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Marirò

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Marirò

Archivi tag: viaggiare

Riviera dei Ciclopi:le origini

08 domenica Giu 2014

Posted by ili6 in ambiente, Articoli, Fotografia, natura, Senza categoria, Terra mia

≈ 44 commenti

Tag

barca, estate, Etna, faraglioni, mare, Riviera dei Ciclopi, Sicilia, viaggiare

Inizia il caldo e scatta immediata la voglia di mare, di sole, di luce.  Da buona etnea ho inaugurato la bella stagione andando alle origini, quelle etnee, appunto. E le origini sono proprio qui:

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Costa di Acitrezza  (CT)e faraglioni

l’affascinante borgo marino di Acitrezza-Acicastello, luogo ricchissimo di miti e leggende, di pagine letterarie , poetiche e cinematografiche, di imponenti  note geologiche e scientifiche, di angoli di paradiso.

Fa un po’ effetto pensare che le origini si trovino su una linea di fuoco, una faglia  nel punto di contatto tra la zolla euro-asiatica a nord e la zolla Africana a sud, corrispondente alla catena dei monti Peloritani a settentrione e all’altopiano Ibleo a meridione. Eh sì, perché 600.000 anni fa si ritiene che la Sicilia fosse così

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e il colossale attrito tra le due zolle diede origine alle prime eruzioni sottomarine di lava basaltica fluidissima con la nascita dei primi coni vulcanici, al centro del golfo primordiale detto pre-etneo: la culla dell’Etna.

La grande eruzione  innalzò lava fin sopra il livello del mare: l’arcipelago dei Ciclopi, formato da otto faraglioni e la rocca di Acicastello, sono appunto i resti di quella prima fase eruttiva del vulcano sommerso.


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Isola Lachea, il faraglione più grande dell’arcipelago dei Ciclopi. Dal 1993 l’Isola e i Faraglioni sono riserva marina integrale per la tutela di questo particolare ambiente vulcanico naturale. Da notare, nonostante la foto scattata in movimento, le argille marnose pleistoceniche e  la presenza di lave a struttura colonnare, a dimostrazione che l’eruzione avvenne sotto il mare. L’argilla, a causa dell’alta temperatura della lava, ha subito una profonda trasformazione, originando la marna che ricopre parte dell’isola Lachea e della cima del Faraglione grande.

DSCN5971

Il microcosmo dell’Isola Lachea  con flora e fauna rarissime. Ospita una stazione per gli studi biologici e di fisica del mare gestita dall’Università di Catania.

Successivamente il vulcano spostò la propria attività verso nord creando un monte, indicato dagli studiosi con il nome di Trifoglietto, che poi collassò sprofondando e lasciando come traccia la grande depressione ora conosciuta come Valle del Bove. Dopo questi due grandi episodi l’attività vulcanica, spostando  la propria direzione verso ovest, diede vita con eruzioni successive all’attuale, imponente massiccio dell’Etna che ospita la parte più spettacolare e più florida della provincia catanese.

DSCN5983

DSCN5990

Il castello di Acicastello e le Grotte di Ulisse

Un giro in barca mi ha fatto riscoprire luoghi incantevoli e rispolverato ricordi di gioventù: raggiungere a nuoto i  faraglioni e tuffarsi da uno dei prismi di basalto è impresa che quasi tutti gli etnei  cercano di provare e che battezza alla gioventù, alla fanciullezza. Riuscii nell’impresa a 16 anni. Quando cominci a non provarci più significa che sta iniziando il declino della vecchiaia. E sulla barca ho cercato di ricordare da quanto tempo non tento  più quella traversata a nuoto…e, pensando pensando,… sono arrivata al porto (di Ulisse).

ognina

Porto di Ulisse, detto anche porticciolo di Ognina – Catania -Questa foto l’ho “presa in prestito” dal bel blog di Mimmo Rapisarda

Buon inizio d’estate e buona domenica a tutti!

Alle porte di Parigi

13 lunedì Gen 2014

Posted by ili6 in Arte, Articoli, I miei racconti, Intrattenimento, Senza categoria, un pò di me, Viaggi

≈ 41 commenti

Tag

coppia, gabbie mentali, lavavetri, Parigi, sfida, viaggiare, vita

Erano giovani, forti, innamorati, carichi di passione, di entusiasmo, di curiosità e voglia di crescere, sperimentare  e costruire. Amavano viaggiare e quel pomeriggio di agosto si trovarono nel parcheggio di una grande strada, una  piazzola tra gli alberi  alle porte di Parigi. Partiti quasi 48 ore prima con la loro 128 bordeaux,  avevano viaggiato ininterrottamente, alternandosi alla guida e riposato poche ore qua e là. Erano stanchi e sudati, ma con l’entusiasmo alle stelle perché ormai Parigi era dietro l’angolo e stava per accoglierli. E loro volevano essere in forma per il primo contatto con la città degli innamorati. Per questo avevano deciso di fermarsi  un’oretta e quello spiazzo era ideale perché ombreggiato e munito di  patisserie, boulangerie e toilette.

