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Marirò

~ "L'esistenza è uno spazio che ci hanno regalato e che dobbiamo riempire di senso, sempre e comunque"

Marirò

Archivi della categoria: pensieri

Festa di mezza estate

10 lunedì Ago 2015

Posted by ili6 in Articoli, pensieri, poesie, Politica, scuola

≈ 40 commenti

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estate, ferragosto, filastrocche, Gelmini, Gianni Rodari, la buona(?) scuola di Renzi, le lacrime di San Lorenzo, nuvole, passioni svanite, perseidi, scuola, scuola pubblica, superpotere ai presidi, tagli e tasse

10 agosto: notte magica per “le lacrime di San Lorenzo”.   Lacrime che, vuole la tradizione popolare, vaghino eternamente nei cieli, in ricordo di quelle versate dal Santo durante il supplizio, per ricadere sulla Terra solo nel giorno della sua morte.  E a quelle lacrime di dolore, meglio dire a quei frammenti di roccia e polveri cosmiche,  affidiamo i nostri desideri, i nostri sogni. 

Dovrei essere al mare per una visuale perfetta e romantica dello sciame meteorico delle Perseidi e  invece sono a casa, con relativo  inquinamento luminoso e nuvoloso. Dovrebbe esserci il cielo limpido, è pur sempre estate,  ma oggi tuoni e pioggia.

Pazienza, non tutte le estati, non tutte le settimane e le notti sono come li desideri. Va bene anche così: non si soffre il caldo torrido, si trovano i primi funghi nei boschi, si fanno comunque lunghi bagni, seppur a singhiozzo e col mare così caldo da sembrare fastidioso  brodo. E poi sono ancora in vacanza lavorativa e questo basta a farmi apprezzare ogni  cosa : famiglia, casa, amici,  letture, film, bici, relax, passeggiate, dormite.

Sino a pochi anni fa già a Ferragosto  fremevo per tornare a scuola, per riprendere il lavoro. Adesso, invece,… Ma non tutto resta uguale e devi mettere tanto di tuo per non perdere certi entusiasmi  della vita…solo che, ora più che mai, è davvero difficile impegnarmi per mantenere desto l’entusiasmo e la passione per il mio lavoro. Quello  fuori dall’aula.

Ho da poco iniziato l’ ultimo decennio lavorativo e al pensiero che stia per arrivare settembre….brrr… Mi sostiene solo l’idea degli alunni, di ognuno di loro, nessuno escluso. Per il resto, io, sempre attivissima e passionale in ogni versante della scuola, mi chiuderò nella mia aula e non vorrò sentire più nulla di istituzione scolastica fatta di dirigenza, progettualità, sindacati, leggine,  funzioni e commissioni varie, aggiornamenti, verifiche, etc…. La passione non c’è più. Cancellata, spazzata via dall’indifferenza, dai tagli e soprattutto da questi ultimi anni di mosse politiche e decreti legislativi atti ad uccidere la Scuola Pubblica. Quella libera, democratica, forte, valoriale. Quella che mi impegnava mattina, sera e notte per la ricerca, il miglioramento, la crescita, non solo degli alunni a me affidati, ma di tutto il resto. Le delusioni sono iniziate con il decreto Gelmini e il colpo di grazia me lo ha appena  dato il Premier attuale con i superpoteri donati ai Presidi.

Si penserà che questo mio sia un piagnisteo, tipo quelli che danno tanto fastidio al Premier.  Forse, ma sono sempre lieta di avere un Lavoro, dignitoso e a colori, anche se  certa  passione si sta oscurando, come il cielo di stasera.

Tuttavia siamo in un periodo di festa, la festa di mezza estate e così, a nome di quei miei Alunni, sempre più numerosi,  che in questa estate non hanno potuto spostarsi  da casa,  propongo la lettura di una filastrocca di un Autore da Loro tanto amato. Sono certa che per i Bambini l’Estate sia stata e continuerà ad essere bellissima :  fantasia e  creatività sanno fare  miracoli. Più delle Perseidi.

