Il circolo didattico in cui lavoro, tra scuola dell’infanzia e scuola primaria, ha circa 1500 alunni e se moltiplichiamo per due i genitori, arriviamo a 3000 utenti adulti, in media dai 28 ai 48 anni. Ceto, condizioni economiche e cultura che possiamo definire in generale di tipo medio. Non mancano, naturalmente, i picchi in su e in giù. Di solito c’è attenzione verso la scuola; se noi insegnanti chiamiamo, le mamme rispondono con buona prontezza per organizzare feste, dolci, costumi, spettacoli, ecc…Le cinque riunioni annuali per informare sull’andamento scolastico dei figli sono discretamente affollate e c’è un moderato impegno a far frequentare ai piccoli i corsi extracurriculari che la scuola organizza in vari campi del sapere. Non manca qualche conflittualità, ma di solito si avverte rispetto per il lavoro educativo e d’istruzione delle maestre. E fin qui tutto normale, tutto nella norma, tutto ok.
Il problema nasce quando la scuola ha la felice idea di fare qualcosa per i genitori, convinti, come agenzia educativa quale la scuola è, che la collaborazione, la comunicazione, la condivisione, l’interazione con la famiglia, prima e principale agenzia educativa del bambino, sia fondamentale. Da anni abbiamo avviato un Progetto Genitori, ricco, variegato e, credo, non banale, spendendo idee, risorse interne ed esterne, soldi, tempo e smuovendo mari e monti per un’organizzazione efficace ed efficiente. Bene, direte voi, male dico io perché, al di là di un corso di recitazione e di uno di yoga per genitori ed alunni insieme, le iniziative della scuola destinate agli adulti sono sempre fallite per mancata partecipazione dei genitori.
Tanto per non andare troppo indietro nel tempo, lo scorso anno la mia scuola ha organizzato un convegno (due ore) sul tema ”Essere genitori oggi”; i relatori erano interni ed esterni alla scuola: un pedagogista, uno psicologo esperto di età evolutiva, un sociologo, un dirigente scolastico, un insegnante, un prete missionario. Abbiamo pubblicizzato l’evento tanto e bene e pagato alcuni relatori e una sala teatrale, 3000 potenziali spettatori…non si scherza…. Risultato: i genitori presenti in sala erano una trentina, il resto eravamo tutti docenti della mia e di altre scuole vicine. Peccato, è stata una discussione importante e piacevole, ma abbiamo pensato che essendo stata organizzata in un pomeriggio feriale e piovoso, forse…
La mia non è una scuola eccezionale, che si distingue ad esempio per i grandi eventi da titoloni sul giornale, è una scuola normale che ha parecchi problemi che via via e molto lentamente risolve ed ha anche dei pregi , in termini di serietà ed impegno. Ad esempio siamo tra le poche scuole del sud a livello zero di dispersione scolastica…e non è poco. Il mio Circolo vive, come le altre scuole statali, l’impoverimento a tutti i livelli voluto dall’accoppiata Gelmini/Tremonti senza alcuna logica didattica o pedagogica e al solo scopo di contenere la spesa in nome di una crisi economica che si pretende debba colpire solo i diritti costituzionali e non i privilegi di casta. Ha un corpo docente relativamente giovane , quasi tutto laureato e costantemente aggiornato, e decisamente al femminile. Ed è risaputo che le donne siamo testarde e caparbie, quindi, senza scoraggiarci, stiamo continuando il Progetto Genitori e così, abbiamo lavorato tre mesi per organizzare un corso della durata di 50 ore, dedicato appunto ai genitori e all’Essere oggi Genitore. Il progetto, gestito da un esperto pedagogista-sociologo esterno alla scuola, prevede di sviluppare in modo interattivo i seguenti punti:
- Rapporti interpersonali, multipli e scuola-famiglia
- Bambini e società
- Le emozioni nelle relazioni
- I sì e i no che fanno crescere
La scuola mette a disposizione i locali, le attrezzature multimediali, un docente tutor e il monitoraggio di verifica costante sull’andamento e sul gradiente del progetto. Interessante, vero? Utile, importante, serio, o no? Argomenti forse banali, noiosi, superati, inutili?
Torniamo un attimo ai numeri di cui sopra: 1500 alunni, 3000 genitori. Per attivare il corso (due ore e mezzo bisettimanali, 20 incontri pomeridiani) il Ministero chiede un minimo di 20 genitori iscritti e frequentanti. E che ci vuole? Ci vuole un miracolo!! Non stiamo riuscendo a trovare 20 (VENTI) genitori disponibili a partecipare su 3000 ! Tutti plaudono all’iniziativa, ma la risposta è NO, MI SPIACE, NON HO TEMPO. Facciamo un altro breve calcolo. Eliminiamo molti papà e mamme che al pomeriggio lavorano e scendiamo a 1500: togliamo chi ha impegni familiari importanti (genitori anziani, famiglia numerosa, mancanza di automobile (?), problemi di salute,…non so che altro) e scendiamo a 750 genitori; eliminiamo ancora chi ha figli piccoli e non sa a chi lasciarli e arriviamo a 375; ancora proviamo ad eliminare chi ha impegni improrogabili di vario genere (mi piacerebbe sapere di che genere…vabbè) e arriviamo a 187. Non so scendere oltre, nonostante la buona volontà. Le adesioni fino a ieri erano 9 (NOVE…la percentuale la lascio ai lettori), 9 mamme che hanno scelto per 50 ore magari di non stirare, di saltare qualche lezione di palestra o qualche programma tv per parlare di sé, del loro ruolo di educatrici e dei loro figli.
Perché tanta indifferenza? Essere genitori è il mestiere più difficile del mondo: sicuri tutti di saperlo fare bene, benissimo? Certi che parlare di educazione sia così superfluo, inutile e noioso? La frequenza ad un progetto del genere magari non risolverà situazioni, ma potrà favorire qualche riflessione.
E l’essere umano oggi più che mai deve porsi domande per trovare la migliore risposta per sé e per i figli.
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Aggiornamento doveroso da cittadina, lavoratrice statale italiana
ieri, 26 Febbraio 2011, Silvio Berlusconi, presidente del consiglio italiano, ha invitato i genitori a iscrivere i figli nella scuola privata e NON in quella di Stato perchè “gli insegnanti statali inculcano dei principi che sono il contrario di quello che i genitori vogliono inculcare ai loro figli“.
Mi scusi, Sig. Presidente, visto che IO sono un’insegnante STATALE, quindi potenzialmente fannullona, tardona, impreparata, mangiatrice a tradimento, inconcludente e, apprendo oggi, anche inculcatrice di dubbia moralità, ..mi dica LEI uno solo, 1, dei principi morali che sto inculcando ai miei alunni, in contrasto con quelli dei genitori. Grazie!
(Credo che ci stiamo avvicinando al buio più scuro che ci sia. Ogni altro commento mi sembra superfluo…)