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alunni, bisogno, cara maestra..., comunicazione, genitori, innamoramenti infantili, insegnanti, lettere, Prove Invalsi, scuola primaria, sentimenti
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La scorsa settimana a scuola siamo stati impegnati nelle prove INVALSI (tralascio volutamente ogni commento altrimenti andrei in fibrillazione nervosa) e nella trasmissione on line dei dati. Gli alunni (e gli insegnanti) hanno lavorato l’intero anno per affrontare al meglio le suddette prove nazionali . Per chi non sapesse, sono quiz di italiano e matematica a tempo atti a testare la preparazione degli alunni delle scuole statali italiane di ogni ordine e grado. Nella Scuola Primaria sono state interessate le classi seconde e quinte e ogni alunno ha ricevuto tre fascicoletti da leggere e compilare. L’ultima pagina dei fascicoli era bianca, utile per appunti e calcoli vari.
Gli alunni si sono mostrati attenti, un po’ preoccupati e hanno messo impegno per far bene. Noi insegnanti abbiamo cercato di infondere tranquillità e quando i bambini hanno chiesto chi avrebbe corretto le prove abbiamo risposto che lo avrebbero fatto delle maestre di Roma, tanto per soddisfare la loro curiosità (e in parte corrisponde a verità).
Mentre inviavamo i dati, nell’ultima pagina di uno dei fascicoli di un bimbo di 8 anni abbiamo trovato la seguente lettera:
Cara maestra di Roma,
sono S. e sono innamorato di C., una mia compagna di classe. Con la mamma non ne posso parlare perché dice che sono piccolo, con la mia maestra nemmeno perché dice sempre che dobbiamo studiare, ma io ne voglio parlare. Questo è il mio numero (segue un numero di cellulare) mi telefoni così ne parlo con te? Aspetto che mi chiami. Ciao (segue nome e cognome dell’alunno).
Appena letta quella paginetta tra noi insegnanti c’è stato un attimo di ilarità, poi abbiamo iniziato a riflettere…
❤ ❤ ❤
Un GRAZIE di cuore
a Liù per avermi insignita del Premio “Book Nomination”,
a Gina e a Arthur per aver pensato a me per il ” Lovely Blog Award”.
Che dire? Grazie!!!
Per Voi, e per tutti gli amici di questo blog, tulipani colorati, simbolo di simpatia e amicizia. 🙂
Non capisco ancora molto di WP. Come si fa a mettere un Mi Piace Tantissimo al posto di un Mi Piace? 🙂 Questo bimbo è da morsi 🙂
Lo hai già messo un Mi Piace super con le tue parole. E posso solo dirti grazie per questo.:-)
Dolce e con le idee chiare ciao Ili Buonanotte
Ciao Nazz, buon fine settimana a te.
Questo post è un sorriso al sapore del pane e marmellata 🙂
ma vero! I bambini direbbero pane e nutella, che la marmellata mica la amano tanto…
🙂
Ilarità? E’ una cosa di una tenerezza sconvolgente. E di spunti di riflessione ne offre in quantità. Sarei curioso di sapere com’è andata poi…
S. non è un mio alunno, ma ho contatti costanti con la sua maestra che l’altro giorno mi diceva che S. non si aspettava che il suo messaggio venisse letto da insegnanti della sua scuola. Un po’ ha negato, un po’ ha sdrammatizzato dicendo che era stato un gioco e un po’ continua ad andar dietro a C. che di lui ne vuol sapere sempre meno perchè ha un altro compagnetto per la testa.
Ah, l’amour…gioie e dolori a ogni età…
🙂
Mi fa pensare a mio nipote. E ancora chissà quante gioie dolori dovranno vivere questi bambini… ragazzini ormai.
L’altra settimana, all’uscita di scuola, Anita (10 anni) mi dice: “Sai nonna che sono innamorata. Manuel ed io ci siamo fidanzati. Te lo presento: è quello con i capelli lunghi… quello che gioca a pallone!” Non sapevo che dire e le ho sorriso. Poi con serietà le ho chiesto come era successo…Ma lei, garbatamente mi ha detto che non voleva parlarne…
Niccolò invece (nove anni) è corteggiato da tutte le bambine della classe ma…dice che non vuole nessuna. Eppure, l’anno scorso, c’era un’amichetta così particolare, da stare ore a chiacchierare…
Ah le prime emozioni…quanto sono belle e importanti…se, libere, vanno e vengono per quello che sono…senza scontrarsi con le paure e i pregiudizi degli adulti!
Un caro saluto
Nives
Oh, sì, le emozioni sono sempre belle e importanti. All’età dei tuoi nipotini sono di solito emozioni delicate, ma non mancano le intensità. Ed è in queste ultime che noi adulti spesso restiamo spiazzati.Proprio ieri un bimbo di soli 8 anni, notando che da un po’ ogni mattina si attardava nel corridoio e dovevo chiamarlo più volte per entrare in classe, mi ha candidamente detto:-Non preoccuparti, maestra, non mi allontano, aspetto solo che passi lei.
