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Il taglio è quello dei capelli, ma è anche quello del “mito” dell’uomo  migliore della donna, parrucchiere, cuoco, artista o scienziato che sia. Vincente  resta soprattutto la concordia (tra donne): roba difficilotta, ahimè!

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Ippolita decise di tagliare i suoi capelli all’improvviso, d’impeto. Era andata  nel suo salone di parrucchiere per una  piega e una regolata alla frangetta. L’atmosfera era la solita: standing  ovation per Renzo! Renzo di qua, Renzo di là, wow Renzo, che forza che sei! “Oh, Renzuccio, ti ho portato una calamita dal mio viaggio.” “ Che bella camicia hai, Renzo!” “ Decidi tu il taglio, decidi come devo essere. Sarò come mi vuoi!”  A Ippolita quasi cadeva la rivista dalle mani quando sentiva queste esclamazioni!

Renzo  è il titolare del salone. Attorniato da una decina di giovani donne, shampiste, estetiste, foniste, cassiere, è il gallo, il leader, il guru, il capo, il condottiero, il duce, il master, l’apostolo, l’araldo, l’ammmore delle aspiranti Lucie che frequentano la sua Sala di bellezza. C’è pure la sua vera “Lucia”, sua moglie, che stende il colore. Lucia è moderata, silenziosa, discreta, timidina e rassegnata spettatrice dei vari assalti di alcune signore e signorine al suo Renzo.

“Oh, Renzo, nelle tue mani i miei capelli prendono corpo e volo!” E Renzo vola: simpatico, cordiale, gentile, marpione con tutte le clienti, a volte diviene malizioso, intrigante, seducente, pavone con chi gli dà corda. Non tutte le clienti, naturalmente, ma un certo considerevole numero. Fondamentalmente è un bravo ragazzo e non esagera, ma l’aura che s’è costruito è inconfondibile e viene potenziata dal fatto che lui è l’unico adibito alla miscela del colore e al taglio dei capelli. Renzo accoglie, fa il galletto ed esegue il difficile; il resto è roba di donne.  Così occorre fare la fila per aspettare il Principe se devi tagliare i capelli. Eppure Lucia è cresciuta professionalmente insieme a lui, ha frequentato la stessa scuola, gli stessi corsi e stage…ma Renzo è Renzo e lei esegue qualche timido taglio ai bambini, a qualche vecchietta e alle ragazze dello staff per mantenere la pratica.

Ippolita frequenta poco quella sala e spesso si diverte ad assistere agli “assalti” a Renzo e a come lui li richiama, li beve, li assorbe, li para,  li svirgola. Le spiace un pochino per Lucia, quella giovane e bella signora le è simpatica e spesso parlano di libri e di musica quando lei la prende in consegna per le meches o per la piega.

Quella mattina Ippolita aveva notato che l’estetista aveva un nuovo, simpatico, fresco taglio di capelli e poiché avevano capigliatura simile le chiese se fosse un taglio pratico e facile da gestire. Di andare ogni settimana dal parrucchiere non se ne doveva  parlare! La ragazza fu confortante nelle risposte e, con un velato imbarazzo, disse che il taglio era opera di Lucia. Ippolita non esitò un istante e a voce alta chiese a Lucia di tagliarle i capelli in quel modo.

La stanza si oscurò, il mondo si fermò: le shampiste bloccarono le mani sulle teste insaponate delle signore, le foniste  rimasero col phon in aria, l’estetista col pennellino dello smalto penzolante. Persino il rubinetto della postazione 1 di lavaggio, sempre guasto,  smise di gocciolare!

“Sei sicura, Ippolita?” chiese Lucia. “ Se ritieni che quel taglio mi stia bene, sì.”  Lucia le disse che il taglio avrebbe anche  potuto farlo Renzo. “ No,  quel taglio è tuo e a me sta bene così.”

Si sentì un gran  frastuono : il cassetto delle forbici in mano a Renzo  cadde  a terra. Lucia e Ippolita non si voltarono  e  insieme andarono nell’angolo taglio.

Mentre Lucia tagliava, le due donne chiacchieravano amabilmente come niente fosse, ma la tensione nella sala era evidente. Renzo si fece silenzioso e lanciava occhiate, ora curiose, ora ammirate, ora perplesse verso Lucia e Ippolita.  Alcune ragazze dello staff si avvicinarono per osservare e per essere pronte a qualsiasi esigenza: portarono  il caffè a Ippolita, porgevano  spazzola e pettini a Lucia, tenevano ordinata la postazione. Silenziosamente stavano tifando per Lucia. Anche le clienti volgevano la testa verso il lavoro di Lucia.

Ippolita era serena e tranquilla, cosa che non sempre le succedeva sotto le forbici di Renzo, non perché non si fidasse o lui non fosse bravo, ma perché non amava molto il taglio corto. Faceva crescere i suoi capelli e le piaceva sentirli sulle spalle, lunghi, lisci, svolazzanti, come quando era giovane. Alla fine, però, si riduceva a legarli a coda, per la praticità quotidiana, per il caldo, per evitare le estenuanti cure che i capelli lunghi richiedono  e perché fondamentalmente non amava quelle donne mature che, viste di dietro sembrano quindicenni e quando si girano… quindi spesso faceva “zac” . Renzo le proponeva il solito perfetto e noioso caschetto e Ippolita, appena tornava a casa, si guardava allo specchio e diceva : “Da oggi faccio allungare i capelli!”

Lucia finì il taglio e iniziò l’asciugatura. Era un taglio scalato, deciso, leggero, sbarazzino e piacque subito a Ippolita. Renzo si avvicinò, osservò,  fece un complimento alla moglie, poi disse a Ippolita che con quel taglio aveva guadagnato dieci anni di gioventù. Lei lo guardò un po’ torva, poi gli sorrise e si alzò per meglio far vedere il taglio di Lucia a tutti. Sorridente, si avvicinò alla cassa tra vari-Ti sta bene – Che bel taglio!-Non credevo…-

Lucia l’accompagnò alla porta, le regalò un buono omaggio per una prossima piega  e la ringraziò per la fiducia: “Non sai quanto importante sia stata per me questa tua decisione…”

“Lo so, invece, e mi complimento per la tua bravura e per la donna che sei. Questo taglio mi piace e lo terrò per un bel po’.  Adesso anche tu sarai una parrucchiera e non solo una commessa nel tuo Salone. Era ora, no?”

“Sì, era ora.”