• Cookie Law
  • Info

Marirò

~ "L'esistenza è uno spazio che ci hanno regalato e che dobbiamo riempire di senso, sempre e comunque"

Marirò

Archivi tag: accoglienza

Bau e Gio

10 sabato Dic 2016

Posted by ili6 in Articoli, I miei racconti, Senza categoria

≈ 38 commenti

Tag

accettazione del diverso da sè, accoglienza, amicizia, convivenza, diffidenza, dominio, famiglia, felini, Gabriella55, gelosia, il piacere di scrivere, paura, punto di vista, Racconto di Natale

(Seconda e ultima parte)

Disegni di Gabriella

img481

Gio, nato nel cortile di Bau insieme a sei altri fratelli, per una crudelissima legge di natura  fu destinato alla morte. La madre non riusciva ad allattare tutti i suoi cuccioli e dovette sceglierne uno per l’eliminazione.  Toccò a Gio che fu rifiutato sin da subito. I fratelli gli cedevano il posto tra le mammelle della mamma solo in rarissime occasioni di sazietà: per lui solo qualche goccia di avanzo e nulla più. Resistette oltre le previsioni, lottando e cercando di farsi spazio tra i vivi. Non riusciva a camminare, a stare in piedi, a mettere  il pelo, a miagolare, a crescere. Stava fermo in un angolino a lamentarsi e ad aspettare un miracolo. Il miracolo arrivò con il Principe che volle provare a forzare il suo destino e, munito di biberon, si prese cura di lui. Gio acquistò forza e speranza, iniziò a camminare e a miagolare e conquistò il Principe, suscitando la gelosia dei fratelli e di Bau che, turbato e ringhioso, gli gironzola sempre attorno. Durante il  pranzetto il Principe sta attento che nessuno, nemmeno Bau, si avvicini alla ciotola di Gio e solo dopo, quando  è sazio , permette agli altri di assaggiare gli avanzi. Il problema per Gio non sono i suoi fratelli che, ormai grandicelli, fanno tante passeggiate lontane e lo lasciano spesso solo e tranquillo, il problema è quel quadrupede nero che lo rifiuta, lo tormenta tutte le volte che c’è il pranzo e che teme la sua presenza:

-“ Perché ce l’hai così tanto con me? Che fastidio ti sto dando? Hai assistito alla mia nascita, hai visto coi tuoi occhi la fatica che ho dovuto fare per sopravvivere, rifiutato persino da mia madre! Credi sia stato facile per me accettare di essere un aborto della natura? Che ne sai tu della sopravvivenza, della fame, del rifiuto? Tu, col tuo pelo lucido e profumato; tu ,col tuo corpo grasso e sazio; tu, coccolato e amato; tu, con cuccette morbide e calde; tu con tutti gli spazi a tua disposizione! Che ne sai dell’abbandono e della solitudine, del terrore e della paura, dei morsi della fame e degli occhi che non riuscivo a tenere aperti per la malattia? Mi disprezzi perché sono diverso da te, perché sono rimasto piccolo e rachitico, perché non so arrampicarmi sui muri, solo ora ho imparato a raggiungere un piccolo rifugio sull’albero di limone. Mi sopporti malamente perché prendo un attimo di attenzione dal tuo Principe, che ora è anche il MIO, e fai di tutto per rubarmi il cibo anche se non ti piace, geloso come sei! Lo so che quando il Principe viene a prenderti per la passeggiatina poi ti porta nella casa di sopra e lì tu hai cibo e calore a sazietà. Da quaggiù sento i vostri giochi, le coccole che ti fa Principessa, il tuo ronfare tranquillo in chissà che eleganti cuccette e solo Dio sa quanto vorrei seguirvi di sopra e trascorrere la serata con voi! Ma non oso farlo, il mio posticino è qui e tu, invece di stare sereno con me, magari di giocare un pochino insieme, in quelle poche ore del mattino fai tutto l’altezzoso, non mi degni di uno sguardo e persino ti arrabbi se mangio qualcosina! Hai meritato quella botta del Principe sul sedere  quando hai cercato di rubarmi i croccantini! Hai persino tentato di morderlo e io ho soffiato contro te con tutta la mia forza perché sei un ingrato! Guarda che ce la faccio a uscire le unghie, non costringermi, stai  calmo  che non ti sto rubando nulla, sto solo cercando di vivere anche io e se vorrai, potremo farlo insieme, magari sarà divertente. Il Principe e la Principessa possono pensare a  tutti e due  quindi piantala di fare lo sciocco e andiamo avanti che in questo cortile c’è  spazio per entrambi. Miagolerò di meno per non disturbare il tuo riposo mattutino se la smetterai di rifiutarmi e di aver paura di me. Dall’alto del tuo Bau, hai paura di un piccolo Gio, temi che ti rubi i tuoi padroni e il loro affetto. Io non voglio rubare nulla, solo condividere un pochetto e poi,  come te, come tutti, ho bisogno  di attenzioni  per vivere.”