Non ho saputo che rispondere e gli ho permesso di attendere…
Un abbraccio, ciao 🙂
Non amo gli inganni… ma una telefonatina? 🙂
ha chiacchierato un po’ con la sua maestra quindi la telefonatina l’abbiamo accantonata. Meglio così 🙂
Insegnare è difficile quasi come essere genitori anzi forse è più difficile perché si ha a che fare con bambini che non sono tuoi. Bisogna saper toccare le loro sensibilità e non è semplice ma sono certa che tu sei una buona insegnante. Grazie dei tulipani! Buona serata 🙂 Lila
Nel mio lavoro si lotta contro tante cose, ma si riceve tanto altro.
Grazie a te, Lila. A presto (fine anno scolastico permettendo…)
Un sorriso, ciao 🙂
Essere insegnanti non è mai stato semplice. Lo comprendo oggi, molto più di ieri. E, oggi molto più di ieri, credo sia un compito delicatissimo e importante: Da applaudire. Stimolare le menti dei bambini è modellare il futuro.
Un sorriso per una serena giornata.
^___^
Ciao Key,
penso che ogni lavoro che ha a che fare con la componente umana, e che non sia solo fatto di carte, presenta varie difficoltà. Noi insegnanti, inoltre, abbiamo da considerare non solo gli alunni, ma anche le loro famiglie che, a torto o ragione, entrano nel nostro lavoro. E poi c’è la società tutta che dice e dice spesso senza sapere….( Sono parecchie le persone che chiuderei a lavorare nella mia classe per tre giorni consecutivi… )
Al di là della stanchezza, della responsabilità, delle difficoltà, delle amarezze, l’insegnamento è un lavoro a colori e i colori te li regalano proprio e solo loro, gli alunni.
Grazie per il bel pensiero, ciao.
Quanta tenerezza, cara Marirò*
Vero, tanta tenerezza.
Ciao, Alessandra,un abbraccio 🙂
Ascoltare i bambini è molto importante e non solo nel campo dello studio. Io ricordo il mio primo amore all’età di otto anni, avendo oggi più di 60, puoi immaginare in quel periodo come si tenesse segreto. Non avrei mai potuto rivelare un simile sentimento, né alla mamma né alla maestra. Insomma a nessuno!! Oggi è diverso…oggi si può fare di più.
Un abbraccio
Ah, i segreti del cuore! A ogni età…
Ricambio l’abbraccio, a presto, ciao.
Leggendo mi sono tornati in mente episodi di innamoramenti vari avvenuti nelle mie classi. Non li ho mai sottovalutati o valutati in modo esagerato,ma sempre con moderazione parlandone con gli interessati serenamente. Spero anch’io che la maestra dell’alunno cerchi di aiutare il bambino.
Buona settimana .
Non bisogna sottovalutare l’incanto dei bambini, ma fai bene a parlare di moderazione. Quello che a volte manca è l’ascolto e lì noi adulti siamo spesso in errore. Che, inoltre, ascoltarli nel loro candore fa tanto bene anche a noi.
Ciao, serena settimana a te.
Bellissima quella letterina, così come è bello l’amore a ogni età e che importa se si è piccini oppure ottantenni? Io infatti lo dico sempre, anche a ottant’anni se dovessi essere da solo e dovessi esserci ancora, vorrò innamorarmi, della vita prima di ogni cosa e poi… chissà. 🙂
Grazie a te! 🙂
Sai, si dice che l’innamoramento sia passivo, arriva e non puoi fermarlo, solo subirlo, col bello che ne consegue. Io penso che occorre avere anche una certa predisposizione all’innamoramento, una disponibilità, una volontà a volersi innamorare, a lasciarsi innamorare di qualcosa, di qualcuno. Ecco che quel tuo “vorrò innamorarmi” lo approvo in pieno.
Ciao Arthur, a presto. Grazie 🙂
Credo che proprio in un’epoca come la nostra dove le urla e l’insulto sono la regola, innamorarsi della vita e di quel che ti riserva, sia l’opportunità migliore.
Ma io sono come mio Nonno, lui s’innamorava sempre di ogni cosa. Che meraviglia! 🙂
Mariro’ c’e’ sempre chi ci guadagna in queste iniziative, come in tutte le cose, dolcissimo il bambino, buon inizio settimana, un abbraccio forte, ❤ Laura.
Ci guadagnano sicuramente le case editrici che propongono libri ad hoc, le copisterie per le montagne di fotocopie, le commissioni di proff nominate dal ministero, le associazioni di docenti che propongono corsi di aggiornamento a pagamento, ecc…
Vero, quel bambino è stato dolcissimo.
Un abbraccio, buona notte 🙂
Per favore, mettete una buona parola con C. a favore di S.!!
L’Amore è Amore!!! 🙂
🙂
Pare che C. non voglia saperne, ma ci proveremo! 😉
Tentar non nuoce … “La donna è mobile” … Magari cambia idea! 😉
Ciao Mariarosaria 🙂
Ciao Marghian, come va?
verrò a leggerti presto. Periodo caotico…
🙂
La pagina con la richiesta di aiuto alla fine è stata inviata o no? Voi vi siete fermate a riflettere, e dopo? Son curioso, voglio il seguito 🙂
..e dopo c’è stato un lungo ponte vacanziero…
Penso che la mia collega cercherà di ascoltare quel suo alunno, deve farlo, dobbiamo farlo tutti di più, genitori e insegnanti. I sentimenti che i bambini provano hanno pari intensità di quelli di un adulto. Siamo noi adulti che sottovalutiamo, magari ci ridiamo su,sbagliando.
