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estorsione, legalità, pizzo, posteggi, posteggiatori abusivi, racket, sindaco di Palermo, tensione, vigili urbani
Questo è il testuale tweet scritto qualche mese fa dal sindaco di Palermo. Al cinguettio seguirono tante polemiche, come ovvio. Non sono palermitana, ma la piaga sociale del posteggiatore abusivo la conosco bene e mi unisco alla rabbia per le parole facili di Orlando.
A Catania le strisce blu e i parchimetri hanno “ripulito” le strade del centro dai signori del “pizzo”, (tale è), ma le periferie e i paesi pedemontani vivono il problema e il cittadino, di volta in volta, deve decidere come comportarsi: se chiamare la polizia, se arrivare allo scontro diretto rischiando insulti e sfregi all’automobile, se pagare e imprecare.
Domanda : dove sono, sig. sindaco, i vigili urbani per allontanare questa gente e vigilare sull’incolumità del cittadino che non vuole fomentare l’abusivismo?
Mi trovavo in un paese etneo per accompagnare mia madre in chiesa in occasione della festa del Patrono. Conosco il paesino e quella zona perché lì ho dei parenti e so che nel largo viale attiguo alla chiesa si parcheggia con disco orario. Ma c’era la festa del S. Patrono e una gran confusione di auto. Quando c’è folla i posteggiatori abusivi spuntano come i funghi e anche quella mattina non mancavano.
Mi colpì subito un ragazzino, 12 anni circa; che ci faceva lì in un giorno di scuola? Domanda sciocca di insegnante ingenua…sorvoliamo. Non era l’unico e ogni ragazzino era affiancato da un adulto.
Non c’era posto e il ragazzino mi propose di sistemare l’auto dentro il cortile di una villetta privata (che nelle grandi occasioni i posteggiatori “affittano”). Dissi che stavo cercando un posto vicino alla chiesa per evitare che mia madre camminasse tanto e fui fortunata perché un’auto andò via e posteggiai immediatamente.
-Sono cinque ( 5 ) euro- mi dice il ragazzino
-Cinque euro?! Scherzi??
-No, c’è la festa e lì c’è il mio principale- risponde indicando un tizio poco distante che ci guarda appoggiato a un’auto -se non vuole pagare vada a posteggiare sulla circonvallazione.
Mia madre è già scesa, e a fatica, dall’auto, la circonvallazione si trova a 1 km di distanza. Spiego al ragazzino che starò al massimo 15 minuti, solo per una preghiera in chiesa, che ho con me una persona molto anziana e che cinque euro sono troppi.
-Cinque euro- risponde.
-Pago al ritorno.
Il ragazzino sistema un foglietto piegato a triangolo nel tergicristallo e noi ci avviamo verso la chiesa. Mia madre ha anche problemi di udito, ma capta la qualsiasi e, vedendo la mia faccia, mi dice di stare calma, che i soldi li metterà lei, che quella è brutta gente, che non vuole spaventi, che uno specchietto retrovisore staccato mi costerebbe di più. Le dico di stare tranquilla. Ma tranquilla io non sono: 5 euro a quel bambino non li darò mai.
In chiesa penso a come fare per evitare quel “pizzo”. Se fossi sola sarebbe tutto più semplice, ma con lei al fianco…e se la spingeranno a terra?
Usciamo dalla chiesa e ci dirigiamo verso l’auto. Ci sono alcune bancarelle e chiedo a mia madre di aspettarmi là. Lei non vuole sentirne e cerca di corrermi dietro. L’affido per due minuti a una signora che vende maglieria cinese . Mia madre protesta, faccio la voce grossa e ubbidisce rassegnata. E’ preoccupata, teme che mi metta nei pasticci per pochi euro. Il rischio c’è, lei lo sa, io pure.
Corro verso due vigili urbani che avevo notato davanti la chiesa e spiego la situazione. Mi dicono che non hanno avuto ordini dal sindaco o dal loro comandante di allontanare i posteggiatori abusivi, che quella gente è venuta dalla città, che sono tanti. Dico che ho mia madre affidata a una sconosciuta, che sto per chiamare polizia e giornalisti e il vigile più anziano si convince, mi dice di andare a prendere mia madre e l’auto che lui avrebbe distratto (DISTRATTO!) i posteggiatori. Mi chiede di fare in fretta.
Trascino mia madre in macchina. E’ tesa e nervosa. Sono agitata anche io, ho la sensazione di stare fuggendo da qualcosa che ho combinato. Ma io sono nel giusto, non devo temere nulla. E invece temo.
Faccio manovra per uscire dal posteggio e dallo specchietto retrovisore vedo il vigile che parla coi due. La discussione è tranquilla, pare una chiacchierata sul caldo che fa. Non provo soddisfazione per quegli spiccioli risparmiati. Sono delusa: avrei voluto vedere l’azione di forza, avrei voluto vedere un briciolo di timore negli occhi di quel ragazzino che marina la scuola per il racket , avrei voluto vedere i “guardamacchine” scappare alla vista del vigile …e invece ho la sensazione di stare scappando io da un problema che in qualche modo ho causato per non aver ceduto all’estorsione e alla rassegnazione.
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