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Marirò

~ "L'esistenza è uno spazio che ci hanno regalato e che dobbiamo riempire di senso, sempre e comunque"

Marirò

Archivi tag: emozione

E’ successo anche a voi, vero?

07 mercoledì Lug 2021

Posted by ili6 in Libri, Senza categoria

≈ 45 commenti

Tag

comfort zone, emozione, estate, lettura, libri, priorità

Si dice che la lettura sia un’emozione e un vero piacere. Si dice anche che sia una sana e buona abitudine, specie se realizzata nella tua comfort zone. Non si dice quasi mai che può diventare una priorità. Perché a volte lo diventa, soprattutto se hai un buon libro tra le mani e consideri un peccato non continuare a leggerlo per dover, ad esempio, preparare la cena. Così esci dalla comoda e rassicurante comfort zone, cerchi soluzioni e assumi qualche rischio. Se qualche pagina sarà macchiata di verde, di giallo, di rosso, poco importerà: i libri, le emozioni, devono essere vissuti (anche in cucina).

Di Pooh, ragazzi e automobilisti

24 venerdì Giu 2016

Posted by ili6 in Articoli, Musica, Senza categoria

≈ 35 commenti

Tag

alzare l'ingegno, automobilisti, concerti, emozione, grandi eventi, Messina, Pooh, posteggiatori, ragazzi, sere d'estate, stadio, tempi di magra, viabilità

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Cosa può accadere in una piccola città del Sud quando si realizza un evento che richiama 35.000 persone in una sera? Il caos? La paralisi totale della città? Soldi a valanga? Beh, forse questi effetti ci sono anche stati, non ne sono certa perchè il caos l’ho vissuto di striscio, ma ho visto anche tanto ordine e compostezza e i soldi, se ci sono stati, non sono andati a me. Di certo ho notato l’alzata di ingegno di tante persone, cosa che in questi tempi di magra è anche comprensibile.

La città è Messina, l’evento è stato il concerto dei Pooh e l’alzata di ingegno l’hanno realizzata un sacco di ragazzi trasformandosi in posteggiatori per gli spettatori che hanno riempito lo stadio in una bella ed emozionante sera di inizio estate.

Il sindaco della città, giustamente preoccupato, ha tempestato giornali e radio di ordini e consigli per la viabilità, predisponendo blocchi stradali, sensi unici, posteggi comunali a pagamento differenziato secondo la distanza dallo stadio(da 13 a 8 euro), bus navetta a 2 euro con corse da vari punti della città  e, nonostante questo,  strade e  autostrade si sono comunque bloccate. Inevitabile. Perché a quel concerto non c’erano solo i messinesi , ma migliaia di persone provenienti da tutte le province della Sicilia e anche dalla Calabria. I Pooh piacciono, inutile dirlo, e il concerto di Messina ha unito generazioni di nonni, genitori e figli, tutti insieme per rendere omaggio ad una delle band italiane più apprezzate, formata da musicisti seri e bravi che si sono esibiti al gran completo per l’ultima volta, regalando momenti di performance musicale eccellenti, grandi effetti scenografici e commozione.

Ma torniamo ai simpatici ragazzi che vivono nei grandi condomini che circondano lo stadio di Messina. Non so se è una consuetudine per ogni manifestazione che avviene al S. Filippo, per me era la prima volta in quello stadio ed è stata la prima volta che ho visto “espropriato” ogni cortile, ogni slargo, ogni posteggio, ogni stradina, ogni box e garage privato di ciascun complesso nelle adiacenze dello stadio per far posteggiare noi spettatori.

 I posteggi comunali bastavano a stento per la miriade di bus turistici arrivati da ogni dove. E noi poveri automobilisti? Nessun problema: seguimi e per soli 10 euro posteggi a casa mia!

