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acquisto obbligato, case editrici, concorsi letterari, editoria a pagamento, furbizia, illusione, progetti scolastici, scrittori in erba, scuola, scuola ambiente educativo, tenere fuori le scuole dal vanity press, tutti scrittori siamo, vanagloria, vanità
Giorni fa la preside, tutta contenta, mi mette in mano dei fogli chiedendomi di leggerli e di portare avanti il relativo progetto nella scuola, progetto che consiste nel far scrivere agli alunni racconti, poesie, fiabe e favole che saranno pubblicati da una casa editrice italiana. Aggiunge che nella copertina del libro ci saranno le foto degli alunni, il logo della scuola e i nomi di tutti. Conclude dicendo che si sta rivolgendo a me perché sono avvezza a queste cose avendo partecipato con le mie classi a vari concorsi, ottenendo anche qualche riconoscimento, ma stavolta non si tratta di pergamene, medagliette o pochi spiccioli, bensì di un libro che sarà venduto nelle librerie italiane e sul web.
Caspita!
Scettica, vado a leggere il progetto. Tutto sembra chiaro e lodevole: lo scopo creativo, l’incentivazione a scrivere e leggere, il tocco di accattivante modernità coi selfie da copertina. Sorrido quando noto i grassetti: ” il nome dell’Istituto scolastico sarà ben visibile ed anche quello del Dirigente,degli insegnanti e degli alunni che parteciperanno al volume”. Vabbè, un po’ di sana vanità non guasta dopo la fatica che si fa per scrivere un libro che dovrà avere 200 pagine almeno. Continuo a leggere, sto cercando qualcosa che non trovo, forse mi è sfuggita e ricomincio la lettura dei fogli. No, proprio non c’è, manca la giuria, quella insindacabile. Non c’è perché non è un concorso, è un progetto. Quindi qualsiasi cosa invieremo, anche una mediocrità, sarà stampata. Bene, bene… Arrivo all’ultima parte del malloppino, le modalità di partecipazione: chiare le date, le indicazioni per l’impaginazione, caratteri, interlinea, etc …e dulcis in fundo…l’acquisto! Eh sì, eccolo! Ogni libro, con tanto di codice ISBN, costerà intorno ai 15 euro e la scuola, all’invio del materiale da pubblicare, dovrà spedire metà dell’importo relativo al minimo delle copie da acquistare. Si aggiunge anche che la Casa Editrice devolverà una quota del ricavato in beneficenza: lodevole.
Ora che tutto mi è chiaro, torno dalla preside: -“ Si tratta di editoria a pagamento, in inglese vanity press. Gli alunni dovranno acquistare il libro che scriveranno e pagare metà quota anticipatamente. La scuola, inoltre è obbligata a prenotarne centinaia di copie. Significa chiedere soldi ai genitori, ma soprattutto significa educare i piccoli all’illusione e alla vanità. Il lavoro che manderemo non sarà valutato, non c’è una giuria, la casa editrice si riserva di fare eventuali piccole modifiche, il libro potrà essere eccellente o pessimo, non importerà, purchè lo acquistiamo. A livello educativo è un discutibile messaggio.”
“Ma noi faremo un bel libro, sarà presente nelle librerie d’Italia e i genitori saranno orgogliosi di acquistarlo!”