FERRAGOSTO

di Gianni Rodari

Filastrocca vola e va

dal bambino rimasto in città.

Chi va al mare ha vita serena

e fa i castelli con la rena,

chi va ai monti fa le scalate

e prende la doccia alle cascate.

E chi quattrini non ne ha?

Solo, solo resta in città:

si sdraia al sole sul marciapiede,

se non c’è un vigile che lo vede,

e i suoi battelli sottomarini

fanno vela nei tombini.

Quando divento Presidente

faccio un decreto a tutta la gente;

“Ordinanza numero uno:

in città non resta nessuno;

ordinanza che viene poi,

tutti al mare, paghiamo noi,

inoltre le Alpi e gli Appennini

sono donati a tutti i bambini.

Chi non rispetta il decretato

va in prigione difilato”.

20120131-184619

Buon proseguo d’Agosto a chi leggerà  🙂

Abraq ad habra

12 mercoledì Nov 2014

Posted by ili6 in amicizia, Arte, pensieri, Senza categoria

≈ 46 commenti

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Abraq ad habra, Erica Hopper, infierire, parlare a vanvera, partecipazione, piccole e inutili cattiverie, sofferenza, superficialità

La scena , alcune settimane fa,  è stata la seguente:

eravamo in tre nella piazza antistante la scuola, tre colleghe e si parlava di varie cose. Una delle due colleghe è anche una mia amica carissima che sta affrontando problemi di salute legati a un improvviso  cattivo funzionamento della tiroide che, tra l’altro, ha creato un eccessivo e repentino dimagrimento. Sciupata, demoralizzata, sfiancata dalle cure mediche, sembra invecchiata di colpo, ma resta la splendida persona che è sempre stata. 

Dall’angolo della piazza è spuntata una collega supplente che, vedendo dopo tempo la nostra amica così dimagrita e sciupata, ha esclamato a tutta voce:

-Ma stai facendo la cura della bottiglia? Madonna, non ti si può guardare! Che ti succede???

Ecco, io quella tipa  l’avrei pestata lì, direttamente sul posto!

Mi chiedo come si possa essere tanto superficiali, per non dire cattivi. La mia amica impallidì, afferrò il mio braccio e lo strinse forte e a voce bassa mi disse di non sopportare più quelle domande e chi mette in evidenza la sua sofferenza .

Non sono solita  fare esclamazioni similari quando incontro qualcuno e noto che è più grasso, più vecchio, più malandato, con più rughe o peggio  con chiari problemi di salute . Non esordisco mai dicendo “come sei sciupato!” oppure “vedo che hai messo su parecchi chili”, figuriamoci “ non ti si può guardare!”. Sono frasi che fanno male, schiaffi che dai a chi sta vivendo  un problema e vorrebbe solo che gli altri non se ne accorgessero. E’ un girare il coltello nella piaga.  E non concordo nemmeno sul discorso dell’istintiva partecipazione; non esiste che a una certa età non si sappia tenere a freno la lingua! Piuttosto temo che ci sia gente che quasi ci gode a sollevare un problema altrui,  traendo piacere nell’infierire.

Personalmente ho imparato, anche sulla mia pelle,  che  se si notano problemi di qualsiasi genere, persino per una tintura di capelli mal riuscita,  è tassativo non dire proprio nulla. Non è ipocrisia, non è falsità, non è indifferenza, è rispetto per un problema che un’altra persona può avere. Perché tutti ci teniamo ad apparire nella forma migliore e a non suscitare patemi e pietismi altrui. Anche quando stiamo male. Ci sarà poi tempo e modo, se e quando l’altro sarà pronto, per informarsi, parlare e partecipare .

Abraq ad habra. Dice bene il famoso detto aramaico: creo quello che dico. Nel bene e nel male.

e hopper

Dipinto di Erica Hopper

A costo ZERO

20 sabato Set 2014

Posted by ili6 in Articoli, costume e società, Notizie e politica, pensieri, Senza categoria

≈ 58 commenti

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contributi e servizi delle amministrazioni comunali, disoccupazione, illusione, imbarazzo, intrattenimento, lavorare gratis, lavoro, vergogna

gratis

Ci conosciamo da una vita noi due e mai abbiamo avuto questioni antipatiche da dirimere : coetanei, abbiamo dovuto abbandonare presto i divertenti  giochi per le strade del nostro quartiere e proseguire separati per le diverse salite della vita, non perdendoci del tutto di vista .

