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Marirò

~ "L'esistenza è uno spazio che ci hanno regalato e che dobbiamo riempire di senso, sempre e comunque"

Marirò

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Cocoon

18 venerdì Lug 2014

Posted by ili6 in Arte, I miei racconti, Intrattenimento, Senza categoria

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Alfio Presotto, cocoon, estetica, ma fatemi il piacere!!, mare, racconti sotto l'ombrellone

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Bagnante  – Dipinto di Alfio Presotto

Valeria fu accompagnata in una piccola stanza  con candele accese e odori di sandalo. Le luci erano basse e questo le piacque. In un angolo della stanza c’era un lettino con sopra un materasso di plastica trasparente, stretto, illuminato d’arancione  e pieno d’acqua. Il letto era di legno, altissimo, e il materasso era a righe verticali, gonfio e teso, quasi una palla ovale. L’altezza del tutto era esagerata anche per Valeria che era abbastanza alta.

-Riesce ad arrampicarsi o prendo la scaletta?

-La scaletta, grazie.

-Tolga l’accappatoio e si sdrai sulla schiena.  Entri di sedere. Torno tra pochi minuti.

Valeria tolse l’accappatoio,  salì i tre gradini della scaletta e rimase a guardare quel materasso.  “Si spacca, ‘sto coso si spacca!” Fece una leggera pressione con un ginocchio e vide l’acqua ondeggiare all’interno. Il materasso era riscaldato e scivoloso. Si inginocchiò sulla prima delle tre strisce verticali e il letto ondeggiò:  “Ohhh , e ora che faccio?” Con molta cautela portò avanti le mani per tentare di andare carponi su quell’ovale e posizionarsi al centro. Poi si sarebbe girata.  Il materasso tremolava pericolosamente da tutte le parti :  “Cado, cado, sto per cadere, c****!”

-Serve aiuto?

-No!

-Stia tranquilla, è tarato per 150 chili e lei peserà meno della metà. Metto le pietre nel forno e torno subito.  Si giri e si stenda.

“Stenderei  volentieri  te e la cognata,  qui e altrove!”

Valeria rimase lì, nuda e carponi al centro di un materasso di plastica  gonfio d’acqua. Preda di  vertigini, non riuscì più a muovere un muscolo e un violento riso si impossessò di lei. Ad un certo punto avvertì un braccio che avvinghiò il suo sedere, un altro che circondò pancia e fianchi e poi vide la stanza roteare. Chiuse gli occhi e pregò. 

Shakerrr!

Quando li riaprì vide due occhi che la scrutavano severa:

-Le avevo detto di entrare di sedere, non di ginocchia! Di sedere, di cu.lo! Lo comprende l’italiano?!

– Che è successo? Mi ha rigirata lei?

-E chi altrimenti?

-Urka!

-Ora si rilassi che idrato il suo corpo. Poi dovrà mettersi a pancia in giù e l’aiuterò io, altrimenti faremo notte!

A quelle parole Valeria non riuscì a pensare a null’altro e nemmeno ad avvertire le mani dell’estetista sul suo corpo che spalmavano chissachè. Semiterrorizzata dalla shakerata che le avrebbe ancora potuto dare, disse alla tizia che si sarebbe girata da sola. E come per tutte quelle cose  che accadono nella vita quando decidi che è il momento di farle accadere, Valeria si girò su quel materasso con una velocità e una grazia incredibili: una farfalla, ecco cos’era diventata in quel momento, una farfalla leggera, capace di fare piroette dentro una stretta striscia di gomma.

Fu così che pian piano iniziò a rilassarsi, a sentire la soave musica che si diffondeva nella stanza, , il suono e il dondolio dell’acqua che la cullavano, a percepire gli odori dell’olio che la sua pelle accettava con benevolenza, ad avvertire il calore dei sassi che le venivano poggiati sulla schiena,  a seguire il percorso di due mani che massaggiavano il suo corpo.

Tornò bruscamente in sé quando la signora le disse che il trattamento stava per finire e che le avrebbe regalato un extra. Valeria impallidì quando vide che l’estetista prese da una cassetta chiusa a chiave una minuscola boccettina:

-Cos’è??

-Un unguento speciale che le darà un immediato vigore.  Basteranno poche gocce.

– Cosa contiene??

– Non sono autorizzata a dirlo, ma si fidi.

