Con gli sconti c’è un po’ di confusione nel negozio e le due gentili commesse fanno del loro meglio per accontentare un po’ tutti. Paola è in paziente attesa nei pressi di uno dei due camerini con in braccio due paia di pantaloni e una camicia. Dietro il tendone del camerino c’è una signora che sta provando dei jeans. Scosta un attimo la tenda in cerca del marito, gli fa un cenno e lui si avvicina. La signora, una bella donna, forse di poco più giovane di Paola, chiede della commessa e prega il marito di cercare lo stesso jeans che sta provando, ma della taglia più piccola.
-Che taglia devo chiedere?- dice il marito
-Una 46.
Il marito cerca la commessa, vanno insieme verso lo scaffale dei jeans, tornano nei camerini e comunicano che la 46 non c’è. Poi la commessa ricorda che quel jeans 46 ce l’ha in mano Paola, in attesa di provarlo e lo dice alla signora, proponendole la prova che se dovesse andare bene potrebbe chiamare l’altro negozio per ritirarlo.
La signora guarda Paola dallo spiffero della tenda che porge il jeans al marito perché glielo dia. Il tizio esamina il jeans ed esclama: -Ma vuoi farmi credere che tu entreresti qua dentro?
Le donne si guardano e preferiscono stare zitte e non ribattere alla battuta dell’uomo. “Entraci là dentro e fagli vedere chi sei!”, prega Paola tra sé e sè . La tenda nasconde il corpo della signora. Poi lei esce dal camerino col jeans addosso: le sta bene. Si guarda allo specchio, con calma e, con voce tra il glaciale e il sensuale, chiede al marito: -Ma tu da quanto tempo non mi guardi?
La commessa si allontana imbarazzata, Paola finge di interessarsi ad altra merce esposta, ma sente la risposta del marito:-Di solito quando ti guardo vedo un parallelepipedo azzurro!
A quel punto Paola si gira verso la signora:- Può prenderlo, le sta benissimo.
-Davvero? Non lo vuole provare più?
-No, proverò questi pantaloni di vellutino.
-Grazie. Mi sta bene e poi…
Paola le sorride e va a provare gli indumenti selezionati. Dopo un po’ le due donne si ritrovano nei pressi della cassa : Mi scusi la curiosità, ma cosa è il parallelepipedo azzurro?
-Penso mio marito si riferisse alla vestaglia di pile che uso per stare in casa, bella calda, larga, comoda e azzurra. Ingoffante, però.
-Ah, sì. Mio marito allora potrebbe dire di vedere un cilindro arancione!
Ridono entrambe e ognuno va per la sua strada.
L’indomani una delle due donne esce di buon’ora da casa per fare acquisti. Con passo svelto si dirige verso un negozio di articoli sportivi alla ricerca di una sfiziosa felpina e di un comodo e aderente fouseaux. Prima di entrare nel negozio getta nel cassonetto della spazzatura una voluminosa busta con dentro la sua vestaglia.
Nella via parallela al negozio l’altra donna sta sorseggiando il caffè seduta nella veranda di casa. Sfoglia distrattamente una rivista mentre accarezza la sua morbida vestaglia. Il marito esce di casa con un veloce saluto. Lei si alza, va allo specchio, apre la vestaglia e si guarda. Sorride al suo corpo e ai suoi occhi, poi richiude la vestaglia godendo del tepore che le regala.
Edouard Manet – Colazione sull’erba – 1863
Mi piace 🙂 🙂
grazie 🙂
Ciao scrittrice! Mi ha attirato il titolo “la vestaglia” perchè l’ho dovuta utlizzare da poco per un ricovero in ospedale… e quella che ho scelto dall’armadio, un po’ datata ma carina, era di un rosso vivo 😉
Mio marito ha detto che mi si vedeva… ahahah lui mi vuole bene e forse gli va bene anche se mi vede solo lui 😉
Ora sto bene e la vestaglia l’ho riposta nell’armadio e spero di non dovermi far guardare per un po’ 😉
Buon Carnevale Marirò!
oh sì, lascia la vestaglia là dove si trova 🙂
Grazie, il carnevale è andato, tanta pioggia ha rovinato vari preparativi, ma va bene anche così.
Un abbraccio e un sorriso per te, ciao
Vedo una doppia chiave di lettura in questo racconto. Da un lato quello della donna che si trascura scapito degli apprezzamenti del marito, dall’altro quello del marito che non sa apprezzare la bellezza “nascosta”. Forse il segreto sta nel mezzo. Del resto ogni rapporto di coppia si basa sulle certezze della vestaglia e sugli stimoli sempre nuovi da cercare in altri “abiti”, intesi non solo come vestiti ma anche come modi di mostrarsi.
