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aula scolastica, cartelloni, chiodi e martello, collaboratori scolastici, dura di comprendonio, Marcel Duchamp, responsabilità, rimprovero, rischio, scalette, scuola, sicurezza sul lavoro, testardaggine, vigili del Fuoco, voglia che passa
L’altra mattina sono stata rimproverata con decisione da un bidello della mia scuola, ops, chiedo venia, da un collaboratore scolastico, ‘che se li chiami bidelli ti fanno “spirdare” (vedere gli spiriti dallo spavento ). No, nemmeno collaboratori scolastici va bene. Li devi chiamare signore e signora e punto. Quindi sono stata rimproverata dal Sig. G. davanti ai miei alunni in malo modo, cioè con tanto di voce alta, frasi imperiose e minacciose e sapete il perché? Perché sono stata colta in fallo mentre, arrampicata su una scaletta a V, attaccavo un grande cartellone a una parete della mia aula.
-Maestra, che cavolo sta facendo lassù?!? Scenda immediatamente!
Premesso che io non mi offendo se mi chiamano maestra e non signora, anzi mi piace proprio, sentendo quelle urla sono saltata in aria col rischio di cadere sul gruppetto di bambini che mi stava aiutando dal basso a tenere fermo il cartellone che avevamo terminato dopo due settimane di intenso lavoro e che stavo cercando di fissare al muro con cartoncino e chiodini.
-Che succede signor G.? Non sto rovinando il muro, ho con me i cartoncini di protezione, stia tranquillo. Piuttosto stia attento che A. e B. non si prendano a calci, per favore. A. è già nervoso di buon mattino.
-Scenda subito dalla scala, maestra! Lei non può salire su quella scala!! Lo sa che se cade sono guai per tutti?
– So che se cado saranno guai per me, ma sto attenta. Questa scala sembra parecchio fragilina…
-E’ fragile. Da dove l’ha presa? Chi l’ha autorizzata??
Comincio ad innervosirmi e, dall’alto del penultimo piolo di quella scala senza parapetto, senza gommine antiscivolo, senza catenina di sicurezza e che tremola tutta, con in mano il martello, tra i denti due chiodini, mi giro con la testa che ondula e dico al sig. G. che la scala l’ho presa da me dietro l’anta del portone dove è tenuta e dopo aver chiesto da giorni a tre sig. collaboratori scolastici se mi potevano aiutare a fissare il cartellone. E poiché nessuno si è reso disponibile, era arrivato il momento di fare da sola.
-Io sono il responsabile della sicurezza dei lavoratori di questa scuola e le dico che lei non deve salire su nessuna scala, quindi scenda subito!
-Ok, io scendo, ma finisce lei di mettere altri due chiodini quassù?
-Nemmeno per sogno! Se io o lei, o altri, cadiamo mentre siamo arrampicati su una scala, specie una scaletta come questa, l’assicurazione dovrà sborsare un sacco di soldi e qualcuno potrebbe finire in galera! Venga subito giù, non posso vederla lassù!
– E allora chi deve attaccare un cartellone in questa scuola??
– Non lo so: personale specializzato, operai del Comune…nessuno! Niente cartelloni a quell’altezza, nessuno! Dovete smetterla voi maestre con questi cartelloni!!!
– A scuola i cartelloni si creano e si attaccano. Questo è parecchio grande, è quasi una scenografia che abbiamo realizzato a scuola con fatica, mettendoci impegno, tempo, creatività ed è venuto proprio bello! Se lo scordi che io non lo attacco!! Quindi o scendo io e sale lei o la smetta di urlare, mi tenga ferma la scala e incroci le dita finchè non metto questi ultimi chiodi!
-Lei mi costringe a tirarla giù! E’ dura di comprendonio!
-La nostra maestra non si tocca!!! –gridano alcuni dei miei alunni.
