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affetti, azzurro, Cose leggere e vaganti, infanzia, joaquin Sorolla, legami, mare, papà, poesia, ricordi, Umberto Saba
RITRATTO DELLA MIA BAMBINA
La mia bambina con la palla in mano,
con gli occhi grandi colore del cielo
e dell’estiva vesticciola: “Babbo
-mi disse – voglio uscire oggi con te”.
Ed io pensavo : Di tante parvenze
che s’ammirano al mondo, io ben so a quali
posso la mia bambina assomigliare.
Certo alla schiuma, alla marina schiuma
che sull’onde biancheggia, a quella scia
ch’esce azzurra dai tetti e il vento sperde;
anche alle nubi, insensibili nubi
che si fanno e disfanno in chiaro cielo;
e ad altre cose leggere e vaganti.
Umberto Saba
Ho sempre amato questa suggestiva poesia di Umberto Saba e mi piace che stia in questo mio piccolo spazio virtuale. La prima volta che l’ ascoltai fu su una spiaggia ed ero una bambina immersa nei giochi dell’azzurro del mare. Fu mio padre a recitarla a memoria, improvvisamente e inaspettatamente perché non era lui il lettore di casa, e forse fu contagiato da tutto quell’azzurro o forse perché anche lui vide, come Saba, nella sua bambina contenta tra le onde e la sabbia, una bambina spensierata, serena, leggera e vagante. A quell’età lo sono tutti i bambini. Poi si cresce e la vita sa darti altro; diviene scoperta, innamoramento, costruzione e concretezza e sa anche appesantire, preoccupare, addolorare. Mio padre non potè assistere alla crescita di sua figlia. Resta in me forte il ricordo di quel momento e intenso il legame con questi versi che ritrovo spesso nei libri di scuola e tutte le volte mi fanno tornare a quella spiaggia e a quella voce.
Joaquin Sorolla – Ninas en la playa