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Marirò

~ "L'esistenza è uno spazio che ci hanno regalato e che dobbiamo riempire di senso, sempre e comunque"

Marirò

Archivi tag: vigili del Fuoco

Quando brucia il mare

11 giovedì Lug 2019

Posted by ili6 in ambiente, Articoli, Senza categoria

≈ 37 commenti

Tag

Catania, estate, Incendio, lidi balneari, Playa, prevenzione, tristezza, vigili del Fuoco

Fa impressione assistere in tv ai cataclismi metereologici cui ci stiamo abituando sempre più spesso, ma quando questi colpiscono luoghi che ami e che fanno parte della tua vita, l’impressione diventa vero dolore e sgomento.

Giornata di fuoco ieri nella mia città, un fuoco violento e distruttivo che ha terrorizzato moltissime persone e ha danneggiato una delle zone più belle di Catania: la Playa. Trenta e più chilometri di sabbia finissima che dal porto di Catania arriva alla Provincia di Siracusa, una striscia ricca di stabilimenti balneari, di alberghi, di zone per lo sport, di discoteche, di verde, di servizi di vario genere. Una zona molto amata dalle famiglie di Catania, un luogo bello e pulito, soprattutto a misura di bambini. Credo non esista un catanese che non abbia frequentato a lungo la Playa nelle spiagge libere o nei confortevoli lidi balneari. L’ho fatto pure io nei miei primi vent’anni di vita e ho ricordi molto belli e affettuosi.

Ieri mattina sin dall’alba si è compreso che qualcosa sarebbe andata storta nella giornata. Ci ha svegliati una pioggerella fastidiosa, sporca di polvere e il cielo aveva un colore strano, chiazzato di nuvole arlecchino. Poi il vento di Scirocco, forte impetuoso caldissimo e le temperature che via via arrivavano oltre i quaranta gradi. Un mix di potenziale pericolo e spesso basta un niente per far scoppiare violenti incendi. Quello della Playa, proprio a ridosso della città, è stato violentissimo: partito dalle sterpaglie della boscaglia vicina ai lidi e alimentato dal vento, si è propagato facilmente e ha seminato il panico tra i moltissimi bagnanti, intrappolati sulla battigia senza sapere che fare. I Vigili del Fuoco sono arrivati in massa,ma anche Forestali e Protezione Civile, bloccando la città, lottando per contenere gli incendi e traendo in salvo moltissime persone con ogni mezzo acquatico e evitando l’esplosione di un grosso distributore di carburante vicinissimo alle fiamme. Tutti gli stabilimenti balneari hanno messo a disposizione barchette e canotti, persino i pedalò, per trasportare i bagnanti via mare in zone più sicure. Nulla si è potuto fare per parecchie automobili posteggiate lungo il Viale, pochissimo per due lidi, molto danneggiati dal fuoco e per una parte degli alberi del bellissimo Boschetto della Playa.

Tanta paura, molta confusione e tanta rabbia mescolata a dispiacere. I Vigili del Fuoco stanno cercando di capire le cause dell’incendio. I 43 e più gradi delle 14.00 di ieri non fanno pensare all’autocombustione. Quindi? Quindi la rabbia monta impetuosa come lo Scirocco di ieri se si pensa a un mozzicone di sigaretta o al motore difettoso di un’auto che mandava scintille tra le sterpaglie. La rabbia colpisce proprio le sterpaglie: perché nessuno, proprietari o Amministrazione Comunale, ha ripulito i terreni circostanti? Perché non si fa seria prevenzione per gli incendi che sanno devastare ogni cosa? E ancora: perché non ci si rende conto della preziosa presenza dei Vigili del Fuoco e non se ne incrementa il numero e il Valore Professionale e Umano nella nostra Nazione? Sempre ieri altri incendi sono scoppiati nella Provincia di Catania e i Vigili del Fuoco sono arrivati dopo molte ore perché le poche unità erano tutte impegnate a salvare la città. Quando sono arrivate squadre da altre Province dell’Isola e dalla Calabria il danno era già molto esteso.

Oggi non andrò a vedere i danni che il fuoco ha fatto alla mia Playa, molti miei concittadini lo faranno ma io preferisco restare nel limbo e nella speranza che non siano così gravi. Troppo dispiacere. Però, …CATANIA! So che anche stavolta saprai rialzarti, sei abituata a risorgere dalle ceneri e lo farai anche adesso. La stagione balneare è agli inizi, durerà a lungo e saprai risollevarti velocemente. Lo farai col l’aiuto di ogni Catanese che Ti ama e con una consapevolezza nuova e bella, di rispetto per ogni tuo angolo e vita, mare, arte, cultura, vigne, vulcano, che saprà scaldare il cuore più forte del sole che ci brucia.

17025_catania_playa_catania

P.S. Un attimo prima di pubblicare questo post ho letto sul web che il proprietario di uno dei lidi più danneggiati, insieme ai dipendenti, a tanti proprietari di altri lidi e a molti volontari, ha lavorato duramente tutta la notte e il lido due ore fa ha riaperto ai clienti. Forza Catania: sai essere grande con noi!