Il sig, G. urla ai bambini di stare zitti, di togliersi dai paraggi della scala, si attacca alla scaletta e trattiene il respiro sino a che non sistemo il cartellone. Quando scendo noto che è pallido e sudato. Lui!
-Maestra, lei non sa che rischio ha corso e ha fatto correre a me e alla preside.
-Già, a lei e alla preside… Ora so che a Natale, per il grande presepe che FOOOrse realizzeremo, dovrò chiamare i Vigili del Fuoco per fissarlo alle pareti! Intanto lei dica alla preside di acquistare una scala decente, altrimenti la voce grossa la farò io che son dura di comprendonio. E se soldi non ce ne sono, vorrà dire che da domani inizieremo una colletta pro scala-sicura!
Marcel Duchamp – Nudo che scende le scale n. 2 – 1912
In trincea v’hanno lasciato… Altro che “la squola”
eccome! ma hanno scordato di fornirci l’elmetto e il giubbotto antiproiettile. Non c’hanno i soldi…quindi li compriamo da noi, insieme alla carta igienica e al sapone. La scala costa troppo. Ai nostri stipendi hanno messo i catenacci da sei anni a questa parte e hanno buttato la chiave per almeno altri quattro.
E noi attacchiamo ancora cartelloni a “squola”.
benvenuto 🙂
Buona domenica, Marirò 🙂
non ho potuto leggere tutti i commenti… troppi… ma gira nel web una curiosa storiella : una volta si giocava da mane a sera all’aperto e nessuno spariva o moriva, ci si faceva male e ci si medicava alla menopeggio per non farlo sapere in casa, si prendeva un ceffone da un adulto e si taceva… ecc.ecc. siamo diventati tutti adulti, SANI, RISPETTOSI anche salendo su scale traballanti…. pero’ ai miei tempi un siffatto bidello (perchè quello è….)sarebbe volato dalla finestra per un “incidente” se si fosse permesso tanto !!! Condoglianze per dover vivere con gente cosi’…. 🙂
Buon giorno ergatto, benvenuto 🙂
Già, siamo cresciuti sani e salvi senza tante leggi e tante…polizze assicurative! C’era a volte una certa superficialità, oggi ci sono paletti e catene che rischiano di non farci muovere più. E nonostante questo i disastri e gli incidenti sono all’ordine del giorno.
Buona domenica, ciao 🙂
🙂
Bidello, operatore scolastico, collaboratore… bah. Io, sinceramente, non capisco cosa accada alle nuove generazioni, di studenti e lavoratori scolastici. Nel corso che sto effettuando, dentro un istituto scolastico, mi capita spesso di assistere a episodi di completa inciviltà. Rappresentata da schiamazzi senza regole, urla, parolacce; come se fossimo all’interno di una giungla. Di contro, quando trovo per la strada un paio dei miei ex bidelli, palese esempio di educazione e cortesia, mi sento come se appartenessi a un secolo diverso. E, in effetti, questo è il progresso del ventunesimo…
Un sorriso per la giornata.
^___^
Purtroppo sì e ormai si impiega un attimo ad alzare la voce, schiamazzare in ogni luogo, scuola (ambiente di educazione…) compresa, lanciare più o meno velate minacce, ecc… E’ deprimente.
ma per fortuna c’è sempre chi so distingue in meglio al di là di età, titolo di studio o professione .
Ciao, buona serata, grazie
Cara Maria Rosaria, anch’io temo malattie e solitudine come tutte le persone di buon senso, però ho scoperto un modo utile per aggirare l’ostacolo senza farmene schiacciare: mi distraggo. Ci vuole coraggio, ma se le cose sono ineluttabili è inutile concentrarsi, allora godiamoci il giorno e quelle piccole gioie che offre, per esempio un’amica virtuale incoraggiante. Abbraccio.
Sembra una barzelletta eppure…
Il principio del “bidello” (chiamarlo per quel che è non ha nulla di dispregiativo) può anche avere la sue giuste motivazioni ma bisogna davvero capire, se per un lavoro così semplice, sia necessario ingaggiare operai specializzati!