“ Non ho nulla contro l’editoria a pagamento. Ho anche acquistato alcuni bei libri autopubblicati dopo aver apprezzato la scrittura degli autori tramite siti web e blog. Nulla di male, ognuno è libero di farsi un regalo e di proporsi. Meglio questi scrittori che quelli che pagano altri per farsi scrivere un libro che poi firmeranno o chi pubblica perché ha buone conoscenze in una casa editrice. Ma qui è diverso, noi siamo una SCUOLA, siamo un centro di educazione e non mi piace far passare il concetto dell’autopubblicazione. Lei ha pensato a me per questo progetto perché ho partecipato a vari concorsi di scrittura, ma in tutti, io e i miei alunni, siamo stati, positivamente o negativamente, valutati e giudicati da varie giurie al di sopra di noi. Nell’ultimo concorso, lei lo ricorderà, abbiamo partecipato con tre libri, spendendo solo pochi euro per la spedizione e uno solo è stato giudicato valido dalla giuria europea. A me, a noi, sta bene così. Abbiamo ricevuto gli attestati di merito, il piccolo premio in denaro e abbiamo acquistato dei libri per la biblioteca di classe. Ok, poca cosa, ma educativamente solida. Ci siamo impegnati, abbiamo coinvolto qualche genitore a scuola per i disegni, abbiamo creato, cancellato, corretto, impaginato con l’obiettivo di fare sempre meglio, di vincere, perché no, ma anche con la consapevolezza dell’incertezza e con l’umiltà di una valutazione esterna necessaria. Ma ora che io – scuola debba dire agli alunni di scrivere un po’ di favole e di uscire i soldi per vederle stampate e impaginate in un libro col proprio nome e cognome e con quello della preside e delle maestre, diventa per gli alunni un pericoloso messaggio di vanità e vanagloria. E la scuola non deve dare questo messaggio.”
Lei mi guarda, poi apre il cassetto della sua scrivania e esce un libretto dalla copertina rossa che riconosco subito:- “Queste filastrocche i suoi alunni le hanno prodotte per Natale, vero? Sono molto carine, a volte le rileggo con piacere. Avete messo tanto impegno in questo lavoro e poi è rimasto qui, in un cassetto della scuola o in una libreria di casa. Voi maestre siete così, ma lo comprendo.”
“Quel libretto, scritto in classe mentre si studiava il testo poetico, è stato fotocopiato nell’ufficio di mio marito solo per donarlo agli alunni e a lei come pensierino di Natale. Noi insegnanti non dobbiamo formare scrittori o poeti, dobbiamo fornire le basi della scrittura e il piacere di scrivere per scrivere. E dobbiamo educare alla valutazione serena. Il resto verrà da sé, se verrà.”
pj ha detto:
Uno dei mali moderni più infingardi è ormai radicato dentro l’editoria e dentro il giornalismo. Personalmente considero gli editori italiani di oggi (salvo rare eccezioni) così drammaticamente collusi con il denaro, che il loro ruolo stia perdendo progressivamente credibilità. E questo temo valga sia per i grandi nomi che, in forma diversa, per le piccole case editrici.
Non c’è niente di semplice nella vita di un insegnante che deve fronteggiare questo degrado che arriva spesso subdolo o addirittura impositivo. Ho amici insegnanti, i quali, ahimè, non hanno colto appieno che il loro ruolo è quello di proteggere se stessi e soprattutto i loro studenti da certe scelte facili, senza grinta e al servizio di ben altri scopi.
Io penso che tu abbia aiutato i tuoi alunni, anche se loro non lo sapranno mai bene, ad essere dei giovani un po’ più forti, autocoscienti e meno inclini alla superficialità.
E di questi tempi ce ne è proprio bisogno.
ili6 ha detto:
Ciao Pj, benvenuto in questo mio spazietto.
La scuola interagisce con il territorio, a volte prende, spesso dà. La comunità scolastica è’ un grande bacino (economico) ed è “corteggiata” da una miriade di personaggi, compagnie teatrali, associazioni di volontariato e non e di ogni genere, operatori turistici, centri museali, etc etc…ora arrivano anche le case editrici a pagamento! Dici bene, noi insegnanti abbiamo l’obbligo di proteggere gli alunni e le loro famiglie da certi meccanismi e dalla vanagloria e soprattutto abbiamo il compito di educare, sin da subito, alla serena crescita e all’apprendimento senza ansie da prestazione.
Grazie per il commento, ciao.
