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confidarsi con gli sconosciuti, e-mail, I miei racconti, mondo digitale, scrittura catartica, sfoghi, tradimento

A Elena piaceva il sito web della sua azienda. A volte la sera entrava per aggiornarsi, per comunicare nella chat o nelle mail coi colleghi, specie con quelli delle filiali estere e certe volte anche col marito, dipendente della stessa ditta, quando era in trasferta. Il sito era ben impostato e con funzionalità che Elena scopriva di volta in volta. Il gruppo web della sua filiale era costituito da una cinquantina di persone e questo permetteva di conoscersi tutti meglio, durante le giornate lavorative si potevano incontrare pochi colleghi e sempre frettolosi.
Nelle ultime settimane Elena aveva avuto delle lunghe conversazioni, via chat e mail, con Guenda, la dolce ragioniera del terzo piano. La sua mamma si stava spegnendo e Elena aveva cercato di aiutarla raccontando l’esperienza vissuta anni prima in famiglia. Guenda era molto triste e un sabato sera Elena le inviò una mail:
-Parlami di Lei, se ti va.
La mail per errore fu inviata a tutti i componenti del gruppo. Elena si rese conto dello sbaglio quando già era a letto e decise che l’indomani avrebbe inviato le scuse al gruppo.
Quando la mattina seguente accese il computer notò che era già tardi: aveva ricevuto nella notte una decina di mail di risposta. C’era quella di Guenda con un ritratto tenero e commovente della madre. C’erano alcune risposte di colleghi che chiedevano una spiegazione, chi con un semplice punto interrogativo, chi con frasi del tipo :-Dici a me?
Trovò divertentissima la mail del direttore Osvaldo sulla sua cagnolina. Descriveva una “Lei” impertinente, testarda e deliziosa che ne combinava una al giorno. La “Lei” dell’avvocato era Belen; ne era follemente innamorato e ossessionato. Raccontava dei sogni masturbatori che faceva, delle migliaia di foto che ritagliava dai giornali e di tante altre stupidate. Diversa la posta di Anna, sua collega vicina di stanza, con un lungo e sincero sfogo sulla figlia quindicenne inquieta e ribelle che stava mettendo in crisi tutta la famiglia. La “Lei” di Piero era la fidanzata, una tipa Alfa che gli stava scombussolando la vita. Elena si sorprese nel leggere situazioni alquanto crude e, pensando al piglio dirigenziale di Piero, mai avrebbe immaginato che si lasciasse dominare da una donna in modo tanto forte e distruttivo.
Confusa, spense il computer senza sapere bene cosa fare. Ignorare la posta ricevuta? Limitarsi a spiegare l’errore commesso? Rispondere? Anna, Guenda, Piero avevano scritto storie personali, intime, segrete. Le avevano scritte a lei e magari attendevano una risposta, un consiglio, un parere, un qualcosa. Ne sarebbe stata capace? Turbata, decise di non dire nulla al marito e di riflettere meglio.
La sera riaccese il computer con la speranza che la storia fosse già finita. Invece trovò ancora risposte, parecchie scherzose, altre molto serie e strettamente confidenziali. La “Lei” era la dipendenza da cannabis, la suocera megera e cattiva, la moglie ormai insopportabile. Tutte le mail erano ricche di considerazioni e particolari. Erano veri e propri sfoghi, tormenti che da tempo aspettavano di uscir fuori e che avevano trovato nella scrittura una forma di catarsi e in lei, una semisconosciuta, la destinataria di fiducia. Da un lato si sentì onorata, dall’altro completamente spiazzata. Con loro aveva solo rapporti di lavoro o poco più. Cosa avrebbe dovuto fare? Come si sarebbe presentata in ufficio l’indomani? Non poteva affrontare da sola la situazione, doveva parlarne con suo marito, spiegargli l’accaduto e farsi consigliare. Lui era saggio, conosceva i colleghi meglio di lei e da molto tempo. Sì, ne avrebbe parlato con Andrea non appena fosse rientrato.
Ma dov’era Andrea? Presa dai pensieri delle mail quasi non ricordava nulla di quella domenica non ancora trascorsa. A che ora era uscito? Per andare dove?
Fu mentre cercava il cellulare per chiamarlo che sentì un beep di ricezione posta. Era la mail di Viviana, la bella del piano alto.
“Ciao Elena, vuoi che ti parli di Lei?
Si chiama Elena ed è la moglie di Andrea, il mio amore da due anni. Adesso lui sta tornando a casa da Lei. Vuoi che continui questa mail? Fammi sapere.
Viviana “
Elena rimase immobile per un tempo indefinito. Non sentì Andrea entrare in casa e non capì cosa le stesse dicendo. Notò solo che lui teneva in mano un sacchetto di frutta e un vasetto di menta. Si alzò lentamente e indicò al marito lo schermo del pc. Poi guardò il vasetto e la frutta e disse:-<<Portali a lei e non tornare più>>.
E’ da tanto che non mi affacciavo in questo spazio, purtroppo i blog, ed è un peccato, sono poco frequentati. Il tuo racconto mi ha catturato, sei bravissima!
