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Marirò

~ "L'esistenza è uno spazio che ci hanno regalato e che dobbiamo riempire di senso, sempre e comunque"

Marirò

Archivi tag: uomini e donne

Signori uomini, suvvia, non abbiate paura di essere un pizzico romantici!

10 domenica Nov 2019

Posted by ili6 in Articoli, Senza categoria

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Tag

affettuosità, emozioni, Jack Vettriano, paure, romanticismo, uomini e donne

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Jack Vettriano –  Back where you belong

 

“Se inizierò a parlare di amore e stelle, vi prego: abbattetemi”

CHARLES BUKOWSKI

“Per qualche uomo, non si creda così raro, verrebbe quasi da dire: abbattetelo pure!”

MARIRO’

È risaputo che gli uomini siano poco inclini al romanticismo, cioè a quei piccoli gesti spontanei e sorprendenti capaci di dare colore a un rapporto di coppia, questo diventa sempre più vicino allo zero quanto più il rapporto si protragga nel tempo. Mia nonna avrebbe detto: «Gli uomini posseggono una vena romantica stitica che spesso fa venire il mal di pancia». Sempre mia nonna: «Contano i fatti e gli equilibri, non le parole». Oggi, nell’era 2.0, pare che gli uomini (ma anche le donne) abbiano dimenticato il termine romanticismo, relegandolo semmai nelle prime fasi del corteggiamento per poi farne un uso sporadico, ritenendolo inutile e banale smanceria/perdita di tempo nonché ipotetico indicatore di debolezza. I maschi per “costituzione”, le femmine per “emulazione”.

Succede così che, in una giornata particolarmente calda, una donna si senta dire dal suo uomo: «Ah, senti, mangia questo cioccolatino prima che mi si squagli in tasca». Il cioccolatino è quello che nei bar viene servito gratuitamente col caffè e non è bello lasciarlo lì, anche perché di solito è di qualità. Ora, non che la donna ami sentirsi dire frasi del tipo: «Mia adorata, ti ho pensata mentre sorseggiavo il caffè del mattino e ho rinunciato a questo per te!» Uno scoppio di risate non basterebbe a giustificare la comicità del momento. Magari sarebbe adeguata la classica frase: «Cara, vuoi un cioccolatino?» Domanda semplice e un po’ anonima, adeguata alla circostanza, non compromettente per chi teme di svelare qualche sentimentalismo, però chiamiamola gentilezza da opportunismo. Invece: «Ah, senti, mangia questo cioccolatino prima che mi si squagli in tasca». Che galanteria! Ma… scusa: «Chi è senti?» Una donna, un uomo? Avrà pure un nome di battesimo, eh…! «Mangia questo cioccolatino», per caso è un ordine? «Prima che mi si squagli in tasca». Roba da sentirsi un cestino dei rifiuti! Inutile girarci attorno: le parole… le parole… pietre o fiori!

Perché gli uomini hanno timore di esprimere i propri sentimenti? Perchè hanno paura di un pizzico di romanticismo, dato o ricevuto? Non quello “oppiaceo” di Marx ma di quel pizzico che ogni tanto nasce con spontaneità e sincerità, in allegria e spensieratezza. Quel “tanticchia”, direbbe sempre mia nonna, che può contribuire a dare un po’ di colore a un momento della giornata e che, soprattutto, diventa indice di sano equilibrio tra la parte razionale logica e quella illogica sentimentale, connaturata in ciascun essere. Il quotidiano dovuto non esclude le emozioni, tende semmai a eliminare quelle negative. Sentimentalismi e romanticismi non sono in collisione con la ragione ma germogliano da essa; la ragione crea i valori e in essi lascia libera azione ai sentimenti liberandoli da ogni catena. I nostri maschi invece, spesso tendono a considerare sentimento e romanticismo una sorta di vulnerabilità, non sanno rilassarsi in quanto sempre protesi a mantenere il ruolo di imperturbabili duri, ligi alla società della clava, atavica e selvaggia. Le donne, oggi più che mai, non cercano smancerie e banalità e non si lasciano facilmente incantare da galanterie, rose rosse e ammennicoli vari. Continuano a saper apprezzare le giuste parole, i piccoli, sporadici e sinceri moti romantici che, credo, siano capaci di valorizzare anche i signori uomini perché, se equilibrati, contribuiscono a un miglioramento della nostra esistenza. E tutti noi, maschi e femmine, siamo sempre alla ricerca di un miglioramento della nostra vita.

