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Marirò

~ "L'esistenza è uno spazio che ci hanno regalato e che dobbiamo riempire di senso, sempre e comunque"

Marirò

Archivi tag: auguri

La pallina rosa

24 sabato Dic 2022

Posted by ili6 in Articoli, Natale, Senza categoria

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auguri, Natale

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Ehi, c’è nessuno? Da giorni urlo per uscire da questo scatolone! Per favore, per piacere ,…AiUtOoO…, voglio uscire! No, eh! Bianco, bianco, quest’anno tutto bianco! E io sono rosa. Sono bella, pulita, elegante, perfetta nel mio drappeggio delicato che mi rende tanto barocca e con gli arabeschi di perline, perline bianche, piccole, lucenti. Daiii, almeno per le perline che sono bianche, mettimi sull’albero di Natale, uffa! Appendimi anche sui rami di dietro, seminascosta: saprò essere all’altezza.

Questo è il mio momento: mi hai scelta tanti anni fa quando decidesti che l’albero natalizio avrebbe avuto tanti bei colori. Insieme ad altre sorelle abbiamo fatto bella mostra nel tuo salotto per molto tempo e ora ci condanni dentro questo scatolone perché hai deciso che quest’anno il tuo albero sarà solo con decori bianchi! Noi, e dico noi perché qui dentro sono in compagnia di altre palle rifiutate, rosse, blu, verdi, dorate, noi siamo tanto arrabbiate; attendiamo buone buone oltre dieci mesi chiuse nel sottotetto, caldissimo d’estate e freddissimo di inverno, solo per vivere questo mese natalizio per brillare, respirare, sentire le vostre voci, i profumi della cucina, il calore di una casa e ora ci tratti così per il capriccio di un colore: non è giusto!

Quanto tristemente tremenda sa essere la selezione.

E poi…bianco…: un non colore! Il colore della neve che non c’è mai, il colore della pelle malata, del cielo triste e freddo, dello zucchero e del sale che fanno male…ok, ok, dico stupidate perché il bianco sa essere anche bello ma ha bisogno di un altro colore accanto per emanare forza e splendore.  In questi giorni alcune volte sei venuta a rovistare dentro la scatola, chissà cosa cercavi e tutte le volte in noi si riaccendeva la speranza di essere scelte: ci mostravamo, cercavamo di brillare e di sorriderti ma tu niente: chiudevi il coperchio e noi ripiombavamo nel buio.

Fammi uscire da qui, prendimi e posami dove vuoi, su un tavolinetto, dentro una tazza, appendimi a un chiodo della lavanderia ma fammi vivere questo momento! Natale è arrivato e chiusi dentro questo scatolone stiamo soffrendo: c’è candela Babbo Natale col berretto mezzo squagliato, angelo verde con l’ala spezzata, la campanella blu e rossa scrostata, ci sono gli elfi coi vestitini sfilacciati, fiocchi ammosciati, stelle con le punte rotte: tutti malaticci e meritano cure, non abbandono. Noi palline stiamo bene, siamo sempre belle, solo il nostro colore non ti va più e non è giusto! Il colore è solo una patina, un esterno, un rivestimento, l’essenza è ciò che conta e noi siamo pronte a far festa, a dare luce, a fare compagnia ancora una volta.

Stasera, notte di Natale, notte di magia, dentro questa scatola ci faremo forza tutti insieme: tintinneremo, ci scuoteremo e creeremo un suono assordante o forse dolcissimo, chissà. Poi ci sfregheremo e ci muoveremo così tanto da riuscire a lacerare il cartone di questa gabbia. Usciremo fuori e rotoleremo da ogni parte sino a raggiungere il nostro albero di Natale e ci posizioneremo sotto i suoi rami. Qualcuna di noi si scorticherà, qualche altra si ferirà malamente e sarà il prezzo da pagare per provare a vivere la nostra vita in ogni maniera. Ce la faremo? Non lo so. So che ci stiamo caricando di energia per superare capricci non voluti e non meritati. Solo così sarà Natale.

TANTI AUGURI, AMICI DI BLOG, SERENE FESTIVITA’ E FELICE ANNO NUOVO, RICCO DI PACE E SALUTE.