Ciao Topper, bentornato 🙂
Ma guarda, nemmeno io che l’ho scritto so quante chiavi di lettura può avere questo racconto. Mi sono accorta dopo delle varie ottiche che possono esservi contenute e alla fine ognuno fa emergere la sua.
La verità è che i rapporti di coppia non sono facili nè scontati e c’è sempre da lavorare, montando e smontando, vestendosi e spogliandosi, per andare avanti, anche a tentoni.
Grazie per il “bentornato”, non è la prima che mi allontano ma torno sempre prima o poi, specialmente nei luoghi che più apprezzo.
Come ogni argomento interessante, è giusto che le chiavi di lettura siano molteplici. Oltretutto non è detto che siano in contrasto, anzi possono coesistere. Pienamente d’accordo sui rapporti di coppia.
🙂
Questo racconto è un monito per tutte quelle donne che si trascurano nell’intimità, occorre essere in guardia e non lasciarsi andare, la vestaglia solo al momento del risveglio, poi bisogna indossare qualcosa di più consono e un tantino femminile, basta poco a volte. Io nel tempo non ho mai smesso di curarmi, anche in casa, certo non mi agghindo come se dovessi andare a una prima, ma cerco di essere in ordine e anche con un leggero trucco al viso, lo faccio anche per me stessa, comunque anche gli uomini non devono lasciarsi andare a sciatteria.
Bellissimo post, brava.
un bacione
annamaria
In questo tuo commento, cara Annamaria, emerge la saggezza e l’ attenzione verso chi ci sta accanto e verso se stessi e va al di là di una affannosa sensualità legata soprattutto alla sfera sessuale. E’ piuttosto la conquista di un elegante stile di vita che poi si manifesta e ricade piacevolmente su tutto.
Ti ringrazio per averlo scritto e per aver completato così il mio pensiero.
Credo che nella vita di coppia sia possibile individuare la maggior parte delle tematiche che ci accompagnano durante il cammino su questa terra. Sono le piccole cose a dimostrarci quanto grande sia il potere di una relazione, accogliendo i momenti più drammatici, impegnativi e ilari.
Un sorriso per la nuova settimana.
^___^
Certo, ogni cosa parla di noi, noi donne e noi uomini, anche le piccole sfumature quotidiane. Le variabili, però, sono infinite e spesso si riconducono al “noi” e non all’io. Alla lunga puoi sapere cosa può piacere all’altro/altra e attivarti con buona costanza per applicarlo.Vero anche che la frenesia della vita ti porta a distrarti ed ecco che un casuale fatto capitato in un negozio, ti fa improvvisamente riflettere e magari cambiare un’abitudine. O anche no perchè, a torto o a ragione, ritieni che non ci sia nulla da cambiare.
La scelta migliore penso sia riuscire sempre a mettersi in discussione con obiettività. Per entrambi i componenti la coppia.
Buona settimana a te, ciao.^___^
Quanto sono contraddittori i mariti! E noi pure!
Felice giornata cara Marirò!
Nives
Ci sono anche i mariti che si sentono “rassicurati” dai parallelepipedi o cilindri che siano..
Felice notte, Nives, ciao
bella metafora Marirò,
massaiare in comodità è importante ma credo lo sia anche agevolare certi stimoli, perché ne fai un problema di sicurezze??? giusto per capire
e non lo so perchè ho pensato alla sicurezza. La seconda signora l’ho immaginata sicura di sè e del rapporto col suo compagno. Pensi sia una donna che non sta più a inseguire certe sensualità e che si compiace solo di se stessa? Può anche essere, ma non l’ho pensata così.
Una donna sicura di sè, del suo essere donna e quindi della sua sensualità, non chiede eccessivo “aiuto” alle scollature o trasparenze. Sa come piacere, anche in vestaglia (o crede ancora di saperlo).
mi interessava capire cosa intendessi tu, autrice del post, con quel “sicurezza”, certo dopo anni e anni di convivenza la voglia di farsi trovare tutte le sere in reggicalze e tacchi a spillo si affievolisce, tuttavia credo sia anche sbagliato cessare di manifestare la sensualità una volta consolidato il rapporto. Questo è un discorso molto serio e diffuso, tantissime donne si “aggiustano” solo quando si esce a cena o si passano le serate fuori casa, viceversa look scaccia tentazioni modello parallelepipedo e prisma. Una moglie/convivente che si comporta così è più menefreghista che sicura… o no???
no, no,
ho scritto in vari commenti di risposta ciò che tu affermi nella prima parte:sbagliato cessare la sensualità per eccessiva sicurezza. Ecco perchè mi piace anche la donna che rinuncia alla vestaglia. Però non considero menefreghista la signora che non rinuncia a certe comodità e che sa comunque di essere sensuale. Ma poi menefreghista di cosa?