Ti lascio un saluto e un arrivederci, augurandoti un sereno Natale.
annamaria
Ciao Annamaria, mi fa piacere leggerti.
Sono passata da te qualche settimana fa, avevo scritto un commento sul tuo post sul senso della vita ma non sono riuscita a pubblicarlo. Non mi accettava la mail di wp. Ho provato più volte, non so se hai modificato i parametri di blogger. Riproverò.
Ti ringrazio per aver gradito il racconto.
Latito da un po’ dalla blogsfera, direi in generale dal web, sarà l’inquietudine che mi procura questa pandemia o le troppe ore al pc per lavoro, non so dirti.
Ti saluto affettuosamente e ricambio gli auguri.
sono riuscita a lasciare il commento adesso sul tuo post di Natale.
Chissà che sbagliavo precedentemente.
Ciao cara spero tu e la tua famiglia tutto bene. 🤷♀️Un caro saluto 🌹😘
Ciao Ariel, tutto bene, grazie.
Affrontiamo questo strano Natale che sta arrivando nel migliore dei modi.
Spero che anche tu stai bene.
Mi manca il tuo presepe virtuale. Mi sarei candidata per la pastorella mestrina che, all’aria aperta, legge una favola ai suoi pastorelli alunni.
🙂
Noi diciamo “chattài”, “chattare” in sardo. Ma curioso, e qui ci sta, è che “chattài”, da molto prima della chat, da sempre, da noi significa “litigare” 🙂
davvero? Non lo sapevo.
In Siciliano litigare si dice “Sciarriari”, dal persiano sciàrra. Pensa un po’!
Si, deriva (non l’ho letto ma ne sono no sicuro) dal latino “certare”. Leggendo “il nome della rosa” la frase “non ho alcuna intenzione di mettermi in certame con loro…”, Mi venne l’illuminazione. “Ecco, perché diciamo “chattai”. La “conferma”, lessi poi il titolo di un libro dal titolo in sardo nuorese, “trattare che frates, kertare che inimicos”, ” trattarsi da fratelli combattersi come nemici”. In nuorese vige la pronuncia dura, noi “chattai” o “cettai”, loro “kertare”. Ciao:)
Persiano? Non stupirti, “ragazza”è arabo, “rgatz”, qualcosa del genere. Il sardo e altre lingue romanze quindi anche dialetti sono pieni di arabo, iranico, (le invasioni indo europee ecc).
Uffa, stavo per perdere tutto, al Cell è terribile, ciao
“Fu mentre cercava il cellulare per chiamarlo che sentì un beep di ricezione posta. Era la mail di Viviana, la bella del piano alto. “Ciao Elena, vuoi che ti parli di Lei?
Si chiama Elena ed è la moglie di Andrea, il mio amore da due anni. Adesso lui sta tornando a casa da Lei. Vuoi che continui questa mail? Fammi sapere. Viviana “.
Mi fa pensare due cose: questa Viviana che non si accorge che si tratta della stessa Elena (ho capito bene si’?). Seconda cosa, che e’ proprio vero che nelle città e nei condomini non ci si conosce in anni. In un paesino, Elena avrebbe saputo di Andrea e Viviana anche negli anni ’20, da altri, e senza mail. Nei paesini… “una notizia non bisogno di alcun giornale, come una freccia dall’arco scocca, vola veloce di bocca in bocca..” (per dirla con De Andre’. A proposito di Andrea 🙂 )
Ciao Marghian, ben ritrovato 🙂
Nel mio immaginario Viviana ha colto l’occasione per far sapere a Elena della situazione con suo marito.
Già, nei paesini non sarebbe stato necessario l’errore tecnologico della moglie, sarebbe bastata una andata dal parrucchiere, dalla sarta, dal giornalaio per scoprire il pasticciaccio 🙂
Infatti, proprio cosi. Il giornalaio, poi…uno del paese è mio amico. E mi dice cose tipo ..”la’ ca cussa esti fastiggendi cun….”-“guarda che lei sta filando con..”. E’ tremendo. Anni fa in Sardegna esisteva un giornale, “l’informatore”, che poi era l’edizione del lunedì de L’Unione sarda, giornale che esiste ancora ma non pubblica più quella edizione. Noi gli dicevamo “sei tu, l’informatore..” 🙂
Ciao
Che carino! brava Marirò
ciao Mirna, grazie. 🙂
Ma quanto è originale lo spunto da cui parte il racconto! Complimenti, l’ho letto con vivo piacere. Un abbraccio e a presto, Marirò
Grazie, Harielle, grazie per essere passata e per aver letto.
Sono parecchio latitante in questo periodo, spero presto di tornare attiva. Un caro abbraccio, ciao.
Sempre avvincenti i tuoi racconti. Quando sarai in pensione scrivi, scrivi, scrivi…..io ti leggerò con grande piacere. Vedo l’immagine, la busta con la @
Lucetta, grazie a te per la costanza e la pazienza che hai di leggermi. Purtroppo non ho la dote della sintesi e costringo a lunghe letture. Non oso immaginare che se e come scriverò da pensionata (tomi di 800 pagine???)
