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Marirò

~ "L'esistenza è uno spazio che ci hanno regalato e che dobbiamo riempire di senso, sempre e comunque"

Marirò

Archivi tag: rispetto

L’invito

30 venerdì Dic 2016

Posted by ili6 in Articoli, I miei racconti, Senza categoria

≈ 43 commenti

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A Natale si è tutti più buoni (?), amiche, auguri di buon anno nuovo, certe vendette si presentano su un piatto caldo, coerenza, pensiero stupendo nasce un poco strisciando, rispetto, vegani contro onnivori

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Quel pensiero si  insinuò improvviso nella sua mente, lento,  strisciante  e Anna lo ricacciò subito. No, non lo avrebbe fatto, mai e poi mai, anche se la signora poteva meritarlo.  Continuò a fare la spesa al  supermarket e si concentrò sulle verdure; ne servivano di vario tipo per la cena con quegli ospiti esigenti e antipatici che aveva dovuto invitare. Quante cose si devono fare per il quieto vivere! Ma  suo marito l’aveva obbligata, stavolta toccava a loro invitare il direttore e la moglie e Luca teneva a fare bella figura. Il direttore era un uomo simpatico e cordiale, la moglie…meglio sorvolare. La sua voce stridula era ancora in un angolo del  cervello di Anna…

“Ma come non capite?! Davvero siete dei trogloditi!”

Da una settimana non si pensava ad altro che a quell’invito: la casa da addobbare, la tavola da apparecchiare con gusto, il menù particolare da preparare. Quest’ultimo Anna  lo aveva deciso con Viviana dopo varie consultazioni su internet. Viviana sarebbe venuta nel  pomeriggio per aiutarla in cucina e poi avrebbero affrontato insieme la serata e… la signora.

Anna mise nel carrello ciò che serviva e si avviò verso la cassa. Fu lì che vide quella confezione abbandonata  da qualcuno in un cestello e il pensiero maligno tornò prepotente: “La prendo? Sembra un segnale…beh, potrà servire per altre occasioni …no, non li userò stasera, no…” Di fretta, di sottecchi, come se la stesse rubando, prese quella scatoletta e la poggiò sul nastro della cassa. Pagò tutto, sistemò la spesa nei sacchetti e tornò a casa. Iniziò subito a trafficare tra i fornelli e quando suo marito arrivò il frugale pranzo era pronto e così anche qualche portata per la sera. Luca aveva comprato delle stelle di Natale da usare come centrotavola e una candela blu che si abbinava bene al servizio di piatti inglese che usavano per le occasioni importanti: “ Dai, so che ti pesa questa cena, ma è importante per il mio lavoro in azienda e poi Toni è una brava persona, persino simpatica, vedrai, e Viviana e Matteo sono nostri amici da sempre. Andrà tutto bene. Mi raccomando per i cibi, stai attenta, è giusto rispettare certe esigenze.” Anna lo rassicurò, seppur con poca convinzione. Quel pensiero era sempre lì, non riusciva proprio a liberarsene:  “ Noi rispettiamo le esigenze, ma la signora lo fece al bosco da Viviana? Ricordi come ci trattò? Quello che disse? Come ci guardava schifata e altezzosa?! Non chiedermi mai più cose del genere, sarà la prima e ultima volta, quella tizia è insopportabile!”

“Non vi rendete conto del male che fate e che vi fate!”

Viviana fu puntuale e aiutò Anna a preparare le panelle di ceci, ad affettare le mele e a lavare e sistemare le altre verdure. I legumi erano  cotti e le due amiche iniziarono a schiacciare e condire: “ Il dolce lo porta lei, non saprei da dove cominciare.” In realtà non c’era nulla di complicato in quel menù semplice e salutare, era il “contorno” che infastidiva le due donne: “ Ho comprato del panpepato, sempre che la signora gradisca…Ricordi la borsa di camoscio che sfoggiava quella domenica da te?” Viviana annuì: “Certo che ricordo, al barbecue arrivarono all’improvviso e fu tutto enormemente irritante, ma stasera cerchiamo di non pensarci. Passami gli spinaci. Il riso dove lo tieni?”

Fu aprendo il pensile della pasta che Viviana vide quella scatoletta: “ Uhm…quasi quasi mi viene una bella ideuzza…”, disse guardando ammiccante la padrona di casa. “ E’ un giorno che ci penso e che non riesco a cancellare l’ideuzza”, rispose Anna , “Quella lo meriterebbe. Luca mi ucciderà se si venisse a sapere, ma la cosa non sai quanto mi intriga!” Viviana prese la scatoletta e iniziò a canticchiare un famoso ritornello :

“Pensiero stupendo

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Nasce un poco strisciando

ci ha definiti carnivori!

Si potrebbe trattare di bisogno d’amore 

lei, con la cintura di lucertola!

 Meglio non dire, la la…”

Suonò il campanello, gli ospiti arrivarono e furono accolti con sorrisi. Anna e Viviana  notarono subito gli stivali di pelle morbidissima indossati dalla signora, si scambiarono degli sguardi, ma non dissero nulla. Tutto era pronto, bisognava solo finire di cuocere il risotto con gli spinaci, i pinoli e le noci e le due amiche tornarono in cucina dopo aver servito gli antipasti. La signora chiese sugli ingredienti usati e fu ampiamente rassicurata da Luca. Nell’attesa del primo piatto, conversarono su Putin e la Siria.