Marirò

Buon Natale

17 venerdì Dic 2021

Posted by ili6 in Natale, Senza categoria

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auguri, blog, Marghian, Natale, pandemia, ritorno, wp

Mi riaffaccio timidamente su WP dopo mesi di assenza. Lo faccio in occasione del Natale e anche perché ho iniziato a sentire la mancanza di questo luogo fatto soprattutto di belle persone, di gradevoli parole, di pensieri profondi, di storie garbate, di riflessioni importanti, di consigli utili.  In questo lungo, incerto e preoccupante periodo che stiamo vivendo abbiamo bisogno, più di altro, di cordiale condivisione e di amicizia, pur tra le opinioni diverse.

E’ stato un autunno pesante, carico di tensione a scuola, con numerosissimi contagi tra i bambini, quarantene, Dad, rientri, tamponi, chiusure, ecc… Ieri sera la mia terza dose, fatta stavolta con riluttanza, con fatica perché dai vaccini mi aspettavo di meglio. E invece sarà il terzo Natale punto e a capo. Ma sono qui e i due “famigerati” vaccini Astrazeneca che avevo in corpo, le pp2 incollate al viso per sei ore e le prudenze hanno fatto sì che, nonostante fossi stata attorniata da ben 14 bambini con la Beta che ha circolato liberamente per una decina di giorni prima di capire cosa stesse accadendo, io non ne restassi contagiata.

Ora si profila Omicron: non l’avrà vinta! Questo è l’augurio che faccio a tutti noi. Si va avanti con determinazione e coraggio.

E a voi tutti che leggerete auguro, inoltre, di trascorrere un sereno Natale, tra gli affetti veri.

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Ringrazio chi mi ha scritto in privato, preoccupato per la mia lunga assenza e chi ha continuato a lasciare un messaggio, un saluto, una traccia, tra le pagine di questo blog. Mi dispiace trovare blog ancora chiusi tra i miei contatti e mi ha davvero addolorato apprendere della dipartita di Marghian, persona bella in ogni senso. Anche Marghian, come altri amici blogger che non ci sono più, resterà nel mio blogroll. Idem chi ha chiuso definitivamente o non passa da qui da anni, andando altrove. Non ho mai cancellato nessuno dalla lista perché ognuno ha dato nel tempo un importante e piacevole contributo affinchè Marirò andasse avanti. Anche qui.

NATALE 2020

20 domenica Dic 2020

Posted by ili6 in Articoli, Natale

≈ 45 commenti

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auguri, Natale

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Cari amici,

BUONE FESTE!

Ho poche parole per questo Natale 2020, un Natale atipico, diverso. Il periodo pandemico che stiamo vivendo, ora divenuto lungo e pesante, ci destabilizza, ci preoccupa e ci confonde.

Riusciremo a cogliere il meglio di questi lunghi giorni di chiusura che ci attendono? Non so. Non è una scelta volontaria e desiderata, è una situazione imposta dalla realtà e come tale temo che non sarà ben sopportata. Proviamo quindi ad apprezzare ciò che si potrà: l’essenza del Natale, un maggiore riposo, meno caos e confusione, tempi lenti e sonnacchiosi. Finchè staremo bene e in salute tutto potrà essere affrontato col sorriso e divenire persino piacevole.

Quindi, prudenza, forza e avanti tutta verso tempi più sereni e gioiosi.

Auguri a voi e ai vostri cari.

Marirò

Arriva Babbo Natale, wiii!

17 martedì Dic 2019

Posted by ili6 in Articoli, Natale, Senza categoria

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auguri, Babbo Natale, bambini 2.0, Natale, regali, tecnologia, valori, videogiochi, vita da maestra

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In questi giorni mi sento una maestra vecchia e antiquata. Sensazione parecchio bruttina. La colpa è del buon Babbo Natale, sì proprio dell’amato Santa Claus che, si dice, porti i regali ai bambini.

Complice una lettura natalizia con la fatidica domandina: “Cosa desideri che Babbo Natale ti porti a Natale?”, invito i miei alunni a esprimersi con sincerità. Già prevedo le risposte: palloni, magliette dei calciatori, automobiline per i maschietti, bambole, borsette, trucchi per le femminucce. Spero che qualcuno dica un libro,  un CD di buona musica o un bel gioco da tavolo per trascorrere sane ore in famiglia. Sicuramente mi lancerò a disquisire sui regali inutili, sui giochi intelligenti, sulle troppe spese da evitare, ecc…

