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Bagnante – Dipinto di Alfio Presotto
Valeria fu accompagnata in una piccola stanza con candele accese e odori di sandalo. Le luci erano basse e questo le piacque. In un angolo della stanza c’era un lettino con sopra un materasso di plastica trasparente, stretto, illuminato d’arancione e pieno d’acqua. Il letto era di legno, altissimo, e il materasso era a righe verticali, gonfio e teso, quasi una palla ovale. L’altezza del tutto era esagerata anche per Valeria che era abbastanza alta.
-Riesce ad arrampicarsi o prendo la scaletta?
-La scaletta, grazie.
-Tolga l’accappatoio e si sdrai sulla schiena. Entri di sedere. Torno tra pochi minuti.
Valeria tolse l’accappatoio, salì i tre gradini della scaletta e rimase a guardare quel materasso. “Si spacca, ‘sto coso si spacca!” Fece una leggera pressione con un ginocchio e vide l’acqua ondeggiare all’interno. Il materasso era riscaldato e scivoloso. Si inginocchiò sulla prima delle tre strisce verticali e il letto ondeggiò: “Ohhh , e ora che faccio?” Con molta cautela portò avanti le mani per tentare di andare carponi su quell’ovale e posizionarsi al centro. Poi si sarebbe girata. Il materasso tremolava pericolosamente da tutte le parti : “Cado, cado, sto per cadere, c****!”
-Serve aiuto?
-No!
-Stia tranquilla, è tarato per 150 chili e lei peserà meno della metà. Metto le pietre nel forno e torno subito. Si giri e si stenda.
“Stenderei volentieri te e la cognata, qui e altrove!”
Valeria rimase lì, nuda e carponi al centro di un materasso di plastica gonfio d’acqua. Preda di vertigini, non riuscì più a muovere un muscolo e un violento riso si impossessò di lei. Ad un certo punto avvertì un braccio che avvinghiò il suo sedere, un altro che circondò pancia e fianchi e poi vide la stanza roteare. Chiuse gli occhi e pregò.
Shakerrr!
Quando li riaprì vide due occhi che la scrutavano severa:
-Le avevo detto di entrare di sedere, non di ginocchia! Di sedere, di cu.lo! Lo comprende l’italiano?!
– Che è successo? Mi ha rigirata lei?
-E chi altrimenti?
-Urka!
-Ora si rilassi che idrato il suo corpo. Poi dovrà mettersi a pancia in giù e l’aiuterò io, altrimenti faremo notte!
A quelle parole Valeria non riuscì a pensare a null’altro e nemmeno ad avvertire le mani dell’estetista sul suo corpo che spalmavano chissachè. Semiterrorizzata dalla shakerata che le avrebbe ancora potuto dare, disse alla tizia che si sarebbe girata da sola. E come per tutte quelle cose che accadono nella vita quando decidi che è il momento di farle accadere, Valeria si girò su quel materasso con una velocità e una grazia incredibili: una farfalla, ecco cos’era diventata in quel momento, una farfalla leggera, capace di fare piroette dentro una stretta striscia di gomma.
Fu così che pian piano iniziò a rilassarsi, a sentire la soave musica che si diffondeva nella stanza, , il suono e il dondolio dell’acqua che la cullavano, a percepire gli odori dell’olio che la sua pelle accettava con benevolenza, ad avvertire il calore dei sassi che le venivano poggiati sulla schiena, a seguire il percorso di due mani che massaggiavano il suo corpo.
Tornò bruscamente in sé quando la signora le disse che il trattamento stava per finire e che le avrebbe regalato un extra. Valeria impallidì quando vide che l’estetista prese da una cassetta chiusa a chiave una minuscola boccettina:
-Cos’è??
-Un unguento speciale che le darà un immediato vigore. Basteranno poche gocce.
– Cosa contiene??
– Non sono autorizzata a dirlo, ma si fidi.
Sentì alcune gocce cadere sulla sua schiena e una specie di sabbiolina le venne spalmata addosso.
-Bene, abbiamo finito. Le è piaciuto il trattamento?
-Stupendo!
Rimasta sola, si mise lentamente a sedere e poi scese da quel materasso. Si asciugò bene con un rotolo di carta e si rivestì. Staccò poi una delle tante farfalle che erano attaccate ad una tenda di bambù con del fil di ferro. Osservò con attenzione quel filo rigido. Poi guardò il materasso…
Uscì dalla stanza e attraversò il giardino. L’estetista l’aspettava con una fumante tisana. Valeria si ravvivò i capelli e rifiutò la bevanda. Prima di andar via prenotò otto sedute di Cocoon e lasciò in garanzia il cellulare della cognata. Salì in auto, prese dalla tasca dei pantaloni la farfallina di plastica e arrotolò il fil di ferro ad un bottone della camicia, come fosse una spilla.
“80 euro…si massaggi! Entri di sedere, di cu.lo!! Lo comprende l’italiano?! Shakerrr!”
Si guardò allo specchietto retrovisore e sorrise ai suoi occhi che lampeggiavano. Mise in moto e si avviò verso il mare. Aveva urgente bisogno di immergersi nel suo cocoon e di fare una vigorosa nuotata per rappacificarsi con il mondo.
brava Marirò, bellissimo questo racconto/metafora sul masochismo estetico femminile, interessante anche l’estetista versione sergente Hartman. Per star bene bisogna star male… un circolo vizioso che produce reddito.
