Che pioggia e che grandine ieri! Roba da stare chiusi ermeticamente a casa. Ma a volte non si può e bisogna uscire necessariamente…
Così nel tardo pomeriggio, prendendo al balzo il momento di pausa pioggia, decido di recarmi nel negozio vicino per delle urgenti commissioni. Esco e, previdente, porto comunque l’ombrello perché il cielo, anche se presenta sprazzi di azzurro, è nero nero verso la montagna. Vado a piedi, il negozio dista qualche centinaio di metri e so già che non troverei un posteggio per l’auto. In fondo devo fare un solo isolato ed attraversare un incrocio: che sarà mai?
Arrivo nel negozio e c’è la fila. Dopo un po’, visto che non piove, decido di passare al supermercato e dal giornalaio. A nord, verso la montagna il cielo è di piombo; starà piovendo alla grande. Al supermercato perdo del tempo a chiacchierare con un’amica ed anche dall giornalaio mi fermo a parlare con una cugina che non vedevo da tempo.
Intanto entra un signore e dice che fuori c’è il fiume che scorre. Il fiume? Quale fiume? Non ci sono fiumi qui e non sta piovendo.
-Impossibile attraversare agli incroci, sta scendendo un fiume d’acqua dalla montagna- dice trafelato quel signore.
Capisco che è meglio affrettarsi per tornare a casa; siamo in un tratto a forte pendenza e se in certe zone dell’Etna piove a dirotto, quaggiù le strade in discesa diventano veri torrenti in piena.
Arrivo all’incrocio della strada ed ecco il torrente! Un vero torrente d’acqua e fango scende dalla strada cancellando marciapiedi e resto a guardare ammutolita. Ed ora come faccio ad attraversare l’incrocio? L’idea di bagnare scarpe e pantaloni non mi preoccupa, ma le suole di cuoio degli stivaletti non mi danno fiducia; temo di scivolare.
Resto ferma a guardare quella “lavina” impetuosa e non so che fare. Passa qualche auto e solleva spruzzi d’acqua fangosi che mi fanno indietreggiare sempre più . Il cielo intanto si fa buio e si prepara a buttare altre secchiate d’acqua. Devo attraversare, ma come? A nuotare me la cavo, ma…
Arriva un’auto ed apro l’ombrello per difendere le gambe dagli inevitabili spruzzi delle ruote. L’auto mi affianca e poi attraversa l’incrocio come fosse un guado ed io sempre ferma al palo. Poi noto la stessa auto che fa marcia indietro e si riaffianca a me. Il giovane e bel ragazzo che è alla guida abbassa il finestrino e dice:
-Signora, deve attraversare la strada? Salga che le do un passaggio.
(Mi dà un passaggio? E chi è questo? Io non accetto passaggi dagli sconosciuti …prima regola di mammà).
-Scusi, mi dà un passaggio per dove?
– Per attraversare la strada o, se vuole, fino a dove deve andare.
(Uhmmm…)
-Cioè mi dà un passaggio da qui a lì? Per questi 8 metri?
Sorride ed esclama: -Certo, non un centimetro in più! Non pensa mica di attraversare a piedi, vero? E’ impossibile!
(Uhmmm…che è impossibile lo vedo da sola , ma…e se invece tirerà dritto? E se svolterà a destra?! E se uscirà un coltello?!!? Ma che sto a pensare!!!)
Chiudo l’ombrello, apro lo sportello ed entro nell’auto dello sconosciuto, seppur con qualche inquietudine.
Lentamente lui ingrana la marcia e va avanti piano, tanto piano, troppo piano. Ma forse è una mia impressione. Intanto stringo a me sempre più l’ombrello …
-Succede sempre così quando diluvia in montagna- dice e si ferma subito dopo aver attraversato l’incrocio.
(Fiuuuu…)
– Se vuole l’accompagno fino a casa.
-Sa dove abito?- chiedo quasi sospettosa, aprendo già lo sportello dell’auto.
-Se ricordo bene a pochi metri da qui. Lei non mi conosce, ma io sì : ricordo quando fece una supplenza nella mia classe dell’elementare e ci lesse la fiaba di Pollicino.
-Quella dell’orco?!
(oh, mamma…l’orcooo!)
-Sì, e la lesse così bene che mi fece sudare dalla paura.
(ecco…ora sto sudando io…)
-Grazie del passaggio, scendo qui, son quasi arrivata. Davvero impossibile attraversare a piedi in questo momento.