Sì, cara nonna, nella vita contano razionalità, gesti e concretezze, tu hai ragione, ma conta anche la banalità di un cioccolatino poichè, anche questo tu lo sai, dietro un piccolo dono, del suo quanto, del suo come e del suo perchè, ci sta un universo intero. La banalità del bene è pur sempre una gran bella emozione.

 

Sulla pesca e dintorni…

22 sabato Ott 2016

Posted by ili6 in Articoli, Senza categoria

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Tag

aforismi, caldo di ottobre, Doug Larson, foto, mare, passeggiando sulla scogliera, pescare, Timpa di Acireale, uomini e donne, voglia di mare

 

Se la gente si concentrasse sulle cose davvero importanti della vita, ci sarebbe scarsità di canne da pesca. (Doug Larson)

In effetti…

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Foto scattata nel tardo pomeriggio di oggi sulla scogliera di Acireale:siamo in piena estate.

Gigolò all’avanguardia

06 mercoledì Lug 2016

Posted by ili6 in Articoli, I miei racconti, Senza categoria

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Tag

chiacchiere tra donne, divorzio, donne, gigolò, gli ex, racconti sotto l'ombrellone, Richard Gere, uomini e donne

“Come sta Manu’?”

“Ah, non parlarmene, è ammattita!”

“Oh, mi spiace, ancora problemi col divorzio…”

“Macchè! Non so dirti che sta combinando: dopo quello che il suo ex marito le ha fatto passare, ora lei…”

“ Non riesce a dare un taglio?”

“ Infatti, sta troppo spesso con lui.”

“ Hanno un figlio, fa bene a non interrompere i rapporti, lui è pur sempre il padre di Luca.”

“E che rapporti! Lo sai già che, dopo la separazione,  ha fatto  altri due figli con altre due donne e Manu che fa?  Fa sesso col suo ex marito!”

“Caspita!”

“Vabbè,  non solo sesso: i due vanno a cena, a teatro, ai concerti, fanno viaggi in varie località, col figlio e senza il figlio, passeggiano sul lungomare mano nella mano. Ti sembra normale?”

“Beh, insomma, ma se lei ha superato quei rancori tipici delle separazioni, in fondo che c’è di male a restare in contatto?”

“Come che c’è di male?!? Come fa a trovare un altro uomo da sposare se si fa vedere in giro sempre con lui??? E lui…sai come è pronto a presentarla a tutti –la mia EX moglie, la mia EX- e come pronuncia forte quell’EX! E’ uno stronzo!”

“ Tu credi che Manu voglia risposarsi? Forse non ci pensa lontanamente dopo i dispiaceri che ha preso, forse è ancora innamorata del suo ex marito, o forse…”

“Certo che vuole risposarsi! E’ giovane, carina, con un figlio, sola, precaria, con mille problemi economici da affrontare. Non è facile, lo so, ma fare i viaggetti con quello, riceverlo in casa sino all’alba…chi se la dovrebbe prendere?”

“ Chi se la dovrebbe prendere….mica è un pacco!”

“Per me sta sbagliando tutto.”

