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Marirò

~ "L'esistenza è uno spazio che ci hanno regalato e che dobbiamo riempire di senso, sempre e comunque"

Marirò

Archivi tag: sguardi

La vestaglia

22 giovedì Gen 2015

Posted by ili6 in Articoli, I miei racconti, Senza categoria

≈ 56 commenti

Tag

donne, Edouard Manet, seduzione, sguardi, sicurezza di sè, uomini e donne, vestaglia

Con gli sconti c’è un po’ di confusione nel negozio e le due gentili commesse fanno del loro meglio per accontentare un po’ tutti. Paola è in paziente attesa nei pressi di uno dei due camerini con in braccio due paia di pantaloni e una camicia. Dietro il tendone del camerino c’è una signora che sta provando dei jeans. Scosta un attimo la tenda in cerca del marito, gli fa un cenno e lui si avvicina. La signora, una bella donna, forse di poco più giovane di Paola,  chiede della commessa e prega il marito di cercare lo stesso jeans che sta provando, ma della taglia più piccola.

-Che taglia devo chiedere?- dice il marito

-Una 46.

Il marito cerca la commessa, vanno insieme verso lo scaffale dei jeans, tornano nei camerini e comunicano che la 46 non c’è. Poi la commessa ricorda che quel jeans 46 ce l’ha in mano Paola, in attesa di provarlo e lo dice alla signora, proponendole la prova  che se dovesse andare bene potrebbe chiamare l’altro negozio per ritirarlo.

La signora  guarda Paola dallo spiffero della tenda che porge il jeans al marito perché glielo dia. Il tizio esamina  il jeans ed esclama: -Ma vuoi farmi credere che tu entreresti qua dentro?

Le donne si guardano  e preferiscono  stare zitte e non ribattere alla battuta dell’uomo. “Entraci là dentro e fagli vedere chi sei!”, prega Paola tra sé e sè . La tenda nasconde il corpo della signora. Poi lei esce dal camerino col jeans addosso: le sta bene. Si guarda allo specchio, con calma e, con voce tra il glaciale e il sensuale, chiede al marito: -Ma tu da quanto tempo non mi guardi?

La commessa si allontana imbarazzata, Paola finge di interessarsi ad  altra merce esposta, ma sente la risposta del marito:-Di solito quando ti guardo vedo un parallelepipedo azzurro!

A quel punto Paola si gira verso la signora:- Può prenderlo, le sta benissimo.

-Davvero? Non lo vuole provare più?

-No, proverò questi pantaloni di vellutino.

-Grazie. Mi sta bene e poi…

Paola le sorride e va a provare gli indumenti selezionati. Dopo un po’  le due donne si ritrovano  nei pressi della cassa : Mi scusi  la curiosità, ma cosa è il parallelepipedo azzurro?

-Penso mio marito si riferisse alla vestaglia di pile che uso per stare in casa, bella calda, larga, comoda e azzurra. Ingoffante, però.

-Ah, sì. Mio marito allora potrebbe dire  di vedere  un cilindro arancione!

Ridono entrambe e ognuno va per la sua strada.

L’indomani una delle due donne esce di buon’ora da casa per fare acquisti. Con passo svelto si dirige verso un negozio di articoli sportivi alla ricerca di una sfiziosa  felpina e di un comodo e aderente fouseaux. Prima di entrare nel negozio getta nel cassonetto della spazzatura una voluminosa busta con dentro la sua vestaglia.

Nella via parallela al negozio l’altra donna sta sorseggiando il caffè  seduta nella veranda di casa. Sfoglia distrattamente una rivista mentre accarezza la sua morbida vestaglia. Il marito esce di casa con un veloce saluto. Lei si alza, va allo specchio, apre la vestaglia e si guarda. Sorride al suo corpo e ai suoi occhi, poi richiude la vestaglia  godendo del tepore che le regala.

Édouard_Manet-1024x806

Edouard Manet –  Colazione sull’erba – 1863

Coriandoli

03 lunedì Mar 2014

Posted by ili6 in Articoli, I miei racconti, Musica, Senza categoria

≈ 46 commenti

Tag

alta marea, Antonello Venditti, ballo, carnevale, coppie, coriandoli, effimero, magia, musica, sguardi

stellefilanti

Tanta gente affollava il locale e in molti si divertivano a ballare la musica dance, i valzer, i latino americani. Ogni tanto il dj proponeva un gruppo di lenti, nella sala si abbassavano le luci e le coppie iniziavano a  ballare in silenzio, tra i pensieri, le sensazioni, i ricordi.