TADS ha detto:
buongiorno Marirò,
sono d’accordo solo parzialmente, mi spiego, io terrei sì lontano i bambini dalla vanity press ma anche dalle logiche della competizione, non so se sia peggio pagare per vanto o imparare a sgomitare per farsi strada, magari prevaricando gli altri. Il tarlo del vincere a tutti costi è subdolo e difficilmente gestibile, parlo della vita post scuola.
questo mio pensiero è condiviso anche dagli autori new generation, prossimamente su canale5 arriverà un nuovo format, bambini e adolescenti con particolari bravure si esibiranno ma, per la prima volta, non ci saranno giudici, non ci saranno vincitori e quindi nemmeno perdenti
le case editrici a pagamento spesso sono satelliti dei grandi editori, prendono soldi dalla vanità letteraria dei più per girarli, in parte, agli scrittori veri “contrattualizzati”. Lasciami dire una cosa, la figura del ghost writer è sottovalutata, esiste da sempre e ha dato un grandissimo contributo alla letteratura mondiale. Non tutti amano la ribalta
ili6 ha detto:
magari si riuscisse, in ogni campo, a tornare alla semplice bellezza di essere se stessi, nel rispetto totale di ogni persona, piccina o grande, fisicamente bella o brutta che sia! Gli autori della new generation sono arrivati tardino; a scuola negli ultimi 20 anni ci hanno fatto la testa come un pallone sulla valutazione e sulla visibilità,per tutti, alunni, docenti, presidi, istituti, bidelli, tutti a sgomitare e a mostrarsi. Sulla mia scrivania ho tre bandi di concorsi indetti dal Senato e dalla Camera della Repubblica e i vincitori avranno l’onore di vedere pubblicati i lavori digitali su internet nei siti istituzionali con tanto di nomi e foto. Ci sarà l’invito alla cerimonia di partecipazione nelle sedi istituzionali a Roma, ma il viaggio te lo dovrai pagare da te. Comunque sono concorsi selettivi e non spendi nulla per la partecipazione. Non esiste che io debba dire ai miei alunni di uscir soldi per la visibilità loro e della scuola.
Il post scuola…vari comitati di genitori stanno tentando di far abolire per legge i compiti per casa. In effetti i compiti richiedono tempo e sono un ostacolo per le attività pomeridiane dei figli impegnati a diventare geni prima di subito.
Ciao Tads, lieta serata.
TADS ha detto:
scusa Marirò, mi sono espresso male, io per post scuola intendevo la crescita, la vita, se ti insegnano fin dalle elementari a competere e a dover vincere per essere qualcuno… te la porti dietro per sempre.
ili6 ha detto:
non dovrebbe essere un male in questa società ad altissimo tasso di competitività, ma se almeno alle elementari riuscissimo a stare fuori da questi meccanismi al massacro, avremmo solo agito per il bene.
Alessandra Bianchi ha detto:
Niente da aggiungere, niente da togliere. Hai espresso chiaramente un pensiero giustissimo.
ili6 ha detto:
Ciao Alessandra. grazie per il passaggio. Sono sott’acqua per tante cose, ma riemergerò 🙂
bis(bet)ica ha detto:
E già.
Educare all’amor del bello, non alla vanità del facile e della falsa lusinga.
ili6 ha detto:
Esatto.
Che bello rileggerti! 🙂 ne sono davvero felice.
Diemme ha detto:
Sono pienamente d’accordo con te e mi dispiace che la tua scuola abbia cotale preside, che non mi pare abbia troppo a cuore i valori che dovrebbero essere alla base dell’educazione e della formazione dei ragazzi.