“Ma sai, forse dovremmo vederla diversamente. Manu è una donna giovane, può anche avere delle esigenze, dei desideri e magari pensa che sia …come dire?…che sia meglio esaudire questi desideri con un uomo che conosce bene invece che con semisconosciuti. Magari c’è ancora innamoramento e passione tra i due. ”

“Ma sei matta?!? Lui di donne ne cambia una a settimana e poi una donna divorziata deve sapersi contenere in attesa di una nuova storia d’amore.”

 “Tipo chiudersi in casa e attendere nuovi pretendenti? E chi lo dice? Già, già… noi donne dobbiamo contenerci sempre, in un modo o nell’altro, i signori maschietti possono farsi l’harem, loro hanno le esigenze fisiologiche da rispettare! Sai che penso? Che se lei ha dei desideri, non solo sessuali, anche di compagnia, viaggi, cene romantiche, ecc… sta facendo bene a utilizzare, e ripeto UTILIZZARE,  il padre di suo figlio, anche se è uno stronzo!”

“Il tuo pensiero è sconvolgente!”

“E perché?”

“Perché è , è…non so definirlo… moderno, sfacciatamente moderno, oltranzista, estremista  all’avanguardia! Dici che lo sta utilizzando come gigolò.”

“Chissà, forse in un certo senso sì, ma spero che a pagare sia lui!”

“Oh, certo, lei non naviga nell’oro. Un gigolò all’avanguardia: e brava la Manu! Quanto mi piace Richard Gere, ma all’avanguardia!”

“Ah, ah, ah, gigolò all’avanguardia, sì! Dai, andiamo a prenderci una granita che fa troppo caldo e i pensieri rischiano di liquefarsi!”

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American Gigolo (1980) Directed by Paul Schrader Shown from left: Richard Gere, Lauren Hutton

“Gli uomini, quando corteggiano, non si differenziano dai gorilla”

13 venerdì Mag 2016

Posted by ili6 in Articoli, Intrattenimento, Senza categoria

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animali, bonobo, categorie, coppie, corteggiamento, diamante mandarino, etologia, evoluzione, gorilla, homo sapiens, istinto, mantide religiosa, non si salva nessuno, pavone, peli e piume, Roberto Marchesini, scimpanzè, sessualità, tanto per dire, uccello del paradiso, uccello giardiniere, uomini e donne

Ho letto un simpatico articolo  sull’altra metà del cielo e su come i signori uomini,  nella fase del corteggiamento, non siano per nulla dissimili dagli animali, dai quali tutti discendiamo. Ma noi umani non ci siamo evoluti? Nel corteggiamento pare di no.  Procediamo per gradi : l’articolo poteva sembrare a prima vista uno dei tanti da ombrellone,  solo che  a suggerire categorie e similitudini, soprattutto ad affermare che i maschi, nell’atto del corteggiamento, regrediscono a modalità infantili e all’istinto primordiale, è stato Roberto Marchesini, etologo e zooantropologo di fama mondiale che  insegna in diversi atenei, tiene conferenze in tutto il mondo sulla relazione tra l’uomo e le altre specie animali e che ha pubblicato autorevoli libri scientifici.  Così l’articolo, pur nella sua ironia,  ha assunto un che di serio e …pare che non si salvi nessuno!!!

Riuscire a distinguere gli uomini sin  dal corteggiamento,  saperli incasellare nelle giuste categorie, scoprire in tempo chi si nasconde sotto  “peli e piume”,  può tornare utile a noi donne. Poi ognuno deciderà se lasciarsi incantare, soccombere, accettare o semplicemente godersi lo spettacolo…e ciaociao.