 Fu quando partì il sax di Alta Marea che i due si videro. Stavano ballando coi propri partner e i  loro sguardi si incrociarono e si incollarono via via ad ogni giro di lento. Non si erano notati prima, nessuno dei due sapeva chi fosse l’altro: un uomo e una donna tra gli uomini e le donne di quell’elegante sala carica di musica e di coriandoli. I loro sguardi, inizialmente distratti, casuali, veloci, divennero sempre più attenti e voluti. Sguardi di nulla, di silenzi, di bianco e di parole, di suoni, di pensieri, di rosso.

Lo so lo sai la mente vola

fuori dal tempo e si ritrova sola

senza più corpo né prigioniera

nasce l’aurora.

Consapevolmente, ma in modo impercettibile, iniziarono ad aggiustare il ritmo del ballo coi partners per ritrovarsi ad ogni giro esattamente una di fronte all’altro.

Tu sei dentro di me come l’alta marea

che scompare e riappare portandoti via

I loro visi erano inespressivi: parlavano gli occhi. E le mani. Le mani di lui sui fianchi della compagna, si muovevano lungo la sua schiena in piccoli cerchi e poi scendevano sui lobi dei reni, mentre guardava lei.

Sei il mistero profondo, la passione, l’idea

sei l’immensa paura che tu non sia mia.

Le mani di lei sulle spalle del compagno, si muovevano per risalire al collo, alla  nuca e le dita si soffermavano sull’attaccatura dei suoi capelli, mentre guardava lui. 

Lo so lo sai il tempo vola

ma quanta strada per rivederti ancora

I loro occhi  si fissavano, si chiudevano, si fermavano, si allungavano, si volevano. Erano pioggia, mare, acqua. Erano luce, scintille, fuoco. Erano brezza, vento, aria. Erano forza, passione, terra.

per uno sguardo per il mio orgoglio

quanto ti voglio

Furono frazioni di attimi  di intenso tra il testo e le note che scorrevano. Un gioco o forse un bisogno, un capriccio o forse un istinto, o forse un nulla.

 …per dirti quanto ti voglio

…per dirti quanto ti voglio

…per dirti quanto ti voglio

Il  lunghissimo minuto finale del sax fu accompagnato da una delicata e persistente pioggia di coriandoli argentati che regalò ai loro sguardi, immersi nella luce ovattata della sala, bagliori e sfolgorii inconsueti e confusi. Quando le ultime note di Alta Marea si affievolirono e i coriandoli smisero di volteggiare, i loro occhi finirono  di cercarsi. L’attimo si era concluso, così come termina una canzone, come si esaurisce la pioggia, come si ferma un pensiero. Ognuno si allontanò col proprio partner e si dispersero nella sala.

Un’ora dopo lei, mentre il barista le porgeva un’acqua tonica, sentì una voce alle sue spalle: –Posso offrire qualcosa alla dama che, a distanza, ha ballato Alta Marea con me?

–Grazie, ho già fatto– disse lei, indicando il bicchiere – I coriandoli donano allegria, ma fanno venir sete.

–Vero, contribuiscono a veicolare nell’aria varie cose, compresa la magia.

– Già, l’effimera magia.

–Posso conoscere il suo nome per tenerlo nel cassetto dei ricordi insieme alle sensazioni durate il tempo di una canzone?

–Azzurra-rispose lei dopo aver pensato un attimo- Le piace Azzurra?

-Molto. Azzurra come i suoi occhi, come il mare quando si ritrae e torna quieto.

-Ed io che nome potrò conservare dentro quel cassetto?

– Le piace Indaco?-rispose lui un secondo dopo.

-Sì, Indaco come il mare profondo, come quel coriandolo che ha ancora posato sulla spalla– disse lei.

Sorridendo, lui prese quell’esile pezzetto di carta color indaco, lo guardò e lo diede a lei:- Effimera magia di un momento che non dimenticherà.

Lei cercò sul banco del bar un coriandolo azzurro e lo porse a lui  :-Effimera magia di un momento che non scorderà.  E, sorridendo a quegli occhi scuri, si allontanò.  

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