Ah, Tads, un pensiero un pochetto maschilista, il tuo…perdona.
Guarda il quadro di Manet che ho scelto, non a caso, per accompagnare il post : due uomini normalmente vestiti in una mattina al bosco, mattinata che non deve essere particolarmente tiepida, due uomini comodamente vestiti che hanno occhi solo per la donna nuda mentre l’altra donna che fa le abluzioni mattutine con la vestaglia non la degnano di uno sguardo…. Fece scandalo questa tela per il nudo e la situazione, era il 1836. Nel 2015 fa rabbia osservare la scenetta.
Menefreghista una donna che sceglie un abbigliamento comodo? No, direi rispettosa e sicura di sè e pronta, nel caso, a far scivolare gli abiti. Dagli albori del mondo noi donne non abbiamo fatto altro che spogliarci, costringerci con stecche, ferretti, cerniere, corazze,reggiqua e reggilà, fare diete su diete per ringalluzzire voi uomini…Beh,…fermo restando che a noi donne piace attrarre, ci siamo forse un po’ stufate e vorremmo anche essere attratte e ammirate per come siamo, persino con la calda e ingoffante vestaglia. Non siamo solo corpo e curve. Se non indosso il tacco 15 non è perchè me ne frego di te – uomo, ma è perchè ci tengo ai miei piedi, come tu tieni ai tuoi e non voglio beccarmi tendiniti, cipolle o alluce valgo vari. Tu- uomo non mi guarderai per questo? Pazienza, mal per te (e forse anche per me): io sono donna lo stesso, anche se indosso un mocassino tacco 6 o una comoda tuta e non solo per “massaiare” in casa, ma anche per fare altro.
carissima Marirò,
una volta ti scrissi che avresti un futuro come presidente della proloco, oggi ti dico che ne avresti uno brillante anche come politico, sei particolarmente brava nell’interpretare, diciamo così 🙂
non credo c’entri qualcosa il maschilismo e nemmeno i corpetti cilicio del ‘700. Come uomo non mi interesserebbe una donna in lingerie sexy h24 e nemmeno in parallelepipedo h24, mi fa strano doverlo ribadirlo. Una donna che si valorizza sotto certi aspetti solo quando LEI lo ritiene opportuno è, di fatto, una menefreghista, soprattutto se ha un uomo particolarmente sensibile a certi “effetti speciali”.
lo strano sta nel contrario, cioè vivere forme di provocazione/stimolo come una cortesia o un dovere, lo hai detto tu stessa: “noi donne ci siamo un po’ stufate”, ci si stufa di un “dovere” non di un piacere. Te la faccio breve… quando una donna inizia a cantare in playback: “se ti piaccio veramente ti piaccio anche con la vestaglietta”, oltre che menefreghista è pure egoista. Farsi trovare in ghingheri per farlo contento è un qualcosa che finisce nel calderone del “sesso sindacale”, farsi trovare in ghingheri per il piacere, la voglia di farlo, è altra roba. Le donne dovrebbero smetterla di parlare di sesso e affini come di una più o meno blanda rottura di scatole, lo si evince anche dai commenti in merito che leggo in giro, mi domando che senso abbia vivere simili situazioni.
anni fa scrissi da qualche parte: “le donne spendono soldi per acquistare vestiti che facciano venire agli uomini la voglia di spogliarle”, ecco, quando non si prova più questo desiderio, il rapporto si trasforma in quella barzelletta in cui i maschi sono in perenne priapismo e le femmine in perenne emicrania, per fortuna i trattati di sessuologia dicono l’esatto contrario.
ovviamente ho estremizzato un tantino per rafforzare il concetto ma la sostanza è quella, il maschilismo lasciamolo perdere, non c’è niente di maschilista nel desiderare alcuni contorni, così come non c’è nessuna sicurezza nel negarli.
buona serata
miiiii…anche egoiste!
non mi pare di aver detto che il sesso è una scocciatura o un dovere. Può diventarlo, certo, e potrebbe dipendere anche dai signori uomini, non credi? Chi ha detto mai che si vogliono negare i contorni? Chi ha detto mai che quella vestaglia non si può slacciare?? E la può slacciare lui, ma anche lei!