Spostando leggermente il discorso, ho visto tanti adulti aspiranti scrittori felici per aver ricevuto una “proposta editoriale”: a qualcuno l’ho detto chiaro e tondo che la prassi vorrebbe che una casa editrice, che apprezzi uno scritto di un autore e decida di puntare su questo scritto e su questo autore, gli facesse un contratto, LO PAGASSE, e poi si occupasse della stampa e della distribuzione. Se è lo scrittore che deve pagare, che deve acquistare un numero minimo di copie (e per minimo intendiamo almeno un centinaio), che si deve addirittura far carico della distribuzione, allora la cosiddetta casa editrice è solo un’azienda che di mestiere fa il prestanome, chiaramente dietro retribuzione: senza nulla togliere all’eventuale talento dello scrittore, questo tipo di “proposte editoriali” non ne sono in alcun modo il riconoscimento, e il numero di copie che sarà costretto ad acquistare alla fine saranno un peso da smaltire, e saranno probabilmente regalate a destra e a manca in maniera spesso acritica e a gente del tutto disinteressata.
ili6 ha detto:
Ormai i presidi sono tutti manager e parlano di bilanci, di revisori dei conti, di INVALSI, di visibilità dell’istituto, di copertura delle classi, di organico e bidelli, di progetti finanziati dalla UE. Ogni tanto senti qualche discorso di pedagogia educativa. Comunque, forse perchè sono stata categorica e diretta, ma stavolta la mia preside ha desistito subito dall’intento.
Arrivano anche a te mail di inviti di partecipazione a concorsi e premi letterari che includono la stampa di antologie di racconti? Io ho due gruppi insistenti. la mail è quella del blog quindi do per certo che mi stiano cercando dopo avermi letta qui (e apprezzata (?). Peccato che la partecipazione alle proposte abbia il suo costo..
Non ho molto chiaro il meccanismo di un EAP, ma alcune case editrici so che sono anche spietate: dopo la stampa a pagamento e nessuna distribuzione, hanno consegnato a una mia amica un tot numero di libri. Lei li ha gestiti in qualche modo e faticosamente per la vendita, altri li ha regalati. Dopo un certo periodo l’editore le comunica che le restanti copie (tante) in magazzino poteva acquistarle o sarebbero andate tutte al macero entro un mese. Il libro è davvero bello, scritto bene, il bosco che racconta la storia e la cultura del territorio e ha una sezione didattica che lo rende molto interessante. All’autrice piange il cuore a pensare al macero e ne acquista ancora una ventina di copie. Per il resto ci attiviamo alcune amiche in varie vesti e iniziamo a fare domande scritte all’editore per ottenere copie omaggio da distribuire nelle scuole, nelle biblioteche, negli istituti. Niente, nessuna concessione, come da contratto le copie in magazzino sono andate tutte al macero. Ancora mi chiedo il perchè.
mariella1953 ha detto:
Sono pienamente d’accordo con te,il messaggio che passerebbe ai nbambini sarebbe quello che si acquista tutto…davvero poco edificante…
Buona giornata😀😀😀
ili6 ha detto:
Esatto e sarebbe un messaggio sbagliato e pericoloso a livello,educativo.
ciao Mariella, buon fine settimana 🙂
popof1955 ha detto:
Ti apprezzo Marirò, non serve a nulla comprarsi la visibilità, sopratutto da bambini.
ili6 ha detto:
La scuola non è fatta solo di bambini e ragazzi. Ruotano anche tanti adulti. Sapessi quante volte in dei disegni (molto belli) ho testualmente scritto: 10 e lode alla mamma!
popof1955 ha detto:
Pensa che idea: vendere un detersivo o una cipria (si usa ancora?) o una schiuma da barba (i 10 e lode a volte li meritano anche i papà ;)) con un coupon per vedersi pubblicata una poesia su un libro da rivendere o dare omaggio nell’acquisto che faranno l’anno dopo: in molte case se non altro enrerebbe un libro all’anno 🙂
charlizegirasole ha detto:
“Il piacere di scrivere per scrivere”.