Bonobo

UOMO BONOBO Corteggia con seducente leggerezza, è irresistibilmente disinibito, spontaneo e ti  fa capire subito che ha voglia di sesso, specie quando  ha delle preoccupazioni. Per il bonobo la sessualità è la chiave per risolvere ogni situazione, anche le più sgradevoli : praticamente un ansiolitico. Per l’uomo-bonobo il motto è fare sesso e non guerra. Peccato che, però, voglia fare solo quello, senza approfondire la relazione. Donna avvisata….mezza salvata!

gorilla

UOMO GORILLA  E’ il macho per eccellenza, il maschio alfa,  anche se in via di estinzione. Un po’ rozzo, mette subito in chiaro che comanda lui, che domina e che non si accontenta di una sola donna. Sa darti sicurezza, ma issa paletti e tende a farsi l’harem. Può piacere, ma la donna deve  mettere in conto  dolori, doppie vite, bugie e complicazioni. Ci stai?

scimpanze

UOMO SCIMPANZE’  Perfetto per complicare ogni cosa, somiglia al classico e allegro “figlio dei fiori”. Con lui la vita non sarà facile, ma eccitante. Si sente libero, ma vuole la gerarchia che, però, non rispetta. I tradimenti sono all’ordine del giorno,  furbescamente di nascosto. Se te la senti di affrontarli…

Regent's bowerbird

UOMO UCCELLO GIARDINIERE E’ uno spettacolo perché ti ammalia con le sue ricchezze: al primo appuntamento sfodera un macchinone, la prima cena sarà  in un castello. Ti mette a disposizione bacche e fiori, firmamenti e lingotti (anche di plastica).Conquisterà la tua fiducia con la devozione e le sue grandi doti. Tra i passerotti funziona e perdura, tra gli umani non v’è  certezza perché,  affievolita la passione, l’uomo giardiniere andrà  alla ricerca di…un altro giardino.

paradisea

UOMO PARADISEA  Vive l’attimo e quell’attimo lo rende paradisiaco. Con danze incredibili, è capace di stordire e ipnotizzare le donne , proprio come l’uccello del paradiso che sfodera ogni muscolo, compreso quello….  Nulla di male in questo, sia ben chiaro, ma sia chiaro anche che al mattino potrà già essere volato via.

pavone

UOMO PAVONE  Tutto sex appeal, le sue doti, estetiche, ma anche di intelligenza,  furbizia,  capacità professionale, parola, poesia,  etc etc…, sono sempre in bella mostra. Tu, donna, te le puoi caricare, ok, ma tieni conto che spesso sono un grande impiccio, specie nel confronto perché tu vali meno e sarai relegata a svolgere mansioni diverse,(per intenderci di casa e prole). Resterai nell’ombra e a pavoneggiarsi sarà solo lui. Accetti?

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UOMO DIAMANTE MANDARINO Sarebbe il top per una donna: sono uomini che si fanno scegliere, che amano costruire una famiglia, un nido per la vita, non creano competizioni nella coppia, collaborano e sono sottomessi e fedeli. Unico neo :sono gelosissimi, spesso anche dell’aria che le loro donne respirano. A te la scelta.

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UOMO MANTIDE  Per finire ecco un uomo davvero raro, colui che si dà totalmente alla sua donna e ne diventa nutrimento perché lei possa essere felice e  mettere al mondo dei figli. Come il maschio  della mantide religiosa che muore durante l’accoppiamento, lasciandosi divorare dalla femmina per dargli le proteine utili a far crescere la sacca delle uova e garantire la prosecuzione della specie, il maschio si trasforma in casa per i suoi piccoli. Roba parecchio  macabra,  ma a pensarci bene è un gesto d’amore pazzesco! O no???

Beh, care donne, non resta che scegliere con la dovuta accortezza  😉 🙂 😀

(foto tratte dal web)

Il taglio

27 domenica Set 2015

Posted by ili6 in Articoli, I miei racconti, Intrattenimento

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capelli, donne, fiducia, galletti e pollai, miti che si sgretolano, parrucchieri, solidarietà e concordia al femminile, uomini che non devono chiedere mai, uomini e donne

Il taglio è quello dei capelli, ma è anche quello del “mito” dell’uomo  migliore della donna, parrucchiere, cuoco, artista o scienziato che sia. Vincente  resta soprattutto la concordia (tra donne): roba difficilotta, ahimè!