In questi giorni che precedono il Natale sta accadendo un fatto strano che sta disorientando Bau: per il pranzo di Gio nel cortile arriva anche Principessa: Principe dà da mangiare a Gio e Principessa nel frattempo  fa a Bau tante coccole. L’indomani è l’esatto contrario. E’ una specie di gioco che Bau non comprende bene, ma inizia a piacergli. Gio pare disponibile, è tranquillo e lascia fare: il cibo per lui è la cosa più importante, forse la sua fame non scherza davvero e poi  Bau ama mangiare al piano sopra e in fondo può aspettare. Bau non sa ancora scegliere tra il dominio del cibo, dei padroni e del territorio e le coccole alternate dei due che prima, a quell’ora del mattino, non c’erano e ora gli piacciono alquanto. Sarà stata la presenza di Gio nel cortile a portare questo inaspettato regalo mattutino? E’ forse un regalo di Natale? Bau è un po’ confuso, osserva  meglio Gio e si accorge che il suo pelo è diventato bello folto e lucido e che non puzza come prima. Comunque, adesso Bau è un po’ stanco e infreddolito e decide di riposarsi nella sua ex cesta e va ad acciambellarsi vicino alla sua ex copertina. Gio si avvicina cauto, entra dentro la cesta e si stiracchia accanto a Bau che drizza subito le orecchie. Ma Bau decide che a Gio penserà dopo, ora è meglio dormire un pochino, però con un occhio sempre aperto alle situazioni curiose, forse anche buone, che gli sta regalando la sua prima vecchiaia.  

img494

Robert Capa: “La verità è l’immagine migliore, la migliore propaganda.”

12 sabato Set 2015

Posted by ili6 in Articoli, costume e società, Fotografia, Notizie e politica

≈ 53 commenti

Tag

accoglienza, bianco e nero, dolore, emozione, fame, fotografia, guerra, migranti, miseria, mostra fotografica, Robert Capa, Seconda Guerra Mondiale, Sicilia, soldati, Troina, Ungheria

Banner-mostra-Robert-Capa

Sono stata a visitare la mostra dedicata al grande fotoreporter di guerra Robert Capa, che racconta gli anni della seconda guerra mondiale in Italia. Le circa ottanta foto esposte nella bella location della Torre Capitania di Troina (EN), un paesino arroccato sui Nebrodi, sono straordinarie e colpiscono per la maestria tecnica del  fotografo più famoso del secolo scorso, per  la nitidezza, i chiaroscuri, le mille sfumature del bianco e nero, ma soprattutto scatenano una forte emozione  per la scelta dei soggetti,  per  la spontaneità, la delicatezza e la cruda realtà  delle inquadrature che catturano il “ momento decisivo” capace di raccontare, senza bisogno di parole, le atrocità della guerra.

 Robert Capa – Sperlinga 1943

capa 2                           capa 1943

Robert Capa – Troina 1943

Molte delle foto esposte sono “tornate a casa”, nei luoghi, cioè,  dove Capa le scattò, a Troina e dintorni, e questo crea nei siciliani accorsi a visitare la mostra, un’emozione in più.