Inizio coi maschietti e vengo subito messa al tappeto: SWITCH! Nessuna esitazione, quindici bambini su venti desiderano lo Switch. Il punto è che io non so che sia uno Switch:<<Volete una strega? Una witch? O forse volevate dire Swatch, un bell’orologio swatch?>>. Loro ridono: <<Ma no, maestra, uno S.w.i.t.c.h. e poi, se proprio orologio dovrà essere, allora uno watch phone o semmai xaiomi!>>. Ops…: <<Uno xiaiomi, eh, certo, certo…>>, rispondo quasi sottovoce. Loro intanto iniziano a discutere di prezzi, 60, 350 Euro non so per cosa, 700 e passa per altro (sono ammattiti?) e nel frattempo in un pezzetto di carta annoto di nascosto: “Cercare urgentemente su Google xaiomi, watch, switch”.  I bambini leggono nella mia faccia la confusione e mi spiegano del Nintendo e dell’orologio computer.

Perbacco!!!

Preferisco stare in silenzio e passo alle bambine. Anche qui il coro è quasi unanime, per me però più raggiungibile: tablet e telefonino perché non ne possono più di quello vecchio del fratello maggiore, di mammà o dello zio. E mi par giusto: hanno già 8 anni compiuti, eh! Quando una bimba dice che vorrebbe Cicciobello mi si apre il cuore! Poi aggiunge che vuole “Cicciobello Lacrime vere” e mi viene un po’ di magone. Due alunne vorrebbero i Lego. Ahhh sììì, maestra felice! Inizio a dire di quanto mi piaceva costruire coi mattoncini Lego e con le costruzioni di legno e loro mi interrompono subito: <<Noi desideriamo i Lego ps4 tipo Worlds o Ratchet>>.

 Oh!

Le bambine discutono coi compagni di nomi astrusi tipo Wolfenstein, Sniper Elite, Minecraft   sigle, prezzi, combattimenti, grafica, platform 3, 4, 15 D. Non li seguo più, sono persa! Ma dico…, in questi primi mesi di scuola ho già svolto tre corsi di aggiornamento, online e non, sul curriculo didattico, sulle competenze, sulla valutazione. Che ce ne fosse stato uno di aggiornamento sui giocattoli-videogiochi dell’era 2.0!!! Avrei evitato la messa all’angolo! Perché è così che mi sento: all’angolo.

Li lascio parlare tra loro. Già li immagino durante le vacanze natalizie chiusi nelle loro stanzette a farsi ubriacare di luci e suoni violenti, di immagini velocissime, di situazioni competitive e aggressive. Li immagino mentre chiedono di non essere disturbati, presi come saranno a lottare e a tentare di accumulare punteggi. Li immagino a dire no alle semplici proposte dei genitori di uscire, di andare a trovare un parente, di fare una passeggiata. Chiusi in casa, forse con un compagno, a rincitrullire davanti a uno schermo di megapixel.

Così torno a Cicciobello, che va benissimo anche con le lacrime vere o finte e inizio ad apprezzare la risposta di un bimbo che dice che da Babbo Natale vorrebbe tutte le figurine dei calciatori che mancano nel suo album. Chissà quanto gli sta costando tentare di completare quell’album ma sicuramente meglio che stare a sconvolgersi e a caricarsi di violenza e aggressività davanti a uno schermo in solitudine.

Caro Babbo Natale, sii giudizioso nei regali sotto l’albero. Tappati le orecchie, non ascoltarli, nessuno ti rimprovererà perché si sa che sei vecchietto e magari un po’ sordo. Quindi metti nel sacco qualcosa di bello e di buono, di calmo e di sereno, di gioioso e comunitario. Vuoi qualche consiglio, vero? Non so. Sono confusa quanto te. Un viaggio? Un cagnolino? Un corso di pittura? Di nuoto? di sci? Un biglietto per un concerto?

Un dolcetto, un lavoro per le famiglie, degli affetti veri e tanta salute direi che possono bastare e avanzare. Per loro e per tutti noi.

BUON NATALE

 

Brezza

09 martedì Apr 2019

Posted by ili6 in Articoli, I miei racconti, Senza categoria

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auguri, Brezza di primavera, gioventù, I miei racconti, Pasqua, primavera, racconto, ricordi

Buona PRIMAVERA, serena PASQUA! Che siano armoniose e cioccolatose.