Ora sono  davanti a te per fare la “questua” e mi ascolti con garbo e con un certo interesse. Sai bene cosa io ti stia proponendo  a nome dell’associazione che in questo momento rappresento, lo sai perché da parecchi decenni  anche tu segui le nostre proposte, piccole gocce dignitose per mettere in luce,  valorizzare,  far scoprire,  far riflettere, arricchire, vivacizzare la vita di provincia. Sai anche che nelle nostre proposte ci sono sempre stati tanta serietà,  impegno e parecchio volontariato e  anche la cooperazione, vuoi economica  o di servizi, delle varie amministrazioni comunali che negli anni si sono succedute. Ora tu stai rappresentando, in qualità di assessore alla cultura, l’attuale amministrazione e la cosa non mi turba perché ti ho sempre considerata una semplice e  serena  persona.

 Con voce bassa, lenta, quasi soave se non per quel sottofondo di lamento che si avverte in ogni tuo respiro, mi parli della crisi, dei soldi che non ci sono più,  del patto di stabilità, del dispiacere che si prova a dire queste cose  a una persona che si conosce da tempo e che si rispetta anche per quello che ha dato e cerca di dare alla comunità insieme agli altri amici del sodalizio. Prevedevo questo discorso  quindi , non senza una buona punta di orgoglio, ti comunico che noi associati andremo avanti tassandoci come potremo perché  siamo fatti così e se crediamo in un percorso non lo abbandoniamo finchè non  arriviamo allo stremo.

Tanti complimenti, tante belle parole, ma quel lamento fastidioso che mi procura la tua voce non mi abbandona. Chissà perché.

Ti guardo e noto che sei elegante con quel completo grigio, adatto al ruolo che ora ricopri, e non per caso. Hai ben saputo, appena un anno fa,  sostenere la nuova sindacatura  cercando molti voti elettorali nelle parrocchie che ben conosci   e questi son “favori” che tornano e che “fanno bene” a chi li ricopre, anche per un sol breve periodo: soldi, conoscenze, occasioni, opportunità,  visibilità, impegno , certo, impegno, tanto da avere il mezzo esonero dall’impiego statale che da sempre hai , un pizzico di vanità che può non guastare.

La “questua” quindi si sposta  e ti chiedo aiuto per l’intrattenimento. Non ce la facciamo a pagare qualcuno che canti o che faccia un po’ di buona musica o che reciti qualcosa per allietare il pubblico e ti chiedo se  questo momento potrà essere offerto dall’amministrazione comunale. Chissà, forse avete dei contratti con persone, gruppi, associazioni … Ti illumini e dici che questo è fattibilissimo e che addirittura  potremo scegliere insieme il tipo di spettacolo: cabaret, musica jazz, balletto moderno, pianoforte, recitazione,…Hai a disposizione un variegato ventaglio di proposte e tutte a costo ZERO .

-A costo zero??

Mi guardi con un guizzo di onnipotenza negli occhi -Sì, tutti giovani talenti, o quasi, che sono pronti ad esibirsi gratuitamente per noi.

-Davvero??? E come mai?

– Sai, i tempi sono brutti e i ragazzi cercano visibilità e occasioni nella speranza  che, un favore  a noi oggi, uno domani e dopodomani e chissà…magari qualche altra volta  potremo offrire qualche contrattino…

Sempre più trionfante, esci dal cassetto un’agenda e me la mostri.  E’ zeppa di nomi, brevi curriculum e numeri di cellulari.

