Nel post di Laura ho scritto di getto questo commento:
Non si può e non si deve restare bambini. Si cresce, si diventa adulti ed è giusto che sia così. Lo stupore per le piccole gioie della vita può restare, vuoi ammorbidito, vuoi centellinato, vuoi occasionale, ma può restare se riusciamo a non farci sopraffare dalle preoccupazioni e dall’ansia. Ci sono piaceri e gioie che sono esclusivi della vita adulta e sta a noi saperli riconoscere, cogliere e valorizzare. Persino inventarli quando diventano carenti.
Se sono contenta di ciò che sono?
Sì, lo sono anche se avrei potuto essere e fare di più, ma sono contenta di me perchè ho lottato per restare me stessa e sono stata forte a non soccombere quando si sono presentate le avversità e le rinunce obbligate.
Naturalmente di me cambierei alcune cose e a volte provo a cambiarle, ma non è facile: mi piacerebbe essere più furba e meno ingenua, dire più “no” e anche mi piacerebbe ogni tanto (non scandalizzarti, per favore) mi piacerebbe concedermi qualche innocente trasgressione.
Tu dici che a volte , quando hai “tutto”, quel tutto virgolettato, che cioè non ti basta, devi rimettere in discussione la tua vita, perdere tutto per ricominciare da capo; beh, si, può essere , ma sai che penso? Penso che rifarei gli stessi passi, che dopo l’ebrezza del primo momento, sarei sempre la stessa me, coi lati belli e quelli oscuri di sempre e mi ritroverei punto e a capo.
Ci pensavo lo scorso anno in questo periodo: addobbavo la casa e l’albero di Natale e alla fine ho considerato come ho rimesso gli stessi oggetti, gli stessi fiocchi, le stesse palle allo stesso preciso posto di sempre! Perchè? Non amo le novità? Mi fanno paura? O sono legata a doppio filo a questo mio “tutto”?
Sabato riaprirò lo scatolone del Natale e stavolta mi impongo varietà e fantasia diverse. Però lo scorso anno era così carina casa mia…
e, senza avere chiaro il perchè, ne ho fatto un post.
Grazie, Laura, per vari impegni di lavoro spesso ti leggo poco, ma ogni volta mi porti a pensare e ad emozionarmi.
ili6 ha detto:
Perdonatemi!
Sono sopraffatta da mille cose, persa e dispersa.
Vorrei già essere al 26 dicembre…ma riuscirò ad arrivarci integra? ne dubito…
Intanto vi abbraccio tutti e a presto, spero.
Marirò
luciabaciocchi ha detto:
Bello questo post, sembra fatto su misura per me, quelle domande me le pongo da anni e cerco di dare una risposta convincente, ma non ci sono mai riuscita. Vorrei essere positiva, credere ancora nel futuro malgrado tutto, vorrei essere soddisfatta e contenta per quello che la vita mi ha offerto, vorrei tornare a sorridere, vorrei saper donare tutto l’amore ch tengo nascosto dentro di me… ora basta con questo elenco, non voglio annoiarvi!
Un buon fine settimana
Lucia
ili6 ha detto:
Provaci, Lucia, continua sempre a provarci.
Tu non annoi mai. Serena domenica, ciao.
domenica luise ha detto:
Il tuo è davvero un bel post, sai nell’insieme cos’ho notato? Che alcuni bravi scrittori e poeti si lamentano della propria “ingenuità”, che invece a me pare il lato innocente interiore umano ormai così raro. Mi piace il tuo modo di vivere e di comunicare nel tuo blog, si percepisce l’interesse autentico verso gli altri e la condivisione. Per quanto mi riguarda, ho fatto scelte precise, non facili, e le rifarei tutte una per una, sono stata una professoressa felice, scrivere, dipingere e occuparmi dei miei blog è stato bello, ho conosciuto qualche persona di autentico valore, amo tanto quello che faccio per quanto non sempre sia facile andare avanti. Non sono invidiosa della migliore fortuna altrui in nessun caso, certe volte divento triste nel vedere così poca corrispondenza, ma lentamente sto imparando ad aggirare il dolore anziché sormontarlo e discendere dall’altro lato della montagna, in questo la poesia e l’arte mi aiutano, non mi annoio facilmente e, quando capita, mi sento strana.
ili6 ha detto:
C’è tanta bella gente nel web, bella, sensibile, ricca dentro e preparata e tu sei certamente una di esse. Sono lieta, Mimma, di aver incrociato in questo grande e strano mare, anche te.
popof1955 ha detto:
No, non sono contento di me, le cose che ho fatto avrei potuto farle meglio.
luciabaciocchi ha detto:
Bravo Paolo, ti ammiro per la tua sincerità 🙂
Lucia
ili6 ha detto:
tutti avremmo potuto far meglio qualcosa nel nostro cammino di vita, tutti, me compresa, ma avremmo anche potuto far peggio e soccombere alla prima difficoltà o alla prima tentazione.