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Ippolita decise di tagliare i suoi capelli all’improvviso, d’impeto. Era andata  nel suo salone di parrucchiere per una  piega e una regolata alla frangetta. L’atmosfera era la solita: standing  ovation per Renzo! Renzo di qua, Renzo di là, wow Renzo, che forza che sei! “Oh, Renzuccio, ti ho portato una calamita dal mio viaggio.” “ Che bella camicia hai, Renzo!” “ Decidi tu il taglio, decidi come devo essere. Sarò come mi vuoi!”  A Ippolita quasi cadeva la rivista dalle mani quando sentiva queste esclamazioni!

Renzo  è il titolare del salone. Attorniato da una decina di giovani donne, shampiste, estetiste, foniste, cassiere, è il gallo, il leader, il guru, il capo, il condottiero, il duce, il master, l’apostolo, l’araldo, l’ammmore delle aspiranti Lucie che frequentano la sua Sala di bellezza. C’è pure la sua vera “Lucia”, sua moglie, che stende il colore. Lucia è moderata, silenziosa, discreta, timidina e rassegnata spettatrice dei vari assalti di alcune signore e signorine al suo Renzo.

“Oh, Renzo, nelle tue mani i miei capelli prendono corpo e volo!” E Renzo vola: simpatico, cordiale, gentile, marpione con tutte le clienti, a volte diviene malizioso, intrigante, seducente, pavone con chi gli dà corda. Non tutte le clienti, naturalmente, ma un certo considerevole numero. Fondamentalmente è un bravo ragazzo e non esagera, ma l’aura che s’è costruito è inconfondibile e viene potenziata dal fatto che lui è l’unico adibito alla miscela del colore e al taglio dei capelli. Renzo accoglie, fa il galletto ed esegue il difficile; il resto è roba di donne.  Così occorre fare la fila per aspettare il Principe se devi tagliare i capelli. Eppure Lucia è cresciuta professionalmente insieme a lui, ha frequentato la stessa scuola, gli stessi corsi e stage…ma Renzo è Renzo e lei esegue qualche timido taglio ai bambini, a qualche vecchietta e alle ragazze dello staff per mantenere la pratica.

Ippolita frequenta poco quella sala e spesso si diverte ad assistere agli “assalti” a Renzo e a come lui li richiama, li beve, li assorbe, li para,  li svirgola. Le spiace un pochino per Lucia, quella giovane e bella signora le è simpatica e spesso parlano di libri e di musica quando lei la prende in consegna per le meches o per la piega.

Quella mattina Ippolita aveva notato che l’estetista aveva un nuovo, simpatico, fresco taglio di capelli e poiché avevano capigliatura simile le chiese se fosse un taglio pratico e facile da gestire. Di andare ogni settimana dal parrucchiere non se ne doveva  parlare! La ragazza fu confortante nelle risposte e, con un velato imbarazzo, disse che il taglio era opera di Lucia. Ippolita non esitò un istante e a voce alta chiese a Lucia di tagliarle i capelli in quel modo.

La stanza si oscurò, il mondo si fermò: le shampiste bloccarono le mani sulle teste insaponate delle signore, le foniste  rimasero col phon in aria, l’estetista col pennellino dello smalto penzolante. Persino il rubinetto della postazione 1 di lavaggio, sempre guasto,  smise di gocciolare!

“Sei sicura, Ippolita?” chiese Lucia. “ Se ritieni che quel taglio mi stia bene, sì.”  Lucia le disse che il taglio avrebbe anche  potuto farlo Renzo. “ No,  quel taglio è tuo e a me sta bene così.”

Si sentì un gran  frastuono : il cassetto delle forbici in mano a Renzo  cadde  a terra. Lucia e Ippolita non si voltarono  e  insieme andarono nell’angolo taglio.

