Giugno e luglio erano i mesi delle feste in casa; ad agosto il paese si svuotava, molti si trasferivano in montagna o al mare e prima di partire c’era l’usanza di organizzare feste da ballo in casa, nel salotto buono, quello che si apriva in rarissime occasioni.
A casa mia, nonostante il salotto fosse ampio, non organizzammo mai feste; mia mamma diceva sempre no perché mancava papà, ma ebbi la fortuna di ricevere parecchi inviti nelle case altrui perché a quei tempi una ragazzina orfana di padre veniva quasi adottata dal quartiere e non la si lasciava da sola. Si stava anche attenti a controllarla e infatti mia madre era sempre informata di tutto su me anche se io non sapevo mai da chi… Capii dopo che quelle erano comunque forme di affetto, di protezione, di amicizia: c’era un quartiere dove tutti si conoscevano, all’interno c’erano le amicizie più strette, c’era un parentado ampio e si faceva quadrato attorno a chi poteva avere qualche problema in più. Ma allora che nervoso che mi davano certe comari del quartiere!
Le feste da ballo mi piacevano. Già a quel tempo amavo ascoltare musica e ballare e difficilmente mi separavo dal mio amatissimo mangiadischi arancione. E poi le feste erano occasioni per vestirsi più eleganti ed erano occasioni di divertimento e di incontri.
Il salotto buono si lustrava per giorni e giorni, si spostavano i mobili per ricavare spazio e si sistemavano le sedie alle pareti per le “tappezzerie”. Perché le “tappezzate” non mancavano mai e di solito erano le zitelle e le ragazze più antipatiche, timide o bruttine. Il bello, però, di quelle feste era che alla fine ci si divertiva un po’ tutti. Non importava avere un cavaliere, un fidanzatino, un moroso: un giro di ballo lo si faceva comunque.
Chi di solito spariva dalle feste era l’uomo di casa; se ne stava fuori, in piazza e ogni tanto veniva a controllare che tutto filasse liscio. Forse a quel tempo non era bene che l’uomo di casa accettasse quel divertimento, quel disordine, quel caos che comunque si creava. Dava la sua santa approvazione e se la filava per non affrontare eventuali situazioni che potevano crearsi e rendere l’onore domestico traballante. Responsabile, quindi, era la donna di casa che cercava di non stare nella stanza da ballo: con l’aiuto delle comari, provvedeva al buffet e si appostava negli angoli strategici della casa, per non essere vista e vedere.
La zona più difficile da controllare erano i cortili, piuttosto bui. Tutte le case avevano un cortile con l’immancabile albero di limone. A giugno e luglio faceva già tanto caldo e non mancavano le coppie che andavano a prendere “il fresco” sotto i limoni…
Era il tempo della musica rock, del cantagiro e della hit parade trasmessa alla radio. I 45 giri dei Beatles, dei Rolling Stones, dellEquipe 84, dei Pooh, di Patty Pravo, di Mina e Battisti imperversavano. Per evitare coppie fisse e far ballare tutti si usava fare il gioco della spazzola: una spazzola veniva fregata sulla spalla del cavaliere per il cambio obbligatorio di dama. Chi restava senza dama alla fine del disco, pagava una penitenza. E le penitenze erano di vario tipo, comprese quelle di far ballare le “tappezzate”.
I ragazzi, poverelli, che erano sempre in numero minore delle femmine perché coi maschi la selezione dell’invito era durissima, faticavano l’intera sera e guai a fermarsi un attimo! Un vero tour de force per loro! Ma l’affanno valeva la pena perché da quelle feste poteva nascere qualcosa : un fidanzamento, un amorino, una strusciatina più o meno innocente…
Beh, la strusciatina era difficile perché per le feste in casa non si badava a spese… elettriche!