DI questo aneddoto ciò che non può piacere è sicuramente il tono che ha assunto. Al contrario, la difesa degli alunni dimostra quanto tengano alla loro maestra, legame oggi sempre più raro.
Piccoli qui pro quo della quotidianità.
stamattina il sig. G. è passato dalla mia classe, senza un motivo, solo per un saluto- Mi ha chiesto se avevo bisogno di qualcosa e abbiamo scambiato qualche cortese battuta, anche sul cartellone in questione. E’ stato il suo modo di scusarsi e il mio di dimenticare l’accaduto 🙂
La conclusione migliore di un episodio tutto sommato simpatico…
E pensare che mentalmente sono rimasta
ai bidelli che pulivano le aule ! 😐
Adesso non sono capaci o hanno paura di piantare un chiodo!
Come si dice “Chi fa da sè fa per tre” ,e tu lo hai fatto magistralmente.
Mi ricorso che sino a 30 anni fa c’era il Direttore Didattico ,adesso la Preside anche alle elementari?
Un abbraccio
liù
No, Liù, il Direttore Didattico, bella figura della scuola di un tempo, non esiste più. Era un responsabile della scuola, della didattica, dell’educazione, dell’insegnamento dei docenti e dell’organizzazione scolastica. Necessitava di una laurea pedagogica o umanistica e doveva aver fatto anni di insegnamento nella scuola elementare. Con un direttore didattico le maestre si confrontavano e discutevano di SCUOLA
Da decenni i Direttori sono divenuti Dirigenti, con stipendi da dirigenti, dirigenti scolastici con qualsiasi laurea e qualsiasi percorso lavorativo, anche al di fuori della scuola, basta superare un concorso. Possono non saper nulla di pedagogia e didattica, ma devono essere pratici in bilanci, organici e questioni di segreteria e economiche. Gestiscono soldi (non alunni) e in caso di errore pagano di tasca propria. Essendo, inoltre, le scuole divenute istituti comprensivi, con più ordini di scuola nello stesso istituto, infanzia, primaria e media ad es. tutte insieme, si preferisce chiamarli presidi per non creare vari appellativi tra una maestra e un prof.
Le situazioni cambiano, non sempre in meglio…
Un abbraccio a te, ciao
un bel commercialista come dirigente scolastico….. ora tutto è piu’ chiaro !!!
Maria Rosaria, è difficile essere veramente in più di uno. Forse ogni tanto, per un po’, quando si fa amicizia oppure ci si innamora, magari anche per qualche mese, poi interviene il quotidiano con la sua lima. Comunque, la solitudine è uno stato umano.
è vero, Mimma, la solitudine è uno stato umano. E’ tremenda quando la percepisci mentre sei in mezzo alla folla, peggio ancora quando ti trovi con gli altri che reputi vicini. Se consapevole, invece, la gestisci sicuramente meglio. Comunque, malattia e solitudine sono le cose che più ho sempre temuto e temo.
È proprio una telecronaca in diretta. Quando ancora insegnavo un bel giorno avevo un’ora libera e i bidelli altercavano perché si dovevano spostare dei libri pesanti e nessuno voleva farlo, allora incominciai io a prendere il primo fascio di libri e mi avviai, subito seguita da tutti loro col resto. Un po’ di tolleranza e pazienza e rispetto vicendevole risolvono molte cose, ma come sono stati carini i bambini a difenderti. Ti raccomando per Natale, che il cartello sia bello grande perché si veda da tutte le parti dell’aula.
Sono sempre stata convinta che rispetto e pazienza, volontà e tolleranza, possono smuovere le montagne, ma a spingere si deve essere ogni tanto in due ‘che da soli è troppo faticoso.