Mentre Lucia tagliava, le due donne chiacchieravano amabilmente come niente fosse, ma la tensione nella sala era evidente. Renzo si fece silenzioso e lanciava occhiate, ora curiose, ora ammirate, ora perplesse verso Lucia e Ippolita.  Alcune ragazze dello staff si avvicinarono per osservare e per essere pronte a qualsiasi esigenza: portarono  il caffè a Ippolita, porgevano  spazzola e pettini a Lucia, tenevano ordinata la postazione. Silenziosamente stavano tifando per Lucia. Anche le clienti volgevano la testa verso il lavoro di Lucia.

Ippolita era serena e tranquilla, cosa che non sempre le succedeva sotto le forbici di Renzo, non perché non si fidasse o lui non fosse bravo, ma perché non amava molto il taglio corto. Faceva crescere i suoi capelli e le piaceva sentirli sulle spalle, lunghi, lisci, svolazzanti, come quando era giovane. Alla fine, però, si riduceva a legarli a coda, per la praticità quotidiana, per il caldo, per evitare le estenuanti cure che i capelli lunghi richiedono  e perché fondamentalmente non amava quelle donne mature che, viste di dietro sembrano quindicenni e quando si girano… quindi spesso faceva “zac” . Renzo le proponeva il solito perfetto e noioso caschetto e Ippolita, appena tornava a casa, si guardava allo specchio e diceva : “Da oggi faccio allungare i capelli!”

Lucia finì il taglio e iniziò l’asciugatura. Era un taglio scalato, deciso, leggero, sbarazzino e piacque subito a Ippolita. Renzo si avvicinò, osservò,  fece un complimento alla moglie, poi disse a Ippolita che con quel taglio aveva guadagnato dieci anni di gioventù. Lei lo guardò un po’ torva, poi gli sorrise e si alzò per meglio far vedere il taglio di Lucia a tutti. Sorridente, si avvicinò alla cassa tra vari-Ti sta bene – Che bel taglio!-Non credevo…-

Lucia l’accompagnò alla porta, le regalò un buono omaggio per una prossima piega  e la ringraziò per la fiducia: “Non sai quanto importante sia stata per me questa tua decisione…”

“Lo so, invece, e mi complimento per la tua bravura e per la donna che sei. Questo taglio mi piace e lo terrò per un bel po’.  Adesso anche tu sarai una parrucchiera e non solo una commessa nel tuo Salone. Era ora, no?”

“Sì, era ora.”

Sofia

15 domenica Feb 2015

Posted by ili6 in Articoli, I miei racconti, Intrattenimento, Senza categoria

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corteggiamento, donne, lettere anonime, Marcela Gutierrez, matrimonio, presunzione, rispetto di sè, tradimento-fedeltà, uomini e donne, vigliaccheria

Sofia si accorse casualmente e fortuitamente di quella busta bianca nella cassetta della posta. Non c’erano timbri postali né mittente quindi era stata imbucata a mano. Sempre a mano, in carattere stampato maiuscolo, si leggeva il destinatario: lei.  Il suo nome, il suo cognome e quello del marito. Incuriosita, Sofia aprì la busta e lesse il messaggio di quella paginetta, firmato “Un ammiratore”.  L’anonimo ammiratore riferiva dell’emozione ricevuta due settimane prima per una loro stretta di mano. Sorpresa, Sofia lesse e rilesse la lettera, esaminandola con attenzione: la voglia dell’ammiratore di non restare anonimo si evinceva da un riferimento: la data del giorno della stretta di mano. Di contro restava l’ardire vigliacco della missiva anonima, compresa  la cattiveria di imbucarla fino a casa sua e quindi facilmente intercettabile da suo marito.