Il grande lampadario del salotto faceva bella mostra di sé e si ballava con le 24 lampadine accese più quelle delle appliques delle pareti: luce abbagliante! I balli erano di solito “bit”, quindi movimentati e di gruppo, e con quelli nessun problema. Ma quando partiva qualche lento ecco che il salotto si riempiva di tutte le comari dislocate nelle altre stanze. Tutte a controllare che le coppie ballassero a 20 cm di distanza almeno! Il guancia a guancia non esisteva e poi con tutta quell’illuminazione… La spazzola, inoltre, arrivava sempre al momento giusto!
Quando arrivò la canzone proibita, 45 giri vietato alla vendita ma presente in tutte le case, si trovò il modo di chiudere la porta del salotto e di spegnere il lampadario. Inutile nasconderlo: sono cambiati i luoghi, sono cambiati gli abiti, la musica e le lampadine, ma gli ardori della gioventù erano e sono sempre gli stessi.
La serata finiva a volte con un giro di contradanza comandata dal padrone di casa che rientrava per decretare la fine della festa e dopo il passaggio nella camera da pranzo. Nell’ultimo post di questi ricordi di inizio estate parlerò di “tabarè, rosoli e viscotti ‘cca liffia” perché un’altra cosa che nel tempo è cambiata sono i cibi, ma la piacevolezza del palato è sempre la stessa.
Ho sorriso tutto il tempo…e sai…anche io avevo un mangiadischi arancione/rossiccio e qualche festicciola del genere nei miei ricordi, forse un po’ meno “controllata” e un po’ più trasgressiva (ma solo per quei tempi)… e poi soggiorni sostituiti da garage ben lustrati e sistemati pro-festa :)) bei ricordi e…anche in Liguria c’erano alberi di limoni “affollatissimi”, dove, a turno, le coppiette andavano a respirarne il profumo del fogliame :))
avevo anche una radio a pile, grande quanto un comodino, elegante, rivestita di finto legno e me la portavo ovunque! Qualche volta dovrò raccontare del “Festival 19” che facemmo, una gara canora nel garage di un’amica, con tutti i quartieristi invitati. E vennero davvero!! E votarono noi ragazzini che eravamo i “cantanti”!!! Io arrivai terza, mia sorella prima…mamma mia che ricordiiiii….:-)))
Che bei momenti !!!
(..) veniva data la sua posizione e il titolo in classifica ma una nota veniva mandata in onda.
(..) veniva data la sua posizione e il titolo in classifica ma MAI una nota veniva mandata in onda.
La mia prof di italiano me lo diceva sempre: “quand’è che ti deciderai a leggere prima di consegnare? ”
Anche i ricchi sbagliano.
colpa della maestra Marisa??
🙂
no colpa della prof. Elena che mi diceva sempre:” ti metto 8 perchè non ti impegni ma potresti fare e meritare di più”. grande insegnante, grandissima donna, pensa che prima degli esami di maturità ci dava una mano nello studio ospitandoci a casa sua e ci diceva:”mi raccomando, non fatemi fare brutta figura ma soprattutto cercate di non farla voi”.
com’era diversa la scuola una volta…
non è che prendevo 8 in tutte le materie però, sia chiaro 😉
non era poi così diversa la scuola di una volta!!
O forse tu lo dici per esperienze di tuoi figli o nipoti, non so…Posso assicurarti che ci sono in giro tanti prof. Elena e tante maestre marisa, mannaggia!