Elisabetta, 30 anni, diploma conservatorio, suonatrice di arpa – Domenico, 33 anni,  laurea in giurisprudenza, attore dialettale, animatore, chitarrista, presentatore, dj – Marta, Giovanni, Luca, 29 anni, diploma in  pianoforte – Giulia,28 anni,  chimico farmaceutico, ballerina aerobica, animatrice, stagista – Paolo, 35 anni, laureato in scienze politiche, luci, fonica, dj e qualsiasi altra maestranza – Carlotta, 36 anni……

Ti restituisco l’agenda e ti guardo negli occhi: – Ma non ti imbarazza  chiamare queste persone e  farle lavorare gratis e con l’illusione di un contratto di lavoro futuro che mai avverrà? Non Vi Vergognate? Questi giovani  hanno bisogno di LA.VO.RA.RE . e lavorare significa guadagnare dei soldi per vivere, per andare avanti, fosse anche  solo per andare una domenica a Taormina che solo di gasolio A/R ci vogliono 25 euro! Lo sai, vero?  Non posso credere che un’amministrazione non possa pagare miseri  50-  100- 200 euro a un paio di giovani per un’esibizione! In meno di un anno i tuoi due figli hanno  trovato lavoro, mi fa piacere, ma non dimenticare che un anno fa i loro nomi erano su quell’agenda!

Ora il tuo sguardo si fa duro come il mio:- Senti, ho una riunione, mi ha fatto piacere parlare con te. Questo posso offrirti,  chiamami se  vorrete approfittarne e  vi presenterò  qualcuno, altrimenti si farà a meno dello spettacolo.

Esci dalla stanza con un’aria un po’ ingobbita, esattamente come la mia.

I cassettini

24 sabato Mag 2014

Posted by ili6 in Arte, Articoli, pensieri, Senza categoria

≈ 57 commenti

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assenza, cassetti, ricordi, vita

E’ come se fossimo fatti di tanti  cassettini, vuoti e pieni, grandi e piccoli, pesanti e leggeri, alcuni segreti. Tutti preziosi e tenuti insieme da una corda che dà  forma alla nostra vita.

Ogni cassettino  contiene un  nome, un viso, una voce e le sue parole, un sentimento , i gesti, le esperienze, i sogni e le scelte, i sorrisi e le lacrime.

Quando un cassettino  si svuota, resta lì, fermo, con dentro tutto ciò che contiene. In quel cassetto  non c’è posto per altro: lì c’è l’assenza di chi lo ha occupato. Per sempre.

cassetti

Museum Boijmans Van Beuningen in Rotterdam

Cara maestra…

18 domenica Mag 2014

Posted by ili6 in Articoli, emozioni, io e loro, pensieri, scuola, Senza categoria

≈ 44 commenti

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alunni, bisogno, cara maestra..., comunicazione, genitori, innamoramenti infantili, insegnanti, lettere, Prove Invalsi, scuola primaria, sentimenti

invalsi

Foto web

La scorsa settimana a scuola siamo stati impegnati nelle prove INVALSI (tralascio volutamente ogni commento altrimenti andrei in fibrillazione nervosa) e nella trasmissione on line dei dati. Gli alunni (e gli insegnanti) hanno lavorato l’intero anno per affrontare al meglio le suddette prove nazionali . Per chi non sapesse, sono quiz di italiano e matematica a tempo atti a testare la preparazione degli alunni delle scuole statali italiane di ogni ordine e grado. Nella Scuola Primaria sono state interessate le classi seconde e quinte e ogni alunno ha ricevuto tre fascicoletti da leggere e compilare. L’ultima pagina dei fascicoli era bianca, utile per appunti e calcoli vari.

Gli alunni si sono mostrati attenti, un po’ preoccupati e hanno messo impegno per far bene. Noi insegnanti abbiamo cercato di infondere tranquillità e quando i bambini hanno chiesto chi avrebbe corretto le prove abbiamo risposto che lo avrebbero fatto delle maestre di Roma, tanto per soddisfare la loro curiosità (e in parte corrisponde a verità).