Robert Capa . Troina 1943

fcapa2ok

capa_robert1_magnumphotos-400x300

Robert Capa – Agrigento 1983

Le foto di Capa testimoniano quanto banale e a volte noiosa fosse la guerra, ma anche drammatica, fatta da uomini che a volte non sapevano neanche perché erano lì, ad uccidere per non essere uccisi.  Nei suoi fotogrammi c’è la gente comune,  ci sono i volti di giovanissimi soldati americani e tedeschi  stanchi e impauriti,  i luoghi  ridotti in macerie,  ci sono affamati e assetati,  morti e feriti,  sale ospedaliere improvvisate nelle chiese,  madri che urlano  il dolore per i figli morti,  sguardi di bimbi disorientati. Soldati e civili vittime di una stessa  strage. L’obiettivo di Robert Capa tratta tutti con la stessa equità, fermando la paura, l’attesa, la solitudine, la fame, il riposo, la solidarietà, la speranza.

516

Robert Capa – Benvenuto agli Americani a Monreale -23 Luglio 1943

Robert  Capa, che  fu tra i primi a capire l’importanza del mezzo fotografico come arma di denuncia e di testimonianza, era ungherese e, se fosse vissuto oggi, non avrebbe avuto bisogno di spostarsi per il mondo  per raccontare di guerra. Avrebbe potuto documentare la guerra che si sta svolgendo nel suo Paese , una guerra al momento senza bombe, ma con lo stesso bagaglio di disorientamento, disperazione, paura, attesa e speranza.

Ungheria 2015

Lesodo-biblico-di-migranti-a-piedi-attraverso-lUngheria1-640x600

migranti.jpg_1064807657

C_4_video_2068195_upiThumbnail

224948085-1be13b7c-87be-4ad3-bfec-5905cd31e0ef

“Un inferno che gli uomini si sono fabbricati da soli.” Robert Capa

OXI : un NO che sogna un SI

09 giovedì Lug 2015

Posted by ili6 in Articoli, costume e società, Politica

≈ 45 commenti

Tag

accoglienza, auguri, economia, Euro, Europa, Grecia, Grexit, Italia, Lira, lobby, OXI, sogno, timori, UE

euroescepticismo

Foto web

Fossi stata una cittadina greca avrei votato NO al referendum di pochi giorni fa. Avrei votato NO pur sapendo che era inutile, pur sapendo di sbagliare. Avrei scritto un grande OXI di pancia, di petto  e di cuore, di pelle e di rabbia, un NO equivalente a un potente e disperato urlo, a un doloroso pugno sul tavolo, allo strappo feroce di un telo prezioso per esprimere il mio dissenso contro un’Europa Unita  che ha infranto il mio sogno, quello di essere una serena, libera e fiera cittadina europea.

Invece la UE è oggi il contrario del mio sogno! NO, quindi,  all’euroburocrazia, NO alla geopolitica, NO alla famelicità delle banche e delle finanze che stanno governando l’Europa e il mondo, NO alla politica becera, fredda e austera dei pochi che comandano e che sono burattini nelle mani delle grandi lobby massoniche e non del globo. NO, ancora,  all’umiliazione, all’asservimento, alla paura, allo spread e alle borse che segnano le mie giornate, ai conflitti tra le grandi potenze.  NO alla miseria, alla fame, alla disoccupazione. NO al buio cui siamo costretti da oltre un decennio!

Ricordo ancora quel mattino del 1° gennaio 2002 quando, dal giornalaio, mi liberai di tutte le monetine in Lire che mi erano rimaste nel portafoglio e respirai aria nuova, frizzante, profumata: ero cittadina europea, senza più cambi o passaporti, senza dogane o muri. Appartenevo adesso a una grande famiglia, quella del glorioso Vecchio Continente e ne ero contenta: ci saremmo aiutati, avremmo superato insieme le difficoltà e condiviso i successi, crescendo ancora e ancora. Invece siamo qui che ci scanniamo a vicenda come lupi famelici e l’unica cosa che ci lega  è l’interesse economico! Questa non è unione, quella vera, quella del sogno, questa è spietata guerra di supremazia in ogni versante.