Ho seguito in questo inverno un gruppo di miei alunni in prima media con skype, seguiti nei compiti e nelle ricerche e anche in 1 media sono usciti con tutti 9 e 10, Merito mio? assolutamente no, ma se loro vogliono, sanno che ci sarò sempre. Oggi si sposa una mia ex alunna e farò i salti mortali per andare in chiesa, per esserci perchè lei lo desidera ed io pure. In prima elementare frequentò per motivi di salute solo tre mesi, Ci organizzammo: il sabato la mamma portava quaderni e libri, il lunedì li riprendeva corretti e con le attività assegnate, il mercoledì andavo io un paio d’ore a casa sua. Risolti i problemi di salute, riprese a frequentare normalmente. Oggi è un avvocato. Auguri Nerina! Lo scrivo anche qui.
a proposito di canzoni proibite, ce n’era un’altra, di Guccini cantata da lui e dai “Nomadi” si chiama “Dio è morto” rimase per molte settimane nella classifica dei 45 giri più venduti; nella trasmissione radiofonica “Hit Parade” veniva data la sua posizione e il titolo in classifica ma una nota veniva mandata in onda.
La cosa più paradossale però fu che la radio Vaticana trasmetteva questo brano regolarmente mentre la RAI no. Non l’ha mai fatto.
La cosa più assurda invece è che il testo in fin dei conti era un omaggio alla divinità dei cristiani e non un oltraggio. Questo dimostra che razza di gente prendeva decisioni a quell’epoca, gente dotata di una capacità intellettiva paurosa, nel vero senso della parola.
vabbè, oggi è peggio, lo so ma codesta è, come direbbe il buon Pino Daniele, ” tutt’ n’ata storia…”
traduco? no, vero? 😉
Non la ricordavo.
Anche questa era una canzone proibita. Lucio Battisti era davvero avanti coi tempi…
e poi c’era la sensualità di Mina un pò ovunque. Intere generazioni si chiesero in “L’importante è finire”…come fosse finita 🙂
E Ancora ancora ancora…che canzone!!
posso dirti con certezza che il verso originale era:” l’importante è venire” Anche questo comunque un doppio senso.
poi c’era il verso di Lucio Dalla “(…)e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino (…)” che in origine era:” (…) e ancora oggi che bestemmio e bevo vino(…)
etcetera etcetera…c’era sempre qualcuno che ci faceva pensare con la sua testa.
non ho ricordi simili…è stato bello leggerne..ho avuto l’impressione di guardare un film!
ma grazie!
🙂
Sono le stesse bellissime cose che ho sentito raccontare spesso in famiglia… un periodo stupendo che mi dispiace di non aver vissuto. Buona estate tesorina ♥ un bacio
Ne avrai sicuramente vissuto un altro più avanti comunque bello.
Buona estate anche a te. Non faticare troppo che il caldo ci fa boccheggiare. Un abbraccione, ciao.
Non ho vissuto quel tempo, purtroppo, però l’ho “visto” attraverso il tuo bellissimo post. Credo che in passato la vita fosse più bella; ci si accontentava di più. Meno pretese, niente “crisi”, molta amicizia, e la musica più bella!
Un abbraccio.
Ogni giovinezza ha il suo bel periodo. Io ho avuto il mio, fatto di tante piccole cose che ho saputo apprezzare. Un pò di nostalgia c’è, inutile negarlo, ma se dovessi definire i miei anni più belli, farei un salto in avanti di altri dieci-quindici anni, quando arrivò l’amore. Con esso arrivarono anche pensieri, scelte, responsabilità: fine della giovinezza e inizio dell’esser donna.
Felice domenica di sole, ciao 🙂
Che tempi ragazzi/e!!! Il mangiadischi arancione era uguale per tutti?!?
Le canzoni lo stesso e le serate nel salone osservate dalle donne grandi…identiche!!! Io non ho mai fatto tappezzeria e non perché ero bella (credo), ma perché ero brava a ballare. Quest’ultima considerazione, l’ho saputo qualche mese fa, dopo aver rivisto un’amica di quei tempi. Mi ricordo che c’era anche un giradischi antico con dischi di walzer. mazurca e tango. E lì i ragazzi prendevano la rincorsa per invitarmi, perché io volavo letteralmente.
Grazie Marirò per questo spaccato di vita che mi ha ridato un attimo di gioia.
Un abbraccio
Che bello! Un’amica che ama ballare!!
