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I docenti sono costretti a farle, gli studenti sono costretti a subirle: entrambi ne farebbero volentieri a meno. Gli alunni per evitare l’impegno e per timore di scoperchiare le pentole…gli insegnanti per evitare correzioni e per paura di aver sbagliato lavoro…

Ma un voto bisogna metterlo, una valutazione occorre scriverla e allora meglio essere quanto più certi e obiettivi possibili. Quindi obbligo di prove su prove!  Da quelle quadrimestrali a quelle INVALSI e persino a quelle del RAV (che genialata!).

Sul sistema valutativo di studenti (e prof)  della scuola italiana si potrebbero scrivere interi tomi, per non parlare della “buona (?) scuola” di Renzi,  ma non ho voglia adesso di parlarne, sono  sommersa  da schede, fogli excell,  tabelle, grafici, dati, percentuali e  prove e controprove ancora  da correggere. Sommersa nera! Per fortuna ci sono loro, i bambini, che riescono a dare pennellate di colore nella tavolozza del  grigiore valutativo, strappandoti risate che ti regalano una salutare boccata d’ossigeno.

Ieri, ad esempio,  in una verifica grammaticale, una dolce bambina, nell’analizzare la frase “Io  ho fame e sete” ha risolto così:

Io: pronome Ketty

Ho fame: verbo con l’h avere fame

E: unisce la fame e la sete

Sete: nome astratto

Un  alunno, invece, alle prese con  il nome composto “scaldabagno”, ha scritto:

scaldabagno: nome di cosa spezzato, che poi si unisce e  forma un cilindro pieno di acqua calda, maschile singolare.

Beh, in fondo anche questa è una verifica  su ciò che ho sempre sostenuto sul mio lavoro: complesso,  delicato, difficile, ma a C O L O R I ! 🙂

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