La cosa che mi ha colpita è stata anche che il bimbo ha deciso di rivolgersi ad una maestra (di Roma) per comunicare: in fondo i bambini hanno a questa età pochi, ma sicuri punti di riferimento per un consiglio, per uno sfogo, per un dubbio e sono la madre e la maestra. Anche una maestra che non conoscono può andar bene se l’altra pensa solo a farlo studiare…
Ah, che lezione che ci ha dato quel bimbo! Altro che prove invalsi…
Che dici, mi propongo volontaria per chiamare quel cellulare?
Secondo me telefonargli sarebbe bello, ma sminuirebbe molto il ruolo della SUA maestra, a parte il fatto che bisognerebbe chiamarlo con un numero invisibile: S ha capito bene come funzionano i cellulari, dopo ti tempesterebbe di chiamate. A mettersi nei suoi panni intuisco cosa abbia potuto pensare nello scrivere quella richiesta di aiuto, perché quello che non dice è che ancora non è riuscito ad esprimere a C. il suo innamoramento e vuole capire come è meglio fare, ha paura di una risposta negativa che imputerebbe alla sua inesperienza. Ecco lui si rende conto di essere un bambino, ma tutte le volte che la vede il cuore gli batte forte.
Qualche mese fa mi è capitato di vedere dei bambini e delle bambine che giocavano al tiro alla fune finendo abbracciati, sono rimasto un poco ad osservarli considerando che per noi era un fatto naturale giocare al tiro alla fune, a mosca cieca e anche alla lotta, oggi i bambini non hanno altra possibilità di relazionarsi tra loro, di misurarsi, di toccarsi se non durante un’attività sportiva o cose simili organizzate dai grandi, che vedono in ogni cosa una malvagità e i bambini sono costretti ad imparare perché sono un investimento, gli si compra il telefono per legarli con un cordone ombelicale invisibile, ed ecco che S vuole usare il suo cordone per avere consigli protettivi, decidendo lui dove attaccarlo. Che il messaggio di di S non sia altro che la richiesta di una presa (non di corrente naturalmente)?
S. a 8 anni ha già un suo cellulare. La sua maestra ha controllato sui documenti e il numero che il bambino ha scritto non è quello dei genitori.
Sì, penso anche io che desideri chiedere consigli su come approcciarsi al meglio con la compagnetta preferita. E sicuramente desidera essere ascoltato. Mi auguro che la sua maestra lo faccia e mi auguro di riuscire ad accorgermi in tempo di certe esigenze dei miei alunni ancor prima che lo scrivano a caratteri cubitali in un foglio.
Un bambino appartiene alla sua maestra come una maestra appartiene al bambino.
Le prove invalsi secondo me sono una perdita di tempo, cosa serve testare la preparazione degli alunni, gli insegnanti li conoscono e li giudicano già con una votazione, per cui questa verifica è inutile. Forse con questo sistema i bambini e ragazzi si preparano meglio? Non so, dico forse. Ma vedremo, perché si sa le cose cambiano in fretta e peggio.
Buona domenica, cara Marirò.
un abbraccio
annamaria
Le prove invalsi sono un buon esercizio preparatorio alle prove, cioè la montagna di lavoro che si svolge prima delle prove serve sicuramente agli alunni perchè li avvicina a nuovi linguaggi (difficili, ermetici, ma utili alla crescita) e determina sicuramente un sapere (per gli insegnanti che in tanto si impegnano). Le prove ufficiali, pur nate con buone intenzioni (ma tralascio il giro economico che pullula attorno…) non servono perchè ai risultati (positivi, mediocri, scarsi,…) non consegue nulla :nè aggiornamenti obbligatori, nè riforme, nè incentivi, “promozioni” o “punizioni”per scuole o insegnanti, niente di niente. Solo statistiche che offrono letture più o meno utili, ma si fermano lì, almeno sino a oggi. Inoltre il sistema nazionale di valutazione IGNORA che la scuola pubblica italiana non ha pari opportunità in tutto lo Stivale. Pensa che da Napoli in giù sono pochissime le scuole statali che possono offrire agli studenti 40 ore settimanali di studio (la mia scuola ne fa 25) perchè gli edifici scolastici non sono idonei a livello di strutture al tempo pieno. Un alunno che frequenta 40 ore è (quasi) automatico che abbia possibilità in più rispetto a un coetaneo che ne frequenta 25.
E i tagli continuano…
Ciao carissima, buona notte.
e hai ragione quando dici ci siamo fermate a riflettere perchè ci stiamo dimenticando dei sentimenti ciao cara a presto
eh sì, presi come siamo da altro ci stiamo dimenticando di ascoltarli.
Ciao Gabri, buona notte
🙂 un abbraccio di cuore xte
Grazie, ricambio 🙂