“NO, NO, NO, tu sei il fratello povero, produci niente, poco e male, sperperi, tornami i soldi con gli interessi, risparmia, mettiti a dieta, risparmia, chiudi le fabbriche, risparmia, immiserisci le scuole, gli ospedali, la sicurezza: non sei degno di me!”

Un sogno che diviene  incubo.

Fossi stata cittadina greca, ripeto,  avrei votato NO, avrei sventolato la bandiera nazionale e avrei anche ballato e cantato in piazza, sapendo, però,  che la mia gioia sarebbe durata il tempo di una notte, il tempo di un sogno. Un sogno forse sbagliato. Ma i sogni non sono mai sbagliati! Ho sbagliato io a crederci? NO!!!:  hanno sbagliato  altri a non volerlo rendere possibile. Il sogno oggi è offuscato, forse non c’è, non più, non per adesso e non essendoci il mio NO diventa un inutile sbaglio, un inutile urlo. Perché io cittadina greca, ma forse anche italiana, da sola e al punto in cui mi trovo, so di non potercela fare. Non potrei farcela ad estinguere un debito che è divenuto gigantesco per una pessima politica interna ed estera e so bene che i debiti occorre restituirli, almeno in qualche maniera. So anche che se questo debito venisse fortemente ridotto, non potrei restituirlo ugualmente in un vicino futuro e sono persino consapevole del fatto che, anche  se questo debito venisse cancellato, annullato, faticherei comunque ad andare avanti perché il mio Stato non si è allineato ai ritmi del mondo che conta e che produce: di solo turismo e agricoltura non si vive e non si cresce. Amaro ammetterlo, ma è così.

Se fossi una cittadina greca cosa potrei, quindi,  ancora sognare dentro il tunnel buio dove ora mi trovo? Non lo so. Forse in un’accoglienza solidale e magnanima degli Stati Europei Uniti. Dovrei sognare un SI da coloro a cui  ho appena  sferrato un disperato NO. O forse potrei sognare una nuova consapevolezza e nuovi itinerari di un’ Europa che vuole iniziare ad essere davvero Unita. Un’ Europa che saprà comprendere, ascoltare e accogliere il mio NO. Un sogno…ancora un sogno!

Auguri sinceri, popolo greco. Auguri a noi cittadini europei “uniti”. La strada è in salita e il sogno lontano. Ma nessun sogno nasce mai sbagliato; può, però,  diventarlo strada facendo e per mano di pochi “eletti”.

Noi: gli italiani e gli altri.

19 venerdì Giu 2015

Posted by ili6 in articolo, costume e società, Politica

≈ 60 commenti

Tag

accoglienza, badanti, cinesi, declino, demografia, italiani, migranti, Paolo Andreozzi, razzismo, scandali italici, stranieri

Italia_immigrati-e1337031183742 (1)

Foto presa qui

Ci voleva un’ ondata migratoria di proporzioni enormi per svegliare il dormiente uomo italico! Già, perché noi Italiani dormiamo da un bel pezzo e ora che ci sentiamo “invasi”, reagiamo in modo scomposto, oscillando fra un’accoglienza umanitaria e una serie di dichiarazioni di fermezza che poi vengono regolarmente disattese. Ci volevano  Milano e la sua Expo, Roma e la sua stazione ferroviaria per farci esclamare :Oh, povera Italia! Lampedusa non è bastata.

Non ci siamo posti il problema della povera Italia quando gli esperti  iniziarono a dire del decremento delle nascite: alla fine degli anni ’60 nascevano in Italia quasi un milione di bambini all’anno, ma oggi il numero si è ridotto a meno della metà ed è quasi uguale a quello dei morti. Siamo molto vicini alla crescita zero. I demografi continuarono col dire che intere zone dell’Italia meridionale si stavano spopolando per via delle migrazioni (toh, anche noi con le valigie sempre pronte…), ma questo interessò poco. Ci dissero della fuga all’estero della parte migliore degli italiani, le giovani menti, i professionisti, i ricercatori e del conseguente impoverimento intellettuale e dell’ invecchiamento della popolazione. Le cause di questo inizio del declino furono svariate e  legate  alle condizioni socioeconomiche della popolazione, ma anche a quella natura insita nell’essere umano  di ogni luogo e tempo di  spostarsi  dai luoghi di origine per andare alla ricerca di nuovi territori, per migliorarsi. Le cause furono individuate, ma i rimedi non si pensò nemmeno di tentarli. Anzi, mettemmo in moto altri meccanismi che indussero, ad esempio,  le grandi fabbriche, i grandi marchi del Made in Italy a fuggire dall’amata Patria per poter respirare in terra straniera dal soffocamento della burocrazia e delle tasse.