In quelle feste si usava anche ballare tra donne, ma lo facevano le signore più adulte e per i lisci. Io non ho mai amato ballare tra donne, l’ho sempre evitato, non so il perchè ma mi sentivo ridicola a far coppia con una donna. Meglio da sola o nel gruppo.
Grazie a te, lieta di aver destato felici ricordi.
Quanti ricordi legati a quelle feste.
Ogni tanto faccio riandare uno di quei 45 giri, specie quelli che favorivano il ballo della mattonella.
🙂
I 45 giri li buttai in un giorno di pulizie folli. Tenni per fortuna i 33 più cari, ma non saprei più dove ascoltarli. Grazie a youtube risveglio note di ricordi. Mattonella compresa.;-)
Ommioddddio!! Eravamo alle stesse feste e non lo sapevamo!!! 😉
identico, preciso a quello che facevo io … invece della spazzola usavamo la scopa per cambiare partner … ballavamo i lenti a distanza di ‘braccio’ (leggasi braccia distese poggiate sulla spalle del partner) e, tra un ballo e l’altro, ci sedevamo per terra a fare il gioco della bottiglia … avevamo il mamgianastri arancione e ballavamo ‘crocodile rock’ e ‘je t’aime, moi non plus’ … sorvegliati speciali dalla genitrice di turno … 🙂
che bei ricordo hai evocato!!! grazie!!! baci!
🙂 le feste a quel tempo avevano tutte lo stesso clichè. Anche nelle feste a cui ho partecipato si faceva un gioco con la bottiglia, ma non quello della ruota, bensì quello della conta carponi (non lo ricordo bene) e poi c’era quello della bottiglia a terra e di un cucchiaino legato penzoloni in vita e bisognava farlo entrare nella bottiglia! Tutti ridevano ed io impiegai un bel poco a capire il perchè!!! 😉
Ciao bella nonna! A V. potrai un giorno raccontare queste favole di ricordi 🙂
anch’io avrei impiegato almeno un paio di risate degli altri per capire il ‘perchè’!!! 😯
a V. avrò taaaaaante cose da raccontare!
Chissà perchè wp non mi avvisa più dei tuoi post, fa niente io un poco alla volta passo da tutti.
Ho letto entrambi le tuoi due ultime pubblicazioni, molto tenere, capisco adesso (dopo 40 anni, son lento eh? :)) da cosa derivasse limonare nello slang giovanile di allora, era prendere il fresco sotto i limoni senza farsi vedere dalla luna 😉
Battute a parte molto teneri i tuoi ricordi, anche se letti da fuori perchè io ad esempio mi sono autoesentato a partecipare a feste ballerine, o meglio si ci sono state ma ne avevo noia. Noia sia per la musica che per la ritrosia delle partecipanti. Un mondo molto lontano dal tuo, le mie domeniche estive erano fatte di escursioni sui Peloritani e sui Nebrodi, però ha un certo fascino leggere di chi mentre io ascoltavo i Jetro e gli Zeppelin ricorda vividamente le emozioni sconvolgenti di Jetememuanoplus che ricordo mi lasciavano interdetto preferendo le performance vocali di Janis Joplin e Grace Slick.
Sai cosa mi dispiace ancora oggi? Che la nostra sia una generazione culturalmente dominante, con un passato ancora attivo, tanto che ancora oggi alle feste comuni vengono proposti intrattenimenti musicali di quegli anni. Stasera ad esempio ho voglia di andare ad una festa dell’Unità, giusto per rivedere dei vecchi amici e mangiar qualcosa, ma se penso alla musica che verrà propinata dall’orchestra la voglia mi passa. Però per gli amici si fa anche questo 😉
pare di no, sai? quel verbo al tempo dei limoni negli orti non si usava e tuttora qui si usa di rado. E’ di origine milanese. Ci sono orti coi limoni a Milano? comunque leggevo che si riferisce alla spremitura dei limoni, ma mica ne ho capito il motivo…
Certo che voi uomini avete una ritrosia per il ballo! ne trovassi uno che dica:amo ballare!! Ecco perchè hanno preso piede i balli di gruppo!