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Pomeriggio umido e noioso, tipico di una primavera che non si decide a esplodere. Il cielo nuvoloso contribuisce a questa forma di apatia che a volte colpisce a tradimento. In palestra la fatica e il sudore si triplicano e voglio subito andare a casa a fare una doccia. Così indosso la felpina color grigio smorto, afferro la sacca e via. Questo misto di stretching, pilates e posturale farà anche bene dopo la caduta dalla bici, ma è zero entusiasmante. Anche il gruppo di signore e signorine è alquanto monotono e tedioso. Bah,…qualche altro mesetto e  poi cambio rotta, forse piscina, forse tennis,…mi pare di essere già vecchia a 20 anni! Ok, ok, diamoci una mossa che ho un invito a cena e devo portare qualcosa di pronto. Ecco, devo comprare il prosciutto e il parmigiano, quindi ci vuole una sosta al supermercato.

Poca gente nei corridoi. L’apatia colpisce in massa? Prendo le quattro cose che servono e mi avvio verso le casse. Sono tre e in ognuna ci sono due persone in fila. Scelgo la prima, la commessa mi sembra un filino più sorridente e veloce delle altre. Conosco le tre ragazze alle casse anche se confondo ancora i loro nomi, sono sempre le stesse da anni; a volte sono ciarliere coi clienti e tra loro e pronte alla battuta accogliente e spiritosa, altre volte sono ombrose e silenziose. In questo momento sono tutte zitte e prese dal lavoro fatto di gesti sempre uguali e monotoni, nonostante la varietà della clientela. Evidentemente noi clienti del momento siamo più mosci di loro.

Ma ecco che accade qualcosa e tutto cambia: arriva una Brezza e… l’afa sparisce, l’aria si riempie di voci allegre, di saluti, di sorrisi, di battute, di simpatia. La Brezza indossa dei jeans attillati e una camicia azzurra, ha i capelli castani arruffati, una barbetta appena accennata, occhi nocciola e un sorriso da urlo.

Non è ancora arrivato alle casse e già le tre commesse si sbracciano per salutarlo e lo stesso fa lui. Resto ipnotizzata: “Ti prego, ti prego, vieni alla cassa 1….” Macchè! Si dirige alla cassa 3, la più lontana da me. Sempre fortunata io, eh! Ma forse è meglio così. Sono un disastro con questa tuta anonima, i capelli raccolti a coda alla meno peggio, lucida di sudore e magari sto puzzando. Da domani in palestra si andrà con trucco, scarpe alte e minigonna. I camerini ci sono per cambiarsi, uffa!  Mi do un contegno e guardo senza interesse un espositore di dolcetti, ma la sua voce, ahhh…mescola la mia pancia e i miei ormoni.

 La Brezza ride e scherza con le commesse, fa domande, risponde ammiccante. Mi volto a guardarlo: è uno schianto, un sogno, un’oasi. Io sono trasparente per lui: si gira, si muove, aiuta una signora coi pacchi, parla, sorride. Le commesse si scordano di noi e noi ci scordiamo del mondo perchè ora è lui il mondo. E’ lui il cielo azzurro come la sua camicia; lui la terra fresca e morbida come i suoi riccioli; lui la forza che fa vibrare l’aria come la sua voce. Imbambolata, mi ritrovo a implorare in silenzio: “Guardami, parlami, avvicinati, sfiorami!” Poi la Brezza si avvicina all’espositore di dolcetti,… Dio quanto è vicino, adesso! Sento la fragranza del suo profumo, un misto di sandalo e patchouli. Ma che fa? Prende una confezione di ovetti di cioccolata e la apre: “Per te” dice, mentre mi porge un ovetto. “Per me…, l’ha detto A ME!” Prendo l’ovetto incapace di dire una parola. Brezza distribuisce un ovetto alle commesse, ai due clienti in fila alle casse e incanta tutti.

Intanto la commessa mi sta chiamando, è il mio turno.  Mi accorgo che anche lui sta pagando e spero che usciremo insieme, spero di scontrarmi coi suoi pacchi, di inciampare tra i suoi piedi:”Daiii, fammi pagare o lo perderò per sempre!” Lui ha finito, sta salutando tutti mentre si incammina verso l’uscita. E io? Io resto bloccata da un rotolo di scontrino finito e che deve essere sostituito, cavolaccio!

Lo guardo uscire, il suo lato B è incantevole come il lato A. Sorrido a questo pensiero da ormoni sconnessi, sorrido e finalmente sciolgo la tensione e cancello il grigiore. Esco in tempo per vederlo salire su un motorino e andare via con una sventola di bionda. In mano ho il suo cioccolatino. Lo scarto, lo assaporo e vado verso casa con una energia diversa.