Mentre inviavamo i dati, nell’ultima pagina di uno dei fascicoli di un bimbo di 8 anni abbiamo trovato la seguente lettera:

Cara maestra di Roma,

sono S. e sono innamorato di C., una mia compagna di classe. Con la mamma non ne posso parlare perché dice che sono piccolo, con la mia maestra nemmeno perché dice sempre che dobbiamo studiare, ma io ne voglio parlare. Questo è il mio numero (segue un numero di cellulare) mi telefoni così ne parlo con te? Aspetto che mi chiami. Ciao (segue nome e cognome dell’alunno).

Appena letta quella paginetta  tra noi insegnanti c’è stato un attimo di ilarità, poi abbiamo iniziato a riflettere…

 

❤ ❤ ❤

Un GRAZIE di cuore

a Liù per avermi insignita del Premio “Book Nomination”,

a Gina e a Arthur per aver pensato a me per il ” Lovely Blog Award”.

Che dire? Grazie!!!

Per Voi, e per tutti gli amici di questo blog, tulipani colorati, simbolo di simpatia e  amicizia. 🙂


tulipani rosa 197293

 

Il non politically correct “Tre volte all’alba” di Baricco

11 domenica Mag 2014

Posted by ili6 in Articoli, citazioni, costume e società, emozioni, Fotografia, Libri, Notizie e politica, pensieri, Senza categoria, Terra mia

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Alessandro Baricco, enigma, libri, piacere di leggere, politically correct, Ponte sullo Stretto, scrittura, Tre volte all'alba

Nell’apprestarmi ad aggiornare la mia libreria su Anobii, riflettevo su uno degli ultimi libri letti e sulla recensione e/o le stelline di gradimento da assegnare. Si tratta del  libro di Alessandro Baricco, “Tre volte all’alba” e non nascondo di essere entrata in confusione.

tre volte all'alba

Mi è piaciuto? Non mi è piaciuto? E se mi è piaciuto, perché? Consigliarlo o meno?

Ecco, ancora non lo so! Cioè, lo so, ma mi sfugge cosa so. Il libro si legge in poco più di un’ora, nemmeno 100 pagine, ed è composto da tre racconti. Non amo i libri di racconti, amo le trame lunghe, anzi amo la trama e i personaggi dell’unica trama che restano con me per un certo tempo  perché possa affezionarmi e entrare dentro le pagine.  Ma possono esserci le eccezioni.

Ho letto tanto di Alessandro Baricco: buoni libri, “Oceano mare”, ad esempio, “Seta”, bellissimo, “Castelli di rabbia”, persino “Emmaus” mi è piaciuto, e libri che non rileggerei, “City”, per dirne uno.; mi piace il suo stile asciutto, sfuggente, al contempo profondo  e a volte irriverente, ma è uno scrittore che pubblica parecchio e quindi qualche plof può capitare.

Andiamo al suo ultimo “Tre volte all’alba”. Protagonisti di ogni racconto sono  un lui e una lei che “si incontreranno per tre volte, ma ogni volta sarà l’unica, e la prima, e l’ultima”. Sottofondo comune ai tre racconti sono  le hall di squallidi alberghi dove si incontrano degli sconosciuti personaggi e l’alba, momento in cui inizia ogni storia, momento che “ contiene una luce perfetta per essere puliti”, capace di cambiare le sorti di ogni esistenza,” nella misteriosa permanenza dell’amore, nella corrente mai ferma della vita.”

Leggo il primo racconto: scrittura veloce, innovativa, asciutta, dialoghi serrati, qualche buona citazione. Bene, ma manca qualcosa. Cosa? Manca tutto il resto. Poco prima avevo letto alcuni racconti brevi di amici di rete di blog e mi erano piaciuti di più, caspita!