Così i ragazzi di ogni condominio si sono dati da fare: con cartelli e motorini, dopo aver fatto sparire le auto di chi abita in quelle case, sistemate altrove per quella notte, aprono cancelli e saracinesche, ti guidano col motorino per le viuzze interne di quegli enormi complessi e riempiono all’inverosimile ogni spazio utile. Dentro i cortili  sono organizzatissimi: chi fa il posteggiatore, chi stacca i bigliettini colorati, chi incassa i soldi, chi ti chiede se nel frattempo vuoi lavati i vetri dell’auto, chi vende nelle borse frigo gelati, ghiaccioli e bibite a prezzi stracciati. Non sono le persone che puoi incontrare ai semafori delle strade, sono i ragazzi che abitano negli appartamenti di quelle case, mi spiega una simpatica morettina mentre mi chiede se, per soli 5 euro, al ritorno voglio trovare l’auto con tutti i vetri puliti. Dice anche che si è unita al gruppo con un po’ di titubanza per via degli esami di maturità che deve affrontare a breve, ma che un piccolo guadagno le fa tanto comodo. Così mi avvio al concerto con la consapevolezza che al ritorno guiderò meglio: i vetri puliti sono importanti quando si guida di notte!  🙂

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Robert Capa: “La verità è l’immagine migliore, la migliore propaganda.”

12 sabato Set 2015

Posted by ili6 in Articoli, costume e società, Fotografia, Notizie e politica

≈ 53 commenti

Tag

accoglienza, bianco e nero, dolore, emozione, fame, fotografia, guerra, migranti, miseria, mostra fotografica, Robert Capa, Seconda Guerra Mondiale, Sicilia, soldati, Troina, Ungheria

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Sono stata a visitare la mostra dedicata al grande fotoreporter di guerra Robert Capa, che racconta gli anni della seconda guerra mondiale in Italia. Le circa ottanta foto esposte nella bella location della Torre Capitania di Troina (EN), un paesino arroccato sui Nebrodi, sono straordinarie e colpiscono per la maestria tecnica del  fotografo più famoso del secolo scorso, per  la nitidezza, i chiaroscuri, le mille sfumature del bianco e nero, ma soprattutto scatenano una forte emozione  per la scelta dei soggetti,  per  la spontaneità, la delicatezza e la cruda realtà  delle inquadrature che catturano il “ momento decisivo” capace di raccontare, senza bisogno di parole, le atrocità della guerra.

 Robert Capa – Sperlinga 1943

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Robert Capa – Troina 1943

Molte delle foto esposte sono “tornate a casa”, nei luoghi, cioè,  dove Capa le scattò, a Troina e dintorni, e questo crea nei siciliani accorsi a visitare la mostra, un’emozione in più.

Robert Capa . Troina 1943

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Robert Capa – Agrigento 1983

Le foto di Capa testimoniano quanto banale e a volte noiosa fosse la guerra, ma anche drammatica, fatta da uomini che a volte non sapevano neanche perché erano lì, ad uccidere per non essere uccisi.  Nei suoi fotogrammi c’è la gente comune,  ci sono i volti di giovanissimi soldati americani e tedeschi  stanchi e impauriti,  i luoghi  ridotti in macerie,  ci sono affamati e assetati,  morti e feriti,  sale ospedaliere improvvisate nelle chiese,  madri che urlano  il dolore per i figli morti,  sguardi di bimbi disorientati. Soldati e civili vittime di una stessa  strage. L’obiettivo di Robert Capa tratta tutti con la stessa equità, fermando la paura, l’attesa, la solitudine, la fame, il riposo, la solidarietà, la speranza.

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Robert Capa – Benvenuto agli Americani a Monreale -23 Luglio 1943

Robert  Capa, che  fu tra i primi a capire l’importanza del mezzo fotografico come arma di denuncia e di testimonianza, era ungherese e, se fosse vissuto oggi, non avrebbe avuto bisogno di spostarsi per il mondo  per raccontare di guerra. Avrebbe potuto documentare la guerra che si sta svolgendo nel suo Paese , una guerra al momento senza bombe, ma con lo stesso bagaglio di disorientamento, disperazione, paura, attesa e speranza.

Ungheria 2015

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“Un inferno che gli uomini si sono fabbricati da soli.” Robert Capa

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