Tanto io in quel supermercato ci torno, eccome se ci torno! 😉

 

 

 

BUON NATALE

22 sabato Dic 2018

Posted by ili6 in Natale, Senza categoria

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auguri, Erri de Luca, Giovanni Bellini, In nome della Madre, libri che ho amato, Madonna Lochis, Natale

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Giovanni Bellini — Madonna Lochis, 1475 – Bergamo

” Ho tagliato il cordone, un solo taglio, ho fatto il nodo del sarto e ho strofinato il suo corpo in acqua e sale. Eccolo finalmente. L’ho palpato da tutte le parti fino ai piedi. …

Il bue ha muggito piano, l’asina ha sbatacchiato forte le orecchie. E’ stato un applauso di bestie il primo benvenuto al mondo di Ieshu, figlio mio. Non ho chiamato Josef. Gli avevo promesso un figlio all’alba ed era ancora notte. Fino alla prima luce Ieshu è solamente mio. E’ solamente mio: voglio cantare una canzone con queste tre parole e basta. Stanotte qui a Bet Lèhem è solamente mio….

Fuori c’è il mondo, i padri, le leggi, gli eserciti, i registri in cui iscrivere il tuo nome, la circoncisione che ti darà l’appartenenza a un popolo. Fuori c’è odore di vino. Fuori c’è l’accampamento degli uomini. Qui dentro siamo solo noi, un calore di bestie ci avvolge e noi siamo al riparo dal mondo fino all’alba. Poi entreranno e tu non sarai più mio.

Ma finchè dura la notte, finchè la luce di una stella vagante è a picco su di noi, noi siamo soli al mondo. Possiamo fare a meno di loro, anche di tuo padre Josef che è il migliore degli uomini. Pensa: noi usciamo di qui all’alba del giorno e fuori non esiste più nessuno, nè città, nè esseri umani. Pensa: noi siamo i soli al mondo. Che felicità sarebbe, nessun obbligo all’infuori di vivere. Finchè dura la notte è così.

Abìtuati al deserto, che è di nessuno e dove si sta tra terra e cielo senza l’ombra di un muro, di un recinto. Abìtuati al bivacco, impara la distanza che protegge dagli uomini. Non è esilio il deserto, è il tuo luogo di nascita. Non vieni da un sudore di abbracci, da nessuna goccia d’uomo, ma dal vento asciutto di un annuncio….

Abìtuati al deserto che mi ha trasformato in tua madre. Sei venuto da lì, dal vuoto dei cieli, figlio di una cometa che si è abbassata fino al mio gradino. Non è il censimento a spostarci, ma una via tracciata lassù in alto. Stanotte lo capisco, domani l’avrò dimenticato”.

Erri De Luca – “IN NOME  DELLA MADRE”- 

❤ Auguri di serene festività ❤

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Il racconto di Natale

18 lunedì Dic 2017

Posted by ili6 in Articoli, Natale, Senza categoria

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amicizia, auguri, blog, fantasia e realtà, Natale, Racconto di Natale

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Arriva Natale e dovrei decidermi a scrivere qualcosa per questo blog. Sto cercando un’idea, qualcosa di adatto alla festività, di tenero, di dolce, di buono, di, oserei dire, miracoloso. Si usa fare così, giusto? Le tenere  fiabe di Natale, quelle che sanno far sognare… Dai, Marirò, concentrati, pensa  a una storia, qualsiasi cosa, purchè bella, dai, lo hai sempre fatto a dicembre per il tuo blog.  Eh sì, lo so, lo so, periodo particolare il tuo, però potresti metterci un attimo di impegno, suvvia! Non ti va di scrivere il racconto di Natale? Di inventare una storia con un lieto fine? Non è obbligatorio farlo, lo sappiamo, ma sappiamo  che alla fine ti piacerebbe riuscire, anche per rompere questo fermo che ti ha colpita. Un mese che non pubblichi, che non riesci a leggere i tuoi amici di blog. Su!

Ok, ok silenzio che ci penso…Natale, uhm, vediamo…Non so. Un lieto fine…

Potrei scrivere di te che sei tanto ammalato e che soffri da matti in un letto d’ospedale. Poi, non so come, non so da dove o da chi, arriva una medicina miracolosa  e tutto passa. Via i dolori, via la paura, via il pigiama:  ridi, canti, ti alzi da quell’inferno di letto, dai un calcio a quell’odiosa sedia a rotelle e corri per strada, fregandotene del freddo e della pioggia, felice, sano, in compagnia dei tuoi amici e del tuo amore. Sarebbe una storia meravigliosa, ma quel farmaco…

Oppure potrei scrivere di te che sei arrivato qui dopo aver affrontato un viaggio spaventoso, fuggendo dalla violenza, dalla fame e dalla miseria e hai trovato il calore di una nuova e migliore realtà pronta ad accoglierti per un’esistenza degna d’essere vissuta. Sì? Davvero?

