-Mamma, ma io dov’ero prima di nascere?
-Su una stella, piccolo mio.
-E che facevo sulla stella?
-Aspettavi.
-Che cosa aspettavo?
-Aspettavi che io e papà ti venissimo a cercare. Aspettavi di nascere.
-E come ho fatto a scendere dalla stella?
-E’ stato facile, piccolo mio: io e il tuo papà ti volevamo così tanto che il nostro amore ha costruito una scala lunghissima nel cielo. Così tu sei potuto scendere.
-E come facevate, tu e il papà, a sapere che io ero proprio su quella stella?
-Lo sapevamo e basta. Non potevi essere da nessun’altra parte: la tua stella brillava più forte delle altre. Eri tu che dicevi “Mamma, papà, sono qui”. Eri tu che ci chiamavi.
-Vi chiamavo?!
-Certo, ci chiamavi fortissimo, perché eri stanco di startene tutto solo lassù sulla tua stella.
-E voi avete costruito la scala…
-Certo, anche noi eravamo stanchi di stare lontani da te e così abbiamo costruito una scala che arrivasse fino in cielo.
-Mamma, ma anche tu prima di nascere avevi una stella tua?
-Certo, piccolo mio. Anche io avevo una stella tutta mia. Anche io ero polvere di stelle.
-E anche papà?
-Sì, anche papà.
-Tutte le persone hanno la loro stella prima di nascere?
-Sì, piccolo mio, tutte le persone hanno la loro stella e lì aspettano che una mamma e un papà costruiscano una scala per loro.
-E anche il mio gattino aveva la sua stella?
-Certo, anche Briciola era polvere di stelle e ha aspettato che la sua mamma e il suo papà lo cercassero. Tutti noi esseri viventi siamo fatti di polvere di stelle e aspettiamo lassù, da qualche parte dell’universo, che l’amore di una mamma e di un papà ci faccia nascere.
Stefano Bordiglioni

Copertina e scheda del libro qui
Questo brano, tratto dal libro “Polvere di stelle”, di Stefano Bordiglioni, edito da Einaudi Ragazzi, è presente nel libro di lettura adottato dalla mia classe.
Quando lo lessi, prima di proporlo agli alunni, mi emozionai non poco. Rimasi, però, un attimo perplessa pensando ai miei bambini di dieci anni, alcuni parecchio agitati e turbolenti, e tutti già con le tipiche, difficili caratteristiche preadolescenziali. Che ne avrebbero pensato di un brano così dolce, lieve e poetico? Chissà che smorfie e sorrisetti maliziosi…
Quanto mi sbagliavo! Le emozioni non hanno età.
L’altra mattina dissi agli alunni che avrebbero ascoltato una bella lettura e, nel leggerla, misi tutta me stessa. Nella classe scese il silenzio più totale sin dalle prime battute e quando finii di leggere, inaspettato e spontaneo, partì l’ applauso della classe. A grande richiesta, e con piacere, dovetti leggere “Polvere di stelle” tre volte di seguito e mi accorsi anche di occhietti lucidi.
-Vi è piaciuta, vero?
-Tantissimo, maestra! E’ troppo bella! Leggila ancora!
-No, sarete voi a leggerla, invece, alla vostra mamma per la sua festa. Vedrete che le piacerà. Esercitatevi bene, dando la giusta intonazione, con le dovute pause e domenica, prima di consegnare il vostro biglietto alla mamma, leggerete questo brano ad alta voce proprio a lei.
-La mamma si emozionerà!
L’indomani, pur non avendo lettura, erano tutti con il libro aperto e si esercitavano a leggere. Così li ho ascoltati con attenzione e sono stati eccellenti. Alcuni ne avevano anche memorizzato delle parti.
-Ma ditemi, perché questo brano vi è così tanto piaciuto?
-Perché parla della mamma. -Perché è a due voci. -Perché è dolce. -Perché è scritto bene. -Perché parla del mistero della nascita. -Perché siamo delle stars, wow!
-Vero, ma vi è piaciuto solo per questo? Perché in molti vi siete così tanto emozionati?
Interviene il più pestifero e distrattone della classe: -Maestra, mi è piaciuto perché parla di noi bambini e mi sono emozionato perché mi ha fatto capire che mamma e papà mi hanno desiderato.
Continua Lucia: –Sì, anche io mi sono sentita desiderata, voluta, cercata.
Conclude Sofia: –Non siamo nati per sbaglio. Siamo nati dall’amore di quella scala. Però, chissà che fatica hanno fatto mamma e papà per tenere ferma quella scala così lunga!
Iniziano a discutere tra loro e decido di non intervenire, non è più necessario, ma sto in ascolto e ciò che sento mi piace e comprova quanto sanno essere belle le emozioni e quanto tutti abbiamo bisogno di conferme e dolcezze. A qualsiasi età.
Nel complimentarmi ancora con l’autore, dedico questo brano a voi genitori che avete voluto e saputo costruire quella scala per raccogliere le vostre stelle, ai miei genitori che mi hanno raccolta lassù, e anche a tutti quei genitori mancati che, pur avendo tentato di costruire quella lunga e faticosa scala, non sono riusciti a trovare la loro stella.