mamme coi lucciconi anche per due sole battute dei figli e, nel notare quella dolcissima emozione che dice tante cose, la fatica, lo stress… sono spariti in un attimo. Questo, però, è il momento della costruzione, del caos infinito e vorrei trovarmi già al 23.
grazie e crepi il lupo!
🙂
ricordo…i miei inizi di carriera, lavoravo negli asili…c’era sempre chi si ammalava nel periodo di Natale…..ed io mi ritrovavo in mezzo al fermento……che stressssss, ma ripensandoci quanta malinconia….. auguri mia cara 🙂
Grazie Mi,
infatti ogni alunno deve imparare la parte sua e quella di un compagno per eventuale sostituzione improvvisa.
stressss? da matti, ma comprendo la tua malinconia. 🙂
ah, Lucia, tu sì che mi capisci!!
🙂
Ho iniziato a “sorridere” dall’inizio alla fine. Queste recite dovrebbero ABOLIRLE perchè prepararle è massacrante per gli insegnanti e fanno perdere tutto il significato vero dell’Avvento e preparazione al Natale. Non le rimpiango affatto. Ma…siccome non puoi farne a meno….allora armati di santa pazienza e continua il tuo lavoro. Per avere qualche canzoncina giapponese, chiedi ad Angelo Nocent, ha due figli e nipotini in Giappone. Buon lavoro Maria rosaria