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stellefilanti

Tanta gente affollava il locale e in molti si divertivano a ballare la musica dance, i valzer, i latino americani. Ogni tanto il dj proponeva un gruppo di lenti, nella sala si abbassavano le luci e le coppie iniziavano a  ballare in silenzio, tra i pensieri, le sensazioni, i ricordi.

 Fu quando partì il sax di Alta Marea che i due si videro. Stavano ballando coi propri partner e i  loro sguardi si incrociarono e si incollarono via via ad ogni giro di lento. Non si erano notati prima, nessuno dei due sapeva chi fosse l’altro: un uomo e una donna tra gli uomini e le donne di quell’elegante sala carica di musica e di coriandoli. I loro sguardi, inizialmente distratti, casuali, veloci, divennero sempre più attenti e voluti. Sguardi di nulla, di silenzi, di bianco e di parole, di suoni, di pensieri, di rosso.

Lo so lo sai la mente vola

fuori dal tempo e si ritrova sola

senza più corpo né prigioniera

nasce l’aurora.

Consapevolmente, ma in modo impercettibile, iniziarono ad aggiustare il ritmo del ballo coi partners per ritrovarsi ad ogni giro esattamente una di fronte all’altro.

Tu sei dentro di me come l’alta marea

che scompare e riappare portandoti via

I loro visi erano inespressivi: parlavano gli occhi. E le mani. Le mani di lui sui fianchi della compagna, si muovevano lungo la sua schiena in piccoli cerchi e poi scendevano sui lobi dei reni, mentre guardava lei.

Sei il mistero profondo, la passione, l’idea

sei l’immensa paura che tu non sia mia.

Le mani di lei sulle spalle del compagno, si muovevano per risalire al collo, alla  nuca e le dita si soffermavano sull’attaccatura dei suoi capelli, mentre guardava lui. 

Lo so lo sai il tempo vola

ma quanta strada per rivederti ancora

I loro occhi  si fissavano, si chiudevano, si fermavano, si allungavano, si volevano. Erano pioggia, mare, acqua. Erano luce, scintille, fuoco. Erano brezza, vento, aria. Erano forza, passione, terra.

per uno sguardo per il mio orgoglio

quanto ti voglio

Furono frazioni di attimi  di intenso tra il testo e le note che scorrevano. Un gioco o forse un bisogno, un capriccio o forse un istinto, o forse un nulla.

 …per dirti quanto ti voglio

…per dirti quanto ti voglio

…per dirti quanto ti voglio

Il  lunghissimo minuto finale del sax fu accompagnato da una delicata e persistente pioggia di coriandoli argentati che regalò ai loro sguardi, immersi nella luce ovattata della sala, bagliori e sfolgorii inconsueti e confusi. Quando le ultime note di Alta Marea si affievolirono e i coriandoli smisero di volteggiare, i loro occhi finirono  di cercarsi. L’attimo si era concluso, così come termina una canzone, come si esaurisce la pioggia, come si ferma un pensiero. Ognuno si allontanò col proprio partner e si dispersero nella sala.

Un’ora dopo lei, mentre il barista le porgeva un’acqua tonica, sentì una voce alle sue spalle: Posso offrire qualcosa alla dama che, a distanza, ha ballato Alta Marea con me?

Grazie, ho già fatto– disse lei, indicando il bicchiere – I coriandoli donano allegria, ma fanno venir sete.

Vero, contribuiscono a veicolare nell’aria varie cose, compresa la magia.

Già, l’effimera magia.

Posso conoscere il suo nome per tenerlo nel cassetto dei ricordi insieme alle sensazioni durate il tempo di una canzone?

Azzurra-rispose lei dopo aver pensato un attimo- Le piace Azzurra?

-Molto. Azzurra come i suoi occhi, come il mare quando si ritrae e torna quieto.

-Ed io che nome potrò conservare dentro quel cassetto?

Le piace Indaco?-rispose lui un secondo dopo.

-Sì, Indaco come il mare profondo, come quel coriandolo che ha ancora posato sulla spalla– disse lei.

Sorridendo, lui prese quell’esile pezzetto di carta color indaco, lo guardò e lo diede a lei:- Effimera magia di un momento che non dimenticherà.

Lei cercò sul banco del bar un coriandolo azzurro e lo porse a lui  :-Effimera magia di un momento che non scorderà.  E, sorridendo a quegli occhi scuri, si allontanò.