I video che ho inserito non erano le mie canzoni preferite, ma quelle in voga per i balli. Ricordo che mi piaceva ascoltare la PFM, che a 16 anni mi innamorai dei Queen e dei Pink Floyd e che iniziarono a sentirsi i primi cantautori italiani socialmente e politicamente impegnati. Salvo qualche eccezione, di questi non me ne innamorai mai.
Buon divertimento, ma porta i tappi per le orecchie!! 🙂
Whuawww, questa si che è musica per le mie orecchie 🙂
Ciao Marirò, bei tempi andati, anche se io non li ho vissuti
Sono cresciuta con i nonni materni, ma quando tornava la mamma si organizzava una gran festa a base di musica e balli e tutto il vicinato era
invitato
Ti ringazio, complimenti per come novelli
Felice serata
Senty
che belle feste che dovevano essere le vostre!
Ciao, un sorriso per te. 🙂
Quanti ricordi mi hai fatto venire alla mente!!!! Noi eravamo 4 sorelle grandi e due piccoline. Papà non permetteva che andassimo “alle feste in casa d’altri” e noi lo facevamo solo quando lui era fuori città per qualche visita ai parenti lontani. Invece spessissimo noi grandi ballavamo tra noi, in casa mentre papà era assente ed a me, che ero la più piccola delle grandi, spesso toccava il compito di fare “da vedetta” alla finestra e spiare il suo ritorno. Appena lo vedevo spuntare in cima alla strada, avvertivo le altre che si scatenavano nel mettere a posto le sedie spostate per fare spazio e chiudere la radio. Momenti belli che si mescolano a ricordi non altrettanto piacevoli che fanno parte della mia adolescenza. Tu meriti sempre le congratulazioni per come sai raccontare ed avvincere chi legge. Un abbraccio.
oh, ma anche io ballavo da sola chiusa in camera! Mia sorella mi prendeva in giro per questo 😦 E poi le feste da ballo erano eventi di stagione da contare sulle dita delle mani e, come leggerai nel prossimo post, finirono presto, purtroppo.
Ahahahah, ma sempre la sentinella facevi?? spero di no, Sei sempre stata troppo altruista 🙂
Non farmi troppi complimenti che magari mi metto in testa di scrivere un libro e poi lo dovrai comprare!! 🙂 🙂
Ciao. tvb.
Lo comprerei a scatola chiusa. Quando andrai in pensione, secondo me, potresti provarci. Lo penso veramente altrimenti tacerei.
Non facevo sempre la sentinella, ero di vedetta solo verso l’orario in cui ero certa che papà stava per tornare.
bella la descrizione. è un mondo che non mi è mai appartenuto, mai frequentato. ciò è dovuto, con ogni probabilità, al fatto di aver vissuto dalla nascita sempre in una (per la precisione sono state due) metropoli dove il quartiere era grande quanto una piccola città, alcuni quartieri avevano addirittura lo stesso numero di abitanti di città come Firenze o Bari e al massimo ci si conosceva nel condominio. Si preferiva andare fuori a divertirsi e questo è dovuto anche al fatto che le mentalità di una grande città è sempre stata diversa da quella di una cittadina.Incontravi qualcuno, non lo conoscevi e poi magari scoprivi che abitava da sempre 50 metri più avanti di te.
Non saprei dire se questo è stato un male o no.
a leggere la descrizione avrei voluto partecipare a uno di questi eventi.
magari essere l’amministratore della spazzola, ecco,così mi sarei divertito da morire. Garantito.
Mai vissuta in una città; ritengo che dia grandi opportunità, ma che abbia qualche grosso limite.