Buona serata, grazie per aver letto un momento di quotidianità lavorativa, seppur intriso di nervosismo. Per fortuna questi momenti sono abbastanza rari.
Ho idea di essere un po’ “stagionata”. Sono rimasta al tempo in cui i bidelli si chiamavano tale ed erano veramente dei collaboratori. Ora…mi chiedo cosa ci stanno a fare, qual’è la loro mansione.
Baciobacio
Me lo chiedo a volte anche io, ma da tempo cerco di risolvere da me le cose proprio per evitare scontri che poi rendono amara la giornata.
Abbraccioabbraccio 🙂
Ciao
Ci vorrebbe un po’ più di collaborazione,il signor G poteva aiutarti e poi fare presente alla direttrice didattica la necessità di una scala nuova.
Buona domenica!
Infatti sarebbe dovuto andar così come dici tu e invece ci siamo un attimino accapigliati. La collaborazione dovrebbe stare alla base di tutto.
Buona domenica a te, un abbraccio, ciao!
Non dirlo a me, fino a pochi anni fa avevo un DS fissato e paranoico, per attaccare un cartellone, una cartina geografica o altro – mi piace spiegare l’economia o il diritto con riferimento al mondo – dovevamo, gli studenti ed io, chiudere le tapparelle per non farci avvistare. Collaboratori collaborazione zero….almeno allora, adesso le cose vanno meglio e abbiamo una preside che si prende maggiori responsabilità. A proposito: ma la parola bidello era forse offensiva? Mia nonna era bidella e ne andava così orgogliosa, e anche io, nipotina cresciuta tra i banchi di legno che le faceva compagnia a lezioni finite, ero così incantata di vederla fare il suo lavoro di pulizia….. 🙂
cara Harielle, penso che solo chi lavora o ha lavorato in una scuola può sapere quanto articolata sia questa professione e quante piccole situazioni ci si trova a dover risolvere ogni giorno e con mille espedienti.
Che ci vuole ad attaccare un cartellone? Poco,ci vuole poco o nulla e invece in una scuola tutto diventa problematico, sino a doversi “nascondere” per lavorare al meglio con gli alunni.
Tra le figure a me care dell’infanzia c’è la Bidella Maria, una donna splendida, un’amica delle maestre e un angelo per noi alunni che frequentavamo la scuola.Puliva senza lamenti, organizzava, si accostava ai bambini che piangevano,che volevano la mamma, li prendeva con sè, li faceva passeggiare nel corridoio e li rassicurava raccontando fiabe, In autunno ci faceva assaggiare le castagne del suo bosco, in primavera portava i fiori di campo per abbellire le classi e sulle cattedre non mancavano mai i suoi centrini all’uncinetto che donava con affetto. Amava la matematica, ricordo che volle imparare con noi le divisioni e le frazioni e stava ad ascoltare la maestra con umiltà e grande dignità.
Felice domenica, un abbraccio, ciao 🙂
Ciao, è giusto chiamare il personale ATA in maniera appropriata, ma anche i collaboratori devono rivolgersi verso gli insegnati con la giusta educazione. In generale, nella scuole dove ho lavorato, i collaboratori si sono resi disponibili ad appendere carte geografiche o altro, mentre lo sono stati meno in altri ambiti, nelle occasioni in cui sono stati poco disponibili mi sono rivolta al preside che ha provveduto con un ordine di servizio per il personale ATA.
In generale a scuola preferisco essere chiamata professoressa se non ho confidenza con il personale, ma, appena fatta amicizia, non mi dispiace essere chiamata per nome, lo permetto tranquillamente anche al personale ATA, che sono una docente lo dimostro ogni giorno sul campo. Ovviamente gli studenti devono chiamarmi professoressa e darmi del lei.
Nelle scuola a volte è difficile far lavorare in armonia figure professionali diverse, l’importante è capire cosa compete a chi e avere un preside che conosce la legge.