Leggo il secondo racconto: come il primo, gradevole, significativo. Il terzo è decisamente il migliore, il più introspettivo e forse quello che riunisce i tre racconti, no, i due, il primo e l’ultimo. Ma anche il secondo, a pensarci  bene… Ma alla fine che importa? Beh, è che il lettore vuole sapere, vuole capire, così, tanto per. Perché se questo libricino lo leggi bla bla bla, ti vien da pensare che Baricco stia prendendo per i fondelli i suoi lettori e ti dici che non può essere, non può essere che un siffatto libro venga proposto da uno scrittore famoso  e pubblicato da una spettabile casa editrice  e che, invece,  sei tu lettore che non stai cogliendo  il messaggio subliminale. Così torno all’enigmatica frase di overture:

 “Si incontreranno per tre volte, ma ogni volta sarà l’unica, e la prima, e l’ultima”

e mi rendo conto che sono davanti a un rompicapo dove le possibili spiegazioni sono infinite. Rileggo e diventa  chiaro che lo scrittore ha frantumato ogni struttura temporale : l’uomo e la donna protagonisti  s’incontrano e si ritrovano più volte nel tempo, ma in un tempo inesistente che scorre in maniera differente per ognuno di loro. Io lettrice riconosco i personaggi ma non so esattamente chi sono o chi saranno o chi sono stati. E questa cosa è spiazzante e geniale al contempo!

 La verità è che siamo abituati al politically correct e cioè, in questo caso,  a  dare un senso cronologico e consequenziale a ciò che leggiamo e agli episodi e alle scelte della vita, nostra e degli altri. Per dirne una:  studio, trovo lavoro, metto su famiglia.  Ma se provassimo a staccare i vari  pezzi di vita e li assemblassimo  in maniera differente,  potremmo arrivare a  un’altra interpretazione della realtà: metto su famiglia, trovo lavoro, studio per migliorarmi. Ottica diversa e non necessariamente sbagliata. Così come la scrittura di Baricco che stavolta non si è accontentato di scrivere, ma ha voluto divertirsi nel farlo e nell’immaginare noi lettori a scimunire per risolvere l’arcano. Complimenti , quindi, all’autore! 4 su 5 stelline Anobii!  🙂

stretto di Messina alba

Alba sullo Stretto di Messina,

punto esatto dove sarebbe dovuto sorgere

il Non politically correct Ponte.

La ginestra

25 venerdì Apr 2014

Posted by ili6 in Articoli, emozioni, natura, Orrore, pensieri, Senza categoria, Terra mia, un pò di me

≈ 32 commenti

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25 Aprile, campi di sterminio, famiglia, ginestra, ginestra dell'Etna, natura, papà, partigiani, ricordi, vita

ginestra

Parco dell’Etna – Genista Aetnensis – (foto web)

In questo periodo le zone dell’Etna sono già un trionfo di colori, soprattutto di giallo, grazie alla ginestra, che spicca un po’ovunque. La ginestra è una pianta, meglio dire un albero, perché la Genista Aetnensis, a differenza degli arbusti che si notano in tutto lo Stivale italiano,   raggiunge a maturità gli 8-10 m di altezza per 8 di ampiezza, un albero, quindi, che mi è sempre piaciuto. Ne ammiro l’umiltà e la semplicità, la luminosità e l’intenso profumo dei fiori, la capacità di adattamento ai terreni più poveri, più impervi e alle condizioni atmosferiche più crude. Inoltre è una pianta pioniera, capace di colonizzare e iniziare un percorso  di rimboschimento, sbriciolando, con le sue radici, il  duro basalto.

Non c’è primavera che io non vada a raccoglierne qualche ramo. Anche quest’anno  sono andata a rubare a Madre Terra, un po’ delle sue meraviglie e l’ho fatto nella zona di sempre, una zona dove da bambina coi miei genitori  andavo” a ginestre”.

In realtà non si andava solo a raccogliere fiori , ma anche a visitare il  Santuario della Madonna della Sciara di Mompileri e la sua grotta con l’antica statua della Madonna che fu risparmiata dalla violenta eruzione del 1669. La mamma  raccontava la storia del santuario, la distruzione, il ritrovamento della statua “là, sotto un fiore giallo”, la ricostruzione;  papà invece raccontava vicende della sua cattura di partigiano e della salvezza prima di arrivare al campo di sterminio. Non so quale delle due storie ogni anno preferissi ascoltare, so che mi piacevano entrambe, anche se le conoscevo quasi a memoria. E mi piaceva quel mazzetto piccolo di ginestra che mio padre, dopo essersi arrampicato sulla sciara più brulla per raccogliere i fiori gialli più belli, mi donava.  I mazzetti erano tre: due piccolini per le figliolette e uno un po’ più grande per la sposa.