Sì, come amministratore della spazzola ti saresti divertito. E non solo…
🙂
la metropoli, che è più grande di una grande città, ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi.
vantaggi: nessuno ti conosce anche se ti incrocia tutti i santi giorni come per esempio due che prendono la stessa metropolitana quotidianamente. Se vuoi puoi estraniarti e sentirti solo anche fra la folla più grande. trovi di tutto e di più, dal ristorante indonesiano al megacinema con 7 spettacoli ogni sera, alla bottiglia di Glenlivet invecchiata 35 anni o l’ultimo brano dei Deep Purple (a proposito ascoltatelo che è fantastico). c’è tutto disponibile 24 ore al giorno. sei ben collegato al resto della nazione e del mondo. Hai una vastissima scelta di… esemplari dell’altro sesso, per tutti i gusti 😉 insomma…puoi vivere in decine di modi diversi.
svantaggi: uno stress che può essere mostruoso. caos un po’ dappertutto, grandi spostamenti per andare a lavoro che ti portano via anche tre ore al giorno fra andata e intorno. smog. traffico.
però… se hai voglia di quiete ti metti in macchina ne trovi sempre un posticino tranquillo nelle vicinanze o al mare. se invece vivi in una piccola cittadina non è che hai una metropoli o una grande città a portata di mano.
io ho scelto di vivere in periferia così ho a portata di mano tutto, la quiete e la…tempesta.
a 200 metri ho l’autostrada, se voglio la imbocco e posso andare anche fino a Lisbona o a Copenaghen senza mai uscirne o andare nella mia villetta di montagna a un’ora e mezza di macchina se desidero tranquillità.
per vivere bene occorre saper estrarre il buono da tutto. Difficile. Difficile ma non impossibile.
Io ho vissuto tutto questo in campagna dai miei nonni.i cortili gl orti i giardini le rimesse del trattore erano i luoghi per feste salti e quant altro.A casa mia in città’ la casa era grande ma un autentico museo.cosi’ non si poté a fare nulla.per i miei 18 anni mia madre mi lasciò invitare qualche amica a casa per mangiare una fetta di torta…. 😦 io con ma figlia faccio di tutto ed ho un tavolo che aperto tiene 15 persone e! Tutto rigorosamente in cucina! Ehhh…come cambia tutto cara…un abbraccione !! Anzi due perché’ mi piaci e sei lontana!
Mi fai ricordare che i 18 anni non volli festeggiarli perchè ero così presa da una storia d’amore a senso unico (il mio) che mi sentivo spenta. Poi per fortuna capii e mi riaccesi e così mia madre, per la gioia di rivedermi attiva, vitale e “libera” dai pensieri che per tre anni mi avevano ingrigita, permise che festeggiassi i 19 anni in casa, ma ormai i tempi erano cambiati e i salotti non andavano più bene. Si cercavano le discoteche o i garages ed io li festeggiai in un grande stanzone del piano terra, abbellito a festa.E fu l’unica grande e bella festa che diedi a casa mia. Esagerai negli inviti e mi spaventai a dirlo a mia madre che, rendendosi improvvisamente conto, alle 22 di sera prese la macchina e girò tutti i bar del paese in cerca di pizzette ed arancini da offrire ai miei amici. Non ti dico poi i rimproveri che mi fece…ma lei, splendida come sempre, evitò di farmi fare una grande figuraccia.Mi sto commuovendo a ripensare…
Grazie Ariel, tvb.
Le nostre madri…gioie e dolori eppure cosa faremmo o avremmo fatto senza di loro…ti stringò forte.ciao.
Sono stata a parecchie di queste feste e mi divertivo un sacco ,ma a casa mia non ho mai potuto farne perchè la casa era molto piccola .
