Al Teatro Greco di Siracusa ho assistito all’Antigone di Sofocle. Non vorrei parlare di questa grande figura femminile  tanto studiata ed analizzata e che può essere vista come  la Madre di tutti gli indignados, di tutti i desaparecidos, di tutti quegli uomini e quelle donne che sono morti per mano di un tiranno, di un despota.  Protagonista di una straordinaria storia di emancipazione femminile,  rimarrà  sempre l’eterno simbolo dello scontro tra la legge degli uomini e la legge del potere . Perché lei osò ribellarsi addirittura ad un re e in quel di antica Grecia, dove il dominio era maschile, dove la donna  era sempre sottomessa e rispettosa della volontà dell’uomo, qualunque essa fosse.

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Frederic Leighton – Antigone

Vorrei invece soffermarmi su un’emozione, nell’emozione, che la rappresentazione di Sofocle mi ha regalato: il primo stasimo dell’Antigone. Lo avevo dimenticato ed ascoltarlo, scoprendone la sempre sorprendente attualità, è stata, appunto, un’emozione.

La tragedia di Sofocle fu rappresentata per la prima volta ad Atene nel  442 a.C  

Molte meraviglie vi sono al mondo,

nessuna meraviglia è pari all’uomo,

Quando il vento del Sud soffia

in tempesta, varca il mare

bianco di schiuma e penetra

fra i gorghi ribollenti;

anno dopo anno rivolge,

con l’aratro trainato dai cavalli,

la più grande fra le divinità,

la Terra infaticabile, immortale.

E gli uccelli spensierati,

gli animali selvatici,

i pesci che popolano il mare,

tutti li cattura, nelle insidie

delle sue reti ritorte,

l’uomo pieno d’ingegno;

e con le sue arti doma le fiere

selvagge che vivono sui monti

e piega sotto il giogo

il cavallo dalla folta criniera

e il vigoroso toro montano.

Ha appreso la parola

e il pensiero veloce come il vento

e l’impegno civile; ha imparato

a mettersi al riparo

dai morsi del gelo

e dalle piogge sferzanti.

Pieno di risorse, mai sprovvisto

di fronte a ciò che lo attende,

ha trovato rimedio a mali

irrimediabili. Solo alla morte

non può sfuggire.

Padrone assoluto

dei sottili segreti della tecnica,

può fare il male

quanto il bene.

Se rispetta le leggi del suo paese

e la giustizia degli dèi,

come ha giurato, nella città

sarà considerato grande;

ma ne sarà cacciato

se per arroganza

lascerà che il male lo contamini.

Spero che un simile individuo

non si accosti al mio focolare,

non condivida i miei pensieri.

Sofocle – Antigone -Primo stasimo

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INDA 2013 . Antigone

Creatura meravigliosa e terribile, l’uomo!  L’animale che nel corso della storia si è evoluto maggiormente ed è riuscito non solo a dominare gli altri animali, guadagnandosi il posto d’onore nella catena alimentare, ma è riuscito anche a prevalere in moltissime occasioni sulla natura stessa. Strade, ponti, aerei, navicelle spaziali che congiungono spazi lontanissimi; ha persino eliminato la caccia e la pesca, faticoso lavoro, con  gli animali che vengono direttamente allevati per essere destinati a diventare il nostro cibo; anche il semplice parlare è stato superato da mezzi tecnologici  più pratici ed immediati.  Pensiamo ai progressi della medicina, della tecnologia, dell’astrofisica, e tanto altro.

Ma l’uomo sa anche essere terribile; domina la natura e genera disastri ambientali di cui egli stesso è  vittima; crea cibo grazie agli allevamenti, alle biotecnologie e si ritrova a lottare con nuove e terribili malattie; espande la comunicazione con l’affascinante tecnologia digitale e si ritrova più solo di prima.

Capace di gesta memorabili e di atti eroici e altruistici, si rivela anche il più terribile e crudele di tutti gli esseri viventi se si provoca la sua collera. Con un click oggi può annientare in pochi minuti intere città.Da essere  meraviglioso si trasforma in  terribile individuo perché anziché compiere il bene, compie il male.

Solo una coscienza personale, ispirata alle leggi create da lui stesso, ma anche a quelle della morale e dei valori, le cosiddette leggi non scritte, possono evitarne la trasformazione. E qui si torna dritti dritti  alla trama di Antigone. 

Splendido ed attualissimo  stasimo di Sofocle!

Ah, quasi scordavo:  esiste un limite che l’uomo non potrà mai superare, nonostante spesso riesca a ritardarla: la morte, ossia la caratteristica principale che lo rende uomo e non Dio.

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Siracusa – Teatro Greco