Il problema più grande è che si cerca di creare a dei piccoli mostri di perfezione che poi diventano i principali giudici di se stessi. Bisognerebbe lasciare che la vita fluisca e faccia il suo corso senza cercare di plasmare materia che si modella da sè.
ili6 ha detto:
Ciao, benvenuta:-)
dici benissimo! Si costringono i bambini a cose, attività, corsi, progetti,ecc..estenuanti, togliendo spazio al gioco e alla crescita serena e armonica.
In una classe di 25 bambini di 8 anni, ad es, tornando al plot del post, ce ne saranno 5 in grado già di scrivere autonomamente e con proprietà, fiabe e racconti vari degni di una pubblicazione. Il resto lo fa l’insegnante che diventa una ghostwriter. Non prendiamoci in giro e soprattutto non prendiamo in giro i bambini, rispettiamo i ritmi della loro crescita e non creiamo false illusioni.
I miei alunni hanno partecipato a vari concorsi di scrittura, ma sempre in gruppo, rarissime le eccezioni. Ognuno ha dato il contributo che ha potuto e la mia mediazione è stata per tutto il gruppo classe, mai singola.Creiamo prima solide basi per tutti e anche per i talentuosi che avranno tempo e modo di sbocciare in seguito.
claricegirasole ha detto:
Perfettamente d’accordo!! 🙂 Ognuno ha il sacrosanto diritto di sbocciare libero per il fiore che è 🙂
Elena ha detto:
Condivido la tua scelta!
ili6 ha detto:
Mi fa piacere , specie quando a dirlo è una mamma attenta 🙂
keypaxx ha detto:
Vanity press è molto cortese, come definizione. Comunque l’editoria è un mondo difficile e pieno di illusioni. Per qualche strano motivo, suppongo di business, le tipografie si sono moltiplicate, sul nostro territorio, ed hanno abbracciato una parvenza di editoria che editoria non è. Ci sono due metodi per pubblicare: tramite l’editore tradizionale, dopo sua personale valutazione, oppure da imprenditore di se stessi. Come avviene in un vero e proprio lavoro: dipendente oppure autonomo. Le tipografie travestite da editori sfruttano invece l’onda dei “talent show”, senza purtroppo il supporto di un media televisivo.
Un sorriso per la giornata.
^___^
ili6 ha detto:
Concordo con il talent show da tipografia. Nel post mi riferisco invece a una casa editrice che fa un bando nazionale a tutte le scuole, che non farà selezione e che chiede un acquisto anticipato di centinaia di volumi e il tutto avallato da certi vertici dell’istruzione.
Diventare imprenditori di se stessi non è sbagliato, ma in età adulta e con scelta autonoma e consapevole, anche delle enormi difficoltà da affrontare.
ricambio il sorriso 🙂
keypaxx ha detto:
Sarebbe interessante capire se i suddetti vertici dell’istruzione abbiano accettato la cosa con la completa comprensione del caso. Perché se è davvero così, se non ci sono altri interessi sotto, è meglio che cambino mestiere. Se invece ci sono accordi “sotterranei” occorre denunciare la questione, ma è difficile se non impossibile scoprirlo.
Felice giornata a te.
^___^
felixiratus ha detto:
ecco perché me ne sono andato dalla scuola ! Quando si perde di vista la funzione primaria educativa diventa un parcheggio e nulla piu’ . Hai fatto benissimo !
ili6 ha detto:
Sapessi quanto lottiamo con certe vanità dei genitori! Già tremo per la recita di Natale con l’lassegnazione delle parti principali agli alunni….
ma non tutte le scuole cadono in queste situazioni.
Alidada ha detto:
ben detto Marirò! … ma cosa sta diventando la scuola? Io non mi ci ritrovo più. Buona serata a te
ili6 ha detto:
La scuola ha spesso attinto dal territorio e questo ha sempre cercato la numerosa comunità scolastica. Passi finchè si tratta di acquistare dei biglietti di un circo scadentuccio o di una mostra poco interessante, ma qui stiamo parlando di cose ben diverse, concettualmente estranee all’atto educativo, che non è quello di scrivere (che ben venga sempre), ma di pagare per assecondare un momento di gloria.