Alla Patria, però, serviva forza lavoro  e quando la richiesta di manodopera delle regioni del Nord non trovò più risposta nei giovani disoccupati del Sud dell’Italia, che iniziarono a preferire l’estero ad un ambiente italico che  offriva loro solo il lavoro senza quelle strutture logistiche che sono indispensabili per un inserimento completo nel tessuto socio culturale, ecco che ci si aprì alla manodopera straniera.  Da un punto di vista economico questo creò  un beneficio al nostro  Paese;  gli stranieri si adattano a ricoprire posti di lavoro che in genere gli abitanti del luogo rifiutano perché poco graditi o sottopagati. Noi italiani , ad esempio, pur  con  la disoccupazione elevata che abbiamo,  ci siamo attorniati ben presto e  volentieri di badanti polacchi, russi, rumeni , perché noi non siamo disposti a lavare i sederi dei nostri vecchi. Non amiamo lavorare nei campi alla raccolta dei pomodori o nelle stalle ad accudire gli animali: paghiamo (finchè potremo) lo straniero che lo fa senza lamentarsi.   L’arrivo di decine e centinaia di migliaia di persone che vennero ad inserirsi fra i residenti, rompendo in molti casi equilibri già ben consolidati, diede intanto  un certo incremento demografico dovuto non solo alla presenza dei nuovi arrivati, ma anche dall’alto indice di natività che li caratterizza. La forte immigrazione ha  inciso, tanto per dirne una,  anche sull’incremento della popolazione scolastica e sulla conseguente necessità di assumere nuovo personale insegnante (viva viva!)

Nel frattempo noi italiani ci siamo dedicati ad altro: alle furbizie, alle arrampicate personali, alle astuzie, all’ozio. Ci siamo dedicati, ad esempio, ad avvelenare intere zone d’Italia  pur di evitare di pagare il regolare smaltimento dei rifiuti tossici, ci siamo fatti invadere facilmente e silenziosamente dai cinesi, vendendogli  case, terreni, palazzi, intere zone di antico splendore. Abbiamo continuato a fregarcene del turismo e abbiamo permesso che si sgretolassero Pompei e  le autostrade e che non si realizzassero le grandi opere che potevano portare lavoro e lustro. Abbiamo lasciato fare alla criminalità organizzata. Abbiamo assistito all’indegno spettacolo politico, giuridico, bancario.  E tanto altro.

Ora che ci sentiamo assaliti e soffocati , non dall’immobilismo italico, non dalla corruzione , dalla scempiaggine, dalla disoccupazione, ma dallo straniero, ora gridiamo allo scandalo.

Non serve gridare, serve fare.  Serve svegliarsi, serve cambiare noi stessi, serve amarci di più e amare meglio questo nostro Stivale. Serve evolversi.

Serve, può servire,  anche accogliere:  la diversità culturale, se ben utilizzata, può essere un valido strumento di evoluzione. Da un punto di vista antropologico la variabilità è un vantaggio rispetto alla omogeneità e questo lo abbiamo studiato tutti nei libri di Storia delle scuole di ogni ordine e grado. Occorre, a livello italico, europeo e mondiale,  una seria politica per l’immigrazione che non sia altalenante fra permissivismo e limitazioni fondate su norme dis-umane. (A tal proposito, e al di là degli schieramenti politici,  mi è piaciuto tanto questo articolo di Paolo Andreozzi).

