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vaccini-obbligatori

Faccio parte della generazione di vaccinati per obbligo e faccio parte di una categoria a rischio per stretto contatto con bambini anche non vaccinati.

Per la prima categoria: ho qualche vivido ricordo delle vaccinazioni che avvenivano a scuola, le goccette amare dell’antipolio ingentilite da una zolletta di zucchero e l’antivaiolo fatta con un attrezzo che graffiava la pelle e lasciava una brutta cicatrice. Quest’ultima veniva fatta sul braccio, ma non ai “raccomandati”, e io ero una di questi, così dovetti recarmi dietro la lavagna, alzare la gonna e farmi graffiare la coscia. Mia madre riteneva che la cicatrice nella coscia fosse meno visibile che nel braccio. Il mio imbarazzo fu enorme anche perché la lavagna non mi protesse adeguatamente da certa nudità, dagli sguardi e dai risolini dei compagni. Oltre questo non accadde nulla di clamoroso né a me né ai miei compagni. Le malattie esantematiche le presi tutte e non serbo ricordi allucinanti.

Per la seconda categoria:  ricordo che sino al 1999 noi insegnanti  dovevamo controllare per ogni alunno iscritto i certificati medici che attestavano l’avvenuta vaccinazione e relativi richiami, poi bastarono  le autodichiarazioni dei genitori sulle vaccinazioni e tutto si doveva trascrivere sui registri di classe. Guai a sbagliare! I rimbotti dei direttori scolastici erano severissimi. Dopo più nulla. Le vaccinazioni persero l’obbligatorietà e noi insegnanti ci liberammo di un lavoraccio. Negli anni seguenti e non obbligatori  non ho notato nulla di evidente sulla salute generale degli alunni, se non una diminuzione delle malattie esantematiche, che comportano sempre almeno 10 giorni di assenza, e un leggero incremento di scarlattina e parotite. Negli ultimi due anni si è registrato un incremento  di herpes zoster e polmonite. Nessun alunno mi ha mai contagiato nulla, a parte l’influenza (cosa peraltro reciproca), ma ricordo gli enormi problemi di tre mie colleghe che furono contagiate dalla varicella e sesta malattia e che ebbero complicazioni lunghe e non indifferenti e si dovettero assentare dal lavoro per oltre un mese. La scorsa settimana un bidello della mia scuola ha beccato il morbillo.

Non sono un medico, sono una persona che si affida alla scienza e a quest’ultima riconosce gli enormi progressi fatti nel campo della salute e, riferendomi specificatamente ai vaccini, non si può non riconoscere negli Stati con vaccinazione obbligatoria la scomparsa di tremende malattie, ad esempio  vaiolo e polio. Non entro, pertanto, nella diatriba, anche medica, della pericolosità dei vaccini, scientificamente non provata, e mi basta constatare l’allungamento della vita.

Sul diritto decisionale dei genitori verso la salute dei figli ho, invece, le idee chiare. Un genitore può decidere di non far vaccinare il figlio nella misura in cui quest’ultimo non diventi, poi, un onere per gli altri e lo Stato. So che è forte e brutto dirlo così, ma questo è quanto. Il  genitore può anche assumersi la responsabilità di non far vaccinare il figlio per le malattie infettive a patto che lo faccia crescere sotto una stretta campana di vetro. Così non è,  quindi si ha il dovere di vaccinazione verso la salute del minore e verso la collettività e il sistema sanitario. Le malattie costano, si sa.

Un ultimo aspetto mi porta a essere ulteriormente a favore della nuova legge sulla obbligatorietà dei vaccini e riguarda i cambiamenti demografici cui stiamo assistendo.  Per non farla troppo lunga e dirla diretta… nei dati medici mondiali si legge ad esempio che per il morbillo sono proprio  i Paesi centro Africani ad essere oggi con minore copertura vaccinale. Molti di questi sono Paesi dove esistono fortissima instabilità politica o guerre e quindi le campagne di vaccinazioni sono quasi impossibili. Alcuni di questi sono in situazione epidemiologica seria e proprio da quest’ area arrivano i migranti che sbarcano in Italia, in assenza di qualunque regime di  screening sanitario o quarantena prevista. C’è quindi ragionato timore che presto  i dati sanitari di morbillo o altro, peggioreranno.

Sicuramente, però, mi lascia molto perplessa la violenza del nuovo DDL per i contenuti che esprime. Obbligare in poco meno di due mesi milioni di bambini e ragazzi a sottoporsi a 8-12 vaccinazioni, pena la non frequenza a nido e infanzia o salate sanzioni alle elementari, medie e licei, è allucinante, anche a livello organizzativo,  per le famiglie, per le aziende sanitarie e per le scuole. Minacciare, poi, presidi e insegnanti e soprattutto assegnare multe alle famiglie fino a 7.500 euro e decretare addirittura la possibile  sospensione della patria potestà per chi non vaccinerà, è aberrante.

E’ la “cultura del dubbio” sui vaccini che si è espansa in questi ultimi decenni a giustificare e rendere necessaria  tanta costrizione o, in assenza oggi di una vera emergenza sanitaria,  è solo l’incosciente fretta di legiferare di questi nuovi governanti in odore di onnipotenza?

Ora più che mai si rende necessaria una legge decisa, ma capace di informare, aggiornare, dare serenità, convincimento e  tempi adeguati a quanti sono ancora nel dubbio delle vaccinazioni e all’entourage organizzativo.

Minacce e terrore non hanno mai fatto bene a nessuno.

Ah, scordavo: pare che anche gli insegnanti  e gli operatori sanitari (e anche gli impiegati pubblici) avranno l’obbligo di vaccinarsi. E chi non vorrà farlo? Sarà licenziato. Punto.