ci siamo stufate ad es di usare i perizomi che tagliano la pelle, il reggiseno coi ferretti che fanno i buchi, le guaine che tolgono il respiro, le trasparenze che fanno rischiare la broncopolmonite, le scarpe che fanno crescere i becchi osteofitosici. Di rimando noi donne a casa vediamo le orrende maglie della SALUTE a maniche corte, boxer al ginocchio con gli aeroplanini,…..ok, ok mi fermo altrimenti mi dai della femminista sfegatata…
Sorrido nel leggere della brillante carriera politica…in effetti in questo post c’hai azzeccato, cioè : ho scritto il post, mentre lo scrivevo pensavo solo alla diversità di pensiero e atteggiamento delle donne, uguali e sempre diverse. Ma appena l’ho pubblicato mi sono chiesta da che parte sto io. Mi piacciono entrambe le signore che ho descritto e ho già detto il perchè e io sono un po’ l’una e un po’ l’altra. Quindi qui mi sono trovata a fare il “politico”, cioè a dare ragione a tutti. E ti assicuro che non è cosa semplice 😉
Buona giornata, Tads. Si va a lavorare, uffina.
Vestirsi per vivere o vivere per vestirsi?
Ci vuole un poco di tempo per capirlo, ma alla fine la comodità vince 😉
eh! Che dilemma!
decisamente, soprattutto per le scarpe! la vestaglia può anche essere accantonata, specie d’estate (che non esiste proprio) ma le ciabatte MAI!!
🙂
Simpatico racconto, “con la morale”. Come lo sono i tuoi racconti,.
Grazie per gli auguri, Mariro’ 🙂
” nel fiume della vita”. E spero-non credo, spero…- ci siano.altri fiumi da percorrere. La vita, il mondo, la ricchezza interiore dell’uomo, di ogni uomo, sono cose troppo complesse e grandi perche’ tutto finsca in ..pochi decenni. Certo, nulla sembra “dimostrarlo”, ma io penso non ci sia nulla di male a sperarci “(la speranza nun costa gniente…”- I “Vianella”-) Ciao.
Marghian
Già, con la “morale”…Però che uffa ‘sta morale…sempre a cercarla, a inseguirla, a combatterla…e alla fine? Dici che avremo il”premio”? Mah…
ok, sto andando fuori tema (e una maestra come fa ad andare fuori tema?!?) ma a me piace andare fuori tema…ok, poivengo da te a riprendere il tema 🙂
e ancora auguri di buon compleanno!
Bello, ironico, ma con una precisa morale.
Un bacione, cara!
Grazie. Non so che dire,sono ancora emozionata dopo la lettura del tuo racconto della “lupata”. Davvero splendido!
Grazie di cuore a te!
Ti invito al mio compleanno, Mariro’
https://marghemar.wordpress.com/2015/01/24/oggi-se-permettete-mi-faccio-gli-auguri/#comment-1620
Ciao 🙂 .
arrivooooo
Mi identifico nella signora che non ha buttato la vestaglia. Mi dispiace…ma non rinuncio alle mie comodità. Chi mi vuole…chi mi ama…mi accetta per quella che sono.
Buona serata, mia cara
e anche questo è giustissimo.
Buona domenica a te, ciao
Io opto per la comodità ! Buon we
oh, anche io! Continua a piacermi la lingerie romantica, ma alla comodità non rinuncio.
Felice domenica a te, ciao
bello Se non non sono comoda e calda non riesco a disegnare ma vale anche per mio marito ciaooooooooo
Brava! Hai toccato un punto determinante: se non stiamo bene con noi stesse, vestaglia o baby doll che siano, non riusciamo a trasferire nè a prendere.
Buon fine settimana, ciaoooo
Ma perchè rinunciare alla comodità? Molto meglio tenersi la vestaglia calda e comoda 🙂 Bellissimo racconto, buon fine settimana 🙂
Ecco, perchè rinunciare alla comodità??? Il punto è proprio questo. Essere sensuali e piacenti e nel contempo comode, calde e felici pare sia impossibile per dettami maschili!
Che vitaccia che è quella delle donne! 🙂
Grazie, buon weekend a te
L’ha ribloggato su Scelti per voie ha commentato:
Meditate donne, meditate! Sensuali, desiderose di piacere, o semplicemente libere e felici?
e c’è da meditare sì…
come ho scritto su “scelti per voi” (Grazie!) medito da ieri, cioè da quando ho scritto questo racconto e …insomma, proprio ora dovevo mettermi a “meditare” che siamo nei giorni della merla?!