“Sì o no?”, chiese Viviana mentre mescolava il riso.

“Forse no, meglio sì, ma solo un pizzico. Che dici?”

“Due pizzichi”

“Lo capirà?”

“Sarebbe bello se lo capisse, certe lezioni sono necessarie per apprendere il rispetto di ogni situazione! Ma non lo capirà. Dovrebbe iniziare dalla coerenza, lei e i suoi stivali!”

Anna prese il pacchetto, lo aprì con mano ferma e estrasse un dado al doppio concentrato di carne. Lo scartò, lo divise in due e guardò l’amica mentre buttava i pezzi nella pentola:   “ Uno per me, uno per te. A Natale si è tutti più buoni!” Le due donne rimasero affascinate a guardare  il risotto che diventava leggermente ambrato.  Poi, con uno strano sorriso, lo versarono nella zuppiera e lo portarono in tavola.

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Password e privato

03 mercoledì Set 2014

Posted by ili6 in Senza categoria

≈ 107 commenti

Tag

abitudini, blog, blogger, imbarazzo, invito, mode, privato, regole, rispetto

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Questa vita di blogger (si può dire così?) ha  le sue regole, le sue mode, le sue abitudini.  Alcune le ho scoperte strada facendo e non sempre ho saputo adattarmi. Negli ultimi tempi, ad es,  va sempre più in uso mettere il blog privato o pubblicare dei post con password. Le motivazioni possono essere tante e tutte comprensibili: dalla selezione dei lettori e dei followers all’allontanamento degli scocciatori, dallo scrivere su argomenti delicati, intimi, molto  personali  all’ eliminazione dei troppi curiosi che gironzolano per il web. Tutto comprensibile, ripeto.

Quello che mi viene difficile fare in questi casi è chiedere il permesso di entrare in un blog reso improvvisamente privato o richiedere la password per leggere quel determinato post.  Anche se sono iscritta a quel blog, anche se seguo regolarmente e commento.  La mia non è superbia o indifferenza , è imbarazzo, rispetto ed eccessiva riservatezza. “E se avesse voluto evitare proprio o anche me? “Questo pensiero tutte le volte mi sfiora e mi blocca.

In tutti questi anni credo di aver chiesto l’ingresso in un blog reso privato un paio di volte , e sempre con imbarazzo,  e non ho mai chiesto  a nessuno la pass per leggere un post anche se ero curiosa, anche se mi sarebbe piaciuto poterlo leggere. 

Apprezzai invece tantissimo la cara  Libera quando prontamente  mi invitò per accedere al suo blog che aveva momentaneamente reso privato.

Quindi, cari amici di blog, non prendetevela se,  trovando blog privati o post chiusi, non busserò. Sappiate che è un mio limite e se vi farà piacere che io legga e commenti anche in certi frangenti, siate voi ad invitarmi a farlo.

– 242

Mah…

16 mercoledì Apr 2014

Posted by ili6 in Articoli, costume e società, Senza categoria

≈ 30 commenti

Tag

chiesa, funerale, ineducazione, ipocrisia, rispetto, telefonini

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L’altro pomeriggio, mentre assistevo  ad un funerale,   a cerimonia iniziata davanti a me si sedette una coppia . Continuai a seguire il prete che officiava la messa funebre finchè non fui distratta da qualcosa: un cellulare che l’uomo teneva  in mano e che guardava in continuazione . Il signore richiamava  l’attenzione della moglie perché anche lei guardasse lo schermo ed entrambi sorridevano e scambiavano sottovoce qualche battuta che captavo a stento. Non capivo  che stessero guardando con tanto impellente interesse; sembrava un video, una foto, un’immagine, qualcosa che pareva si muovesse. Cercai di concentrarmi sulle fasi della cerimonia, ma la mia attenzione si era ormai  irrimediabilmente spostata anche perché ancora mi   stupisco e mi  indigno quando noto che, persino in chiesa, persino ad un funerale, c’è gente che non riesce a staccarsi da questi infernali  aggeggi. Pure le altre due persone che sedevano accanto alla coppia si accorsero della cosa e iniziarono a dare occhiate al luccicante palmare. Compresi  che erano dei parenti o degli amici perché il tizio ogni tanto passava il telefonino e loro guardavano, sorridevano e commentavano a bassa voce qualcosa che in parte cominciai  a captare:

-Le bimbe sono sole a casa?

-Sì. Guarda come dorme bene la piccolina. La grande sta facendo i compiti.

Non so se il padre stesse guardando un vecchio filmato delle figlie o se invece  stava controllando via skype, o roba similare, le figlie rimaste sole a casa. Fatto sta che  per il resto della cerimonia staccò lo sguardo dallo schermo per pochi attimi, quasi idem la moglie. 

Se l’eventuale  mia prima ipotesi non troverà mai giustificazione alcuna, la seconda stenta a trovarla ugualmente perché sopra ogni cosa la domanda  che farei a quella coppia è: cari signori, che caspiterina siete andati  a fare a quel funerale?!?!

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