Era un rito quello di “andare a ginestre”, un rito che mio padre amava fare ogni 25 aprile; era il suo modo di ricordare un salto da un treno e l’amorevole ospitalità di una famiglia veneta che lo curò, lo nascose e lo protesse dal campo di sterminio.  Era il suo modo di festeggiare la vita che la ferocia e la stupidità umana gli stavano togliendo e che era riuscito a riprendersi.

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Foto web – Fonte NikonClub.it

Buona Pasqua a voi, lettori di questo blog, alle vostre famiglie e Buona Pasqua a te…

17 giovedì Apr 2014

Posted by ili6 in Articoli, emozioni, pensieri, Senza categoria

≈ 27 commenti

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Buona Pasqua a te, nato dall’unione dei tuoi  genitori e dal dono che il cielo ha voluto fare loro.

Buona Pasqua a te, nato da genitori non più giovani, che tanto hanno sperato, atteso, sofferto, cercato, lottato e ora sei qui, circondato da tutto l’amore possibile.

Buona Pasqua a te,  che stai un po’ con mamma e il suo compagno e un po’ con papà e  la sua nuova  fidanzata.

Buona Pasqua a te, che hai dimenticato l’odore e la voce del tuo papà.

Buona Pasqua a te, che hai ricevuto la vita dal dono di uno spermatozoo o di un ovulo , così come  un malato riceve la vita dal dono una goccia di sangue , e ora corri felice sulle spalle del tuo papà e ti addormenti sereno accanto alla mamma.

Buona Pasqua a te, che sei stato raccolto in un bagno e riscaldato da mani carichi d’amore.

Buona Pasqua a te,  nato da una distrazione, da una voglia di sesso,  da un condom spaccato, da una violenza, e ora ascolti le fiabe che ti raccontano i nonni.

Buona Pasqua a te, che vieni da lontano e che hai già  tanti nuovi amici  che ti fanno sorridere.

Crescerete con le stesse fortune, le stesse possibilità  e gli stessi inciampi di tutti.

Siete Vita. Siete Amore, comunque siate arrivati sotto questo cielo: non dimenticatelo mai.

E un pensiero  a voi, bimbi spenti prima di nascere e a te, tesoro, che sei rimasto un dolce sogno.

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Mi allontano per un po’. Auguro a tutti giorni sereni e tranquilli,

Marirò

Occhi scuri e sparuti

02 domenica Feb 2014

Posted by ili6 in Articoli, citazioni, costume e società, emozioni, Libri, pensieri, Senza categoria, Viaggi

≈ 28 commenti

Tag

barboni, casa, clochard, Margaret Mazzantini, New York, notte, pioggia, vita

Nottata da lupi, ieri. Pioggia incessante e battente che il vento, fortissimo, faceva diventare violenta e scrosciante.

Tremavano le imposte delle finestre, cigolavano le grondaie, urlava il vento che si insinuava tra le fessure delle porte e delle tegole, picchiettava la pioggia tra le ringhiere, i vasi, i muri.  Anche gli alberi si lamentavano.

Nel silenzio di una  notte carica di rumori, si avvertiva  il soffio della tenda di lino che il vento faceva danzare e il pianto della tenda di plastica battuta  ripetutamente sui vetri.

Ma ero a casa, ero sotto un caldo piumone e c’era anche il respiro rassicurante di chi condivide la sua vita con la mia. Addormentarmi  è stato abbastanza  facile.

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Foto web

Tu, invece, tu sei riuscito a riposare almeno un po’?  Ieri sera ti ho pensato, per un lungo attimo,  anche se non ti conosco, anche se non so in quale parte di mondo ora  stai, dove e come cerchi riparo in nottate come queste. E perché.

