Sollecitata da un post di Donatella, sono andata a visitare il castello di Donnafugata, vicino Ragusa ed ho convinto una ventina di amici a trascorrere un fuoriporta domenicale che si è poi rivelato interessante e divertente. Interessante perché questo castello, che castello non è pur avendone parecchie fattezze, ti catapulta nell’ aristocrazia siciliana del tardo ottocento quando i nobili ancora se la spassavano alla grande e si impegnavano a far divertire i loro ospiti nel ritiro di campagna.
Il grande maniero di Donnafugata all’ origine doveva essere un semplice baglio con, però, due imponenti torri e queste diedero l’input al barone Francesco Arezzo De Spuches affinchè il maniero si trasformasse in “castello”, cioè in una sontuosa abitazione di campagna con annesso un grande parco.
Difficile riconoscere lo stile architettonico del castello perché è un condensato di stili di epoche e di gusto differenti ; il maniero fu manipolato a piacimento del barone Francesco, poi del figlio Corrado e infine della nipote Clementina. Delle 122 stanze, divise in piano terra per la servitù e piano superiore per la nobiltà, se ne visitano oggi circa 22 e tutte con arredi originali del tempo.
Passeggiando per le stanze del Donnafugata vai subito con la mente al libro di Tomasi di Lampedusa che prese in prestito il nome , ma il castello del Gattopardo è da tutt’altra parte dell’isola. Le atmosfere però ci sono tutte a partire dal monumentale scalone in pietra pece, ornato da statue neoclassiche. Bello il Salone degli Stemmi, così chiamato per le insegne nobiliari delle grandi famiglie siciliane dipinte alle pareti. Tra le stanze, alcune delle quali presentano bei soffitti dipinti a delicati trompe-l’oeil, emergono il Salone degli Specchi, ornato da stucchi e da decori in oro zecchino, le Sale dei Biliardo e della Musica con ben cinque pianoforti, la lussuosa Stanza del Vescovo e la stanza da letto della Principessa Bianca di Navarra, con un bel pavimento in pietra pece e bianco calcare. Come ogni castello che si rispetti, non mancano le leggende; in una di esse si narra che la principessa Bianca sarebbe stata tenuta segregata dal Conte Cabrera e che mezza ignuda sarebbe poi fuggita di notte trovando rifugio presso una galera ormeggiata nel porto (leggenda che però non quadra nei tempi storici…evvabbè…nenti ci fa…) e in un’altra si parla di un tesoro consistente in una capra tutta d’oro, la quale sarebbe saltata fuori dal luogo in cui era nascosta dopo un complicato incantesimo.
Alcuni scorci del castello sono divenuti a noi familiari perché questo maniero negli ultimi anni è stato set per varie serie televisive e cinematografiche, primo fra tutti “Il commissario Montalbano”. Bellissima la terrazza decorata con figure bizzarre e sfingi con il busto di donna e con un panorama splendido con vista fino al mare.
Il Comune di Ragusa ha acquistato nel 1982 il casello e il parco in stato di totale abbandono e, dopo diversi e costosi interventi di restauro(ancora in corso e chissà per quanto vista la grandezza del sito), li ha resi entrambi fruibili al pubblico alla “modica” spesa di 8 euro a testa…ma ne val la pena specie se hai dietro dei bambini perché vari sono gli spunti di curiosità che la visita offre.
Nel castello trovi oggetti strani (farfalle dipinte sugli specchi che per effetto ottico sembrano svolazzare, sfingi dalle fattezze orripilanti, curiosi vasi ammazzamosche, originali scaldavivande,…) mentre nel parco trovi di tutto e di più.
Il giardino venne progettato nella tradizione dei grandi giardini siciliani dell’ottocento, diviso in tre aree: il giardino inglese, il giardino francese e quello mediterraneo. Le specie vegetali presenti sono numerosissime anche se i lunghi anni di abbandono hanno fatto perdere, purtroppo, parte degli esemplari più rari che il barone fece appositamente importare. Oltre alle piante,(maestosi i ficus e i carrubi) Corrado Arezzo, fece ornare il parco anche con una serie di bizzarre e scherzose costruzioni. E così girando tra i vialetti incontri una piccola coffee house dall’aspetto di un tempietto greco con tanto di cielo e costellazioni dipinti nella cupola, una grotta artificiale ornata un tempo con false stalattiti, un labirinto di siepi di lavanda e di rosmarino, una cappelletta dove stava posizionato un “monaco meccanico” che usciva improvvisamente con un meccanismo a scatto e un vero labirinto in pietra dove raccapezzarsi per trovare l’uscita non è per nulla facile semplicemente perché l’uscita non c’è! Noi abbiamo impiegato oltre mezz’ora per uscire dai dedali del labirinto, tra risate e stupore e dopo varie arrampicate sui muri con relativi avvistamenti utili all’orientamento!