Scherzo a parte, riflettevo che spesso noi donne siamo così attente a vestirci quando andiamo al lavoro, tutte sistemate e alla moda e poi a casa ci mettiamo “In libertà”, badando poco al fatto che proprio a casa c’è un uomo che ci guarda (o potrebbe guardarci). Al lavoro al massimo ci guardano le colleghe…almeno nel mio lavoro, quasi tutto al femminile, e pensavo se alla fin fine tutto si quantifichi con la classica, sciocca e triste competizione-invidia- tra donne.
Delizioso questo racconto, orginale e profondo, fonte di riflessioni mica banali!
Io, comunque, mi sento più affine alla seconda signora… sarò single per questo? 😉
La seconda signora mi piace perchè è sicura di sè, non rinuncia alle sue comodità e sa andare oltre l’abito. Lei. Il marito non so…
Anche l’altra signora, però, non mi dispiace perchè sa mettersi in discussione e prova (o tenta) a cambiare abitudini. Le abitudini possono rivelarsi deleterie per una coppia.
Forse una via di mezzo non sarebbe male…
😉
Davvero un racconto che rende l’idea.. il comportamento finale delle due donne riassume due diversi filoni di pensiero, difficile a dirsi quale sia “giusto”. Di sicuro viene da chiedersi com’è che sti uomini vedessero le mogli solo in vestaglia.. forse non volevano vedere oltre.. 🙂
ahahah, forse gli uomini temevano di vedere oltre, chissà, o forse avevano scordato che c’era un bell’oltre sotto quella vestaglia e le loro mogli avrebbero dovuto ricordarglielo rischiando di beccarsi la bronchite! 🙂
Due finali diversi per due donne diverse. E su questa diversità si potrebbero aprire tanti discorsi.
Molto vero …io ho sia la vestaglia pratica di lanetta sia il baby doll ..li metto entrambi dipende dall umore e dall occasione 😜 un bacio carissima e bravissima!
sicuramente umori e occasioni sono determinanti per la scelta 😉
Diciamo, però, che ci si riferiva al famoso tran tran della quotidianità e, beh, proporsi sempre come parallelepipedi e cilindri…insomma, poveri uomini…
Ma loro nel tran tran quotidiano mica si propongono meglio!!!
Grazie, smack 🙂
Questo è’ verissimo! Ma noi donne siamo avanti anni luce su di loro anche …su questo! Bacio!
MOLTO BELLO CARA MARIRO ,..

UN ABBRACCIO FORTE AUGURANDOTI SERENO FINE-SETTIMANA
Che belle ortensie! Grazieeee, buona serata 🙂
Bellissimo Marirò, ha fatto bene la seconda signora a non buttare la sua vestaglia, probabilmente il marito di quella con la vestaglia azzurra non la guardava oltre l’aspetto esteriore se non si accorgeva che aveva un bel corpo. Pensa che io indosso pigiamoni da uomo, ci sto comodissima e calda ahahaha
Ciao, un caro saluto e serena notte. Pat
Direi che è meglio non buttare nulla, visti i tempi, però…
Le vestaglie, tra l’altro, hanno un pregio: scivolano via facilmente. Ma occorre che qualcuno slacci la cintura…
La diciamo tutta?
Ci sono uomini che non guardano più e donne che non tengono più ad essere guardate.
Io indosso i calzini di mio marito, non di notte, ma di giorno, sotto i pantaloni: sono una meraviglia di comodità e calore 🙂
Grazie, felice serata. Ciao
E’ bellissima Mariro’, mi piacciono cosi’ tanto i tuoi racconti, io ho un pigiamone rosa felpato, e’ cosi’ caldo, a mio marito piace tantissimo sopratutto quando lo indosso “dopo” 😉 😀 un bacione cara, buon venerdi’ e buon weekend, ❤ 💋
La cognatina regalò a mio marito un’orribile salopette di pile, calda e comoda, ok, ma pur sempre orribile. Tanto orribile che un giorno capitò un… “incidente di stireria” … e la salopette passò nella cesta del cagnolino, che ancora l’adora.
😀
Buon weekend a te, nonostante il freddo. Vorrà dire che dovremo coprirci ben benino… 😉
Baci, ciao
😀 baci cara, buon weekend, ❤
penso che “dopo” una donna possa indossare qualsiasi cosa 😉 😀
😀 infatti 😀
ecco…
“Dopo” gli uomini dormono col fischio!