Non so che viso hai, che corpo hai, che nome e che storia hai, ma conosco i tuoi occhi, occhi scuri, occhi stanchi, sparuti,  sorpresi. Ricordi i miei? I nostri sguardi increduli si incrociarono in una tiepida mattina d’estate. Era l’alba e uscivo di fretta dall’albergo per salire su un pulmino che mi avrebbe portata al Kennedy. Non vidi, non feci caso  e passai col trolley su dei cartoni all’angolo della strada. Invece  inciampai, caddi, non capii. Tu eri sotto. Ti svegliasti e mi guardasti incredulo, meravigliato, confuso, assonnato. Lo ero anche io. Il mio sguardo somigliava al tuo. Ero passata su di te. Mi rialzai, ero mortificata, chiesi scusa, lo feci in inglese sperando che tu capissi.  Non ti arrabbiasti, ma girasti lo sguardo e chiudesti gli occhi per riprendere il sonno. Io ripresi i miei passi, prima lenti, vergognati  e incerti, poi sempre più veloci e sicuri. I tuoi occhi furono l’ultima cosa che vidi nella Grande Mela.

Ecco, ora lo sai, sai che mi capita di pensarti  nelle sere da lupi. Perché ci saranno anche lì queste notti e sarai ancora sotto quei cartoni. E non ci sarà una calda coperta o un respiro conosciuto ad aiutarti a  prendere sonno.

Buona notte occhi scuri e sparuti, buon riposo.  

mazzantini zorro

“Perché i barboni sono come certi cani, ti guardano e vedi la tua faccia che ti sta guardando, non quella che hai addosso, magari quella che avevi da bambino, quella che hai certe volte quando sei scemo e triste. Quella faccia affamata e sparuta che avresti potuto avere se il tuo spicchio di mondo non ti avesse accolto. Perché in ogni vita ce n’è almeno un’altra”.

Da “Zorro”, di  Margaret Mazzantini

Auguri!!!

30 lunedì Dic 2013

Posted by ili6 in Articoli, Fotografia, Intrattenimento, natura, pensieri, Senza categoria, Terra mia

≈ 45 commenti

Tag

amicizia, auguri, blog, buon anno nuovo, energia, Etna, Sicilia

un-esplosione-stromboliana-fotografata-nella-serata-del-06-novembre-2013-da-andrea-di-grazia-nei-pressi-di-schiena-dell-asinoFoto di Andrea di Grazia.

Etna- Nuovo cratere di sud est- Attività stromboliana del 6-11-2013

Per gli auguri di Happy New Year ho scelto questa bellissima foto di Andrea Di Grazia, fotografo catanese, che ritrae il nuovo cratere di sud est dell’Etna in attività. Anche ora, mentre scrivo, il vulcano è in eruzione e sta sprigionando la sua energia, un’energia decisa e forte, pulita e necessaria, non dannosa e che si fa  ammirare.

La stessa energia è richiesta a noi italiani per affrontare un nuovo anno che si presenta già duro e carico di problemi. Saranno, quindi, anche la nostra forza, la volontà, il coraggio, la determinazione, l’attenzione, il rispetto, a segnare il cammino del nuovo anno.

Possa essere, il 2014, un anno ricco di Salute e di Serenità in ogni famiglia, un anno di ripresa economica e di lavoro, un anno di giustizia e di pulizia, un anno di rispetto e amore verso i più deboli, i sofferenti,  la natura e gli animali, un anno di valide e nuove prospettive per i nostri ragazzi, un anno di armonia, valori, sentimenti e sorrisi per tutti.

Un augurio speciale a tutti voi, Amici di questo blog e ai vostri sogni e un grazie di cuore per la vostra presenza, per le belle parole, per i sorrisi e gli incoraggiamenti a continuare questa avventura virtuale che sa di buono, che sa di condivisione e partecipazione, che sa di affetto. Vi abbraccio uno per uno,

Marirò

auguri 2014

Ringrazio Andrea Di Grazia per avermi permesso di pubblicare (e pasticciare) la sua foto. 🙂

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