Negli ultimi decenni sul fronte della estetica abbiamo importato tutte le cazzate più impensabili sparse sul pianeta, prima o poi qualcuno dirà che per essere bellissime bisogna rotolarsi nello sterco di ornitorinco, calca all’ingresso garantita. Comunque… mai accettare regali dalle cognate 😉
TADS
hai detto benissimo, Tads: masochismo estetico! E il guaio è che siamo proprio noi donne che ce lo andiamo a cercare, spendendo anche un putiferio di soldi: un lavaggio del cervello incredibile! E tutto per sentirci più belle, dimenticando che belle, anzi bellissime, già lo siamo, miiiiiiiii…zzzzica. (O no?) E non sai quanto sto male in questo momento che sto lottando per rinunciare a una fettona di tiramisù che è nel frigo (regalo della cognatina, fatto con le sue mani e fatto anche bene…mhmmm, non posso pensarci…devo distrarmi!!!)
Che vitaccia, uff 😦
bella lotta quella tra la bilancia e il tiramisù, mangialo a occhi chiusi, sai… occhio non vede… 😉
🙂
È importante riuscire a ricucire uno scritto divertente e divertendosi. Allo stesso modo di qualcosa di più drammatico, certo. Ma, se dobbiamo guardare al mondo del cinema e della recitazione, sono proprio i comici a creare i drammi più sentiti e toccanti. Ecco perché, giostrare tra i vari generi, è molto formativo.
Un sorriso per una serena giornata.
^___^
Giostrare tra i vari generi è soprattutto difficile, almeno per me, formativo sicuramente, ogni sperimentazione lo è. E a me piace sperimentare e lanciarmi in generi diversi (poesia tassativamente esclusa). I risultati alla fine importano poco perchè non dovranno andare in stampa o alla critica letteraria. Mi sono divertita a scrivere e a ricordare, vero, e se ho divertito qualcuno in qualche passaggio, che ben venga. Ne dubito perchè mi rendo conto che alla fine è prevalsa l’inquietudine che in realtà provai nei fatti raccontati. Comunque ho sempre ritenuto difficilissimo il genere comico il cui rischio è scadere nella banalità. Ma quanto è bello riuscire a far sorridere e divertire!
Ciao Key, alla fine non so se ho interpretato bene il tuo commento, ma mi hai dato spunto per esternare un mio pensiero.
Buona serata a te, grazie.
Vuoi mettere una carezza di mare? Persino io almeno una volta all’anno mi ci immergo 🙂
ma vero!! Nessun paragone, nessun confronto, altrochè. Ma una volta all’anno…troppo, troppo poco! 🙂
Molto, molto divertente 🙂
Sbagliai nel mio commento precedente.
Abbraccio.
lieta di averti fatta sorridere un pochino. Felice lunedì, ciao
La cognata sarà subissata di chiamate……!magari dalla stessa estetista urlante! Bel finale per un bel racconto
Buona serata
oh sì, penso che l’estetista urlerà in ogni situazione. Grazie Mariella per aver letto questo raccontino, ciao
bravissima!!! povera cognata però ciao buona serata
la cognata risolverà facilmente l’equivoco. Buona nuova settimana, grazie, ciao
Bellissimo cara! Ben fatto 🙂
😉
grazie, sirenetta. So che approvi.
Buona giornata, abbracci, ciao
😀 e’ troppo forte il tuo racconto, Valeria ha fatto bene, 8 massaggi per sua cognata :D, baci cara Mariro’, passa un sereno weekend, qua c’e’ caldo finalmente ma guardando le previsioni non durera’, spero almeno ci sia bel tempo domenica!
già, che provasse lei la graticola e il resto…ma avrebbe anche dovuto pagarseli da sè, ehehehe 🙂
tempo incerto pure qui, ma al mio cocoon non rinuncerò. Buon fine settimana, speriamo di sole, ciaooo 🙂
😀 hai ragione, un bagno al mare vale mille cocoon, 😀
che storia cara…piena di tante cose da rileggere..anche il pensiero di liu include .
ti abbraccio
sarebbero bastati un po’ più di gentilezza e garbo per rendere quel trattamento piacevole e rilassante. E invece…
Buon fine settimana, ciaooo 🙂
Ho capito male oppure Valeria ha fatto lo scherzo di prenotare 8 sedute a nome della cognata,dato che per lei la vera sferzata di energia è una bella nuotata in mare?
Buon pomeriggio
liù
Valeria prenotò le sedute a nome della cognata e diede il suo cell come garanzia di pagamento: che la tormentassero pure al telefonino così come fu tormentata lei durante il trattamento. Di certo Valeria non avrebbe mai più messo piede in quel centro di estetica, manco se le avessero regalato altri coupon.
ciao, buona serata a te 🙂
Che il cosiddetto trattamento non le fosse piaciuto si era capito! 😉
Solo che avevo dedotto che dando il cell della cognata le stesse facendo uno scherzo ,non avevo fatto molto caso alla parola Garanzia nel suo vero significato.
sì, uno scherzo alla cognatina che sarebbe stata raggiunta da tante telefonate del centro estetico per gli appuntamenti prenotati.
Sai, questi regali sono un po’ a rischio perchè certi trattamenti non è proprio detto che piacciano. Se poi ci metti anche l’estetista imperiosa e urtante…
Buon fine settimana .VIOLA
Grazie, felice weekend anche a te 🙂