😀
Bacioni ❤
Quando i racconti sono scritti in modo fluido, scorrevole, come fai tu, si leggono con piacere e non importa se sono lunghi.
e io, non mi dilungo forse? non e’ magari narrativa (a tal proposito brava Mariro’, ), ma lunghezza si’. Anche a te, piu’ che il concetto di sintesi, ti è più simpatico il concetto di analisi. Ma non e’ un difetto.
Io sono in pensione, ma non so se scrivero’ qualcosa fuori dal web.
Sono latitante anche io, specie nei miei tipici post. Ciao 🙂
Racconto davvero delizioso. ma carina è soprattutto l’idea.
Grazie, DM, sono contenta che l’hai apprezzata.
Eh, succede. Scherzi dell’email, meglio la messaggistica istantanea 😀
Per l’editor, da \\tuoblog\wp-admin puoi sempre creare un articolo ed editarlo col vecchio editor
Scherzi anche della vita. Comunque meglio essere attentissimi con tastiera e mouse, vedi che caos che ne è venuto alla protagonista! 🙂
Grazie per l’indicazione. Potrà essere utile per una prossima pubblicazione. La battaglia col nuovo editor è stata furente (anche se alla fine vinta).
Di tanto in tanto WordPress ci infila il suo editor a blocchi nelle varie salse, però per chi ha davvero un blog e non un sistema per proporre e pubblicizzare i suoi prodotti, il layout a blocchi non serve. Se devi scrivere, non hai bisogno di riquadri di frame e simili… 🙂
Buon sabato
Infatti. Roba per grandi siti aziendali, non per noi semplici blogger.
Buon weekend a te.
Triste… Buon fine settimana🥰
Epilogo triste per la protagonista, certo.
Grazie per aver letto, un abbraccio.
Mariro’ sei troppo brava, bellissimo racconto, un abbraccio cara, ❤
Incasso volentieri il complimento.
Sereno weekend cara amica 🙂
Grazie cara, buona domenica, ❤
Se i suoi dipendenti sono stati così sinceri con lei, penso fosse una donna in grado di ispirare fiducia nel prossimo; perciò quel tradimento del marito con una dipendente, seppur all’ordine del giorno ormai, non se lo meritava, a mio avviso.
beh, sì, la fiducia si conquista e non si regala. Esiste però un fenomeno sociologico che rende più facile confidarsi con persone semisconosciute che con chi conosci da una vita. Forse perchè nella prima situazione ti senti libero dai condizionamenti.
Penso che nessuno meriti un tradimento, nel senso che al tradimento non si dovrebbe arrivare e quindi non lo si dovrebbe subire. Quando una storia finisce, anche da una sola parte, si dovrebbe avere il coraggio di chiuderla sul serio invece di trovare la comoda via della cornificazione.
Sono d’accordo su tutto quanto.
I gruppi nelle e-mail, ma anche nei social, sono molto utili, ma bisogna farne un uso oculato.
Carina questa storia, sfrontata Viviana che approfitta dell’occasione.
Nuovo editor: a me non piace, in qualche modo sino all’ultimo post ho utilizzato il vecchio editor, ma ultimamente si attiva solo il nuovo (sul blog di Rosanna Cenni). In informatica quando una cosa comincia a funzionare è vetusta.
A chi non è capitato di fare pasticci con le e-mail? Ne ho combinato qualcuno anche io.
Nel mio immaginario Viviana aspettava da tempo l’occasione per far uscire la sua storia. Se anche per colpire Elena non lo so. Si dovrebbe leggere l’ulteriore mail di Viviana per comprendere. 😉
chi è Rosanna Cenni?
Ho lottato col nuovo editor per pubblicare questo post. La possibilità di inserirlo col vecchio me l’ha data, sono stata io a voler insistere col nuovo. Non è male, ma è faticoso perchè non sono pratica. Le maggiori difficoltà le ho avute per caricare l’immagine e per giustificare i caratteri. Le potenzialità dei blocchi ci saranno ma non sono roba per me. Penso potranno essere utili per articoli complessi.
“In informatica quando una cosa comincia a funzionare è vetusta”. 🙂 sorrido. Verissimo per me che arrivo sempre dopo.
Rosanna Cenni è la persona da cui presi in prestito tempo fa una poesia per abbellire un post su Roma (lo specchio e la pozzanghera), poi visto che di poesie ne ha scritte molte e sono su FB le ho proposto un blog ma non avendo lei un pc le pubblicazioni gliele curo io. Ti lascio il link: https://poesieromanescodirosannacenni.wordpress.com/?wref=bif
Fantastico questo racconto!!!
Grazie 🙂
Sto provando il nuovo editor a blocchi di wp ed è tremendo. Tu vedi l’immagine, la busta con la @?
Io la vedo!
ok, grazie. Mi era venuto il dubbio perchè nella pagina reader l’immagine non la vedo.
No, domani controllo da pc