Insomma, una piacevole visita che è stata poi coronata da un ottimo pranzo tipico nel ristorante antistante il castello e da una passeggiata pomeridiana nella sempre splendida Ragusa Ibla.
Grazie, Donatella, per il suggerimento 🙂
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È un luogo bellissimo, hai ragione, ci si sente l’atmosfera del Gattopardo. Quanto amo la Sicilia.
…………. vorrà dire che , quando tornerò a visitare la Sicilia ,cercherò di tenere a mente di passare anche da questo castello ……………:-)
un abbraccio e un bacione Marirò
Ciao Ili6, mi sono persa nel labirinto, mi sono seduta a riposare sotto il “carrubo” (è un carrubo?), ho guardato la mia immagine in quei meravigliosi specchi-, ho lasciato volare lo sguardo all’orrizzonte, ho sentito una musica uscire dai tasti del pianoforte. Sono affascinata dai Castelli, a Trieste abbiamo quello di Miramare, ci vado qualche volta anche se vedere il Parco (anche quello con specie di piante esotiche volute da Massimiliano) andare in malora mi rattrista non poco e in questi giorni di notizie inquietanti di soldi pubblici adoperati per rifare seni, labbra e nasi a chicchessia, mi nausea anche.
Non so se riuscirò mai ad andare a Ragusa, è davvero tanto lontana ma nella vita non si può mai dire mai.
Se capiterai a Trieste ti accompagnerò volentieri al Castello di Miramare (sempre che sia ancora in piedi 😦 ) come entri hai la sensazione di essere catapultata in un altro secolo, sembra di vedere Massimiliano e Carlotta mano nella mano davanti alla finestra a guardare il mare, che meraviglia.
Ti auguro una splendida giornata e fammi sapere come ti è venuta la “pasta e patate” di Maria, certamenteuna ricetta con un sapore speciale, ciao ♥
Bellissimo il MIramare, imponente ed elegante. Sono stata a Trieste tanti anni fa, non ho visitato il castello ma ho ammirato tanto della tua città e gustato un ottimo caffè con panna nell’elegante Corso (la via principale). Tornare a Trieste? Mi piacerebbe, ma chissà…
Quello della foto è un ficus, il carrubo era troppo grande per stare tutto dentro l’obiettivo della mia macchinetta fotografica 🙂
Ti farò sapere certamente quando preparerò la pasta con le patate. Ciao, a presto.
Hai mai pensato di fare altro, dalla maestra, nella vita? Sei specialissima come guida turistica, le tue non sono mai, solamente, descrizioni magistrali, sono esternazioni partecipate di amore, passione e orgoglio.
In riferimento a questo post, da siciliana, ti ringrazio ulteriormente…quanta bellezza, quanta arte, quanta cultura, quanta storia c’è in Sicilia..mentre ancora ci identificano sotto il fico d’ India, brutti, neri, sporchi a suonare lo schiacciapensieri, perchè non abbiamo voglia de lavurà.
Un abbraccio grande
Ps. Donnafugata è anche il marchio di grandi vini, tra cui un passito di Pantelleria che sorseggiandolo manda tra gli Dei.
Ben riletta anche qui, Semplice 🙂
ehhh…sapessi cosa penso quando dico che non vorrei più fare la maestra…
Di vini me ne intendo pochissimo ma il Donnafugata bianco (e ben ghiacciato) so apprezzarlo. Stavolta, invece, ho acquistato a Donnafugata-castello il Cerasuolo di Vittoria che è assolutamente niente male.
Bellissimo il castello di Donnafugata, e devo dire che immediatamente la sala degli specchi mi ha fatto pensare al Gattopardo, anche se la location del libro e del bel film di Tomasi di Lampedusa è situata altrove…Quest’estate a Vienna e in Slovacchia ho visitato le magioni imperiali e devo dire che il castello da te visitato non è inferiore all’Hofburg di Vienna, peccato sia meno famoso.
Un abbraccio carico di affetto e di simpatia, cara Marirò (auguri per l’onomastico di ieri)
Peccato sia molto lontano da qui!
Ciao Elena, benvenuta in questo piccolo spazio.
Grazie del passaggio 🙂
Grazie a te!!!
E’ il periodo dei castelli:) d’altronde quale tempo e’ migliore di un mite inizio autunno per visitare i luoghi antichi? Non ci credo che non c’e’ l’uscita nel labiritno, non puo’ essere! Non e’ che avete scavalcato il muro per uscire… per la fame? 😀 Molto bello, le stanze arredate dell’epoca devono essere interessantissime! 🙂
no, no, l’uscita non c’è perchè l’uscita è l’ingresso quindi dopo tremila giri e vari tentativi capisci che per uscire devi tornare verso l’entrata. ma nel frattempo ti sei tanto addentrata che hai perso l’entrata!
