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Marirò

~ "L'esistenza è uno spazio che ci hanno regalato e che dobbiamo riempire di senso, sempre e comunque"

Marirò

Archivi tag: Racconto di Natale

Il racconto di Natale

18 lunedì Dic 2017

Posted by ili6 in Articoli, Natale, Senza categoria

≈ 56 commenti

Tag

amicizia, auguri, blog, fantasia e realtà, Natale, Racconto di Natale

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Arriva Natale e dovrei decidermi a scrivere qualcosa per questo blog. Sto cercando un’idea, qualcosa di adatto alla festività, di tenero, di dolce, di buono, di, oserei dire, miracoloso. Si usa fare così, giusto? Le tenere  fiabe di Natale, quelle che sanno far sognare… Dai, Marirò, concentrati, pensa  a una storia, qualsiasi cosa, purchè bella, dai, lo hai sempre fatto a dicembre per il tuo blog.  Eh sì, lo so, lo so, periodo particolare il tuo, però potresti metterci un attimo di impegno, suvvia! Non ti va di scrivere il racconto di Natale? Di inventare una storia con un lieto fine? Non è obbligatorio farlo, lo sappiamo, ma sappiamo  che alla fine ti piacerebbe riuscire, anche per rompere questo fermo che ti ha colpita. Un mese che non pubblichi, che non riesci a leggere i tuoi amici di blog. Su!

Ok, ok silenzio che ci penso…Natale, uhm, vediamo…Non so. Un lieto fine…

Potrei scrivere di te che sei tanto ammalato e che soffri da matti in un letto d’ospedale. Poi, non so come, non so da dove o da chi, arriva una medicina miracolosa  e tutto passa. Via i dolori, via la paura, via il pigiama:  ridi, canti, ti alzi da quell’inferno di letto, dai un calcio a quell’odiosa sedia a rotelle e corri per strada, fregandotene del freddo e della pioggia, felice, sano, in compagnia dei tuoi amici e del tuo amore. Sarebbe una storia meravigliosa, ma quel farmaco…

Oppure potrei scrivere di te che sei arrivato qui dopo aver affrontato un viaggio spaventoso, fuggendo dalla violenza, dalla fame e dalla miseria e hai trovato il calore di una nuova e migliore realtà pronta ad accoglierti per un’esistenza degna d’essere vissuta. Sì? Davvero?

E se invece scrivessi di te, tesoro mio? Sì, di te che hai speso oltre 30 anni della tua vita sui libri, studiando con entusiasmo e impegno e, dopo due lauree, finalmente farai  un degno e trionfale ingresso nel mondo del lavoro, quello per il quale hai studiato, non troppo lontano da casa, quella casa che già stai timidamente  arredando col tuo amore e che aspetta solo di essere vissuta dalla vostra unione. E ora che il lavoro ci sarà, si potrà  pensare a tutto questo. Oh, sì che sarebbe Natale!

Potrei raccontare di te che non sai dove sbattere la testa con la miseria di stipendio che prendi. Quando lo prendi, ovviamente. Per fortuna nella tua zona c’è una mensa sociale col salone riscaldato. Casa tua è troppo fredda e hai già beccato una brutta bronchite. Come potrei concludere il racconto? Dovrei ricorrere a un gratta e vinci o alla Lotteria Italia per far sì che il tuo Natale sarà ricco di lucine, tavola imbandita e calore di casa.

Mi piacerebbe  scrivere di te, donna annichilita dalla paura e tanto sola, mi piacerebbe scrivere che da quell’orecchio non senti bene per una otite virale e non per gli schiaffi che ricevi un giorno sì e uno no dal tuo carnefice e mi piacerebbe scrivere che da questo Natale  potrai riprendere a vivere perché quello schifo di uomo marcirà in galera per sempre. Per sempre…

La mia mente sta vagando a 360°, non riesco a sviluppare una traccia chiara, in ogni possibile storia mi sfugge qualcosa per un finale degno del Natale e  dovrei lavorare duro di fantasia per rendere il tutto credibile.