 

 

Dura di comprendonio

02 giovedì Ott 2014

Posted by ili6 in Arte, Articoli, io e loro, scuola, Senza categoria

≈ 67 commenti

Tag

aula scolastica, cartelloni, chiodi e martello, collaboratori scolastici, dura di comprendonio, Marcel Duchamp, responsabilità, rimprovero, rischio, scalette, scuola, sicurezza sul lavoro, testardaggine, vigili del Fuoco, voglia che passa

L’altra mattina sono stata rimproverata con decisione da un bidello della mia scuola, ops, chiedo venia, da un collaboratore scolastico, ‘che se li chiami bidelli ti fanno “spirdare” (vedere gli spiriti dallo spavento ). No, nemmeno collaboratori scolastici va bene. Li devi chiamare signore e signora e punto. Quindi sono stata rimproverata dal Sig. G.  davanti ai miei alunni in malo modo, cioè con tanto di voce alta, frasi imperiose e minacciose e sapete il perché? Perché sono stata colta in fallo mentre, arrampicata su una scaletta a V, attaccavo un grande cartellone a una parete della mia aula.

-Maestra, che cavolo sta facendo lassù?!? Scenda immediatamente!

Premesso che io non mi offendo se mi chiamano maestra e non signora, anzi mi piace proprio, sentendo quelle urla sono saltata in aria col rischio di cadere sul gruppetto di bambini che mi stava aiutando dal basso a tenere fermo il  cartellone che avevamo terminato dopo due settimane di intenso lavoro e che  stavo cercando di fissare al muro con cartoncino e  chiodini.

-Che succede  signor G.?  Non sto rovinando il muro, ho con me i cartoncini di protezione, stia tranquillo. Piuttosto stia attento che A. e B. non si prendano a calci, per favore.  A. è già nervoso di buon mattino.

-Scenda subito dalla scala, maestra! Lei non può salire su quella scala!! Lo sa che se cade sono guai per tutti?

– So che se cado saranno guai per me, ma sto attenta. Questa scala sembra parecchio  fragilina…

-E’ fragile. Da dove l’ha presa? Chi l’ha autorizzata??

Comincio ad innervosirmi e, dall’alto del penultimo  piolo di quella scala senza parapetto, senza gommine antiscivolo, senza catenina di sicurezza e che tremola tutta, con in mano il martello, tra i denti due chiodini, mi giro con la testa che ondula e dico al sig.  G. che la scala l’ho presa da me dietro l’anta del portone dove è tenuta e dopo aver chiesto da giorni  a tre sig. collaboratori scolastici se mi potevano aiutare a fissare il cartellone. E poiché nessuno si è reso disponibile, era arrivato il momento di fare da sola.

-Io sono il responsabile della sicurezza dei lavoratori di questa scuola e le dico che lei non deve salire su nessuna scala, quindi scenda subito!

-Ok, io scendo, ma finisce lei di mettere altri due chiodini quassù?

-Nemmeno per sogno! Se io o lei, o altri, cadiamo mentre siamo arrampicati su una scala, specie una scaletta come questa,  l’assicurazione dovrà sborsare un sacco di soldi e qualcuno potrebbe finire in galera! Venga subito giù, non posso vederla lassù!

– E allora chi deve attaccare un cartellone in questa scuola??

– Non lo so: personale specializzato, operai del Comune…nessuno! Niente cartelloni a quell’altezza, nessuno! Dovete smetterla voi maestre con questi cartelloni!!! 

– A scuola i cartelloni si creano e si attaccano. Questo è parecchio grande, è quasi una scenografia che abbiamo realizzato a scuola con fatica, mettendoci impegno, tempo, creatività ed è venuto proprio bello! Se lo scordi che io non lo attacco!! Quindi o scendo io e sale lei o la smetta di urlare, mi tenga ferma la scala e incroci le dita finchè non metto questi ultimi chiodi!

-Lei mi costringe a tirarla giù! E’ dura di comprendonio!

-La nostra maestra non si tocca!!! –gridano alcuni dei miei alunni.

Il sig, G. urla ai bambini di stare zitti, di togliersi dai paraggi della scala, si attacca alla scaletta e trattiene il respiro sino a che non sistemo il cartellone. Quando scendo noto che è pallido e sudato. Lui!

-Maestra, lei non sa che rischio ha corso e ha fatto correre a me e alla preside.

-Già, a lei e alla preside…  Ora so che a Natale, per il grande presepe che FOOOrse  realizzeremo, dovrò chiamare i Vigili del Fuoco per fissarlo alle pareti! Intanto lei dica alla preside di acquistare una scala decente, altrimenti la voce grossa la farò io che son dura di comprendonio. E se soldi non ce ne sono, vorrà dire che da domani inizieremo una colletta pro scala-sicura!

duchamp

 Marcel Duchamp – Nudo che scende le scale n. 2 – 1912

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