Ciao Trutzy, ferma restando la base di educazione e rispetto, compresa cordialità e possibile collaborazione per ogni lavoratore, specie se appartenente allo stesso ambiente,qualsiasi sia il grado che si occupa, ci sono da considerare le differenze organizzative che possono sussistere nei vari istituti scolastici. Nella mia scuola (statale) i collaboratori scolastici hanno il solo ruolo di vigilanza dei corridoi e degli ingressi e delle uscite e collaborazione con la segreteria e la dirigenza. Non puliscono la scuola, non sorvegliano i bagni, non “collaborano” con i docenti per appendere una carta geografica o spostare un armadio o portare una sedia. Questo per contratto. La scuola viene pulita nel pomeriggio da una ditta specializzata e quel che può accadere al mattino (un succo di frutta che cade, un bagno che si sporca eccessivamente, un bimbo che vomita, ecc…) si risolve nel pomeriggio o per volontà delle maestre o per una cortesia che può farti un collaboratore scolastico di buon cuore, fosse anche solo di portarti uno straccio in classe. Pertanto il preside o il DSA hanno poco “potere”. Alla base, come dicevo, resta l’educazione, la volontà e la disponibilità anche a cooperare per far funzionare al meglio un’istituzione complessa come può essere una scuola..
Ciao, è assurdo, come mai questo personale non ha le stesse mansioni di quello che lavora nel resto d’Italia? Mi sembra assurdo, questi collaboratori non sono stati assunti dall’ ufficio scolastico regionale?
Sì, sono stati assunti dall’ufficio scolastico regionale e sono pochissime unità visto che non svolgono mansioni di pulizia. La regione Sicilia è a statuto speciale e consente questa situazione, che comunque esiste anche in altre realtà regionali. Non è comunque una situazione diffusa perchè, come puoi immaginare, crea qualche problema e la collaborazione in questi casi diventa essenziale. La ditta di pulizieri incaricata dal Comune è efficace, la scuola è pulita, ma si perde la figura classica del bidello o collaboratore scolastico che nelle scuole può essere molto importante.
Ok, ho capito! Succede nelle regioni a statuto speciale con una certa autonomia! Preferisco anche io che i collaboratori svolgano le classiche mansioni!
il quadro raffigura i resti del bidello precedente che stava sempre sotto le scale?
Marirò versione “trasgredisci le regole a favore dei bambini”, io avrei fatto come te ma nella consapevolezza di non essere nel giusto, cosa che comunque non autorizza un bidello a trasformarsi in un improbabile Sergente Maggiore Hartman 😀
dura di comprendonio??? ti conosce bene il bidello 😉 🙂 😀
bellissimi i bambini che difendono la maestra, è un segnale importante.
TADS
eheheheh, 🙂 , no. Duchamp con questo quadro si distaccò dall’arte cubista e abbracciò il futurismo e io mi sono distaccata dal regolamento, abbracciando la trasgressione consapevole. Futuro al quale ci costringono, appunto.
eh sì, mi conosce bene il signor G. e ancora mi chiedo che ci facesse quel mattino nel corridoio della mia aula, visto che lui sta di solito in un altro piano… Casualità?
I bambini hanno voluto sapere il significato di “Dura di comprendonio” e poi hanno esclamato che avrebbero raccontato dell’offesa alle loro mamme che avrebbero protestato presso il Capo. Naturalmente ho interrotto quella catena e li ho ringraziati per la solidarietà non assegnandogli compiti 🙂
Dajeeeee!!! 😉
dajooo, dajooo …
Il cartellone autunnale , tra un urlo e un rimprovero, è stato sistemato. Per il Natale c’è un po’ di tempo, quindi mi do una calmatina e poi…se in qualche mattinata di dicembre sentirai la sirena dei vigili del fuoco, ecco, già sai dove staranno andando 😉
In effetti per regolamento ha ragione lui, però se prendessero una scala di quelle che lo sono veramente, penso che potrebbero anche muovere un po’
il c…. (scusami) e fare qualche cosa di più.