Buio.

Oh, buio vero, nel senso che è saltata la corrente elettrica. Resta solo la luce dello schermo del portatile. Devo alzarmi per accendere qualche candela, ce ne sono alcune sparse per casa, ovviamente natalizie. Ok, ne accendo una e continuo a pensare e scrivere finchè la batteria vorrà. La candela presa a tentoni ha la forma di un pupazzo di neve, è carina e arriva dalla Val D’Aosta. Me l’ha portata una mia collega che ama la montagna…

TU, sì, TU! Scriverò di te! Come ho fatto a non pensarci? Sì, scriverò il mio racconto natalizio su di te, carissima collega e amica. Te, che in molti  guardano storta perché ami vestire eccentrica e firmata. Te, che spesso viaggi per il mondo con le amiche, anche con me, lasciando marito e figli a casa. Te, che frequenti palestre e piscine per tenerti in forma. Te, che sorridi spesso e sparli poco. Te, che hai sorpreso chi non ti conosce bene per la scelta forte e coraggiosa che hai fatto. Sei, siete tornati a casa da una settimana, tu con un rene in meno, tuo marito col tuo rene. Non puoi ancora gettare dal balcone quell’odioso trolley della dialisi domestica, non ancora, ma presto sì, lo farai, sì che lo farai.Lo farete insieme e con i vostri figli. E sarà Natale.

Sì, sì, mi piace questa storia, è bella, è vera, è natalizia, è senza stagioni; sa di buono, sa di cuore, sa di te.

Buon Natale, L., auguri a te e a tutta la tua famiglia.

Buon Natale, Amici di blog, Liete festività a voi e ai vostri cari.

Bau e Gio

10 sabato Dic 2016

Posted by ili6 in Articoli, I miei racconti, Senza categoria

≈ 38 commenti

Tag

accettazione del diverso da sè, accoglienza, amicizia, convivenza, diffidenza, dominio, famiglia, felini, Gabriella55, gelosia, il piacere di scrivere, paura, punto di vista, Racconto di Natale

(Seconda e ultima parte)

Disegni di Gabriella

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Gio, nato nel cortile di Bau insieme a sei altri fratelli, per una crudelissima legge di natura  fu destinato alla morte. La madre non riusciva ad allattare tutti i suoi cuccioli e dovette sceglierne uno per l’eliminazione.  Toccò a Gio che fu rifiutato sin da subito. I fratelli gli cedevano il posto tra le mammelle della mamma solo in rarissime occasioni di sazietà: per lui solo qualche goccia di avanzo e nulla più. Resistette oltre le previsioni, lottando e cercando di farsi spazio tra i vivi. Non riusciva a camminare, a stare in piedi, a mettere  il pelo, a miagolare, a crescere. Stava fermo in un angolino a lamentarsi e ad aspettare un miracolo. Il miracolo arrivò con il Principe che volle provare a forzare il suo destino e, munito di biberon, si prese cura di lui. Gio acquistò forza e speranza, iniziò a camminare e a miagolare e conquistò il Principe, suscitando la gelosia dei fratelli e di Bau che, turbato e ringhioso, gli gironzola sempre attorno. Durante il  pranzetto il Principe sta attento che nessuno, nemmeno Bau, si avvicini alla ciotola di Gio e solo dopo, quando  è sazio , permette agli altri di assaggiare gli avanzi. Il problema per Gio non sono i suoi fratelli che, ormai grandicelli, fanno tante passeggiate lontane e lo lasciano spesso solo e tranquillo, il problema è quel quadrupede nero che lo rifiuta, lo tormenta tutte le volte che c’è il pranzo e che teme la sua presenza:

-“ Perché ce l’hai così tanto con me? Che fastidio ti sto dando? Hai assistito alla mia nascita, hai visto coi tuoi occhi la fatica che ho dovuto fare per sopravvivere, rifiutato persino da mia madre! Credi sia stato facile per me accettare di essere un aborto della natura? Che ne sai tu della sopravvivenza, della fame, del rifiuto? Tu, col tuo pelo lucido e profumato; tu ,col tuo corpo grasso e sazio; tu, coccolato e amato; tu, con cuccette morbide e calde; tu con tutti gli spazi a tua disposizione! Che ne sai dell’abbandono e della solitudine, del terrore e della paura, dei morsi della fame e degli occhi che non riuscivo a tenere aperti per la malattia? Mi disprezzi perché sono diverso da te, perché sono rimasto piccolo e rachitico, perché non so arrampicarmi sui muri, solo ora ho imparato a raggiungere un piccolo rifugio sull’albero di limone. Mi sopporti malamente perché prendo un attimo di attenzione dal tuo Principe, che ora è anche il MIO, e fai di tutto per rubarmi il cibo anche se non ti piace, geloso come sei! Lo so che quando il Principe viene a prenderti per la passeggiatina poi ti porta nella casa di sopra e lì tu hai cibo e calore a sazietà. Da quaggiù sento i vostri giochi, le coccole che ti fa Principessa, il tuo ronfare tranquillo in chissà che eleganti cuccette e solo Dio sa quanto vorrei seguirvi di sopra e trascorrere la serata con voi! Ma non oso farlo, il mio posticino è qui e tu, invece di stare sereno con me, magari di giocare un pochino insieme, in quelle poche ore del mattino fai tutto l’altezzoso, non mi degni di uno sguardo e persino ti arrabbi se mangio qualcosina! Hai meritato quella botta del Principe sul sedere  quando hai cercato di rubarmi i croccantini! Hai persino tentato di morderlo e io ho soffiato contro te con tutta la mia forza perché sei un ingrato! Guarda che ce la faccio a uscire le unghie, non costringermi, stai  calmo  che non ti sto rubando nulla, sto solo cercando di vivere anche io e se vorrai, potremo farlo insieme, magari sarà divertente. Il Principe e la Principessa possono pensare a  tutti e due  quindi piantala di fare lo sciocco e andiamo avanti che in questo cortile c’è  spazio per entrambi. Miagolerò di meno per non disturbare il tuo riposo mattutino se la smetterai di rifiutarmi e di aver paura di me. Dall’alto del tuo Bau, hai paura di un piccolo Gio, temi che ti rubi i tuoi padroni e il loro affetto. Io non voglio rubare nulla, solo condividere un pochetto e poi,  come te, come tutti, ho bisogno  di attenzioni  per vivere.”

In questi giorni che precedono il Natale sta accadendo un fatto strano che sta disorientando Bau: per il pranzo di Gio nel cortile arriva anche Principessa: Principe dà da mangiare a Gio e Principessa nel frattempo  fa a Bau tante coccole. L’indomani è l’esatto contrario. E’ una specie di gioco che Bau non comprende bene, ma inizia a piacergli. Gio pare disponibile, è tranquillo e lascia fare: il cibo per lui è la cosa più importante, forse la sua fame non scherza davvero e poi  Bau ama mangiare al piano sopra e in fondo può aspettare. Bau non sa ancora scegliere tra il dominio del cibo, dei padroni e del territorio e le coccole alternate dei due che prima, a quell’ora del mattino, non c’erano e ora gli piacciono alquanto. Sarà stata la presenza di Gio nel cortile a portare questo inaspettato regalo mattutino? E’ forse un regalo di Natale? Bau è un po’ confuso, osserva  meglio Gio e si accorge che il suo pelo è diventato bello folto e lucido e che non puzza come prima. Comunque, adesso Bau è un po’ stanco e infreddolito e decide di riposarsi nella sua ex cesta e va ad acciambellarsi vicino alla sua ex copertina. Gio si avvicina cauto, entra dentro la cesta e si stiracchia accanto a Bau che drizza subito le orecchie. Ma Bau decide che a Gio penserà dopo, ora è meglio dormire un pochino, però con un occhio sempre aperto alle situazioni curiose, forse anche buone, che gli sta regalando la sua prima vecchiaia.  

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