E se invece scrivessi di te, tesoro mio? Sì, di te che hai speso oltre 30 anni della tua vita sui libri, studiando con entusiasmo e impegno e, dopo due lauree, finalmente farai  un degno e trionfale ingresso nel mondo del lavoro, quello per il quale hai studiato, non troppo lontano da casa, quella casa che già stai timidamente  arredando col tuo amore e che aspetta solo di essere vissuta dalla vostra unione. E ora che il lavoro ci sarà, si potrà  pensare a tutto questo. Oh, sì che sarebbe Natale!

Potrei raccontare di te che non sai dove sbattere la testa con la miseria di stipendio che prendi. Quando lo prendi, ovviamente. Per fortuna nella tua zona c’è una mensa sociale col salone riscaldato. Casa tua è troppo fredda e hai già beccato una brutta bronchite. Come potrei concludere il racconto? Dovrei ricorrere a un gratta e vinci o alla Lotteria Italia per far sì che il tuo Natale sarà ricco di lucine, tavola imbandita e calore di casa.

Mi piacerebbe  scrivere di te, donna annichilita dalla paura e tanto sola, mi piacerebbe scrivere che da quell’orecchio non senti bene per una otite virale e non per gli schiaffi che ricevi un giorno sì e uno no dal tuo carnefice e mi piacerebbe scrivere che da questo Natale  potrai riprendere a vivere perché quello schifo di uomo marcirà in galera per sempre. Per sempre…

La mia mente sta vagando a 360°, non riesco a sviluppare una traccia chiara, in ogni possibile storia mi sfugge qualcosa per un finale degno del Natale e  dovrei lavorare duro di fantasia per rendere il tutto credibile.

Buio.

Oh, buio vero, nel senso che è saltata la corrente elettrica. Resta solo la luce dello schermo del portatile. Devo alzarmi per accendere qualche candela, ce ne sono alcune sparse per casa, ovviamente natalizie. Ok, ne accendo una e continuo a pensare e scrivere finchè la batteria vorrà. La candela presa a tentoni ha la forma di un pupazzo di neve, è carina e arriva dalla Val D’Aosta. Me l’ha portata una mia collega che ama la montagna…

TU, sì, TU! Scriverò di te! Come ho fatto a non pensarci? Sì, scriverò il mio racconto natalizio su di te, carissima collega e amica. Te, che in molti  guardano storta perché ami vestire eccentrica e firmata. Te, che spesso viaggi per il mondo con le amiche, anche con me, lasciando marito e figli a casa. Te, che frequenti palestre e piscine per tenerti in forma. Te, che sorridi spesso e sparli poco. Te, che hai sorpreso chi non ti conosce bene per la scelta forte e coraggiosa che hai fatto. Sei, siete tornati a casa da una settimana, tu con un rene in meno, tuo marito col tuo rene. Non puoi ancora gettare dal balcone quell’odioso trolley della dialisi domestica, non ancora, ma presto sì, lo farai, sì che lo farai.Lo farete insieme e con i vostri figli. E sarà Natale.

Sì, sì, mi piace questa storia, è bella, è vera, è natalizia, è senza stagioni; sa di buono, sa di cuore, sa di te.

Buon Natale, L., auguri a te e a tutta la tua famiglia.

Buon Natale, Amici di blog, Liete festività a voi e ai vostri cari.

Colori

12 mercoledì Apr 2017

Posted by ili6 in Articoli, Senza categoria

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auguri, blog, colori, Pasqua, primavera

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Si dice che per far Primavera ci vuol poco. E anche per far Pasqua. 