Non avrei esitato se la casa editrice ci avesse invitati a inviare racconti che poi sarebbero stati seriamente selezionati per essere inseriti nella pubblicazione di una antologia.
Ciao Prof, vado a dormire,sono molto raffreddata e al lumicino. Passerò domani.
La il@ ha detto:
Complimenti, hai fatto la cosa migliore.
ili6 ha detto:
Lo spero.
Lady Nadia ha detto:
Hai ragione su tutto. Non ci vedo nulla di male se le cose sono state chiarite a priori e ti stimo perchè so che ai tuoi alunni saprai far passare il giusto messaggio. E’ giusto che sappiano che questo, come altri, è un mondo difficile. Che un libro è spesso venduto al di la del contenuto e che è difficilissimo “campare” di scrittura. Ma come noi ben sappiamo , la scrittura è un piacere, una passione, una liberazione e uno sfogo. Ecco.
Brava E ONESTA Marirò.
Ciao.
ili6 ha detto:
Sicuramente, Nadia. La scrittura è passione, catarsi, sogno, sfogo e non storco il naso verso un libro autoprodotto perchè immagino e so cosa spesso ruota attorno all’editoria. Come sai ho avuto opportunità di leggere bravi scrittori e scrittrici grazie all’EAP, ma non ritengo giusto che una scuola inviti a questo per vedere il proprio logo in una copertina.Intanto i ragazzini imparino a scrivere e a essere valutati e poi vedranno da loro quanto saprà essere bello scrivere per gli altri, ma anche impegnativo, massacrante e difficile.
Ciao,
a prestissimo 🙂
TADS ha detto:
Ciao Mariró, sono senza connessione da giorni, spero di risolvere al più presto il problema
ili6 ha detto:
Sì risolverà. Intanto approfittane per la disintossicazione. Dovremmo farlo tutti a turno.
Ciao
lucetta ha detto:
Naturalmente sono d’accordo con te su tutto. Quello che mi “scoraggia” è il fatto che la preside non avrebbe dovuto neppure proporti una cosa simile. A capo della scuola mettono sempre persone che a volte di educazione e formazione dei bambini dimostrano di saperne poco. Ciao Marirò.
ili6 ha detto:
Mi è anche sorto il dubbio che non avesse letto l’ultima pagina del malloppino e l’ultimo punto. Comunque, alla fine ha desistito, magari non ha apprezzato o colto appieno il mio discorso, mica è facile capirla…
Signorasinasce ha detto:
Grande lezione👏🏻👏🏻👏🏻
ili6 ha detto:
spero solo di non aver offuscato opportunità a qualcuno. Resto comunque convinta del mio pensiero e della decisione di non partecipare..
Ma Bohème ha detto:
Ho cercato di immaginare la tua Preside… la sua frase “voi maestre siete così” e il riferimento all’inutilità (??) del libricino rosso di filastrocche composte dai ragazzi la dice lunga sull’esistenza di due piani diversi e di due differenti prospettive: educativa nel senso pieno del termne per le insegnanti, Interesse per l’immagine dell’Istituto da parte del dirigente. Direi che non fa una grinza e che i rapporti di forza nella scuola non sono per nulla cambiati dopo quasi cinque anni che ho abbandonato il fronte 😉
Condivido la tua decisione, il messaggio che i ragazzini avrebbero recepito è che possono acquistare la visibilità. Punto. Non credo avrebbero capito il discorso editoriale che concepico come scelta ponderata per un adulto desideroso di uno sbocco per i suoi scritti. ma è tutta un’altra cosa…
Brava Marirò!
