Arriva Natale e dovrei decidermi a scrivere qualcosa per questo blog. Sto cercando un’idea, qualcosa di adatto alla festività, di tenero, di dolce, di buono, di, oserei dire, miracoloso. Si usa fare così, giusto? Le tenere fiabe di Natale, quelle che sanno far sognare… Dai, Marirò, concentrati, pensa a una storia, qualsiasi cosa, purchè bella, dai, lo hai sempre fatto a dicembre per il tuo blog. Eh sì, lo so, lo so, periodo particolare il tuo, però potresti metterci un attimo di impegno, suvvia! Non ti va di scrivere il racconto di Natale? Di inventare una storia con un lieto fine? Non è obbligatorio farlo, lo sappiamo, ma sappiamo che alla fine ti piacerebbe riuscire, anche per rompere questo fermo che ti ha colpita. Un mese che non pubblichi, che non riesci a leggere i tuoi amici di blog. Su!
Ok, ok silenzio che ci penso…Natale, uhm, vediamo…Non so. Un lieto fine…
Potrei scrivere di te che sei tanto ammalato e che soffri da matti in un letto d’ospedale. Poi, non so come, non so da dove o da chi, arriva una medicina miracolosa e tutto passa. Via i dolori, via la paura, via il pigiama: ridi, canti, ti alzi da quell’inferno di letto, dai un calcio a quell’odiosa sedia a rotelle e corri per strada, fregandotene del freddo e della pioggia, felice, sano, in compagnia dei tuoi amici e del tuo amore. Sarebbe una storia meravigliosa, ma quel farmaco…
Oppure potrei scrivere di te che sei arrivato qui dopo aver affrontato un viaggio spaventoso, fuggendo dalla violenza, dalla fame e dalla miseria e hai trovato il calore di una nuova e migliore realtà pronta ad accoglierti per un’esistenza degna d’essere vissuta. Sì? Davvero?
E se invece scrivessi di te, tesoro mio? Sì, di te che hai speso oltre 30 anni della tua vita sui libri, studiando con entusiasmo e impegno e, dopo due lauree, finalmente farai un degno e trionfale ingresso nel mondo del lavoro, quello per il quale hai studiato, non troppo lontano da casa, quella casa che già stai timidamente arredando col tuo amore e che aspetta solo di essere vissuta dalla vostra unione. E ora che il lavoro ci sarà, si potrà pensare a tutto questo. Oh, sì che sarebbe Natale!
Potrei raccontare di te che non sai dove sbattere la testa con la miseria di stipendio che prendi. Quando lo prendi, ovviamente. Per fortuna nella tua zona c’è una mensa sociale col salone riscaldato. Casa tua è troppo fredda e hai già beccato una brutta bronchite. Come potrei concludere il racconto? Dovrei ricorrere a un gratta e vinci o alla Lotteria Italia per far sì che il tuo Natale sarà ricco di lucine, tavola imbandita e calore di casa.
Mi piacerebbe scrivere di te, donna annichilita dalla paura e tanto sola, mi piacerebbe scrivere che da quell’orecchio non senti bene per una otite virale e non per gli schiaffi che ricevi un giorno sì e uno no dal tuo carnefice e mi piacerebbe scrivere che da questo Natale potrai riprendere a vivere perché quello schifo di uomo marcirà in galera per sempre. Per sempre…
La mia mente sta vagando a 360°, non riesco a sviluppare una traccia chiara, in ogni possibile storia mi sfugge qualcosa per un finale degno del Natale e dovrei lavorare duro di fantasia per rendere il tutto credibile.
Buio.
Oh, buio vero, nel senso che è saltata la corrente elettrica. Resta solo la luce dello schermo del portatile. Devo alzarmi per accendere qualche candela, ce ne sono alcune sparse per casa, ovviamente natalizie. Ok, ne accendo una e continuo a pensare e scrivere finchè la batteria vorrà. La candela presa a tentoni ha la forma di un pupazzo di neve, è carina e arriva dalla Val D’Aosta. Me l’ha portata una mia collega che ama la montagna…
TU, sì, TU! Scriverò di te! Come ho fatto a non pensarci? Sì, scriverò il mio racconto natalizio su di te, carissima collega e amica. Te, che in molti guardano storta perché ami vestire eccentrica e firmata. Te, che spesso viaggi per il mondo con le amiche, anche con me, lasciando marito e figli a casa. Te, che frequenti palestre e piscine per tenerti in forma. Te, che sorridi spesso e sparli poco. Te, che hai sorpreso chi non ti conosce bene per la scelta forte e coraggiosa che hai fatto. Sei, siete tornati a casa da una settimana, tu con un rene in meno, tuo marito col tuo rene. Non puoi ancora gettare dal balcone quell’odioso trolley della dialisi domestica, non ancora, ma presto sì, lo farai, sì che lo farai.Lo farete insieme e con i vostri figli. E sarà Natale.
Sì, sì, mi piace questa storia, è bella, è vera, è natalizia, è senza stagioni; sa di buono, sa di cuore, sa di te.
Buon Natale, L., auguri a te e a tutta la tua famiglia.
Buon Natale, Amici di blog, Liete festività a voi e ai vostri cari.