Mi riconosco in parecchie cose meno che per la tappezzeria 😉
Per fortuna ero molto carina anche se allora io mi vedevo come una gemella del mostro di Lockness! 😯
A presto Marirò
Io l’ “ebrezza” della tappezzeria la vissi la sera in cui mio zio, che apparteneva alla Catania-bene, decise di portarmi al Club della Stampa per la serata di gala del carnevale, sperando in un mio ingresso in quella società.Frequentavo la terza media e per l’occasione mia madre mi fece cucire dalla sarta un abitino bianco di lanetta, svasato, manichette a sbuffo, midi e con spighetta argentata in vita e nello scollo. Era orrendo! Indossai persino il cerchietto per i capelli con spighetta coordinata!!
L’elegante locale era stracolmo di giovani universitari e le ragazze erano elegantissime e seducenti con abiti lunghi in voile colorato o con mini laminate.
Rimasi tutta la sera al tavolo con gli zii finchè un ragazzo mi invitò a fare due balli. Conversammo impacciati di banalità e me ne tornai al tavolo ad osservare quel mondo al quale ancora non appartenevo. Scoprii così che mio zio era un donnaiolo, che si divertiva a corteggiare le signore e capii perchè la zia, donna bellissima e curatissima, avesse quelle unghia sempre smangiucchiate. Alcuni giorni dopo seppi che era stato lo zio a chiedere a quel giovane di farmi ballare e risi di gusto.
Ero troppo ragazzina, non era il mio ambiente, avevo addosso anche parecchia aria di provincia e io nella mia provincia ci stavo benissimo:cercata, ammirata, corteggiata, non mi serviva di più.
Ciao, Liù, a presto. 🙂
io queste cose non le ho vissute, ma metre leggevo, sembrava di vedere le immagini come in un film 🙂
Grazie, Roby. Non è stato difficile scriverle perchè vissute. Situazioni semplici, in fondo, ma belle.
🙂
Mi perdo nei tuoi racconti, mi ci ritrovo spesso, non per le ambientazioni ma per le emozioni. Leggendo qua e là, nel web ed ascoltando interviste alla tv percepisco una certa nostalgia di un tempo. Non amo fb e se fossi madre sarei preoccupata, ormai non si parla più, anche ad un metro di distanza si scrivono sms. Sono stata ultimamente ad un evento del Parmigiano Reggiano, beh, nessuno dialogava, eravamo sconosciuti che mangiavano assieme però il web sapeva tutto di noi, in tempo reale, fino all’ultimo boccone 😦 Un abbraccio.
E tutto sembra così strano quando ti soffermi a pensare e a ricordare. La nostalgia credo che soprattutto nasca per la spensieratezza che la gioventù ci regalava e per la semplicità delle piccole cose che sapevamo apprezzare.
Mi spiace soprattutto per i ragazzi di oggi che sì, sanno divertirsi, fare esperienze, viaggiare, ecc… ma non conoscono la potenza di certe emozioni e di occasioni che noi abbiamo avuto. Entrano in depressione se un venerdì sera restano a casa senza l’happy hour alcolico in qualche locale IN; a noi bastava affacciarci al balcone o scendere in strada per trovare qualcuno con cui parlare, ridere e scherzare.
Un abbraccio a te, ciao.
Come sono cambiati i tempi…..sembra quasi di raccontare delle favole, forse, allora, la severità era troppa, ma ora si è passati al menefreghismo totale!
Buona giornata Marirò! 🙂
Verissimo. Non so se è solo menefreghismo, non so se tutto nasce da questa nuova vita che ci siamo via via costruita, sempre più di corsa e sempre più isolata, prima con la tv ora con il pc (e nemmeno poi tanto più divertente…).
Confesso che non conosco nemmeno i cognomi di due delle famiglie che da decenni abitano nel condominio di soli 7 appartamenti che confina con casa mia. E magari saranno famiglie cortesi e simpatiche.
I miei nipoti, poi, …hanno 500 amici su fb ma se gli chiedi il nome della ragazzina che abita di fronte …
Che peccato!
Un abbraccio, ciao.