Un fascio di radiante giallo, una spruzzata di armonico verde, due ovetti di cioccolato, semplici note musicali, l’argento della luna piena  e l’oro della  gioia. Dove vendono quest’ultima? In chiesa? In una scuola? In un negozio specializzato? Servirebbe anche un’onda azzurra, quella del mare, fresca e profumata, utile a spazzare via i cupi pensieri. E non guasterebbe nemmeno il rosa del tempo lento, del dolce far nulla, magari in compagnia di buone parole cantate, sussurrate, impresse su carta. Non dovrebbe mancare il rosso, pennellate di rosso brillante per far vibrare corpo e anima in un felice connubio di passione e sentimento.  E poi ci vuole  l’arancione, pois di buonumore, spontaneità, umanità.  E il marrone, colore della terra, del tronco degli alberi, della famiglia, dell’amore per le proprie origini, della prudenza, della pazienza e tenacia. E il viola della spiritualità. In ultimo, ma mai ultimo, non deve mancare  un grande e robusto drappo  arcobaleno capace di racchiudere tutti i colori della Salute e di far, così,  sempre  Primavera .

Auguri colorati. Buona Pasqua, Serena Primavera!

Vuoi incrementare le visite al blog?

10 venerdì Mar 2017

Posted by ili6 in Articoli, Senza categoria

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8 Marzo, A tutte le donne, Alda Merini, auguri, blog, blogger, donne, parafrasi, poesie, post, responsabilità di un blogger, scuole, statistiche, studenti, visualizzazioni, wordpress

Se tenete alle visite e alle visualizzazioni del vostro blog , se vi fa piacere vedere alta alta la colonnina della pagina statistiche di WP, se vi produce frizzicore ricevere notifiche di Word Press, quelle con la saetta che comunicano che stai registrando molto traffico, che hai visite alle stelle,  scrivete PARAFRASI! Sì, parafrasi, versioni in prosa di brani poetici famosi, commenti di brani letterari, riflessioni e quant’altro possa servire agli studenti. Unica attenzione è, ovviamente, di scriverli bene perché può capitare che intere scolaresche li leggeranno e utilizzeranno  in toto e,… insomma, ci siamo capiti…

Dico questo perché dal primo marzo mi accorgo che le visite al mio blog stanno aumentando vertiginosamente senza che io abbia pubblicato qualcosa di eclatante. Il post con visualizzazioni alle stelle, precisamente 5.380 visite in 8 giorni, numeri per il mio blog assolutamente eccezionali, è un post che riporta una bellissima poesia di Alda Merini.  Non sorprende che nella settimana della Giornata della Donna la poesia “A tutte le donne” venga cercata e copincollata. A suo tempo lo feci pure io. E’ una poesia che si trova in migliaia di siti, basta digitare il titolo su Google e la trovi ovunque. Di solito, però, trovi solo la poesia, corredata da una buona immagine e dei commenti sulla bellezza dei versi.

Incuriosita dalle visite e visualizzazioni di questi giorni e dai termini di ricerca che testualmente dicono “Ili6 a tutte le donne”, manco se quei versi li avessi scritti io (magari!!!), vado a rileggere il post e i commenti e tutto comincia a essermi chiaro: in un mio commento avevo scritto una specie di versione in prosa del testo della Merini. Sicuramente molti prof in queste settimane  avranno assegnato la parafrasi della poesia e più di cinquemila studenti hanno letto e magari ritenuto interessante e utile quel mio commento per il lavoro scolastico.

Beh, essere utile agli studenti è in fondo il mio lavoro e mi fa piacere, ma quel mio commento nacque come riflessione a ruota libera e non esattamente come parafrasi o versione in prosa;  avrei, in tal caso, curato meglio le figure retoriche, la sintassi e il periodare. Comunque, speriamo ora che i prof siano clementi…

Ma guarda che responsabilità che si ritrova ad avere  Ili6!

Quindi, cari amici blogger, se volete visualizzazioni alle stelle, ricordate che le scuole ci leggono e…andate con parafrasi, riassunti, analisi del testo, ecc… ecc…

Lasciando il tono un po’ canzonatorio, ripropongo con piacere la poesia (e il mio commento). Un grazie va alla  grande Alda Merini, non per le visualizzazioni, bensì  per quanto ci ha donato:

alda merini

A TUTTE LE DONNE

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso

sei un granello di colpa

anche agli occhi di Dio

malgrado le tue sante guerre

per l’emancipazione.

Spaccarono la tua bellezza

e rimane uno scheletro d’amore

che però grida ancora vendetta

e soltanto tu riesci

ancora a piangere,

poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,

poi ti volti e non sai ancora dire

e taci meravigliata

e allora diventi grande come la terra

e innalzi il tuo canto d’amore.

Alda Merini

 ili6ha detto:

7 marzo 2012 alle 16:12

Versi di una grande poetessa per ogni donna.