Sentì alcune gocce cadere sulla sua schiena e una specie di sabbiolina le venne spalmata addosso.

-Bene, abbiamo finito. Le è piaciuto il trattamento?

-Stupendo!

Rimasta  sola, si mise lentamente a sedere e poi scese da quel  materasso. Si asciugò  bene con un rotolo di carta  e si rivestì. Staccò poi una delle tante farfalle che erano attaccate ad una tenda di bambù con del fil di ferro. Osservò con attenzione quel filo rigido. Poi guardò il materasso…

 Uscì dalla stanza e attraversò il giardino.  L’estetista l’aspettava con una  fumante tisana. Valeria si ravvivò i capelli e rifiutò la bevanda.  Prima di andar via prenotò otto sedute di Cocoon e lasciò in garanzia il cellulare della cognata.  Salì in auto, prese dalla tasca dei pantaloni la farfallina di plastica e arrotolò il fil di ferro ad un bottone della camicia, come fosse una spilla.

“80 euro…si massaggi! Entri di sedere, di cu.lo!! Lo comprende l’italiano?! Shakerrr!”

Si guardò allo specchietto  retrovisore e sorrise ai suoi occhi che lampeggiavano. Mise in moto e si avviò verso il mare. Aveva urgente  bisogno di immergersi nel suo cocoon e di fare una vigorosa nuotata per rappacificarsi con il mondo.

Cocoon

15 martedì Lug 2014

Posted by ili6 in Arte, I miei racconti, Intrattenimento, Senza categoria

≈ 36 commenti

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Alfio Presotto, cocoon, estetica, ma fatemi il piacere!!, racconti sotto l'ombrellone

1 di 2

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Allegoria 2 – Dipinto di Alfio Presotto – 1956

Valeria aveva  ricevuto in regalo  un  trattamento estetico, un total body emotional cocoon che sconosceva che fosse. Le piaceva prendersi cura di sé  e capitava che, disponibilità finanziarie permettendo, si recasse in qualche centro estetico. Non amava che manipolassero il suo corpo, ma se avvertiva professionalità e giusto distacco, riusciva a rilassarsi e a trarne beneficio anche  mentale.

Così una mattina decise di  usufruire di quel regalo della cognatina . Trovare “Farfalle bianche” fu un’impresa. Che razza di nome per un salone di estetica! Dovette ricorrere al navigatore per scovarlo e alla fine si trovò davanti a una piccola porticina coi vetri smerigliati e per insegna una semplice  farfallina. Fu accolta da una  signora in una stanzetta con vari espositori di prodotti estetici.

-Ha ricevuto un bel regalo, complimenti. Vedrà che le piacerà. Ma un solo trattamento serve  a rilassare e a far bella la pelle, per i veri benefici rinvigorenti, detossinanti, modellanti , ringiovanenti,  occorrono otto-dieci  sedute. Se deciderà di continuare il cocoon  applicheremo uno  sconticino.

-Non so di che si tratta, non so se mi piacerà, non so quanto costa.

– 80 euro a seduta. Ecco perché le dicevo che ha ricevuto un bel regalo. Venga, iniziamo.

“Cazzarola, 80 euro a trattamento! Ma cognatina, quel maglioncino di Coccinelle visto insieme alla Rinascente, no, eh?”

 Attraversarono una vetrata e una stanza  adibita a sala parrucchiere e trucco  e arrivarono in un giardino con cascatelle d’acqua da tutte le parti, piante semiesotiche, divani, tavolinetti da the e chaise longue. Stile sicul-afro-amazzonico, tutto era  bianco, marrone e arancio con farfalle finte ovunque: decisamente  kitsch.

 – E’ la zona relax del prima e del dopo. Le piace?

-Carino. Occorre rilassarsi prima?

-Certo, rilassarsi e ben predisporsi. Questo è soprattutto un centro benessere. Vedrà. Ecco l’estetista che si prenderà cura di lei.

Una  robusta signora dai tratti quasi orientali, alta, capelli annodati a chignon e camice bianco le  venne incontro con teiera e tazze tipo cocco.

-Un the per iniziare, prego.

Finito il rito del the, Valeria fu invitata ad accomodarsi nella sala Cocoon. Una grande scatola di legno  scuro e lucido stava al centro della stanza.