🙂
Grazie a te per questo post stupendo che mi ha permesso di approfondire tutto meglio, anche con l’ausilio di foto molto più belle di quelle che avevo trovato sul web! Ciao Maria Rosaria, buon proseguimento di domenica e complimenti per lo stupendo post ♥
P.S. Buon onomastico! 🙂
le mie foto possono raggiungere una sufficienza, le tue sono da dieci e lode 🙂
Grazie !
l’itinerario da te proposto è stato seguito alla lettera: siamo andati anche a Puntasecca, ma a casa del commissario c’era un troupe tedesca che faceva riprese e non siamo potuti entrare. Fa nulla, tanto Luca non c’era… :-).
foto stupende e posto da sogno……
Foto bellissime come la tua descrizione
Buona domenica
Sentimental
sono stato tre volte a Ragusa e difficilmente ci capiterò di nuovo ma di questo non ne sapevo nulla. Donnafugata mi ricorda dell’ottimo vino bevuto diverse volte a Palermo. non amo molto i vini siciliani perchè li trovo decisamente forti, robusti, corposi di sapore ma bere dell’Alcamo sul pesce o meditare con un bicchiere di Marsala superiore è un’esperienza irripetibile. Questa è l’ ennesima perla di una terra incantevole poco o nulla pubblicizzata. Non so se ve ne siete accorti ma in tutte le chiacchiere del governo e dei partiti sulla ripresa, i conti da sistemare, i fondi da reperire non si è mai sentita la parola “turismo” e per un paese che ha oltre 7.000 km di costa e detiene un terzo del patrimonio artistico mondiale è semplicemente vergognoso. poi non meravigliamoci se un traliccio di ferro, una ex antenna della radio a parigi ha più visitatori del Colosseo.
forse quando sei stato a Ragusa il sito di Donnafugata era chiuso al pubblico per le pessime condizioni in cui si trovava. Da alcuni anni e dopo importanti restauri è nuovamente fruibile e sta entrando nei circuiti turistici dell’isola.
Concordo perfettamente col tuo pensiero: in Italia potremmo vivere solo di turismo viste le bellezze che abbiamo ma i nostri governanti hanno le bende agli occhi e inoltre permettiamo che gli stranieri vengano qui ad arricchirsi e ad offenderci (vedi ieri la Ryanair e l’appellativo dato alla città di Bari…)
sicuramente è così. Non mi sono mai perso un posto della Sicilia che conoscessi esistere da Lampedusa a Erice, da Agrigento a Aci Trezza; ho un solo peccato originale: non sono mai stato a Taormina. In realtà avevamo programmato di andarci, eravamo in treno, arrivammo alla stazione e il mare ci incantò. preferimmo fare il bagno piuttosto che salire sulla cittadina. Poi si fece tardi e ripartimmo, tanto, ci dicemmo:”torneremo sicuramente…” e infatti…Taormina sta ancora aspettando… 🙂
bellissime foto e buonissima descrizione…..chissà mai se capiterò a Ragusa, ma intanto un pò del castello me lo sono visitato 😉 serena notte
un giorno riuscirò a visitare la Sicilia…è un’isola meravigliosa e suggestiva, ricca di storia e bellezza…riuscirò !
volevo informarti che ti ho inserita nella lista dei miei ‘blog ispiranti’ … se passi, ‘ritiri il premio’! 😉
Grazie per il bel giro che mi hai fatto fare, anche perchè quando c’ero stato (nel 1989) non mi era stato possibile visitarlo. Avevo costeggiato i lunghi muri a secco che dividono i terreni della zona percorrendo stradine dove ci passava appena una macchina e mezza (magari oggi c’è una super strada) e al cancello la delusione di poter vedere solo l’esterno.
no, non c’è una superstrada anche se adesso parte del viaggio da Catania lo fai sull’autostrata CT-SR. Nelle vicinanze c’è una strada provinciale non molto larga ma comoda e tanto bella perchè attraversa zone della campagna ragusana ancora incontaminate e il castello ti appare all’improvviso su una bassa collinetta che sovrasta campi delimitati da muri a secco e ricchi di ulivi e carrubi.
il nome Donnafugata è la libera interpretazione e trascrizione del termine arabo Ayn as Jafat (Fonte della Salute) che in dialetto siciliano diviene Ronnafuata, da cui la denominazione attuale. Fonte della salute…cioè luogo dove ritirarsi per godere della pace.
una bellissima gita anche per me attraverso il tuo bellissimo post ciaooooooo buona domenica
che bello!! soprattutto l’esterno … immagino che anche la vista, dal castello, sia bellissima …
PS: penso alla povera signora Pina che doveva pulire 122 stanze … a me, già 3 sembrano troppe!! 😉
buona domenica cara Marirò!!
chissà quante signore Pina c’erano a quei tempi…
La mia signora Pina non riesce a completare il giro delle stanze che già deve ripassare in quelle che erano fatte. Ho qualcosa in più di tre vani, ma non ho un castello e nonostante tutto la mia Pina brontola in continuazione 😦
Proprio una bella uscita, bravi! 🙂