Buona serata 🙂
Primula
ili6 ha detto:
da quando i Direttori Didattici sono stati sostituiti dal Presidi Manager qualcosa nelle scuole è cambiata. Lo stesso Ministero chiede visibilità e di rimando la chiedono i presidi a noi docenti. Quel -voi maestre siete così- l’ho letto in tono affettuoso-rassegnato verso una categoria che lavora sodo senza cercare l’immagine. Teniamo molto ai quaderni degli alunni, questo si e spesso ci basta. Sai che la partecipazione a questo progetto, dice l’irsae di non ricordo quale Regione, darà punti di merito agli insegnanti?! Certi errori si fanno anche a monte.
Diversa cosa, come ben dici, è il discorso ponderato di un adulto che desidera mettere a frutto le sue capacità.
Grazie, Primula, buona notte 🙂
Nicola Losito ha detto:
Concordo pienamente con te e lo dico a ragione veduta, visto che mi sono sempre auto-pubblicato i miei libri e che la mia vanità è stata delusa da pochissime vendite al di fuori di parenti, amici e conoscenti. Non mi hanno certo ripagato dalle enormi fatiche intellettuali e fisiche spese per scriverli. E’ fondamentale che i ragazzi si ingegnino a scrivere non per il piacere vanitoso di vedere il proprio nome sulla copertina di un libro ma per amore della bella scrittura in sé, quella che s’impara leggendo i tanti bei libri scritti dai grandi autori.
Un cordiale saluto.
Nicola
ili6 ha detto:
Come ho scritto nel post non ho remore per l’autopubblicazione adulta. Uno dei nei delll’EAP è la distribuzione e riuscire a diffondere e vendere questi libri è impresa molto ardua. Lo è anche per le case editrici minori non a pagamento. Ho atteso due-tre mesi per alcuni libri di amici blogger dopo la prenotazione in libreria. Ora, vabbè che dovevano arrivare in Sicilia, però…altro che presenti negli store Mondadori etc etc…
Concordo pienamente col tuo pensiero finale: ai ragazzini occorre dare altri valori.
Cordialità a te, Nicola.
Mi....semplicemente ha detto:
Condivido il tuo pensiero Marirò, non è compito della scuola educare i piccoli all’illusione e tantomeno sostenere e far sostenere certe spese……
Buona serata 🙂
ili6 ha detto:
Poi coi tempi che corrono…
Scrivere sì, sempre, ma per il piacere di farlo e di imparare. Il resto lasciamolo alla vita adulta e non coinvolgiamo le scuole per tornaconti personali.
Grazie, Mi, dolce notte 🙂
Silvia ha detto:
Si stanno dando davvero messaggi sbagliati a questi ragazzi, che già di esempi negativi ne hanno fin troppi! Buon pomeriggio Marirò!
ili6 ha detto:
vedrai che ci saranno tante scuole che aderiranno con entusiasmo.
Posso capire, ad esempio, che una scuola alberghiera aderisca con le ricette culinarie dell’istituto, ma una scuola primaria e una secondaria inferiore…
Stiamo impostando tutto sulla costosa visibilità e il successo personale, e non mi riferisco solo ai libri. Sarà duro lo scontro con la realtà.
Grazie, Silvia, buona serata a te!
Fior di Sambuco ha detto:
Un grande applauso e sono desolata nel constatare che la “visibilità” sta diventando un valore e se non sei “famoso” o non ti interessa diventarlo, rimani fuori dai giochi. Non viene più valutata la semplice gioia di fare le cose per se stessi o per chi ti ama, davvero. Ciao Marirò ❤
ili6 ha detto:
Oggi si rischia di dare pericolosi messaggi ai giovanissimi, per la vanità, in primis, di insegnanti, dirigenti e genitori.
Che la scuola resti lontana da queste cose!
Grazie, Libera, un bacio ❤
mairitombako ha detto:
un bacio x te mariro cara
ili6 ha detto:
che splendore! Grazie ❤