Al di sopra di tutto dobbiamo sempre più imparare a volerci bene da noi e a non essere troppo rigorosi con noi stessi. Questo non significa non riconoscere le nostre debolezze o i nostri errori, non significa non tentare continuamente di migliorarci, ma non possiamo inseguire sempre modelli chimerici o che altri vorrebbero fossimo perchè diventeremmo matti e depressi nel giro di un semestre.
accantoalcamino ha detto:
Io si, anche se a volte tendo a non esserne convinta ma alla fine si, sono orgogliosa di me, di come sono diventata nonostante tutto. Grazie pe questi post che mi portano a pensare e sognare, ciao.
ili6 ha detto:
Grazie a te anche per la delicata presenza in questo mio piccolo spazio.
Albrecht ha detto:
com’è che si dice? “non si smette di giocare perchè si diventa adulti ma si diventa adulti perchè si smette di giocare” vero. verissimo. io non ho mai smesso, mai smesso di giocare da quando ho iniziato e sono contentissimo di quello che sono, così contento che addirittura vorrei peggiorare un pochino. non mi riesce però.
Basta ricordarsi della definizione di Marco Aurelio, grande filosofo, oltre che grande imperatore romano:”La vita è quella che i nostri pensieri vanno creando” . Non è detto che sia facile tuttavia è consigliabile provare.
ili6 ha detto:
vorresti peggiorare un pochino? 🙂
comprendo, capita anche a me a volte di pensarlo.
la vita è quella che i nostri pensieri, divenuti azione, vanno creando ma c’è una larga fetta di condizionamenti sociali che ci affianca e a volte non possiamo o non sappiamo ignorarli.
fab ha detto:
ho rimpianti, certo, ma ho rispetto di me.
non mi do giustificazioni, mai, ma non mi fustigo più per gli errori che ho commesso e che faccio.
sì, va bene così…per l’aurea di santità c’è tempo
Elena ha detto:
Talvolta lo sono …..ma vorrei esserlo molto di più…e ci lavoro!!!!
Insolit@ ha detto:
Cara Marirò, sono contenta che questo mio intervento ti abbia fatto fermare in una tua riflessione personale, perchè in fondo è questo quello che desideravo, nulla di più. E’ la stessa riflessione che ho fatto io le volte in cui mi sono chiesta se sono contenta di ciò che sono.
Solitamente nei miei post espongo molto dei miei pensieri, questa volta ho esordito con una domanda…speranzosa che qualcuno si esponesse con una risposta per dar vita così ad un confronto. Ed ora ti espongo la mia idea che fra l’altro non si allontana molto dalla tua.
Anche io, come te, non sono di quelle che “crede d’essere” o di essere rimasta piccola, so bene che, come è naturale, bambini si è da bambini, però nel corso del mio viaggio di vita e incontrando le varie vicissitudini che la vita ci elargisce mi sono resa conto che è in quell’angolo di me rimasto “vergine” (passami il termine) che trovo la salvezza e la forza di osservare il mondo con benevolenza. Sono fermamente convinta che quel “luogo” sia nella stragrande maggioranza di noi e con la medesima convinzione penso che mantenerlo “lucente” e abitato sia più difficoltoso di quanto non si possa pensare. Le tue riflessioni sono di una donna impegnata affinchè questo avvenga e te lo dico non solo in seguito alla lettura di queste tue parole, ma soprattutto per quanto trovo scritto ogni volta che vengo a visitare il tuo spazio. Posso dirti che anche io sono abbastanza contenta di ciò che sono anche se penso ci si possa sempre migliorare, smussare angoli, aprire nuove visioni e “sentirsi” ancora di più. Quando parlo di quel “tutto” che virgoletto non lo intendo un quacosa che non basta…ma un “tutto” che non è nostro, che ci viene imposto dalla società, che ci ritroviamo come bagaglio culturale, etico, morale…ed è lì l’invito (in primis, direi, auto-invito) a non adagiarsi/adattarsi e a riscoprire il nostro “tutto”, costi quel che costi. Facendo così spesso si perdono sicurezze, amicizie, stabilità economica…si incontrano salite e delusioni, ma penso ne valga la pena. Ovviamente quanto più possibile