– Prego, si figuri, è stato un piacere rivederla. Io sono Michele- e mi tende la mano.
-Grazie Michele- rispondo, restituendo una goffissima stretta di mano, tra ombrello, borsetta e giornali – ma ora posso dirlo: non ho mai amato la fiaba di Pollicino e non so come e perché la lessi quel giorno . Mi spiace avervi impauriti.
-Lei ci rassicurò subito dicendo che era solo una favola e che gli orchi non esistevano.
-Già, ed è bello pensare che non esistono.
-Sì, è bello pensarlo.
Scendo dall’auto e Michele mi saluta con un gradevole sorriso che ricambio con grande piacere.
Magritte – Golconda
Bell’accostamento parole e immagini… mi piace il tuo stile. Ti aspetto nel mio nuovo blog. Grazie!
Buona domenica,
Martine
sono contenta che Michele non fosse un orco e ti abbia aiutata ad attraversare la strada ………..lui si è ricordato di te per via di una favola letta molti anni prima ,devo essere stata coinvolgente in quel racconto allo stesso modo in cui ora coinvolgi noi,di qualsiasi argomento tu stia parlando nei tuoi scritti .
un abbraccio marirò :-i
affettuosamente ricambio l’abbraccio
🙂
Già… non sappiamo mai dove si nascondono gli orchi. Almeno quelli delle favole erano riconoscibili!!!
Un saluto!
eh già!!
saluti a te, Cappuccino. Grazie del passaggio
qualche orco purtroppo esiste ma non era Michele il dramma invece è che ogni volta che piove si sfiorano drammi buonanotte Mariarosaria
quanto hai ragione, Zeba!
Bello bello bello, Marirò, hai raccontato questo tuo episodio in una maniera davvero coinvolgente…
E’ bello incontrare i vecchi alunni, eh? 😉
Un abbraccio forte e buona settimana… 🙂
non è stato un mio alunno, dei miei alunni ricordo ogni sfumatura d’espressione, altrochè…ma è stato uno dei tanti scolari nelle classi in cui spesso andiamo a fare qualche ora di supplenza. Ma è comunque bellissimo incontrarli e notare che loro si ricordano di te anche per un passaggio fuggevole.
Racconti in maniera spettacolare: mi sono preoccupata, ho avuto paura, ho tirato un fiato di sollievo, ho riso…caspita mi sentivo i piedi zuppi!!
Forse.. l’umanità è meno brutta di come spesso la rappresentano… grazie per avercene dato una prova.
Bacio
Che bella esperienza è la vita! Anni fà rassicuravi il piccolo Michele che gli orchi cattivi non esistono e poi tu sotto la pioggia hai esitato ad accettare l’aiuto un angelo perchè temevi fosse un orco! Oggigiorno i tuoi timori sono fondati e giustificabili ma è stato comunque molto bello ritrovare che un gesto di amore che hai donato in passato adesso ti veniva restituito con altrettanto amore.
eh sì. Sai che non avevo pensato a quanto hai detto?
la verità è che oggi diffidiamo sempre più, e nonostante l’età, ci facciamo prendere da timori così grandi che riescono ad oscurare la bellezza di un semplice gesto di cortesia.
ahahahah si hai risposto in un altro blog, ma tranquilla ho letto lo stesso! 😀 purtroppo quando commenti un articolo preso da un altro blog ti indirizzano in quel sito. 😉
Comunque si, oramai i giovani ragionano sempre più come quei due che hai incontrato sul bus.
Credo non sia una cosa del quale gli uomini debbano andare fieri.
Ciao. 🙂
Ti rispondo qui perchè altrimenti non so proprio dove andrei a finire 😛
che pasticcio mi hai fatto combinare! immagino che per la crudezza del linguaggio, non mio ma dei due del bus, mi abbiano buttata fuori….Ahahahahah
Il corteggiamento è una delle fasi più belle dell’innamoramento, peccato che i giovani e le giovani lo stiano dimenticando in fretta.O forse non l’hanno mai conosciuto.
O forse stiamo parlando di cose diverse: peccato non conoscere e non vivere quel caleidoscopio di delicate emozioni che regala il corteggiamento.
Ciao
Coinvolge piano piano il Tuo bel racconto, poi però ti
prende a ondate di piacere come quel fiume (non piacevole) che veniva giù.
Bravissima
Sereno week-end
Gina
Stupende le illustrazioni e coinvolgente la narrazione, Sembrava di essere lì con te 🙂
Un abbraccione!!!