Ciao, Pat
Proporrò alla preside l’acquisto di una scala con cestello, piedini antisdrucciolo, staffe e cose varie, rispondente ai termini di legge relativi alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Qualcosa però mi dice che non otterrò nulla e che quella scaletta che ho usato sarà tolta dalla circolazione. Quindi mi toccherà prendere la cattedra, metterci una sedia sopra e ….
Ciao, Pat, a presto.
Dal punto di vista ”responsabile della sicurezza” forse un minimo di ragione c’è, ma il tono usato è decisamente fuori luogo e maleducato soprattutto davanti a bambini. In più la preside si decida al più presto a fornire una scala sicura degna di questo nome. Un abbraccio. Isabella
Non c’è nulla di più rischioso di una scala non sicura, sia a casa che nei luoghi di lavoro e al di là di chi possa o meno usarla. Il signor G. qualche ragione ce l’ha, ma io pure: trovare una mediazione efficace e sicura sarebbe stato ottimale. Ma …
Buon sabato sera, un abbraccio a te, ciao
Ciao ”dura di comprendonio”. Buon week end. Isabella
🙂 Grazie, cara Isabella
Ah, ah, ah, 🙂 Ha ragione il bidello o come si chiama, ma si come lo chiamavo io Sig. Bidello o sig. collaboratore scollastico (con due elle scolla meglio) come lo chiamerei oggi, tu non puoi salire su una scala a pioli, come nemmeno io dovevo salire oggi su una pompa oleodinamica per ripristinare l’acqua calda. Ma chissenefrega della sicurezza che slaccia i pantaloni e se la fa addosso, meglio fare, perchè se stiamo a rispettare ogni regola qui non si fa più niente. E diciamolo a voce alta, noi preposti ci hanno inventati per non far peccare i peccatori. Facile dire non far salire nessuno li, eppoi tutto rimane squallido (come nel tuo caso) o con l’acqua fredda (come nel mio). Non ti arrendere cara Marirò, allestisci il tuo presepe e mettilo sulla corna di chi so io anche a costo di dover risalire sulla scala 😉
😀 collaboratore scoLLastico è perfetto!
la immagini un’aula delle elementari senza nulla di carino, di colorato, di interessante alle pareti? senza nessuna creazione degli alunni?? davvero uno squallore.E io immagino bene cosa significhi aspettare un tecnico che ripristini l’acqua calda in un istituto.
Quindi casco in testa, funi e morsetti, parastinchi e roba varia e ci diamo da fare come possiamo in attesa che il legislatore ci dica, oltre a ciò che non possiamo fare, chi dovrà farlo. Nel frattempo ci prepariamo non ad accogliere ringraziamenti, ma ad assorbire i rimproveri.
Per il presepe quasi quasi cambio idea e lo farò realizzare dentro uno scatolo delle scarpe. Più sicuro di così…..Ma gli angioletti dovranno stare in alto, quindi…
😉
…che lotta! 😀
moralmente sono dalla tua parte
ma la legge da ragione a lui…
Vero, ma fatta la legge occorre poi indicare la possibilità esecutiva e cioè CHI deve e COME attaccare i cartelloni in una scuola. Il personale scolastico no, gli alunni no, genitori, parenti e amici no. Restano i VV.F …….
😀
Sei tosta e gagliarda: non ti ferma nessuno!
D’altro canto, invece di sbraitare, poteva aiutarti subito.
Un abbraccio, Marirò.
Il sig, G. di solito è cordiale e disponibile. Penso si sia davvero spaventato a vedermi arrampicata a quelle altezze. Avrei gradito un suo aiutino, ma è andata diversamente. Pazienza.
Buona notte , Ale. Ciao
Come sempre chi si impegna…sembra “strano”
Già…
“strano” e anche cretino. Alcuni anni fa dissi a una bidella di tenere aperti i portoni delle porte antipanico delle uscite di sicurezza anche nelle ore di laboratorio scolastico pomeridiano e anche con la pioggia.
