– Com’è vivere con una donna?

– Esattamente come partecipare a un’asta. Non sai mai se la tua offerta sarà la migliore.

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E’ una delle tante frasi del nuovo, elegante e ricercato film di Tornatore, “La migliore offerta “, che colpisce. In realtà tutto il film sorprende e ti incolla alla poltrona e non perché sia il miglior film del grande regista siciliano, ma perché è un film che non ti aspetti, abituata come sei a Nuovo Cinema Paradiso, a Baaria, a Malena, anche se alla fine ti fa piacere  vedere un  regista che apprezzo da tempo, tornare a toni più asciutti e meno pomposi, e in secondo luogo, come si suggerisce all’interno dello stesso film, anche un’opera minore può nascondere grandi e inaspettate sorprese.

E di sorprese il film ne offre tantissime e sono tutte amare e dure perché stavolta si parla di sentimenti, di falsità e di autenticità dei sentimenti umani . Si dice nel film “i sentimenti umani sono come le opere d’arte: si possono simulare”. E cosa può esserci di peggiore della simulazione in amore e soprattutto nell’amicizia?

Non è facile parlare del film senza svelarne i vari colpi di scena che, in particolare negli ultimi venti minuti si susseguono frenetici anche se intuibili, ma inevitabili e Tornatore è  bravissimo nel mantenere in equilibrio i toni del giallo psicologico con quelli del melodramma, mescolando  con il ritmo di un thriller  ogni rapporto umano e basandolo  sulla contrapposizione tra il vero e il falso.

Più che l’inganno del rapporto uomo-donna, mi ha colpito l’epilogo del  rapporto d’amicizia tra il protagonista, l’eccellente  Geoffrey Rush, ricco, freddo, misantropo banditore di aste e il suo socio d’affari: un rapporto che scopri falso, vendicativo e distruttivo oltre l’immaginazione. Ed è un finale amaro perché se un uomo e una donna possono vicendevolmente calpestarsi, che sia l’amico fidato a distruggerti e non a livello economico bensì nei sentimenti fino a farti sfiorare la  follia, diventa duro da digerire.

Non voglio aggiungere altro per non svelare oltre; posso solo consigliarne la visione.

Ripensando ad un’altra celebre frase del film, “In ogni falso si nasconde sempre qualcosa di autentico”, quell’ autenticamente falso che altro non è che l’esca  per saziare la sete di vero,  quasi mi vien da aggiungere che la migliore offerta è il rischio del vivere, della vita che, con tutti i suoi inganni e le disillusioni magari ti renderà fragile come carta velina ma che ti avrà permesso l’emozione. Il rischio di vivere  è il vero tema di fondo del film, il rischio della vita come antidoto alla paura di vivere.

Vivere sapendo che potrà finire in sofferenza o arroccarsi dentro magnifici castelli privi di sentimento e quindi senza di rischio di dolore?

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 “I sentimenti umani sono come le opere d’arte:

si possono simulare”

Ora che lo sai, a te la scelta se viverli comunque o rinunciare in partenza. La scena finale del film ti dice che sarà –forse- il tempo a dare una risposta; il titolo del film, invece, la risposta pare darla già.