nel rispetto di chi ci sta affianco, anche se quello non lo paleso. Io non rifarei tutto, sono onesta anche se so che alcune strade mi hanno insegnato a non riprenderle, ma ad oggi non le inizierei neppure a percorrere. Non mi vorrei più furba e neppure meno ingenua, perchè non sarei io, forse un tantino meno avventata e più pacata. Nasco rivoluzionaria, ohimè…forse il tempo ammorbidirà la mia innata vena da pasionaria. E sorrido alla tua conclusione, perchè anche io sono “rigattiera inside”, rigattiera di cose e di emozioni, di ricordi, di simboli, sensi e significati. Ho le mie preziose scatole di cose belle che mai svenderei, dimenticherei, non spolvererei…e forse è questo l’invito più profondo, ossia volgere lo sguardo al futuro portandosi dignitosamente appresso la nostra valigia di cose, percorrendo una strada NOSTRA, anche se poco frequentata, e se su questa strada ci si vuole fermare a concedersi qualche trasgressione, e questo è il nostro desiderio, dove è scritto che non si possa fare? nessuno camminerà mai sui nostri passi, nessuno porterà mai le nostre valigie ed a nessuno è concesso di guardarci dentro e giudicare.
Ogni anno compro una pallina nuova da appendere all’albero, un strofinaccio da cucina con il calendario, rimetto i gancetti alle palline vecchie che nello scatolone lo hanno perduto e m’invento quacosa di nuovo…ogni giorno provo a fare le stesse cose con altre cose…e mi accorgo che forse al destino non posso raccontargli le favole ma dentro ad esso ci posso dipingere i colori di quel che sono e aggiungercene sempre di nuovi.
Ti abbraccio di cuore
ili6 ha detto:
“…e mi accorgo che forse al destino non posso raccontargli le favole ma dentro ad esso ci posso dipingere i colori di quel che sono e aggiungercene sempre di nuovi”
e continui ad emozionarmi!
Anche io ogni anno compro una pallina nuova per l’albero di Natale, una sola, ma bella e possibilmente l’acquisto durante un viaggio all’estero fatto in estate o in primavera e col tempo l’albero è diventato quasi troppo carico di palline e di colori. Ma dopo un intero anno chiusi dentro uno scatolone, non riesco a non farle luccicare per almeno due settimane. Poco fa ho finito di addobbare l’albero e praticamente e nonostante le intenzioni, è uguale agli anni scorsi 🙂
Una pallina bianca e blu acquistata ad Amsterdam circa 16 anni fa mi è scivolata mentre l’agganciavo e si è frantumata; non ne ho fatto un dramma ma mi è dispiaciuto perchè conteneva una storia, un ricordo, un significato. Eh sì, le nostre valigie son preziose e ce le portiamo dietro, a volte inconsapevolmente, ma dietro anche quando, andando avanti, decidiamo di percorrere quella strada più nostra e più carica del nostro vero “tutto”.
Un sorriso e un abbraccio.
p.s.
Conosco bene quella parte “vergine”, la custodisco con cura e la rinverdisco continuamente grazie anche al mio lavoro.Se non ci fosse, tutto sarebbe più opaco.
ciao e buon fine settimana
lucetta ha detto:
Sono contenta di come sono diventata attraverso gli anni e siccome non è stato “semplice”…. non rimpiango la gioventù ormai passata perchè significherebbe dover affrontare strade che non so se mi porterebbero di nuovo al punto in cui sono. Ciao Marirò
gabriarte ha detto:
è una domanda difficile ma provo a risponderti sinceramente. Sono orgogliosa di me perchè ho provato ad arrampicarmi da sola sui rami altissimi della vita scivolando, spelandomi le mani,ma sempre con coraggio e onestà poche gioie e niente di niente. Ho visto la prima televisione a diciasette anni, mai avuto una bambola,ma nelle difficoltà, ho saputo immaginare il cielo e l’ho trovato nella mia famiglia che è tutto per me.Sono ancora su quei rami , non sono più sola e anche quando tira il vento non ho paura guardo sempre il cielo come potrei non essere contenta ciao bello il tuo post buona serata
ili6 ha detto:
molto bello il tuo commento. Sa di serenità e saggezza.
Buona domenica, ciao.