-Ma maestra, di pomeriggio ci sono pochi alunni e se apro i portoni quando piove si bagnano i vetri delle porte e poi mica potete uscire fuori perchè vi bagnate!
Le intimai di tenere aperto anche con la pioggia e pochi giorni dopo la sentii che diceva a una sua collega:- vado ad aprire i portoni che sta arrivando quella cretina che li vuole aperti.
No comment 😦
Non sai quanto ti capisco….tantissimo..hai fatto bene cara collega…brava
ti abbraccio ,serena serata
eh sì, mi capisci, lo so…
Un abbraccio a te, ciao, buona notte 🙂
Sto pensando che prima era piu’ facile vivere, nel vero senso della parola, ma si puo’, c’era piu’ collaborazione, ma cosa ci vuole per appendere un cartellone, ma stiamo scherzando, il bidello invece di comportarsi cosi’ di fronte ai piccoli doveva rimboccarsi le maniche ed aiutarti senza fiatare! Baci cara, hai fatto bene!!! ❤
Sono le piccole beghe della quotidianità lavorativa.
per appendere un cartellone ci vuole innanzitutto una scala che risponda ai termini di sicurezza e poi un attimo di buona volontà. A volte queste due cose mancano tutte insieme. Ma certa testardaggine …
Un bacione a te, ciao 🙂
Immagino Mariro’, baci e buon weekend! 🙂
Meriti un applauso lungo!!!!! Hai fatto benissimo a farti valere. Ma siamo matti? Adesso i bidelli fanno osservazione alle insegnanti? Mah!
L’applauso me lo prendo soprattutto perchè quel cartellone è venuto tanto carino e in cantiere ne abbiamo un altro, di dimensioni più piccole, però.
Faccio di tutto e di più per non aver bisogno dei bidelli, collaboratori scolastici. Ma in cosa collaborino ormai noi insegnanti non lo stiamo capendo più.
Un abbraccio, ciao, a presto.
ecco e sempre il rispetto più assente in questo mondo… mi domando in che direzione andiamo 😦
Cara Marirò abbi un felice weekend ti abbraccio Pif ❤
Eh, Pif, il rispetto, sì. Tante cose si possono dire uguali uguali ma con tono e parole diversi.
Il problema sicurezza nei luoghi di lavoro esiste e tra poco, se non ci si adegua con le strutture e le attrezzature, non ci potremo muovere più.
Felice weekend a te, ciao 🙂
Mi dispiace per tutto questo… a volte mi domando per cosa pagiamo le tasse se poi non funziona niente 👿
Una volta a scuola era tutto più semplice e c’era anche più rispetto… non ho parole per il comportamento indisponente di questo “signore” 😦
Buon weekend cara, un abbraccio ❤
Voglio essere comprensiva e pensare che il sig. G. abbia reagito in modo così forte perchè preoccupato per la mia sicurezza. Pensa, però, che lui in estate fa il carpentiere e un aiutino poteva darmelo, invece di fare solo la voce grossa. Mah…
Ciao, a presto cara Dony 🙂
La sicurezza va bene ma con questa scusa non fa più un tubo nessuno!
Infatti passa ogni voglia…
Silvia, a proposito di “scenografie” : che tipo di immagini devo scegliere per lo sfondo del blog? Perchè si ripetono con queste strisce? Forse ci vuole una misura adatta? Il tuo sfondo con l’uva è troppo bello.
allora il discorso è un po’ lungo, ti mando una e-mail 😉
Letto e risposto. Grazie 🙂
io cerco sempre immagini larghe almeno 1280/1400
poi dipende da com’è il soggetto raffigurato… all’occorrenza si taglia 😉
ecco, sbaglio la taglia, andrò alla ricerca dell’extralarge 🙂