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amicizie che si rompono, cicatrici, crepe, delusione, filosofia giapponese, intolleranza, Kintsugi, la pazienza non è infinita, oro e argento, tolleranza, vasi rotti
I giapponesi, popolo per alcuni aspetti affascinante e fortemente contraddittorio, nella loro filosofia di vita carica di miti e simbologie, di gusto estetico e sobrietà che, però, non applicano a tutto, anzi spesso ti accorgi dell’esatto opposto, ci invitano con l’arte del Kintsugi a riparare un oggetto rotto con oro, argento e lacche preziose per saldarne insieme i frammenti. “La tecnica permette di ottenere degli oggetti preziosi sia dal punto di vista economico (per via della presenza di metalli preziosi) sia da quello artistico: ogni ceramica riparata presenta un diverso intreccio di linee dorate unico ed ovviamente irripetibile per via della casualità con cui la ceramica può frantumarsi. La pratica nasce dall’idea che dall’imperfezione e da una ferita possa nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica e interiore” (cit. Wikipedia).
Penso che avrete letto di questa teoria che spopola nella Rete con commenti entusiasti sul pensiero che sta dietro alla pratica e che facilmente viene esteso ai rapporti umani che si incrinano, che si spezzano e che, con doti e qualità speciali, quali la pazienza, la tolleranza, il perdono, tanto per citarne alcuni, si invita a ricostruire, rimarginando ferite e delusioni ed esaltando le cicatrici che, si dice, renderanno il rapporto ancora più bello e autentico . So di non essermi espressa al meglio; avrei potuto usare locuzioni di maggiore enfasi ma, come dicevo sopra, basta fare un giro sul web dopo aver digitato il termine Kintsugi per trovare vere e proprie prosopopee sull’argomento.
Beh, lo avete già capito: a questa teoria non credo, non più. Un vaso rotto resta un vaso rotto. Una crepa genera sempre una trasformazione, e non necessariamente migliore, e produce una delusione che, se non subito ricompensata o, peggio, se reiterata, farà il suo corso, lento e inesorabile, portando avanti le sue ombre e i suoi effetti. E che le cicatrici siano percorsi da esaltare e far luccicare è un’emerita stupidata: le cicatrici sono strade di dolore che hai dovuto tuo malgrado affrontare, ma che alla lunga non intendi più sopportare. Esauriti oro e argento? Esaurita la tolleranza? Forse o forse semplicemente arriva un momento in cui ognuno inizia a volersi bene in un modo diverso e più completo.