-Si spogli, indossi il perizoma e si distenda sul letto.

-Quale letto?

-Questa cassa di legno. Torno tra 5 minuti esatti.

Valeria tolse  gli abiti ,indossò  l’inutile perizoma di carta e cercò di arrampicarsi su quella scatola. Era abbastanza alta, come tutti i lettini da massaggio e dopo qualche tentativo riuscì a stendersi sul legno. L’estetista le disse che avrebbe spalmato sul corpo  un fango  e poi avrebbe azionato il calore per far agire meglio il prodotto.

Ben presto divenne tutta color can che fugge e su di lei fu calata una specie di tenda canadese, ben incernierata ai lati. La tenda era trasparente e la testa  di Valeria restava fuori, adagiata su un morbido cuscino.

-Questa macchina arriva a 48 gradi, quando non sopporterà più il calore, lo dica che la spegnerò. Nel frattempo le faccio un massaggio al viso . Lei aiuti il fango a penetrare e si massaggi.

-Mi massaggio?

-Si, si massaggi dove e come vuole.

Non che fosse semplice massaggiarsi, accarezzarsi, strofinarsi con quella donna che guardava e controllava. Avrebbe dovuto farlo lei, almeno questo pensava Valeria, ma l’estetista si limitava a pizzicare il suo viso e a dirle in continuazione che doveva massaggiarsi  qua e là e senza smettere. Intanto il calore aumentava e faceva sciogliere il fango. Valeria era così concentrata a spalare fango dalle sue cosce, dai seni, dall’addome che non riusciva nemmeno a sentire la musica che si diffondeva nella stanza. Se le sue mani si fermavano, l’estetista la richiamava sul da farsi.

“Mi sto arrostendo, cognatina! Mi hai messa su una bella graticola! E questa qui comanda a bacchetta!!”

-Tanto caldo, signora.

-Sopporti  finchè può, fa solo bene.

-Ma capillari, vene, a che gradi siamo arrivati?

-25 gradi. Si massaggi anche coi piedi.

-Che???

-Un piede  sull’altra gamba e continui con le mani. Fa più effetto.

“Ma questa è scema?!?”

Pensando agli 80 euro, Valeria prese a muovere mani e piedi, prima lentamente, poi in modo sempre più vigoroso. Decise poi di stare al gioco e muovere tutto il corpo, glutei e schiena compresi, per  strofinarsi contro il legno.

“Ora ti faccio vedere che so fare, cara estetista degli 80 euro!”

 Più che un automassaggio sembrò il ballo della tarantola da terra e da deficiente al cubo! Le venne da ridere , ma non si arrese.  La temperatura aumentava sempre più e quando la macchina arrivò a 32 gradi ne chiese l’arresto. Stava per sollevarsi pensando di dover fare una doccia, ma l’estetista la bloccò.

-La doccia la farà sdraiata!

-Questa è un’esperienza che mi manca!

L’estetista aprì una delle cerniere  poste sulla cupola della tenda e infilò il telefono di una doccia. Poi aprì il rubinetto e Valeria fu colpita da una leggera  cascata d’acqua tiepida.

-Oh, che bello stare nudi sotto la pioggia!-, disse Valeria per non pensare al solletico che l’acqua le provocava.

L’estetista la fece girare un paio di volte, impresa non facile perché il legno era diventato molto scivoloso e poi l’avvertì che avrebbe aumentato il getto d’acqua. Valeria si impensierì…

Potenti getti d’acqua tiepida, calda, fredda colpirono ogni tratto della sua pelle, provocandole sensazioni strane, dal solletico al pizzicore, dalla piacevolezza al fastidio.

-Apra le braccia, le gambe, sollevi le ginocchia, allarghi le dita dei piedi, si massaggi, si giri!

Comandi imperiosi e continui per eliminare ogni traccia di fango. Alla fine l’estetista chiuse l’acqua, tolse la tenda trasparente e disse a Valeria che poteva alzarsi e indossare un accappatoio. Quei cinque minuti di getti d’acqua  l’avevano tramortita, tanto da non riuscire quasi a scendere da quella tavola. La signora l’aiutò e poi annunciò che sarebbero andate sul materasso ad acqua per il massaggio emozionale.

-Ah, e questo cos’ è stato?

-Quello sarà meglio, vedrà.  

“Vedrò, cognatina, vedrò…”

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