Che bel racconto, l’ho letto e mi e’ piaciuto, sei brava e le foto sono carinissime. Pensa Maria Rosaria, mi hai fatto venire in mente un ricordo di mia figlia, che adesso ha 25 anni. Faceva la prima elementare e all’uscita della scuola che e’ poco distante da casa, in un giorno piovoso, io ero un po’ in ritardo e lei non ha accettato il passaggio dalla mia amica perche’ io gli ho proibito di salire in macchina con degli sconosciuti…la mia amica si e’ arrabbiata tantissimo e ho incontrato Kiara a meta’ strada tutta bagnata ma felice della sua decisione…ahhahah….un bacione a te e buon weekend!!!
Caspita devi saperle raccontare proprio bene le fiabe se si è ricordata dopo tanto tempo! 😀
Bel racconto, hai saputo creare la giusta attesa per il colpo di scena finale.
Ciao. 🙂
*se si è ricordatO di te
era questo che volevo scrivere… ma mi si sono incasinate le dita. 😉
Adesso ci devi raccontare la storia dell’Orco, perché se una giornata da lupi porta cose buone, anche il racconto da paura può celare lati positivi.
La tua pagina l’ho letta stamattina, ma mentre stavo scrivendo il commento è caduta la linea ADSL, pazienza, non pioveva, ma per un attimo, uscendo di casa, ho sperato di incontrare la mia maestra e darle un passaggio. Hai risvegliato, con il tuo racconto, altri ricordi, di giorni gai passati sui banchi di scuola e di una maestra che aveva conservato un mio quaderno per anni, inutile dirti che in quest’istante ho il suo volto davanti. Una mamma nutre, una maestra apre il mondo alla consapevolezza d’esistere.
Ho scritto “mi sè” invece di “mi si è” solo perchè ho la tastiera allagata !
Con la prima immagine, mi sè bagnato il Pc ed è andato in corto…
Mi rimborsi tu ?
Sei molto brava e fantasiosa a raccontare, però non ti nascondo che ho avuto un attimo di paura per te. Ciao!!!
ma grazie a tutti voi per le belle parole! 🙂
Ho raccontato solo una piccola esperienza che mi è capitata in una pesante giornata di pioggia, qualcosa di semplice semplice che, come succede spesso, rischia di scivolare nella quotidianità distratta ed indaffarata e di non essere valutata per la piccola-grande bellezza che contiene in sè.
E il blog, questo piccolo ed effimero spazio, permette anche di condividerla, rendendola eterna.
Grazie, grazie.
Carine le immagini, vero? La prima. è un’immagine gift (credo si dica così) presa dal web: basta cliccarci sopra, fare copia e incollarla direttamente nel post, mentre lo scrivi. Et voilà….la pioggia scende giù.
🙂
ma l’hai raccontata a tuo marito??? è solo una battuta la mia complimenti alla brava insegnante ciao buona notte
sìììììììììììììììììì, ed ha sorriso anche lui.
Ti leggerei per ore!!!!!!!!!!!!
(Mi sono piaciute un sacco anche le “foto decorative” del post!!)
Che esperienza!!!!Invece di un orco hai incontrato …….”un angelo”. Esistono sai anche se noi siamo abituati a non vederli. Sei sempre brava a catturare l’attenzione e l’interesse.
Di questi tempi, questa non è una cosa vera…è una favola! Che bella esperienza, immagino che sarai tornata a casa felice e soddisfatta per il bel lavoro che fai
Bella anche l’immagine: ma come si fa a far venire quelle gocce d’acqua? Mi piace moltissimo!
Che bella storia Marirò! Ha tutti gli ingredienti per diventare un racconto unico e intrigante; “Pomeriggio sotto la pioggia”. Un uomo misterioso incontra la donna che sognava….sì perchè le maestre rimangono nella memoria degli scolari e spesso vengono viste come le principesse delle favole!!
Un abbraccio 🙂
Questa donna è affascinante…
Questo ho pensato di te appena terminato il tuo racconto… e mi sembrava giusto dirtelo : )
posso immaginare i mille pensieri che t’hanno affollato la mente …di questi tempi diventa sempre piu difficile fidarsi degli estranei…pensiamo siano tutti orchi …ma a volte sono semplicemente degli spiriti buoni heheheheh
a volte una di quelle giornate stanche, annoiate e tristi, anche se nella disavventura della pioggia ti fanno vivere esperienze particolari…e ti fan nascere il sorriso…….