Sofia era stata abituata agli ammiratori perché era una bella donna e sin dalla fanciullezza aveva avuto parecchi corteggiatori, tutti delicati e garbati e che avevano saputo ritirarsi in buona pace quando era stato chiaro il suo disinteresse. Parecchio esclusiva nei rapporti con l’altro sesso, attenta e sempre composta, l’educazione ricevuta in tal senso era stata ferrea, aveva avuto negli anni del Liceo il suo primo grande amore, durato anni ma poi definitivamente  sepolto, una relazione  che se da un lato l’aveva fatta soffrire, dall’altro l’aveva preservata da eventuali  flirt mordi e fuggi tipici di quell’età. Poi l’incontro con colui che sarebbe diventato suo marito, un amore convinto e totale che li aveva visti sposi in breve tempo. Lui era consapevole della bellezza di Sofia, era anche geloso e le diceva spesso che si accorgeva che, nonostante fosse sposata,  gli uomini non avevano smesso di guardarla. Diceva a Sofia che attirava gli sguardi e lei sorrideva di questo, si stupiva anche perché per carattere ed indole non metteva in moto particolari meccanismi per attrarre, specie da quando si era sposata. Non vestiva in modo appariscente anche se era sempre curata, usava poco trucco, frequentava persone serie e tranquille e aveva occhi e mente solo per l’uomo che aveva sposato. Pensava che quelle del marito fossero farneticazioni legate al suo carattere geloso e non si impressionava più di tanto. Aveva notato come dal giorno che era diventata una moglie i corteggiatori erano svaniti ed era giusto così.  Ma era una donna e tutte le donne amano essere ammirate, a qualunque età e in qualsiasi situazione. In certi frangenti avvertiva la quiete matrimoniale come un leggero peso ,  ma erano attimi e  bastava un abbraccio del suo compagno perché tutto perdesse importanza.

Sofia rilesse ancora la lettera  e cercò di tornare  con la memoria a quella data. Non ci fu modo di ricordare quella stretta di mano, di certo avvenuta nell’ufficio dove lavorava e lì di mani poteva capitare di stringerne visto che lavorava con il pubblico. L’unica cosa che riuscì a ricordare fu la normalità di quella giornata: mattinata al lavoro, pomeriggio e sera a casa. Mise la lettera nella tasca dei jeans e salì a casa. Per cinque minuti cinque ebbe un moto di ebbrezza; andò a guardarsi allo specchio e si disse che era piacevole essere ancora ammirata e corteggiata. Ma da chi? Non le interessò da chi, in quei cinque minuti le interessò sapere che  riusciva ancora ad emozionare qualcuno oltre il marito. In quei minuti vennero a galla tanti  bisogni, tipici dell’essere umano, anche e specie di una donna non ancora trentenne, seppur  serenamente sposata: attrazione, fisicità, ammirazione, proibito, stimolo, conferma, conquista, seduzione. Le mancavano già questi bisogni dopo soli cinque anni di matrimonio?

Sofia uscì turbata dal bagno e andò a preparare il pranzo. Non furono gli odori di cucina a farle salire la nausea, furono invece  la rabbia e l’indignazione che via via crescevano  verso l’anonimo corteggiatore. Come si era permesso di fare quel gesto? Cosa sperava di ottenere? Chi e cosa gli avevano dato l’ardire di pensare, progettare, agire? Che idea si era fatto di lei?! Come si era permesso anche solo minimamente di avvicinarsi a lei e in quel modo ignobile?!? Se quella busta l’avesse presa suo marito??? Chi si credeva di essere il vigliacco anonimo di cui lei non ricordava nemmeno il viso?!?!? Lei era Sofia, era sempre stata Sofia e ora era anche la Signora Sofia!  Che lo ricordasse sempre  il tizio e quelli come lui!

Prese la lettera e la bruciò sul fornello del gas. Andò ad aprire la finestra per togliere il puzzo della carta bruciata, ripulì il fornello e tornò in bagno. Fece una doccia, si profumò e si truccò leggermente, indossò un abitino leggero che valorizzava il suo bel corpo e uscì dal bagno sorridendo alla sua immagine riflessa nello specchio.  