L’immigrazione incontrollata finirà per scatenare gravi tensioni sociali e allontanare o annullare  la maturazione di una cultura antirazzista e antixenofoba che, per fortuna, molti abbiamo conquistato e ancora possediamo.

Più appuntite di prima in nome della Libertà

09 venerdì Gen 2015

Posted by ili6 in Notizie e politica, Orrore, Politica, Senza categoria

≈ 20 commenti

Tag

11 settembre, accoglienza, assassini, Charlie Hebdo, distacco, integrazione, libertà, Parigi, religioni, terrorismo

Chi uccide un uomo non lo fa per un ideale. Lo fa per uccidere un uomo e NON esiste NESSUN DIO, nessuna ENTITA’ SUPREMA che ti dice che in suo nome devi diventare un assassino. Non esistono martiri, esistono delinquenti, terroristi e assassini e se uccidi, sei tale e lo sei perchè lo hai voluto tu.

La mia LIBERTA’ non è solo di parola, è soprattutto di pensiero e di scelta : la scelta di NON essere come te. E non sono sola.

 

Disegni & Ritratti

lpiù appuntita di primaschizzo a matita

View original post

Informativa per i lettori

Nel rispetto del provvedimento emanato, in data 8 maggio 2014, dal garante per la protezione dei dati personali, si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime. Pertanto proseguendo con la navigazione si presta il consenso all' uso dei cookie. Per un maggiore approfondimento leggere la sezione Cookie Law nel menu, oppure leggere la Privacy Police di Automattic. leggi qui
luglio: 2022
L M M G V S D
 123
45678910
11121314151617
18192021222324
25262728293031
« Gen    

Commenti recenti

Laura su Quando lui non può entrare per…
Emilio su Quando lui non può entrare per…
quarchedundepegi su Quando lui non può entrare per…
vikibaum su Quando lui non può entrare per…
ili6 su Quando lui non può entrare per…

Articoli recenti

  • Quando lui non può entrare perchè potenzialmente guardone.
  • Buon Natale
  • E’ successo anche a voi, vero?
  • Per favore, un like…
  • “Non mi guarda nessuno!”

Classifica Articoli più cliccati

  • Aci e Galatea
  • La migliore offerta di Giuseppe Tornatore
  • Antigone e il primo stasimo.
  • La supplenza
  • Prendi...la felicità
  • Le feste in casa (2)
  • La gazzella

Archivi

Blogroll

  • Alessandra
  • Alicemate
  • Alidada
  • Annamaria T.
  • antoniodelsol
  • ariel ci sono
  • Arthur
  • Bruno
  • Caterina Rotondi
  • Diemme
  • donatella
  • Ecodelvento -Laura
  • EhiPenny
  • Elena
  • Emilio
  • Gabriella
  • Gas
  • Giusy mar…se sei indecisa…
  • Harielle
  • Keypax
  • La il@ Ilaria
  • Lady Nadia
  • Laurarosa
  • Lois
  • Lucetta
  • lucia baciocchi
  • Luisa Zambrotta
  • Mairi
  • Marghian
  • mariella
  • Mimma Luise
  • Mirna
  • Nives
  • Patrizia M.
  • Pennelli ribelli
  • Pif-Rebecca
  • Popof
  • Primula-Ma boheme
  • R.
  • roberta
  • Sentimental
  • Silvia
  • Tachimio – Isabella
  • Tads
  • Tatiana cucinaincontroluce
  • Topper
  • wwayne
  • zebachetti

Avviso di copyright

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non è aggiornato quotidianamente. I testi e molte foto di questo blog sono miei. Occasionalmente pubblico poesie, citazioni, opere artistiche, foto e immagini di altri autori, citando le fonti. Se non è possibile risalire alla fonte o all'autore, indico con la dicitura -dal web- I proprietari di materiale soggetto a copyright sono pregati di contattarmi per l'eventuale citazione della fonte o rimozione dello stesso.

Sto leggendo

Scriveregiocando 2015

Scriveregiocando 2014

Scriveregiocando2013

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Segui Siti che segui
    • Marirò
    • Segui assieme ad altri 619 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • Marirò
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...