Donna fragile e delicata, donna forte e grandiosa, donna madre, donna combattiva, ferita, spaccata, ma ancora intatta pur nella sua fragilità.
Donna sempre meravigliata dalla violenza. Donna condannata sin dalle sue origini da una storiella che sicuramente non ha voluto nè scritto Dio, ma un comune uomo che un dio si credeva.
Donna che sa ancora emozionarsi e piangere tutte le volte che scopre un’ingiustizia o si imbatte in una sofferenza.
Donna che, seppur sfiancata dai soprusi, dalla schiavitù, dalle torture, continua a combattere contro chi vuole schiacciarla e calpestarla.
Donna che sempre e comunque sa essere fonte di vita e alla vita sa guardare in un solo modo: con gli occhi dell’Amore.

A tutte le donne e a tutti gli uomini che combattono per una vita migliore. Auguri a tutte e a tutti noi.

8 MARZO 2010 - FESTA DELLA DONNA

L’Acquisto (online?)

18 domenica Dic 2016

Posted by ili6 in Articoli, costume e società, Natale, Senza categoria

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acquisti online, auguri, blog, commessi, convenienza, crisi occupazionale, e-commerce, lavoro, Natale, negozianti, scaldamani, web

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Volendo acquistare uno scaldamani per mia madre e non avendo chiare idee dell’oggetto, delle caratteristiche, delle marche  dei modelli  e dei costi, ho fatto un ampio giro sul web. In meno di venti minuti degli scaldamani elettrici sapevo tutto e di più. Premesso che online sino ad oggi ho acquistato solo alcuni ebook  e che in famiglia ho un fan sfegatato per gli acquisti in rete, un nipote che, tanto per fare un esempio pratico,  va a provare le scarpe nel negozio, fotografa i codici e poi si affida all’e-commerce con un buon risparmio e che  le volte che compro qualcosa in un negozio mi dice che ho sbagliato, che devo aggiornarmi, che avrei risparmiato tanti soldini, ecc.. ecc…, prendo improvvisa decisione di acquistare lo scaldino on line. Il costo è così basso che si può rischiare la fregatura e poi ci deve pur essere una prima volta, giusto? Scelgo un famoso negozio che c’è dalle mie parti e che vende i prodotti anche in rete con un certo risparmio, clicco sul modello e avvio  la procedura di acquisto. Terminata, mi appare un cortese messaggio che mi avverte che la tessera prepagata che vorrei utilizzare non può supportare la vendita  e, in effetti, mi sovviene di non aver ricaricato quella tessera da mesi e mesi. Che virtuale figuraccia! Al nipote non lo dirò mai! Di usare la carta di credito ufficiale non se ne parla, quindi annullo tutto e mi riprometto di passare l’indomani in banca per la ricarica. Puntualmente, però, lo dimentico, i giorni passano e scordo anche lo scaldamani.

Una  settimana  dopo mi ritrovo nel negozio per altre cose e ricordo dello scaldino. Aiutata da un gentile commesso, decido di prenderlo  anche se lo pagherò  qualcosa in più rispetto alla vetrina online dello stesso negozio.

-Se lo avessi preso sul web avrei risparmiato 4 euro.

-Vero, signora, per poco sarà così, ma dal prossimo anno, per fortuna, non ci sarà più differenza tra gli acquisti sul web e quelli nel negozio.

-Oh, peccato, ora che mi stavo decidendo…mio nipote si dispiacerà. In effetti  4 euro su 20 non sono poca cosa…

-Lo so, ma questa sarà la nuova tendenza dei grandi negozi. Sa a cosa servono quei 4 euro che lei sta spendendo in più? Al mio stipendio. Ne sia contenta, sta contribuendo a mantenere un posto di lavoro che è sempre più traballante.

-Capisco, ma…il 20%…sì,  penso sia giusto così, almeno per le piccole spese…

Saluto il commesso e vado a fare la fila alla cassa. Due minuti dopo mi sento chiamare e accanto al commesso c’è una donna minuta, molto carina e un bambino riccioluto che le somiglia tantissimo:

-Scusi, signora, è appena arrivata mia moglie con mio figlio. Glieli volevo presentare. Anche loro ringraziano per l’acquisto. Buon Natale.

Ci scambiamo una stretta di mani, due parole di cortesia, gli auguri e esco dal negozio contenta per l’ acquisto e per gli euro non risparmiati per una giusta causa.

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SERENO E GIOIOSO NATALE, amiche e amici di blog ❤

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