Consumarono due  baguettes con insalatina e formaggio e qualche bisquit. Poche ore dopo  sarebbero andati a Montmartre a gustare una soupe à l’oignon, quindi quello spuntino era più che sufficiente. Misero un’audiocassetta di Johnny Hallyday e chiusero gli occhi. Ma erano troppo stanchi e troppo eccitati per poter  riposare: Paris, Paris, Paris!

Fu lei a fare quel pensiero strano dopo essersi guardata attorno: c’erano una decina di auto posteggiate come la loro, con automobilisti in riposo. La controra era pesante anche per i francesi.

– Saresti capace di chiedere soldi alla gente? Non deve essere facile, ma ho voglia di provare.

-Che cavolo dici?

-Le vedi quelle auto? Ora guarda me, sono vestita perfetta per sembrare una lavavetri: gonna lunga a balze fiorite, top leggero, zoccoli. Sono sudata e spettinata al punto giusto, stanca, giovane, carina, straniera e nel cofano abbiamo il panno di daino e il Vetril. Provo?

-Ma sei ammattita o cosa?!?

-Dai, non ci conosce nessuno, abbiamo persino l’auto con targa del profondo sud. Mi scambieranno di certo per una elemosinante.

-Ho capito, ti stai sfidando. Non ce la farai. E poi ti pare giusto disturbare gli altri? Guarda, quello sta dormendo, quei due si stanno abbracciando. Ma smettila, su! Comunque sarebbe un imbroglio!

– Dici che non riuscirò, vero? Tu lo faresti?

-No, mai. E nemmeno tu. Potrebbero anche rimproverarti,  inseguirti, umiliarti.

-Lo so, ma ci sei tu a sorvegliare. Nel caso accendi il motore e fuggiamo a razzo. Potrà essere persino divertente!

-Ma smettila!

-Dai, è per gioco, per  sfida con me stessa e se riesco a raccogliere degli spiccioli stasera  li lasciamo alla chiesa del Sacro Cuore.

-Non hai la faccia da mendicante. Non sarai convincente e sono certo che non ce la farai.

– Ma non chiederò elemosine, laverò i vetri delle automobili. Non ce la farò?

-No,  non sei costretta a farlo per fame e la tua gabbia mentale non te lo permetterà.

-Forse hai ragione tu, ma voglio provare. Comincio con quel macchinone nero.

Senza dargli tempo di rispondere, lei scese dall’auto e prese dal cofano pezza e detersivo. Poi si avviò con passo incerto  verso quell’auto. Dentro c’era una coppia che dormiva col capo reclinato sui poggiatesta dei sedili. Lei si fermò.  Sapeva cosa doveva fare: avvicinarsi al parabrezza, spostare le spazzole e iniziare a lavare il vetro che non era nemmeno tanto sporco. Sapeva cosa fare ma non sapeva come fare, come iniziare: due passi, doveva fare solo due passi e sarebbe arrivata al parabrezza. Cosa sono due passi? Niente, ma a volte tutto.

-“ Non è per nulla facile, cavolo!”

 Iniziò ad inzuppare il panno con quel liquido azzurrino e rimase ferma  sulla fiancata dell’auto, all’altezza del guidatore, ferma come un’ebete e  con quello straccio bagnato in mano. L’uomo  dentro l’auto dovette avvertire la sua presenza perché girò la testa e aprì gli occhi. I loro sguardi si incrociarono e dopo un attimo lei vi lesse un’alterigia spaventosa: uno sguardo altezzoso frammisto a freddezza che si fece torbido quando fissò il suo top scollato. L’uomo, senza spostare lo sguardo dal suo seno,  alzò lentamente una mano, indicando il parabrezza in segno di gelida condiscendenza.

Lei fece un passo e  si paralizzò. Poi sentì che qualcuno l’afferrava  per un gomito. Era suo marito.

-Ti stavo aspettando- disse lei con una voce lieve e turbata.

-Sono qui- rispose lui con voce inquieta, ma anche rassicurante- Andiamo, Parigi ci sta aspettando.

Pisarro-the-boulevard-montmartre-at-night-1897- Camille Pissarro – Boulevard Montmartre di notte – 1897- National Gallery, Londra

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