L’essere umano tende a creare situazioni per il proprio piacere e a ricreare tali condizioni per rivivere il piacere provato. E’ un dato di fatto, è normale; spesso sono solo tentativi e non sempre si riescono a rivivere le stesse piacevoli sensazioni. Così, se mi sono trovata bene in quel ristorante per qualità del cibo, per atmosfera, per prezzo ed ospitalità, tendo a tornarci. Non è detto che la seconda volta andrà come la prima, ma ci riprovo. Questo è un esempio e se ne potrebbero fare di infiniti: sono tutte scelte consapevoli alla ricerca di un piacere, di un benessere già vissuto .

 Ma l’essere umano assume spesso comportamenti inconsci legati sempre al piacere da rivivere. Uno di questi piaceri, peraltro piccolo e poco significativo perché non sono per nulla infatuata del dio danaro, è per me il piacere di trovare soldi. Direte che sto scoprendo l’acqua calda…eh sì…eh no…boh, non so.

Trovare soldi piace a tutti, ci mancherebbe: per strada, dentro un cassetto, sotto un cavolo, ecc…

Così io, per procurarmi questo momentaneo e piccolo piacere, a volte metto in atto comportamenti che mi possono portare a tale bel ritrovamento. Visto che la dea Fortuna manco sa dove abito di casa, (solo una volta e sarebbe stato meglio non fosse accaduto; chi ha letto qui sa come andò a finire…) applico il fai-da-te: in modo inconscio, cioè non ragionato, lascio soldi ovunque per il piacere, poi, di ritrovarli. Che soldi? Intanto soldi miei e, naturalmente, spiccioli: il resto del giornalaio, l’euro del carrello della spesa, i 5 euro prestati momentaneamente alla collega…insomma piccolissime ed irrisorie somme che non metto nel portamonete, ma dove capita prima.

E così, poi, mi piace infilare le mani nella tasca del vecchio giubbotto e trovare 2 euro, posare in macchina l’euro del carrello-spesa e magari trovarne all’improvviso accumulati 6, ispezionare le tasche delle borse e contare 8 euro in monetine.

Questo lasciare spiccioli in giro non è affatto qualcosa di programmato anche perché se lo fosse perderei il bello della scoperta perché interverrebbe la memoria a riportarmi a quel gruzzoletto messo da parte consapevolmente. E’ un’azione non ragionata, magari legata al disordine, ma siccome io non ammetterò mai di essere disordinata, allora mi sono data questa neuropsichiatrica e fantomatica spiegazione del subconscio da disseminatrice di monetine. Vabbè, ognuno si costruisce le proprie giustificazioni…l’importante è stare in pace con se stessi, giusto? 🙂

 Ora però ho un problema. Alcuni giorni fa, mettendo ordine in un’anta dell’armadio, ho ritrovato dentro le tasche di un vecchio cappotto che non uso da due anni nientepopodimenoche…74 euro!! 😀

Un piacere iniziale che non sto a dire. Ma poi ho incominciato a pensare…e quando penso troppo, iniziano i guai! 😦

Perché quei soldi lì? Quando li ho messi? Sono miei? Dovevo pagare qualcosa che non ho poi pagato? Me li ha dati qualcuno perché io facessi una commissione? Ho scordato di fare un acquisto? Non avevo il portafogli in quel momento in borsa e li ho sistemati lì provvisoriamente? Erano un prestito?  

Insomma, ho pensato per giorni e giorni, sforzi pazzeschi di memoria e senza nessun risultato. E allora? Allora le cose sono due:

o sto invecchiando  e la memoria mi sta inesorabilmente salutando

o sto invecchiando e mi ritrovo nella spasmodica fase della ricerca del piacere tale da farmi posare una cifra (perché 74 euro per me non son spiccioli , ma soldi) dove capita prima per il piacere, poi, di ritrovarla.

Visto che, però, nessuna delle due conclusioni mi piace…forse è meglio iniziare ad ammettere che sono semplicemente un pochetto disordinata 😉

S. Dalì – Persistenza della memoria