Apparecchiò con cura e attese suo marito. Quando lui arrivò non ci fu spazio per il pranzo per parecchie ore.

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Dipinto di Marcela Gutierrez

La vestaglia

22 giovedì Gen 2015

Posted by ili6 in Articoli, I miei racconti, Senza categoria

≈ 56 commenti

Tag

donne, Edouard Manet, seduzione, sguardi, sicurezza di sè, uomini e donne, vestaglia

Con gli sconti c’è un po’ di confusione nel negozio e le due gentili commesse fanno del loro meglio per accontentare un po’ tutti. Paola è in paziente attesa nei pressi di uno dei due camerini con in braccio due paia di pantaloni e una camicia. Dietro il tendone del camerino c’è una signora che sta provando dei jeans. Scosta un attimo la tenda in cerca del marito, gli fa un cenno e lui si avvicina. La signora, una bella donna, forse di poco più giovane di Paola,  chiede della commessa e prega il marito di cercare lo stesso jeans che sta provando, ma della taglia più piccola.

-Che taglia devo chiedere?- dice il marito

-Una 46.

Il marito cerca la commessa, vanno insieme verso lo scaffale dei jeans, tornano nei camerini e comunicano che la 46 non c’è. Poi la commessa ricorda che quel jeans 46 ce l’ha in mano Paola, in attesa di provarlo e lo dice alla signora, proponendole la prova  che se dovesse andare bene potrebbe chiamare l’altro negozio per ritirarlo.

La signora  guarda Paola dallo spiffero della tenda che porge il jeans al marito perché glielo dia. Il tizio esamina  il jeans ed esclama: -Ma vuoi farmi credere che tu entreresti qua dentro?

Le donne si guardano  e preferiscono  stare zitte e non ribattere alla battuta dell’uomo. “Entraci là dentro e fagli vedere chi sei!”, prega Paola tra sé e sè . La tenda nasconde il corpo della signora. Poi lei esce dal camerino col jeans addosso: le sta bene. Si guarda allo specchio, con calma e, con voce tra il glaciale e il sensuale, chiede al marito: -Ma tu da quanto tempo non mi guardi?

La commessa si allontana imbarazzata, Paola finge di interessarsi ad  altra merce esposta, ma sente la risposta del marito:-Di solito quando ti guardo vedo un parallelepipedo azzurro!

A quel punto Paola si gira verso la signora:- Può prenderlo, le sta benissimo.

-Davvero? Non lo vuole provare più?

-No, proverò questi pantaloni di vellutino.

-Grazie. Mi sta bene e poi…

Paola le sorride e va a provare gli indumenti selezionati. Dopo un po’  le due donne si ritrovano  nei pressi della cassa : Mi scusi  la curiosità, ma cosa è il parallelepipedo azzurro?

-Penso mio marito si riferisse alla vestaglia di pile che uso per stare in casa, bella calda, larga, comoda e azzurra. Ingoffante, però.

-Ah, sì. Mio marito allora potrebbe dire  di vedere  un cilindro arancione!

Ridono entrambe e ognuno va per la sua strada.

L’indomani una delle due donne esce di buon’ora da casa per fare acquisti. Con passo svelto si dirige verso un negozio di articoli sportivi alla ricerca di una sfiziosa  felpina e di un comodo e aderente fouseaux. Prima di entrare nel negozio getta nel cassonetto della spazzatura una voluminosa busta con dentro la sua vestaglia.

Nella via parallela al negozio l’altra donna sta sorseggiando il caffè  seduta nella veranda di casa. Sfoglia distrattamente una rivista mentre accarezza la sua morbida vestaglia. Il marito esce di casa con un veloce saluto. Lei si alza, va allo specchio, apre la vestaglia e si guarda. Sorride al suo corpo e ai suoi occhi, poi richiude la vestaglia  godendo del tepore che le regala.

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Edouard Manet –  Colazione sull’erba – 1863

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